venerdì 21 aprile 2017

Outlet di Serravalle - Il mercato degli schiavi aperto tutti i giorni (feste comandate comprese)


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Le multinazionali hanno divorato la classe media


Ancora si discute il caso dell’outlet di Serravalle (Savona). Ancora c’è chi è pro o contro il lavoro domenicale e, in particolare, a Pasqua e a Santo Stefano.

Fermo restando che, ad esempio, nei ristoranti si lavora persino a Natale e a Capodanno, come negli ospedali e in moltissime altre attività, non c’è dubbio che, nelle feste, sia più grande il desiderio delle persone di restare con la propria famiglia.

McArthurGlen, la multinazionale proprietaria del più grande outlet d’Europa, dice che, in tempi di e-Commerce, è meglio favorire i clienti, visto che gli incassi, di domenica, possono superare quelli medi anche del 50 per cento. Non parliamo poi delle feste di Natale e Pasqua, quando pullulano turisti e famiglie (in riposo) che si aggirano desiderosi di acquistare!

Io credo, però, che sarebbe necessaria qualche altra riflessione. Ad esempio, che contratti hanno i lavoratori dell’outlet? Non saranno, per caso, pagati poco e tiranneggiati per la paura di perdere il posto?

Nell’attesa di sedare questi dubbi amletici (la cui risposta, però, in questi tempi, è quasi ovvia), si può fare un altro passo indietro.
I centri commerciali, gli outlet, le grandi catene, hanno costretto a chiudere definitivamente la maggior parte dei piccoli negozi.

A Savona, ad esempio, il centro commerciale Il Gabbiano ha eliminato moltissimi esercizi nelle vie adiacenti perché i piccoli commercianti non potevano sostenere la concorrenza di un tale colosso (avvedutezza politica che ne ha permesso l’ubicazione in piena città). Poi, sono venuti “Le Officine”, “Il Molo” a Vado Ligure ecc.

Come in qualunque altro settore, i piccoli imprenditori di una, due, tre persone, sono stati inghiottiti dalle multinazionali (anche quelle che vendono su internet, che commercializzano i prodotti cinesi, quelle che sfruttano senza pietà i lavoratori di tutti i continenti).
La nostra classe media, quella che popolava il paese costruendo benessere generalizzato, è stata decimata.

Al suo posto rimangono i pochi lavoratori dei centri commerciali.
Ora, i piccoli commercianti –quei rari sopravvissuti-, mentre affogano tra concorrenza insostenibile, tasse, debiti, mancate vendite, assurdi studi di settore, sono persino accusati di essere ladri ed evasori. È su di loro che si abbatte il discredito pubblico.
Il mondo è ogni giorno di più nelle mani di mostri globali che raccolgono enormi ricchezze mentre le persone comuni sono sempre più povere.

E mentre i sociologi dibattono soluzioni future nei talk, l’aumento dell’automazione toglierà altro lavoro agli umani.

Renata Rusca Zargar


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