mercoledì 15 febbraio 2012

Talmud - Ingiunzioni religiose e raccomandazioni nei rapporti con i Goyim



(...) Il Talmud insegna che i cristiani sono persone il cui semplice contatto tattile rende le cose immonde. Nell'Abhodah Zarah (72b) si legge:
"Un certo uomo stava versando del vino da un contenitore ad un altro per mezzo di un tubo, quando un Goy venne e toccò il tubo con la mano. Il risultato fu che tutto il vino (di entrambi i contenitori) dovette essere gettato via."


Nota che con Goyim si intende tutti coloro che non sono ebrei, cristiani e non...


Tutti i recipienti, perciò, devono essere lavati se l'ebreo l'ha acquisito da un cristiano, anche se non è mai stato usato. Nello Iore Dea (120,1) si dice:
"Se un ebreo compra da un Akum un recipiente per usarlo a tavola, sia che sia fatto di metallo, di vetro o di piombo, anche se è nuovo, lo dovrà lavare in un Mikvah (grande catino), o in una cisterna che tenga quaranta quarti d'acqua."


Ti ricordo che tali regole *divine* sono valide tutt'oggi per gli osservanti ebrei italiani e non... Semplice forchette acquistate in un supermercato necessitano di una benedizione e purificazione speciale, perche' < mani non ebree > le hanno contaminate col contatto e con la fabbricazione.


Nello Iore Dea (156,1) si dice:
Non è lecito farsi radere da un Akum a meno che non si sia accompagnati da amici ebrei. Alcuni dicono che non è permesso farsi radere da un Akum anche se altri sono presenti, a meno che non ci si possa vedere in uno specchio


Nel Babha Kama (113b) si legge:
"E' permesso ingannare un Goy."


Nello Iore Dea (157,2. Hagah) si legge:
"Se un ebreo può ingannarli (gli idolatri) fingendo di essere un adoratore di stelle, gli è permesso farlo."


E più avanti, il Babha Kama (113b) dice:
"Il nome di Dio non è profanato quando, per esempio, un ebreo mente ad un Goy dicendo: 'Io ho dato qualcosa a tuo padre, ma egli è morto; tu me lo devi restituire,' purchè il Goy non sappia che tu stai mentendo."


Nello Zohar (I,160a) si legge:
"Il rabbino Jehuda gli ha detto (al rabbino Chezkia): 'E' degno di lode colui che è capace di liberarsi dai nemici di Israele, e sono molto degni di lode i giusti che si liberano da essi e li combattono.' Il rabbino Chezkia chiese, 'Come dobbiamo combatterli?' Il rabbino Jehuda disse, 'Con saggi consigli farai guerra contro di loro. (Proverbi, cap.24,6). Con che tipo di guerra ? Il tipo di guerra che ogni figlio d'uomo deve combattere contro i suoi nemici, e che Giacobbe usò contro Esaù - quando possibile, con l'inganno e la frode. Essi devono essere combattuti senza posa, fino a che il giusto ordine non sia ristabilito. E' perciò con soddisfazione che dico che noi ci dobbiamo liberare da loro e regnare su di loro."


Nel Choshen Hammischpat (425,5) si legge:
"Se vedete un eretico che non crede nalla Torah cadere in un pozzo con una scala, affrettatevi immediatamente e portatela via dicendogli 'Devo andare a prendere mio figlio giù da un tetto. Ti riporterò la scala immediatamente' o qualcosa del genere. I Kuthaei, comunque, che non sono nostri nemici e che si prendono cura delle pecore degli israeliti, non devono essere uccisi direttamente, ma non devono essere salvati dalla morte."


E nello Iore Dea (158,1) si legge:
"Gli Akum che non sono nostri nemici non devono essere uccisi direttamente, ciò nonostante essi non dovranno essere salvati dal pericolo di morte. Per esempio, se vedete uno di essi cadere in mare, non tiratelo su a meno che egli non vi prometta del denaro."


Maimonide, nello Hilkhoth Akum (X,1) dice:
"Non abbiate pietà di loro: infatti, è detto (Deuter. VII,2): Non mostrate loro pietà. Perciò, se vedete un Akum in difficoltà o annegare, non andate in suo aiuto. E se egli fosse in pericolo di morte, non salvatelo. Ma non è giusto ucciderlo con la vostra mano spingendolo nel pozzo o in altro modo, dato che essi non sono in guerra contro di noi."


Il Talmud comanda che i cristiani siano uccisi senza pietà.


Nell'Abhodah Zarah (26b) si legge:
"Eretici, traditori e apostati devono essere gettati in un pozzo e non devono essere soccorsi. Il cristiano che viene scoperto a studiare la Legge d'Israele merita la morte."


Nel Sanhedrin (59a) si legge:
"Il rabbino Jochanan dice: Un Goy che ficca il naso nella Legge è colpevole di morte."


Nello Hilkhoth Akum (X,2) si legge:
"Queste cose si intendono per gli idolatri. Ma anche gli israeliti che lasciano la loro religione e diventano epicurei devono essere uccisi e noi dobbiamo perseguitarli sino alla fine. Infatti essi affliggono Israele e distolgono il popolo da Dio."


In modo simile, si dice nello Choshen Hammischpat (425,5):
"Gli ebrei che diventano epicurei, che si danno all'adorazione delle stelle e dei pianeti e peccano maliziosamente; anche coloro che mangiano la carne di animali feriti, o che vestono abiti vani, meritano il nome di epicurei; in simil modo, coloro che negano la Torah e i Profeti d'Israele - la legge è che tutti questi debbano essere uccisi; e coloro che hanno il potere di vita e di morte devono farli uccidere; e se ciò non potesse essere fatto, essi dovranno essere portati alla morte con l'inganno."


Nello Zohar (I,219b) si legge:
"E' certo che la nostra cattività durerà fino a quando i principi dei gentili che adorano gli idoli non saranno distrutti."


Nell'Abhodah Zarah (26b, Tosephoth) si legge:
"Anche il migliore dei Goyim dovrebbe essere ucciso"


Nello Sepher Or Israel (177b) si legge:
"Togli la vita ai Kliphoth e uccidili, e piacerai a Dio come uno che Gli offre incenso."


E nello Ialkut Simoni (245c. n.772) si legge:
"Colui che sparge il sangue degli empi è tanto accetto a Dio quanto colui che offre un sacrificio a Dio."


Nello Hilkhoth Akum (X,1) si legge:
"Non mangiate con gli idolatri, non permettete loro di adorare i loro idoli; è infatti scritto: Non stabilite contratti con loro, non mostrate loro misericordia (Deuter. cap. 7, 2). O li distogliete dai loro idoli o li uccidete."


Nel Pesachim (49b) si legge:
"Il rabbino Eliezer disse: E' permesso tagliare la testa di un 'idiota' (uno degli abitanti della terra) nella festa della Riconciliazione quando cade in giorno di Sabato. I suoi discepoli gli dissero: rabbino, dovresti piuttosto dire sacrificare. Ma egli rispose: Niente affatto, è infatti necessario pregare mentre si sacrifica, e non c'è bisogno di pregare quando si decapita qualcuno."


By Porfirio - Itza@coatl.it

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