E’
tendenza comune nutrire ottimismo guardando solo le cose positive della vita e
soprattutto non accusare sensi di colpa per i propri eventuali errori. Certo non è possibile
trattare in modo semplicistico il problema dei “sensi di colpa” che induce ad
sentirsi responsabili del male compiuto e che può indurre angoscia, tristezza,
sconforto, dolore, depressione. Per
Freud la vera colpa è la conseguenza non la causa (che risiede nell’intenzione inconscia che può
portare a commettere un delitto), la cui origine è nel complesso
di Edipo in
quanto da esso deriva la possibilità di distinguere tra bene e male.
Ma
in fatto di alimentazione carnea il sistema è volutamente improntato a fare in
modo che nessuno si senta colpevole degli effetti prodotti sulla salute umana,
sugli animali vittime della nostra profonda imperdonabile ingiustizia e
ingratitudine, sulla natura devastata dal nostro insano e irresponsabile stile
di vita, sull’impatto delle monocolture degli animali d’allevamento e non per
ultima la fame nel mondo.
L’allevatore
alleva i suoi animali, che a visto nascere e crescere, e magari li tratta con
un certo riguardo e ai quali a volte pure ci si affeziona. E magari con
dispiacere li consegna ai camion dell’industria della macellazione, convinto di
non essere responsabile di quello che succederà loro e poi si consola pensando
che gli animali sono fatti per questo, perché così è sempre stato.
Il
macellaio a sua volta non si sente in colpa per fare a pezzi l’animale perché
gli è stato consegnato dall’allevatore che ha pagato e poi, soprattutto perché
c’è richiesta da parte del pubblico che aspetta di consumare quei poveri resti.
Allo stesso modo la massaia non si sente in colpa di cucinare l’animale ucciso
perché lo ha semplicemente acquistato dal macellaio che deve pur guadagnarsi da
vivere. E non si sente in colpa chi mangia la carne perché la trova pronta nel
piatto e non ha né la voglia né la possibilità di ricondurre quella macabra
pietanza all’animale che è stato allevato, macellato e cucinato. Allo stesso
modo non si ente in colpa chi indossa pellicce o pelli di animali, chi assiste
alle corride, chi si reca negli zoo o nei circhi equestri, chi tiene uccelli in
gabbia o pesci nell’acquario, chi utilizza prodotti testati su animali ecc.
ecc.
E’
così succede che nessuno si sente in colpa o responsabile se a causa del suo
disinteresse, del suo egoismo, la sua mancanza di responsabilità e capacità di
condivisione, nel mondo quasi un miliardo di persone soffrano la fame, se a 300
milioni di bambini viene negata la vita con l’aborto, se in ogni parte del
globo vi sono focolai di guerre fratricide, se la natura viene devastata, se è
l’aria irrespirabile, se i grandi valori morali vanno spegnendosi per far posto
ad un’umanità sorda e cieca proiettata verso realtà inquietanti.
E
così il ladro non si sentirà colpevole di rubare, l’assassino di uccidere, il
pedofilo di violentare bambini, il camorrista di imporre tangenti, lo
spacciatore di vendere droga, l’automobilista ubriaco di investire i pedoni
ecc. ecc. L’importante è che nessuno si senta in colpa per non turbare il sonno
della massa dormiente (funzionale al sistema) condizionata dalla cultura
dominante propinata dai grandi centri di potere il cui solo interesse è il
guadagno nel perpetuare questo stato di cose: tanto più una popolazione è
ignorante tanto più è manovrabile; tanto più è malata e cattiva tanto più ha
più bisogno dei dottori del corpo e dello spirito.
Credo
che il senso di colpa sia l’effetto di una causa a monte; credo che sia una
scossa dataci dalla natura a rivedere il nostro modo di vivere ed evitare
errori dei quali poi ci potremmo pentire. Il dolore provocato dal senso di
colpa, come effetto di un errore commesso, serve a non farci commettere lo stesso
sbaglio e quindi favorire il nostro processo evolutivo. Sentirsi in colpa per
cose che non è stato possibile evitare, o che delle quali non siamo diretti
responsabili, è da autolesionisti. Ma privi di sensi di colpa finiamo col
spegnere in noi ciò che ancora di differenzia dalla macchine. Per conto mio,
guardando a come vanno le cose nel mondo sarebbe auspicabile quanto salutare un
universale senso di colpa.
Franco Libero Manco
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RispondiEliminaRicordatevi, la concezione più oscurantista e perniciosa, quella più devastante e involutiva, quella che più di ogni altra dottrina o filosofia preclude l’evoluzione civile, morale e spirituale del genere umano è quella antropocentrica. flm