martedì 28 febbraio 2023

Randagismo in aumento ed ibridazione cane-lupo



Spesso sui media  appaiono articoli sui lupi che, non potendo essere riconosciuti come tali  in quanto servirebbe l'esame del DNA, vengono poi identificati  come feral dogs (cani divenuti selvatici nati dall'abbandono di cani padronali), ma più sicuramente ibridi (tra lupo Canis lupus e cane Canis lupus familiaris, che non hanno un nome specifico nella tassonomia in quanto l'ibridazione - lupo/cane, cinghiale/maiale....-  è fenomeno dei nostri tempi).

I lupi vengono narrati come animali pericolosi, assalitori crudeli, massacratori quando sono invece creature diffidenti, schive, predatori che regolano l'equilibrio di quella legge biologica (la capacità portante di un territorio) che altrimenti sarebbe violata. E lo è,  ma non a causa del lupo o dei cinghiali (altri perseguitati) ma nostro che non rispettiamo la Natura e le sue leggi biologiche e neppure le norme giuridiche.

Ma, finalmente, un articolo (La Nazione 2/2/23) che lascia la voce agli esperti, e non ai millantatori, che, nel caso del Valdarno, stabiliscono non esseri i lupi a lasciare dietro di sé visioni spaventose, ma cani  c
he, come dichiarano giustamente l'Enpa e la Polizia municipale, sono fuggiti o scacciati  dalle loro case.

Questi cani, per sfamarsi, possono aggredire altri animali, ibridarsi con i lupi, fecondare altri cani  aumentando il randagismo canino.

E' evidente che il ragionamento ci porta a una sola conclusione:  se esistono gli ibridi e i feral dogs è colpa nostra, cittadini e istituzioni, che non rispettiamo quella bellissima legge del  4/8/91 n. 221 sugli animali d'affezione.  Da ricordare poi che sono due secoli che non si registrano aggressione di lupo agli umani perchè il lupo ci teme considerato che è stato da loro perseguitato senza sosta e nel più brutale dei modi.

Il randagismo in Italia oltre che fare del male ai cani, nostri migliori amici, che con quattro mutazioni genetiche si sono avvicinati a noi umani tanto da essere chiamati da scienziati e perfino dalla Corte di Cassazione, "bambini piccoli", fa male ai lupi perchè inquina la loro purezza genetica e, per dare pane agli ingordi cacciatori li colpevolizza di tutto il male possibile come fossero i nuovi demoni e non le vittime innocenti del nostro miserevole comportamento.

Mariangela Corrieri - Gabbie Vuote



domenica 26 febbraio 2023

I cittadini tedeschi non cascano nella trappola ucraina...

 


Continuano le manifestazioni di massa contro la guerra nelle principali città tedesche. I manifestanti chiedono la fine delle forniture di armi a Kiev e la fine di  un'ulteriore escalation del conflitto ucraino.

La gente scandisce "No alle sanzioni contro la Russia", "Nord Stream - l'inizio della Terza Guerra Mondiale", "No alle forniture di armi all'Ucraina".
Intanto alcuni sostenitori del regime di Kiev avevano cercato di organizzare una provocazione a Berlino per impedire una manifestazione di molte migliaia di persone per la pace nella capitale tedesca.
Il giorno prima avevano portato il rottame di un carro armato russo davanti all'ambasciata russa cercando di trasformarlo in un monumento a sostegno del loro Paese.
Tuttavia, gli abitanti di Berlino, che non erano d'accordo con un'azione del genere,  hanno continuato a radunarsi per protestare contro le forniture militari all'Ucraina.
Numerosi berlinesi hanno ricordato i civili ammazzati nel Dombass ed in altri luoghi dell'Ucraina a causa dei continui bombardamenti delle Forze Armate ucraine .
Anche Alexander von Bismarck, pronipote del famoso Otto von Bismarck, il Primo Cancelliere tedesco, è venuto in piazza.
Ha esortato le autorità a negoziare e ha ricordato loro che nessuno vuole la guerra con la Russia.

