venerdì 3 febbraio 2012

Dee Brown: "Seppellite il mio cuore a Wounded Knee" - Recensione di Natale Adornetto

Un uomo sacro... 

 La Storia, da sempre e da tutte le parti, è sempre uguale, si ripete. Leggendo la presentazione di un libro, che riporterò di seguito, se si fanno le opportune "modifiche" (tempi, nomi, ecc.), il "copione" si può applicare a tante altre "soluzioni finali", a tutte le soluzioni finali, anche a quelle del recente e recentissimo passato e pure a quelle tuttora in corso. I passati imperi e quelli "moderni", si sono basati e si basano su ciò che leggerete. La Storia non si smentisce, una certa specie di uomini e donne non si smentiscono. (N.A.) 

Dee Brown:  "Seppellite il mio cuore a Wounded Knee"


1860-1890: è il trentennio della "soluzione finale" per il problema indiano, che approda alla distruzione della cultura e della civiltà dei pellerossa. In questo periodo nascono tutti i grandi miti del West, un'epopea a esclusivo beneficio degli uomini bianchi. I racconti dei commercianti di pellicce, dei missionari, dei cercatori d'oro, delle Giacche Blu, degli avventurieri, dei costruttori di ferrovie e di città stendono una fitta coltre che nasconde la versione indiana sulla conquista del West. 

I pellerossa costituivano l'antistoria, l'ostacolo al trionfo della nuova civiltà; per di più non sapevano scrivere nella lingua dei bianchi. Eppure la loro fievole voce non è andata perduta del tutto: alcuni ricordi hanno resistito al tempo in virtù della tradizione orale o per mezzo delle pittografie; dai verbali degli incontri ufficiali è possibile desumere illuminanti testimonianze; nelle rarissime interviste raccolte da giornalisti sono reperibili suggestive ricostruzioni di celebri e sanguinosi avvenimenti, e da sperdute pubblicazioni dell'epoca l'opinione dei pellerossa è potuta così giungere fino a noi. Dee Brown ha fatto solo la sua parte di storico: la raccolta delle fonti, l'esame critico, la stesura della narrazione. Per la prima volta a parlare sono i pellerossa, dai grandi capi agli oscuri guerrieri; narrano come venne distrutto un popolo e il mondo in cui viveva. 

 Sapete che dopo la scoperta dell'America e l'arrivo dei predoni, in America, specie in quella meridionale, ci sono stati BEN 98 MILIONI DI MORTI, cioè quasi tutti i nativi americani? Ne avete mai sentito parlare? Qualcuno,in Occidente, ha mai commemorato quest'immane olocausto? Non se ne parla mai e mai lo si commemora. Chissà perché...? 

 Natale Adornetto 




Pensieri aggiunti: 

 "L'uomo ha per sua natura la propria sede nella natura organica e in quella del mondo spirituale. Della sfera inorganica egli non fa parte perché è extraumana. Uno spostamento del suo centro verso questa significa quindi disumanizzazione (...) e questo può portare alla devastazione della vita." - "Si sono, per così dire, aperte le porte del mondo inferiore che ora si riversa in tutta la vita compenetrandola, e ciò avviene con quella forza creativa prima usata soltanto nelle rappresentazioni del mondo sacro." (Hans Sedlmayr)


“Il 29 dicembre 1890 si compì il massacro di Wounded Knee, in cui vennero uccisi 300 nativi Miniconjou, del gruppo Lakota Sioux, da parte dell’esercito degli Stati Uniti. Segnò la fine delle guerre indiane” (Vito Di Ventura) 

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