L'8 maggio 2016 alle ore 18 presenterò il
mio recentissimo libro. “Il tramonto dell'alba e l'eclissi dell'io”, nel
barcone rosso di Renzo Banchi, nel Lungotevere all'altrezza del monumento a
Matteotti (Ministero della Marina), a Roma. Interverrà Claudio Tedeschi,
Direttore de “Il Borghese”.
Questo mio libro è prospettico, coglie il presente, immagina il futuro.
E se l'oggi è angosciante, il domani è terrificante. Bisogna avere il coraggio
di guardare il buio e “vederlo”, e vederlo come buio. Vi è chi crede ad armonie
naturali o soprannaturali, che il Bene, chi sa come e chi sa perché, trionferà:
confonde il fatto che la vita continua con il Bene. La Vita continua ma il suo
percorso è insanguinato. Soltanto chi vede il buio ne vuole uscire. Il buio:
soprattutto la guerra. Esistono potentissime forze che “vogliono” la guerra,
una guerra a diverse gradazioni, una guerra economica, una guerra demografica,
una guerra disordinatrice, una guerra
vera e propria, il terrorismo. Forze che non tollerano ostacoli, spezzano le sovranità
nazionali, ed infine la stessa consistanza dell'Io. Quest'ultimo fenomeno,
devastante, è la novità del mio testo. Chi intende coglierla ne troverà
l'analisi. Che sorge da tale frantumazione?
Agglomerati indistinti, masse
indifferenziate, perdita di ogni criterio valutativo, nazioni ed individui
passivi che ricevono tutti e tutto, consumano tutto, perdono caratteristiche di
specifiche civiltà, diventano mercato planetario e forza lavoro disincarnata.
L'immissione di tecnologie robotiche e dell'intelligenza artificiale dà il
colpo finale. Ammassi umani tra disoccupazione e sottoccupazione, rimescolati,
immiseriti, al di qua della legge, disposti ad ogni violenza per sopravvivere,
o all'assoggettamento totale, mentre i sistemi produttivi si innalzano al sovra
umano tecnologico, e i possidenti lucrano immoderatamente.
Un Mondo
Iperuranico, di Magnati, un Mondo Empirico di poveracci e di impoveriti, in
rissa di affamati, il più bestiale
vince, con gran godimento degli Iperuranici che governano il dissesto impedendo
coaguli avversi. In questo pandemonio salvare la civiltà è un incubo, se
qualcuno ritiene che il carnaio universale faccia sorgere civiltà della
convivenza, dell'apertura, dell'accoglienza, è cieco, o canaglia o si fa
ricattare dal timore di venir considerato in balia dei “pregiudizi”.
Ecco un
ritrovato efficacissimo: per evitare la critica, chi ritiene che non
precipitiamo nel carnaio indifferenziato accusa di discriminazione colui che
vorrebbe una certa esclusione, qualche
valutazione, qualche rifiuto, non l'inclusione senza frontiere. Questo il
futuro già nel presente. Gli Iperuranici, i Magnati ne traggono vantaggi, le popolazioni, no. Piuttosto: mescolanza di poveri e di impoveriti, lotta
incivile, società volutamente non governate. “Ammazzetevi tra di voi,
disgraziati, noi abbiamo altri
lavoranti, meccanici, obbedienti, efficienti, i sempregiovani Robot. Il lavoro
umano è dei nuovi forzati, manovalanza abbrutita...”.
Così parlano i Magnati,
tra una battaglia e l'altra. Ovviamente, esagero. Sì, esagero nel ridurre gli
eventi. Saranno peggiori di ogni fantasia nera. Forze potentissime si sono
scatenate dall'inferno sociale, vogliono guerre e dissesto e immiserimento
planetario, sostituiranno gli uomini, con le gambe sul tavolo fumano un sigaro
esplosivo gettando il mozzicone acceso tra i popoli.Ho talvolta dato accesso
alla cronaca, nella sua variabilità quotidiana, perché non fosse dissolta dalla
Storia.
Antonio Saccà
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