Notizie raccolte da Antonio Castronovi









Integrazione di  F. dall'Aglio: "La politica internazionale, ormai, è diventata trollate, "virtue signalling" naturalmente a costo zero e dispetti da asilo - il che sarebbe anche buffo se non fosse che ci muore la gente. L'altro ieri, a Berlino, un T-72 russo distrutto in Ucraina è stato piazzato davanti all'ambasciata russa, così, per dispetto. I russi residenti in città, insieme a un bel po' di tedeschi (tra cui il pronipote di Bismark, prontamente intervistato dalla tv), hanno cominciato a portare fiori sul rottame, scatenando l'indignazione dei giusti: la Bild, a firma Oskar Luis Bender (un bel personaggino pure lui) definisce "di cattivo gusto" ("Geschmacklose") la deposizione dei fiori, opera naturalmente dei "Putin-Aktivisten" (https://www.bild.de/.../berlin-prorussische-aktivisten...). Gli organizzatori si sono rivolti alla polizia per far togliere i fiori, ma niente da fare: pare che deporre fiori in luogo pubblico, seppure su un carro armato russo, non sia reato in Germania. Dunque è stato dato un appuntamento per oggi alle 12, per "ripulire" il carro, ma pare che i ripulitori non stiano avendo successo e che la polizia continui a rifiutarsi di sgomberare i fiori. Attendiamo trepidanti i prossimi sviluppi di questa buffonata."

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e attività all'aperto
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sabato 25 febbraio 2023

Appello dell’UNIONE NAZIONALE STUDENTI SIRIANI



Abbiamo ricevuto un  appello dagli studenti siriani rivolto a tutte le federazioni, organizzazioni, sindacati, associazioni, organismi e istituzioni arabe e straniere amiche affinché si muovano celermente e con urgenza per fare pressione sui governi, per la fine immediata dell'assedio e delle misure coercitive unilaterali imposte alla Siria e al suo popolo 12 anni fa. 

Nell’appello, che facciamo nostro, l’UNSS chiede di lavorare per fornire assistenza immediata e urgente alla Siria e al suo popolo per alleviare le sofferenze e gli effetti del terremoto e dell'assedio che le è stato imposto, per sostenere i casi umanitari, differenziarli dalle posizioni politiche dei governi, e rispondere agli appelli degli studenti e delle comunità siriane per facilitare l'arrivo di trasferimenti di denaro a favore delle persone colpite dal terremoto. 

L’Unione degli studenti La federazione ha riaffermato che, nonostante l'assedio e le immorali sanzioni contro la Siria e il suo popolo, il governo siriano e tutte le federazioni, i sindacati e le organizzazioni della società civile, fin dai primi momenti del devastante disastro, hanno messo a disposizione tutte le capacità materiali, umane e logistiche disponibili per aiutare e salvare i cittadini, curare i feriti e gli infortunati e cercare di assicurare alle migliaia di famiglie afflitte un alloggio adeguato, oltre a ogni altra assistenza come cibo, vestiario e altre cose.

Enrico Vigna SOS Siria/CIVG - Per info: enricoto@yahoo.it



Appello dell'Unione Nazionale Studenti Siriani:

Una catastrofe umanitaria si è abbattuta sulla nostra patria, la Siria, all'alba di lunedì 6 febbraio 2023, dopo essere stata esposta a un devastante terremoto di 7,7 gradi, che ha provocato migliaia di morti e feriti, il crollo di centinaia di edifici, l’ incrinatura di altri e gravi danni alle infrastrutture, a seguito di diverse scosse. Nonostante il blocco e le ingiuste sanzioni contro la Siria e il suo popolo, il governo siriano e tutti i sindacati e le organizzazioni della società civile, hanno risposto fin dai primi momenti mettendo a disposizione tutte le capacità finanziarie, umane e logistiche per aiutare e soccorrere i cittadini, curare i feriti, e cercare di garantire alle famiglie afflitte un alloggio adeguato, oltre a ogni altra assistenza come cibo, vestiario e altro. Di fronte a questa devastante catastrofe e tragedia umana, l'Unione Nazionale degli Studenti Siriani e gli insiemi di studenti e giovani all'interno e all'esterno della Siria, fanno appello a tutti gli organismi, sindacati, organizzazioni, associazioni, enti e istituzioni arabe sorelle e a quelle straniere, amiche del popolo siriano, affinché si muovano rapidamente e con urgenza per esercitare pressioni sui governi PER:

Porre fine immediatamente all'assedio e alle sanzioni economiche coercitive unilaterali imposte alla Siria e al suo popolo da 12 anni.

