Castello d'Irlanda - Dipinto di Franco Farina
Visioni?... Elucubrazioni?... Utopia?… Arcadia? Oppure un mondo possibile?
1 - Occorre precisare il concetto di “sviluppo sostenibile” e ridefinirne le caratteristiche che non solamente economiche, afferenti purtroppo alla teoria economica attualmente dominante poiché sono gli errori in essa contenuti che hanno determinato un approccio cannibalistico nei confronti dell’ambiente ed instaurando un consumismo “quantitativo” trapassando gradualmente nei decenni da beni relazionali quali convivialità, buonvicinato, reciprocità, amicizia, che non contribuiscono al Pil, ma cementano la società, ai beni emozionali, cioè gli acquisti “d’impulso” con cui crediamo di comprare la libertà, il rispetto, il consenso, la considerazione, l’autorevolezza, l’amore.
2 - Occorre abbandonare questa strada perversa in fondo alla quale c’è il baratro della dissoluzione, della barbarie….. del tracollo economico e sociale…..e cambiare radicalmente direzione, percorso, priorità, principi fra cui anche un diverso concetto di gestione economica .
3 - Occorre una più corretta distribuzione dei redditi, minor impatto demografico, minor inquinamento, minor pressione sul territorio e l’ambiente e sul versante opposto da una parte prolungare la vita dei beni, manufatti, apparati, rifiutando la logica dell’ “ultimo modello”, salvo che davvero con ciò non si compia un salto di qualità tecnologica di tipo copernicano, e contemporaneamente condurre uno stile di vita basato sul riutilizzo, riciclaggio, riconversione, recupero, ristrutturazione, riorganizzazione, bonifica, per arrivare alla fine (ma quanto prima) ad una migliore qualità della vita, dei servizi, dei prodotti.
4 - Occorre eliminare quanto più i percorsi ripetitivi, il pendolarismo, il viaggio sulle lunghe tratte di merci e di beni, accorciare le distanze tra produzione e consumo, sia in termini fisici che umani, vivere l’economia nel territorio, sviluppare e scambiare beni autoprodotti attraverso relazioni non mercantili all’interno dei gruppi, quartieri, paesi, riportando il mercato alla logica di produrre solo merci che saranno vendute …. nella consapevolezza che il mercato non può essere eliminato, ma, allo stesso tempo, non è il monopolistico ed univoco luogo dove soddisfare le proprie necessità, tutto ciò ottenuto utilizzando tecnologie che riducano il consumo di risorse naturali, preferendo l’innovazione volta al risparmio invece che quella rivolta all’esaltazione delle prestazioni.
5 - Occorre ridisegnare le città a misura d’uomo, riconvertendo la massima attenzione alla priorità del “vicinato”, della “Piazza”, dello “Struscio”, insomma di vivere la città come fosse (e deve essere) casa propria tra i singoli individui e tra gli individui e il “loro proprio” habitat, in modo che non abbiano più a verificarsi fenomeni di solitudine, di abbandono, e di isolamento affettivo e relazionale e viceversa si ricompongano quei sentimenti di appartenenza ad un gruppo, di partecipazione, di presa di coscienza ed assunzione di responsabilità verso la cosa pubblica.
6 - Occorre ridefinire i concetti di “urbanizzazione”, “vita sociale”, “partecipazione”, “solidarietà”, “produttività” “consumismo” “soddisfazione”, “benessere” “felicità”….. e per fare ciò insegnare che, come si è fatto finora, delegando i propri diritti ed il proprio potere si crea accumulazione in poche mani del potere di tutti e rifiutando la partecipazione alla vita “politica” si rinuncia al primo bene dell’individuo che è “l’autodeterminazione” alla propria individualità e a tutti i concetti succitati che da questa derivano, e quindi la strada da seguire è antitetica all’attuale regime.
7 - Occorre progettare una società che sia sostenibile energeticamente, in un’economica non globalizzata che non divori il capitale sociale e ambientale locale, questo contemporaneamente ad una rivisitazione politico – economica e la riappropriazione dei saperi e specificità della comunità locali, sfruttando le diversità locali, il nuovo secolo dovrà approdare alla pianificazione della città sostenibile, rivitalizzare il tessuto economico locale nella solidarieità sociale, passando alla partecipazione attiva alle decisioni da parte dei cittadini … e quindi - agricoltura multifunzionale a circuiti, ed ecologica, comunità rurali - bilanci partecipativi - distretti etici e reti di consumo critico.
Così facendo si riacquisteranno le sovranità fondamentali:
1) monetaria, finanziaria, economica;
2) culturale, formativa, informativa;
3) alimentare, energetica, industriale;
4) etnica, politica, territoriale;
5) giudiziaria;
6) terapeutica, sanitaria, chimico/farmaceutica).
7) religiosa ed etica
Orazio Fergnani - Alba Mediterranea
Via Baccanello, 16 - 00060 Formello (Roma)
E-Mail : oraziofergnani@tiscali.it
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