In volo...
GIORGIO BOCCA , classe 1920 considerato( con Montanelli e Biagi) il principale giornalista italiano è mancato in quel di Milano dopo breve malattia.
Nato nella città dei vitelli "fassone" , fece il suo "lungo viaggio attraverso il fascismo" . Fascista( " esattamente come 40.000.000 di italiani- amava dire di sé stesso) inizio' la sua attività giornalistica su testate del G.U.F. a volte di "fronda" rispetto alla linea ufficiale del regime, con tutte le conseguenze che cio' poteva comportare( fu anche, non ancora ventenne, tra i firmatari del c.d."manifesto per la razza" ) . Alpino nell' " immane conflitto" passò, dopo l' 8 settembre alla lotta partigiana nei gruppi azionisti di " Giustizia e Libertà" e combatté nella sua zona cuneese .
Dopo la guerra fu assunto a Torino nel quotidiano della sinistra cattolica " La Gazzetta del Popolo" dove ebbe come colleghi il futuro storico ANGELO DEL BOCA e un giovanissimo GIOSE RIMANELLI, discusso autore del romanzo " Tiro al Piccione"( proveniente, questo, dalla ex parte avversa(G.N.R.), cosa che però non guastò minimamente i rapporti di amicizia tra colleghi) .
Ma la sua vera e propria cresta d'onda il Bocca la raggiunse, a partire dalla fine degli anni '70 sulle testate del gruppo - De Benedetti, "L' Espresso" e " La Repubblica" dove, nei primi anni '80 avvallò le tesi, non solo neo-liberiste ma addirittura liberiste-selvaggie di Raegan e della Tatcher, di cui divenne vessillifero quotidiano e settimanale, cominciando ad attaccare la classe operaia , i sindacati e i partiti di sinistra, ( era il periodo che si recava a cena con Agnelli e De Benedetti al "Caval de Brons", in piazza San Carlo nel capoluogo subalpino) fino a prendersela addirittura con il vescovo di Ivrea mons. L. Bettazzi colpevole di essere intervenuto in favore dei dipendenti dell' Olivetti e accusandolo di essere un "fautore dell' Autogestione Titoista " o "un militante di Potere Operaio"(!!!!!!).
Sul piano storico( e questo dovrebbero sapere molti agitati neo e post-"eccebombi" che a Reggio Emilia lo inneggiarono tanto mentre, con la disapprovazione degli stessi partigiani, contestavano vivacemente Gianpaolo Pansa) , negli anni' 80 il Bocca non scrisse cose poi tanto diverse da quelle che avrebbe scritto Pansa piu' tardi. E in fondo non avevano la stessa ideologia liberaldemocratica di "sinistra"?
Le sue opere " La Repubblica di Mussolini" e " Mussolini socialfascista" ( dove paragona il regime fascista ai paesi del "socialismo reale" ) , sembrano trasparire una certa " imparzialità" nel dibattito fascismo/ antifascismo. E' il periodo che Bocca dialogava tranquillamente con Giorgio Almirante fino a dargli del "tu" e che finì con l' intervistarlo sulle pagine di "Storia Illustrata" .
Solo da qualche anno a questa parte, Giorgio Bocca sembrava essere tornato in un'ottica più sociale, raccomandando la sinistra " di non diventare schiava del Mercato"( come se a cio' non avesse contribuito anche lui stesso, attraverso i suoi articoli per un ventennio!) .
A suo favore, invece, c'è la sua polemica contro le cattive abitudini delle masse italiote ("tengo famiglia") la passione per trasmissioni cretine, i casi patetici spettacolari come Alfredino, gli innumerevoli "tic" che affliggono molti nostri connazionali da Palermo a Bari, da Napoli a Roma da Torino a Milano), il non sapere queste apprezzare le gite in montagna (per la quale Bocca nutriva una quasi sacralità), portandosi le pentole per cucinare gli eterni- Spaghetti e carne e salsiccie alla "brace", inquinando poi i prati, oltrechè con i rifiuti di plastica anche col rischio di pericolosi incendi.
Apprezzabile anche la sua lotta per il Garantismo sia per gli arrestati e indiziati politici( e non importa di quale colore) che per quelli accusati di qualsiasi reato.
Non si può poi dimenticare la sua lotta contro certo malcostume politico (fino ad essere accusato di "qualunquismo" da un quotidiano di sinistra) , sopratutto superpartitico (già leggibile nel romanzo di Italo Calvino "La Speculazione Edilizia" uscito nel 1957, ma pare già pronto nei cassetti della sua scrivania fin dal 1949!) e che molti anni dopo, il giornalista genovese Marco Preve ben descriverà nella sua opera "Il Partito del Cemento"). Quando, nei primi anni '80 in Liguria esplose il caso- Teardo, che vedeva implicato l'esponente "socialista", ma anche membri di altri partiti minori e maggiori, Giorgio Bocca descrisse l'hinterland savonese come una "piccola Palermo" con tanto di intimidazioni, attentati, minacce varie a opera di lobbyes formate da amministratori locali.
E questo va indubbiamente a suo merito.
Gianni Donaudi
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