Fornire aiuti immediati e urgenti alla Siria e al suo popolo per mitigare le sofferenze e l'impatto del terremoto e dell'assedio.

Agevolare e facilitare le organizzazioni umanitarie nel mondo e separare le posizioni umanitarie da quelle politiche ufficiali.

Rispondere agli appelli degli studenti e delle comunità siriane, in termini di facilitare l'arrivo di trasferimenti di denaro a beneficio delle popolazioni colpite”.

Unione nazionale degli studenti siriani. Damasco febbraio 2023



giovedì 23 febbraio 2023

Russia e dintorni...

 


Il rappresentante permanente russo all'#ONU Vasily #Nebenzya, rivolgendosi ai rappresentanti occidentali nel Consiglio di sicurezza dell'ONU, ha affermato che la #Russia non si fida più dell'Occidente.

“Non abbiamo fiducia in voi. E non possiamo più fidarci di nessuna delle vostre promesse né per quanto riguarda la non espansione della NATO a est, né per la riluttanza a interferire nei nostri affari interni, né per il desiderio di vivere in pace e nel buon vicinato", ha detto il diplomatico.
Inoltre, ha osservato, è impossibile ripristinare le vecchie relazioni poiché l'unica cosa che spinge i paesi occidentali che hanno mostrato una profonda #russofobia è il desiderio di distruggere la Russia per procura.
Vasily Nebenzya ha anche affermato che l'Occidente, nella discussione degli accordi di #Minsk, ha tenuto una "serpe nel seno" e si stava preparando in verità per uno scontro armato con la Russia.


Intanto a Kiev:


La navetta ferroviaria funziona regolarmente, portando a Kiev sempre più VIP dall'Europa e dall'America.
Tutti vengono sottoposti a un prescritto "rituale di fedeltà".
Arrivano, si inchinano, attraversano il centro di Kiev con un uomo vestito di verde e arrabbiato, fanno "discorsi infuocati" e giurano fedeltà agli obiettivi e ai valori americani. Riferiscono su quanto hanno contribuito alla "causa comune" e quanto ancora contribuiranno. Dichiarano la loro fedeltà dichiarando davanti alla telecamera quanto odiano Putin e la Russia.

Non ci sono ostacoli al movimento. La carrozza va avanti e indietro e nessuno la ostacola o la minaccia.

Il 23 febbraio u.s. è arrivato il primo ministro spagnolo... e poi tutto segue il rituale descritto e approvato.

(Rodion Miroshnik) 

mercoledì 22 febbraio 2023

ONU e USA sull'attentato al North Stream tacciono

 


🇷🇺 Il rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite Vasily Nebenzia:
"Siamo già abituati ai nostri colleghi americani che si pongono al di sopra della legge, sostenendo di essere loro la legge. Eppure, in passato, non si sono abbassati a minare oleodotti stranieri di Stati con cui gli Stati Uniti non sono in guerra. <...> Nel caso dell'attentato al Nord Stream, non ci sono dubbi sul movente, sull'autore o sul modo in cui è stato commesso il crimine. Con questo tipo di prove, nessun avvocato difenderebbe i nostri colleghi nordamericani."

🇨🇳 Il rappresentante permanente della Cina presso le Nazioni Unite Zhang Jun:
"Di recente abbiamo appreso molti dettagli e informazioni sull'incidente dei North Stream, queste prove sono allarmanti. <...> La semplice affermazione che si tratta di una completa menzogna e di una completa montatura non è ovviamente sufficiente a rispondere alle molte domande e preoccupazioni che sono sorte in tutto il mondo. <...> Attendiamo una spiegazione convincente dalle parti coinvolte. Questa richiesta è legittima e pienamente giustificata."

