venerdì 16 agosto 2024

La Palestina ancora nel mirino... e la politica americana...

 

Solo un mese fa, il disprezzo sia per Joe Biden che per Donald Trump era palpabile. La pessima gestione del genocidio da parte del primo e l'inquietante eredità del secondo hanno incitato a un'onnipresente diffidenza nei confronti delle elezioni del 2024. Quest'anno, in gran parte a causa della diffusa mobilitazione di arabi, musulmani e progressisti, le continue proteste di massa intergenerazionali a sostegno della Palestina hanno inferto un colpo catalizzante al partito democratico, costringendo il presidente in carica Biden a rinunciare alla ricandidatura a un mese dalla Convention nazionale democratica.

Dopo mesi di indici di disapprovazione che hanno affogato la loro reputazione, la realtà che i democratici perderanno le elezioni del 2024 a causa della loro inettitudine, debolezza e allineamento fondamentale con il conservatorismo moderato è diventata innegabile. E così, il partito ha fatto quello che sa fare meglio: fare da capro espiatorio e cambiare marchio.

Una sfilza di rappresentanti democratici ha iniziato a chiedere a Biden di dimettersi dalle primarie, sostenendo che era una responsabilità senile, eludendo convenientemente il fatto che la Palestina fosse il catalizzatore pubblico della sua perdita di influenza. Pur mantenendo la sua carica, Biden ha annullato la sua candidatura elettorale, ha appoggiato la vicepresidente Kamala Harris e il 22 luglio Harris è diventato il candidato per la nomination del Partito Democratico.

Sebbene l'anno scorso ci sia stata un'ampia condanna delle azioni di Biden, Antony Blinken e Harris per la loro facilitazione del militarismo sionista, le proteste di massa dei politici a livello cittadino e statale in tutto il paese e le campagne mirate contro l'industria privata statunitense per la loro colpevolezza nel genocidio in corso dei palestinesi, una volta che Biden si è dimesso sembrava che sarebbe diventato l'unico capro espiatorio per l'operazione sistematica dietro l'alleanza USA-sionista.

Oggi, la candidatura di Kamala Harris ha meno di un mese di vita e ha già sfruttato  le stanche politiche identitarie, tra cui razza, genere, capacità ed età, per assicurarsi gli elettori precedentemente disillusi da Joe Biden. E le tattiche sembrano efficaci.

Stralcio di un articolo di Omar Zahzah



1 commento:

  1. Note - UNAC is a sponsor of the actions being planned at the Democratic National Convention and urges everyone to be there for the protest on Aug. 19, if possible, throughout the week. Tens of thousands are expect to protest at the DNC. The entire world will be watching and applauding as we protest US imperialism and Zionism...

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