domenica 18 settembre 2016

Israele - 200 sarebbero le bombe atomiche detenute dallo stato sionista, secondo Colin Powell - Appena sufficienti a distruggere il pianeta


Risultati immagini per bombe atomiche israeliane

*Israele ha 200 testate nucleari: lo scrive l’ex segretario di Stato repubblicano Colin Powell, in una delle sue migliaia di email private hackerate e diffuse nei giorni scorsi. Il numero è evocato in un messaggio in cui discute con un amico della capacità delle armi nucleari del Paese mediorientale. 

Benché si creda ampiamente che Israele abbia sviluppato testate nucleari alcune decenni fa, il Paese non si è mai dichiarato come Stato nucleare. L’esistenza del suo programma nucleare è considerato top secret dai governi israeliano e americano. Powell, attraverso un portavoce, ha tuttavia riferito all’Ap che si riferiva a stime pubbliche e che la mail è stata scritta dieci anni dopo che ha lasciato il governo, senza ricevere più briefing dell’intelligence su materiali classificati. 

Segretario di Stato dal 2001 al 2005, Powell ha giustificato l’uso di account privati di email con l’inadeguatezza del sistema informatico statale, assicurando comunque di non aver mai ricevuto materiale classificato e chiedendo di fare una distinzione tra il suo caso e quello del server domestico della Clinton dove passava gran parte delle mail legate alla sua attività istituzionale.*

*Israele non ha mai ratificato il Trattato sulle armi nucleari*

*Israele non ha mai ratificato il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari e non è soggetto al regime di controllo dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica,
(http://www.treccani.it/enciclopedia/agenzia-internazionale-dell-energia-atomica/) pur avendo accettato volontariamente di operare in accordo con i regolamenti di sicurezza della stessa Agenzia. Nell’aprile scorso ha allarmato l’opinione pubblica internazionale la notizia che nel vetusto nucleo di alluminio del reattore nucleare di Dimona, nel sud di Israele, ci sono evidenze di 1.537
imperfezioni. Lo ha rivelato uno studio presentato ad un convegno scientifico a Tel Aviv. I timori per le condizioni del reattore “erano palpabili” durante i lavori dell’assise. Il reattore – che Israele ricevette dalla Francia agli fine degli anni ’50 ed entrato in funzione per la prima volta alla fine del 1963 – per restare in un pezzo unico dovrebbe essere operativo, secondo le stime, per 40 anni. Tuttavia il problema principale è che i reattori di quella generazione hanno il nucleo insostituibile.*


Laura Ferrari  - http://www.secoloditalia.it/author/laura-ferrari/

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