🇺🇳 E l'ONU?
Il vice segretario generale dell'organizzazione ha dichiarato che l'ONU non può confermare o verificare le accuse di sabotaggio a North Stream e attende i risultati delle indagini nazionali.

🇺🇸 E GLI USA?
L'inviato degli Stati Uniti ha accusato la Russia di aver convocato una riunione sul Nord Stream per distogliere l'attenzione dal conflitto ucraino. Molto prevedibile.

(Metametrica)




martedì 21 febbraio 2023

Stralcio del discorso di Putin del 21 febbraio 2023

 


Il capo del Cremlino: «La Russia voleva una soluzione pacifica in Ucraina per evitare l’intervento militare, ma l’Occidente giocava con carte false per ingannare Mosca»


Parlo in un momento difficile e cruciale per noi, in un momento di drammatico cambiamento necessario nel mondo.

 È stata lanciata un'operazione speciale per proteggere la Federazione Russa ed eliminare la minaccia nazista;

 La Russia affronterà le sfide che ha di fronte passo dopo passo, con coerenza;

 La Russia ha fatto del suo meglio per risolvere il conflitto ucraino con mezzi pacifici;

La Russia è consapevole dei tentativi dell'Ucraina di dotarsi di armi nucleari;

Siamo  aperti al dialogo con l'Occidente, insistendo sul fatto che il mondo ha bisogno di un sistema di sicurezza indivisibile. Ma abbiamo ricevuto una risposta inarticolata o ipocrita;

L'Occidente cerca di far degenerare il conflitto in Ucraina in un confronto globale, lo capiamo e risponderemo di conseguenza;

L'Occidente ha attivato un fronte economico contro di noi ma non ha ottenuto e non otterrà nulla. L'economia russa si è dimostrata molto più forte di quanto l'Occidente avesse previsto quando ha imposto le sanzioni;

 Sappiamo cosa fare per lo sviluppo progressivo e sovrano della Russia, nonostante tutte le minacce;

Voglio ringraziare tutto il popolo russo per il suo coraggio e la sua determinazione, per dire grazie ai nostri eroi: i soldati e gli ufficiali dell'esercito e della marina, la Rosgvardia, i servizi speciali, i patrioti, i volontari. L'elenco è troppo lungo per nominare tutti.  




Nota -  Il Cremlino ha deciso di invitare  alla conferenza di Putin solo giornalisti russi e di Paesi amici. I reporter stranieri provenienti da Paesi non amici non sono stati accreditati ma  hanno potuto assistere  alla diretta su un canale televisivo di loro scelta.

lunedì 20 febbraio 2023

Ucraina. Aspettando un Coup de Theatre...



...certe cose non si possono dire in pubblico, ma ancor meno le si può dire se la guerra in Ucraina voluta a tutti i costi si sta traducendo in una sconfitta trascinando nel fango la reputazione di invincibilità della Nato e molto spesso mettendo in discussione anche la bontà delle sue armi, tutte cose che consigliano un quasi generale ritiro, ad esempio, dalla fornitura di carri armati: chi aveva offerto a Kiev i Leopard 2 due come Polonia e Finlandia si sono tirate indietro con pretesti risibili, analogamente la Francia ha detto che non invierà più i suoi Lecrerc per questioni di manutenzione, mentre gli Usa si sono accorti di non avere Abrams da esportazione e che dovranno cominciare a costruirli.

Solo la Germania è rimasta col cerino in mano e col cretino al governo. Anzi per la verità il cerino è condiviso anche con l’Italia che manderà una batteria di missili antiaerei di costruzione italo francese, la cui efficacia è comunque tutta da verificare nel concreto, un’operazione folle e costosissima il cui apporto alla guerra, senza la presenza di personale addestrato è uguale a zero, ma che potrebbe anche essere usata per azioni terroristiche di cui noi cittadini italiani dovremo poi pagare il conto, questo sia ben chiaro.

