lunedì 26 settembre 2016

Quando la schiavitù era consentita dalla chiesa cattolica... Roba da frati!


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In  Romania – la schiavitù era pratica diffusa, consolidata, legale. Vittime dello sfruttamento bestiale intere comunità rom.  I rom arrivano nell’attuale Romania e Ungheria attorno al XIV secolo dalla Turchia e dall’Armenia, in gruppi e comunità. Il loro destino è ben presto quello di diventare di “proprietà” del principe o dei nobili latifondisti. Risalgono già al 1385 le prime testimonianze di rom schiavi, costretti a lavorare i campi di alcuni monasteri. Vengono comprati, scambiati, donati come regali di nozze. Acquistare lo schiavo comporta l’acquisizione anche di moglie e figli.

Gli uomini svolgono i lavori più pesanti, dall’aratura alla raccolta della legna, alle donne sono assegnati la coltivazione di campi e giardini, ai bambini i lavori artigianali. Una pratica che si perpetuerà per secoli. Come ricostruisce Leonardo Piasere, antropologo dell’Università di Verona, nel suo La stirpe di Cus, nel 1780 il monastero di Secu, in Moldavia, ad esempio, possiede 165 salase , cioè famiglie di rom. Schiavi che provengono da donazioni di principi e boiari, offerti addirittura «per il perdono dei peccati» o «per la commemorazione dei defunti». Qui i rom hanno l’obbligo di lavorare una settimana ogni tre per il monastero, le altre per il loro sostentamento. 

E ci sono regolamenti più duri: nel monastero di Strimba, in Valacchia, tre giorni di lavoro forzato e tre giorni per se stessi. Qualcuno prova a fuggire: in Bulgaria, oltre il Danubio. Chi viene catturato subisce varie punizioni: 

bastonatura sotto le piante dei piedi, ceppi a polsi, collo e caviglie, collare appesantito da pesanti corna. Alcuni vengono spediti in catene dal principe a Lasi, e condannati ai lavori forzati nelle saline, da dove non torna nessuno. «Gli zingari sono nati per essere schiavi – si legge all’inizio del 1800 nel Codice della Valacchia – e chiunque sia nato da una madre schiava non può essere altro che schiavo». 

La storia dello schiavismo dei rom in Romania è, secondo Piasere, il «più grande, sistematico, controllato sistema schiavistico dell’Europa moderna ». Nel 1807 la Corona britannica abolisce la schiavitù nelle sue colonie. La Francia lo farà nel 1848.

PROF. ANTONIO MASON  - 2antonioprofmason@gmail.com

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Articolo collegato: http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/Nel-villaggio-degli-schiavi-il-volto-buio-della-Romania-.aspx

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