Che l’obiettivo politico militare strategico in Siria fosse la destituzione del presidente eletto Bashar al-Assad (da tutta i media mainstream definito con l’abusato stereotipo di “dittatore sanguinario”, pur in assenza di prove), in quanto di ostacolo alle mire della coalizione occidentale (leggasi soprattutto USA), credo fosse evidente a tutti, anche agli osservatori più disattenti e disimpegnati. Meno evidente ma intuibile anche il fatto che i paesi limitrofi, oltre agli USA ed i loro partner primari, volessero spartirsi il paese, per assicurarsi la realizzazione dei business pianificati da tempo (come le pipeline), cui Assad si opponeva, oltre a creare reciproche zone e sfere di influenza, per poter collocare proprie basi militari in contrapposizione a quelle russe già esistenti.
L’intervento militare russo del 2015 a supporto dell’esercito siriano governativo e su richiesta del presidente legittimo Assad, aveva spiazzato questi piani di spartizione della Siria, creando scompiglio nell’eterogenea ed invasiva coalizione straniera, che vorrei rammentare essere presente illegittimamente nel paese, con l’alibi della lotta al terrorismo (gli unici autorizzati dal governo legittimo sono i russi), mentre in realtà il terrorismo lo aveva precedentemente e tutt’ora finanziato e sostenuto in chiave anti-siriana.
In una situazione così complessa e falsificata, forse è più opportuno lasciare la parola a veri esperti, cioè a specialisti del settore militare, come quelli che curano il sito istituzionale di cultura e divulgazione militare DIFESA ONLINE, che è il più qualificato e conosciuto e non può certo essere tacciato di faziosità. Dall’articolo recentissimo che vi propongo risulta evidente la conferma di quanto vi ho riferito in premessa, senza nascondimenti. Vedi: http://www.difesaonline.it/geopolitica/tempi-venturi/truppe-giordane-e-usa-nel-sud-della-siria-prove-di-spartizione-del-paese
Quello che i media mainstream propinano costantemente sono una marea di menzogne orchestrate per manipolare l’opinione pubblica, ciò che motiva gli interventi militari oltre alle strategie geopolitiche è sempre e solo il business, ed i “dittatori sanguinari” si devono rimuovere solo se sono ostili al business ed agli interessi del più forte, altrimenti perdono la connotazione di “sanguinari” e diventano “moderati” o addirittura “illuminati”.
Tra l’altro questi piani di spartizione della Siria risalgono a parecchi anni fa, ben prima che si creassero le condizioni per la deflagrazione della guerra civile nel paese (che di civile ha ben poco).
Claudio Martinotti Doria
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