Si tratta comunque di invii col lanternino che chiaramente non spostano nulla. Da tutto questo si capisce che è urgente un cambiamento di narrativa prima che gli eventi precipitino, cambiamento che potrebbe coinvolgere anche Zelensky, con un coup de theatre che leverebbe dal fuoco molte castagne.

Così ci si prepara a dire che la Russia "ha perso" la prima parte del conflitto, ma che adesso sarebbe ora di cominciare a pensare alla pace, un passaggio che potrebbe essere sottolineato da un qualche colpo segreto in preparazione. Insomma robaccia per citrulli, ma che può funzionare benissimo con chi crede ai palloncini cinesi.

Più complessa sarà farla bere in Europa, la principale vittima di tutto questo e che, dopo la vicenda degli accordi di Minsk, dopo il silenzio sull’attentato dl North Stream, dopo aver portato la russofobia oltre ogni limite del credibile e dando dimostrazione di un completo appiattimento ai desiderata di Washington, non è più considerabile un interlocutore credibile né per Mosca e probabilmente per nessuno sul pianeta, ma costituisce soltanto una perdita di tempo: si parla col padrone, mica con i servi.

Così il continente che ha mostrato una incontinente russofobia si troverà escluso di fatto non soltanto dal tavolo della pace, ma anche dalla presunta “ricostruzione” dell’Ucraina sulla quale hanno ormai messo le grinfie i soliti gestori di fondi nordamericani. Per di più alcuni dovranno pagare il gas nordamericano tre volte il prezzo che prima si pagava alla Russia: Mosca non è certamente ansiosa di riprendere le forniture a quelli che si sono dimostrati nemici in tutto e per tutto.

Qualche analista soprattutto francese comincia a capire l’enormità di quanto è accaduto o meglio comincia a farsi sfuggire qualche critica sia pure cercando di evitare gli onnipresenti cecchini mediatici. Ma è ormai troppo tardi.



domenica 19 febbraio 2023

Sion colpisce la Siria per indebolire la Russia...

 


Durante la notte tra il 18 e il 19 febbraio 2023 ennesimo raid israeliano contro  Damasco: quindici civili morti. 

Nella Siria già piegata dalle sanzioni occidentali la situazione  si fa sempre più difficile e si moltiplicano  (nel silenzio delle Nazioni Unite), i bombardamenti sionisti che  approfittano  delle tragiche conseguenze del terremoto e dell'acuirsi del terrorismo (fomentato dagli USA) di Daesh contro le poche installazioni energetiche siriane di Deir-el-Zor. Mentre le installazioni petrolifere del nord est sono occupate dalle truppe nordamericane che utilizzano il petrolio per i loro scopi. 

In questo momento,  di recrudescenza degli attacchi contro Damasco,  israele conta pure sulla  acquiescenza della Russia che,  pesantemente coinvolta nella guerra in Ucraina, non se la sente di aprire un secondo fronte (fornendo i mezzi necessari a Damasco per difendersi).

Impensabile  che Putin non sia consapevole  del fatto che Netanyahu sceglierà ancor più apertamente Kiev contro la Russia.   Zelensky è un sionista  ashkenazita convinto  (che agisce  sotto copertura di Washington) e israele  approfitta  della situazione in cui la Siria si è venuta a trovare  per tentare il colpo gobbo contro il legittimo governo siriano,  trascinando  alla rovina anche l'Iran e indirettamente  anche la Russia, che tace....

Ogni missile israeliano che colpisce le installazioni siriane (senza che ci sia una risposta)  convince Tel Aviv di potersi spingere sempre più in là. Assad fa già più di quanto si potesse immaginare ma  non ha sufficienti  mezzi per potersi difendere. 

Mosca, dovrebbero decidersi a  prendere una chiara posizione altrimenti tutta la sua politica in Siria verrebbe vanificata e più l'incertezza continua sarà sempre più difficile (e dagli esiti incerti) metterci una toppa...

(V.M. e P.D'A.)



sabato 18 febbraio 2023

Alessandro Orsini scrive a Mychajlo Podoljak...

