giovedì 20 settembre 2012

L'Ecuador concede asilo politico a Julian Assange... Ma il Foreign Office lo aspetta al varco per arrestarlo

Cavalcando un raggio di luce - di Franco Farina



L'Ecuador ha concesso l'asilo politico a Julian Assange. Lo ha confermato il ministro degli Esteri di Quito.


Per il ministro degli Esteri ecuadoregno Ricardo Patino, il fondaorore di Wikileaks 'rischia di diventare perseguitato politico se estradato dalla Gran Bretagna, riferisce Ansa. Se dovesse finire negli Usa - ha aggiunto - non riceverebbe un giusto processo e potrebbe addirittura essere messo a morte'. L'Ecuador ha chiesto alla Svezia garanzie che Julian Assange non sarebbe stato estradato negli Stati Uniti una volta trasferito dalla Gran Bretagna e la Svezia non le ha date". "Il diritto d'asilo - ha ricordato il ministro - è un diritto umano fondamentale e fa parte del diritto internazionale". Patino ha ricordato poi 11 punti che secondo Quito giustificano tale decisione.

Nel riferirsi alla Gran Bretagna, la Svezia e gli Stati Uniti, i tre paesi coinvolti nel caso Assange, Patino ha ricordato che ci sono "indizi di rappresaglia" e che Quito ha avuto contatti diplomatici con tali paesi. Washington - ha precisato - non ha dato "alcuna informazione, affermando che si tratta di un caso bilaterale tra l'Ecuador e la Gran Bretagna". Patino ha inoltre segnalato più volte il rischio che "Assange sia estradato in un terzo paese", e cioé gli Stati Uniti, dove il cofondatore di Wikileaks non avrebbe "un processo giusto". Egli potrebbe essere "processato da tribunali speciali, sottoposto a procedimenti crudeli o degradanti e persino alla pena capitale", ha aggiunto il ministro. Per il Foreign Office la decisione dell'Ecuador di concedere al capo di Wikileaks asilo politico è "deplorevole".

Per la Gran Bretagna la miglior soluzione sarebbe stata di cercare un accordo negoziato. La decisione dell'Ecuador di dare a Julian Assange l'asilo politico "non cambia niente", ha indicato il Foreign Office in un comunicato in cui ricorda che in base alla legge britannica Assange ha esaurito tutte le opportunità di presentare appello e adesso il governo di Sua Maestà è vincolato ad estradarlo in Svezia.

La Gran Bretagna è "delusa" dalla decisione dell'Ecuador sull'asilo politico concesso a Julian Assange ma resta "impegnata" nella ricerca di una soluzione negoziata che consenta di dare atto agli "obblighi legali" sull'estradizione dell'australiano che 58 giorni fa si é rifugiato nella sede diplomatica di Quito a Londra.

Per Assange, si tratta di "Una vittoria significativa" com elui stesso ha detto commentando la decisione dell'Ecuador di dargli l'asilo politico. "Adesso le cose diventeranno più stressanti", ha aggiunto l'australiano ringraziando lo staff dell'ambasciata che lo ha ospitato per 58 giorni. Intanto La polizia britannica presidia tutti gli ingressi e le uscite dell'ambasciata dell'Ecuador a Knightsbridge in attesa della decisione di Quito sull'asilo politico di Julian Adssange. La presenza delle forze dell'ordine è stata rafforzata ma resta discreta e la strada non è stata chiusa al traffico delle auto. Un piccolo gruppo di sostenitori del capo di Wikileaks ha passato la notte davanti all'ambasciata e occupato i social network con una 'vigilia' di controllo sull'operato di Scotland Yard.

Secondo Sir Tony Brenton, che è stato ambasciatore per il Regno Unito dal 2004 al 2008, se il Foreign Office tradurrà in azioni le minacce all'ambasciata dell'Ecuador a Londra avrà "arbitrariamente" violato il diritto internazionale e renderà la vita impossibile ai diplomatici britannici all'estero.

"Il Foreign Office ha leggermente esagerato sia dal punto di vista legale che pratico", ha detto Sir Tony secondo cui "il governo non ha interesse a creare una situazione che rende possibile ad altri governi nel resto del mondo di revocare arbitrariamente l'immunità diplomatica. Sarebbe un pessimo esempio".

(Fonte Oltreconfine ed IRIB)

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