 


Mychajlo Podolyak, consigliere presidenziale di Zelensky, dichiara che Kiev, con i missili a lungo raggio dell'Occidente, potrebbe uccidere il 30%-40% delle reclute che Putin sta ammassando al confine con l'Ucraina in vista della grande offensiva di terra. Caro Podolyak, chiedo con gentilezza, hai una mente abbastanza potente per porti la seguente domanda? Se Kiev uccidesse il 40% delle reclute russe con i missili americani, secondo te, Podolyak mio, poi la Russia che cosa fa? Si arrende, ti dà i soldi per ricostruire l'Ucraina e accetta pure la Nato in Donbass e i soldati americani in Crimea? Caro Podolyak, non ti viene in mente che, se tu uccidi il 40% delle reclute russe con i missili della Nato, poi la Russia ti squaglia pure la suola delle scarpe? Davvero la tua mente non riesce a concepirlo?

Caro Podolyak, tu dici che tutti gli Stati sono liberi di fare quel che vogliono della loro politica estera e di sicurezza. Ti spiego una cosa: se l'Italia provasse a uscire dalla Nato per entrare nel blocco russo, del mio amato Paese non rimarrebbero nemmeno le cime di rapa. Il minimo che potrebbe capitarci è l'assssinio del nostro presidente del consiglio. Hai una mente abbastanza potente per capire che la gestione di uno Stato non è la gestione di un condominio? Davvero la tua mente è così limitata da impedirti di capire che l'Ucraina non può entrare nella Nato e l'Italia non può uscirne?

Con la stessa gentilezza, chiedo: voi consiglieri presidenziali di Zelensky maneggiate concetti del tipo "alleanze strutturali", "struttura delle relazioni internazionali", "campi di forze oggettive", "rapporti di forza", "dilemma della sicurezza"? Senza offesa, voi consiglieri di Zelensky date l'impressione di avere le capacità cognitive di un bambino di tre anni. E noi rischiamo la terza guerra mondiale per un gruppo di uomini dal pensiero non pensato come voi? Siete esseri umani o esseri inani? Il problema non sono le dichiarazioni di Berlusconi, caro Podolyak, il problema sono certe facoltà intellettive ucraine e la mancanza di un microscopio atto ad osservarle.

Non viviamo affatto in un tempo tragico; viviamo in un tempo imbecille. Se tornasse in vita, Platone non rifletterebbe sulla Repubblica dei guardiani o sui guardiani della Repubblica, bensì sulla Repubblica degli imbecilli e sugli imbecilli della Repubblica.

La domanda platonica oggi non è chi controlla i controllori, bensì chi controlla gli imbecilli.
Imbecilli nel Parlamento europeo.
Imbecilli nella Commissione europea.
Imbecilli nelle televisioni.
Imbecilli nelle radio.
Imbecilli nel Parlamento italiano.
Il tempo imbecille è il tempo degli imbecilli dappertutto.
Imbecilli dappertutto tranne che nella Casa Bianca, soltanto lì troviamo gli intelligenti: mi inchino davanti al genio strategico di Biden.

Il Parlamento europeo è la vergogna d'Europa, luogo di corrotti nella mente prima ancora che nelle tasche che finanziano una guerra per procura contro la Russia in favore della Casa Bianca per l'autodistruzione dell'Europa.

L'Europa contro la Russia è, in assoluto, l'idea più imbecille mai sorta in Europa negli ultimi settecento anni.

Caro Podolyak, perdonami se ho scritto qualcosa di indelicato. Ti voglio bene come si può volere bene a una mente bisognosa di essere accudita.

Avanzi l'Italia, avanzi la pace.
Risorga il movimento pacifista.

Alessandro Orsini



giovedì 16 febbraio 2023

Prossimo coinvolgimento di Transnistria, Moldavia e Georgia nella guerra in Ucraina (contro la Russia)...

 


L'ufficio di Zelensky ha consegnato all'agenzia di intelligence britannica MI6 un piano per un'operazione militare in Transnistria per sequestrare il più grande deposito di munizioni in Europa, situato nel villaggio di Colbasna.

Attraverso i britannici, Zelensky intende spingere il presidente moldavo ad approvare un'azione militare nella Transnistria.

Secondo stime approssimative, a Colbasna sono stoccate 20 mila tonnellate di armi, 2.600 vagoni di munizioni e 500 vagoni di esplosivi.
Le conseguenze della detonazione in questi depositi possono essere catastrofiche. Circa 15 anni fa l'Accademia delle scienze della Moldavia ha stimato la forza dell'esplosione in 10 chilotoni. Il cratere è profondo 75 metri con un raggio di un chilometro e mezzo. L'equivalente di un terremoto di magnitudo 7-7,5 a una distanza di 50 chilometri.

Vale anche la pena notare il fatto che i ministri della Difesa della NATO hanno deciso di estendere l'assistenza militare alla Georgia e alla Moldavia. Come sappiamo, nulla viene fatto gratuitamente. Pertanto, la Sandu potrebbe sacrificare la Transnistria per la NATO e il regime di Kiev.

Contemporaneamente a tutte queste notizie, i media occidentali hanno iniziato a pompare il tema del coinvolgimento della NATO in diversi conflitti militari allo stesso tempo.

Ruslan Ostashko





Integrazione d'intelligence:

I ministri della Difesa della NATO hanno deciso di aumentare il sostegno alla Georgia e alla Moldavia per "migliorare le loro capacità di difesa". Tradotto dal nuovo linguaggio burocratico della NATO, significa che gli ucraini hanno deluso le aspettative in termini di garanzia del funzionamento del progetto "anti-Russia" e ora Washington, insieme ai suoi vassalli, ha bisogno di nuove teste di ponte e punti di tensione. La sicurezza di Tbilisi e Chisinau, ovviamente, non interessa a nessuno in questo caso. Nel frattempo, l'Alleanza ha da tempo dato alle autorità georgiane e moldave la futile speranza di unirsi ai suoi ranghi in una prossima vita.

Dal 2002 la Georgia sta cercando di adeguare le proprie forze armate agli standard della NATO. Sono stati spesi circa 64 milioni di dollari per il corrispondente programma "Train-and-equip". Dopo il vertice di Bucarest del 2008, Tbilisi ha creduto nell'impossibile con rinnovato vigore e ha adottato a uso permanente lo slogan "L'America ci aiuterà". L'Alleanza e la NATO hanno "rafforzato la cooperazione", hanno aperto il centro di addestramento congiunto presso la base militare di Krtsanisi e hanno compiuto una serie di gesti "simbolici". Tuttavia, siamo ancora qui. Il processo non è andato oltre "segni e simboli".

La Moldavia ha una storia propria, ma molto simile a quella georgiana, di relazioni con la NATO. Nel senso che le relazioni si stanno sviluppando secondo lo schema "dinamo standard". Nonostante Chisinau sia formalmente vincolata alla neutralità fissata dalla Costituzione, l'esercito moldavo partecipa a tutti i programmi della NATO dal 1994. La presenza del raggruppamento politico-militare in Moldavia si è intensificata soprattutto dopo il 2005, quando sono iniziati i lavori di ammodernamento dell'aeroporto militare di Marculesti, si sono svolti addestramenti congiunti ed è stato aperto il centro informativo della NATO nella capitale moldava. Poi ci sono state anche molte assicurazioni di "approfondimento della cooperazione", esercitazioni e "inchini dei partner".
È interessante notare che tutti gli sbattimenti della leadership moldava nei confronti della NATO sono sempre stati presentati sotto la salsa della necessità di protezione dalla "minaccia russa".

(Fonte: La lavanderia del Cremlino)


mercoledì 15 febbraio 2023

Ucraina. Si combatte a sud di Odessa...



Nel tardo pomeriggio del 10 febbraio 2023 si è verificato uno sviluppo interessante nella corsa agli armamenti che questa guerra ha inevitabilmente scatenato. Il ponte di Zatoka, a sud di Odessa, attraverso il quale passa tutto il traffico dalla Romania (e quindi dal fianco sud della NATO) è stato colpito da un drone marino russo (nella foto il momento dell'esplosione). Come abbiamo già avuto modo di dire varie volte, distruggere un ponte con missili o bombardamenti è impresa difficile, ed abbiamo visto quanto le FFAA ucraine si siano accanite, e con che pochi risultati, su quello di Nova Khakovka: i ponti si distruggono solo colpendo i sostegni, ed è quello che il drone ha fatto.

Non si hanno informazioni circa i danni riportati dalla struttura e non penso sia crollato, più probabile che si sia trattato di una prova, per verificare la fattibilità della cosa. Non si sa nemmeno di che tipo di drone di tratti, se di produzione domestica o iraniano (l'Iran ha sviluppato un modello molto efficace, il "Bavar"); il 2 novembre il governatore di Sebastopoli, Mihail Razovžaev, aveva proposto a Putin di produrre droni marini negli stabilimenti della città, tipo il Sevmorzavod. Non sappiamo come la cosa sia evoluta, ma abbiamo visto che lo stato maggiore russo si è reso conto molto in fretta che snobbare i droni aerei è stato un errore grave e si è messo d'impegno a correggerlo. Nulla vieta di pensare che lo stesso ragionamento sia stato fatto anche per quelli marini.

Qui iniziano le mie oziosissime supposizioni, che non sono suffragate da alcun dato certo.
Ho segnato la posizione del ponte sulla mappa in rosso, ed ho scelto apposta una mappa in scala molto alta perché la questione di Zatoka non è solo logistica, ma è legata strettamente a due questioni che la Russia dovrà, prima o poi, risolvere: Odessa e la Transnistria. Eliminando il ponte, qualsiasi cosa provenga dalla Romania dovrebbe fare un giro molto più tortuoso, a nord della costa, passando per la strozzatura di palanca, in Moldova: e la Moldova, almeno per il momento, e almeno ufficialmente, è neutrale e non trasferisce (ripeto, ufficialmente) armi ed equipaggiamenti militari attraverso il suo territorio. Questa cosa potrebbe però cambiare in un prossimo futuro, vista la crisi di governo dei giorni scorsi e il molto probabile nuovo premier: e potrebbe non solo accettare di far transitare armi sul suo territorio, ma anche decidere di risolvere militarmente il problema della Transnistria.

Per quanto riguarda Odessa la situazione è ancora più complessa. Una Odessa ucraina potrebbe essere accettata dalla Russia, strategicamente e culturalmente, solo in presenza di un governo ucraino estremamente compiacente, cosa che al momento e in futuro non sembra fattibile. Conquistarla, però sarebbe un problema. Nessun generale vorrebbe prendersi la responsabilità di raderla al suolo, perché per i Russi è una città russa, più di Kiev o di Kharkiv; né Putin vorrebbe mai dare un ordine del genere. Ucraini e NATO lo sanno bene.

In Romania, da qualche tempo, è di stanza la 101a aviotrasportata USA; qualcuno pensa che se la guerra dovesse continuare ad andar male per l'Ucraina, non è da escludersi un ingresso di truppe NATO a fini umanitari nelle regioni occidentali dell'Ucraina, Odessa inclusa, che rimarrebbe così al di fuori delle possibilità russe di conquista. E se alla Russia le truppe polacche a Lviv non darebbero alcun fastidio, visto che non hanno proprio nessuna intenzione di andarsi a sbattere fin là, gli americani o comunque la NATO a Odessa sarebbero un bel problema. ma isolare la città dai rifornimenti da occidente, magari lanciando contemporaneamente un'offensiva in direzione di Mykolaiv con l'obiettivo di saldarsi alla Transnistria e tagliar via tutta la costa, la lascerebbe isolata e, in un ragionevole lasso di tempo, pronta ad arrendersi per necessità.

Ma come ho detto, queste sono solo supposizioni. per il momento, gli unici dati che abbiamo a disposizione ci dicono che il ponte è stato colpito nell'ambito della campagna missilistica del 9-10 febbraio, finalizzata esclusivamente a interrompere o rallentare la logistica ucraina, in particolare quella utilizzata per i materiali NATO.
F. dall'Aglio