giovedì 30 agosto 2018

Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, nuove norme per lo smaltimento


Risultati immagini per Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche
A partire dal 15 agosto 2018 in vigore un'importante modifica nel campo di applicazione della normativa sui Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE)




In primo luogo bisogna premettere che, con gli acronimi AEE e RAEE, si intende rispettivamente “apparecchiature elettriche ed elettroniche” e “rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche”; con le nuove disposizioni, non muta la definizione di AEE e di RAEE e per quanto riguarda i cittadini vale la regola per cui tutte le apparecchiature elettriche, per le quali la legge non prevede una specifica esclusione, devono essere raccolte in modo differenziato, quindi i consumatori potranno riportarle, a fine vita, presso il negozio dove li hanno comprati, sarà poi l’azienda a dover gestire lo smaltimento dell’oggetto elettronico.
Riconoscere i raee
In applicazione del decreto legislativo 49/2014, come previsto dalla direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, dal 15 agosto si fa riferimento a 6 categorie presenti nell'Allegato III alla Direttiva UE invece che alle precedenti 10. Di queste 6 alcune fanno riferimento a categorie definibili come “aperte”
Prima del 15 agosto, infatti, si distingueva le categorie per tipologie di prodotti (grandi elettrodomestici, piccoli elettrodomestici etc…), quindi se un produttore non era in grado di inquadrare un proprio prodotto in nessuna delle predette 10 categorie, non lo considerava nel campo di applicazione della normativa RAEEDal 15 agosto, invece, se un prodotto non fosse riconducibile a nessuna delle 3 categorie "tipologiche", certamente potrà essere inserito in una delle altre 3 categorie "aperte", che fanno riferimento a parametri dimensionali, del tipo:
  • apparecchiature di grandi dimensioni (con almeno una dimensione esterna superiore a 50 cm);
  • apparecchiature di piccole dimensioni (con nessuna dimensione esterna superiore a 50 cm);
  • piccole apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni (con nessuna dimensione esterna superiore a 50 cm).
Questa variazione comporterà di fatto che un maggior numero di prodotti rientreranno nell’ambito di applicazione del decreto, ad esempio saranno compresi i veicoli elettrici a due ruote non omologati, le chiavette usb, le spine, le morsettiere, le prolunghe, le carte di credito con chip e così via.
Si avrà di conseguenza un aumento delle quantità di AEE immesse sul mercato e delle quantità di RAEE che dovranno essere raccolti per raggiungere il nuovo obiettivo europeo previsto per la raccolta dei RAEE che prevede entro il 2019 un tasso minimo del 65% del peso medio delle apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato nei tre anni precedenti, o in alternativa l’85% dei rifiuti elettronici generati/prodotti nel territorio.
Per comprendere meglio come interpretrare le nuove disposizioni, il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato un documento contenente “Indicazioni operative per la definizione dell’ambito di applicazione “aperto” del Decreto Legislativo n. 49/2014”, si trattta di una sorta di vademecum rivolto agli operatori del settore, ovvero uno strumento di supporto per verificare se un prodotto rientri o meno nell'ambito di applicazione della direttiva RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche).
Il documento cerca di individuare criteri semplici e univoci in modo che gli operatori possano classificare correttamente i propri prodotti. Se nonostante le indicazioni, rimanesse qualche dubbio, il produttore potrà richiedere al Comitato di vigilanza e controllo di esprimere una valutazione, inviando una richiesta accompagnata da una breve descrizione dell'apparecchiatura unitamente alla scheda del prodotto e alle immagini dello stesso, all'indirizzo pec del comitato: segreteria.comitatoraeepile@ispra.legalmail.it

RAEE: novità in vigore dal 15 agosto
Fonte: Arpat

mercoledì 29 agosto 2018

Siria. La situazione si fa incandescente



Risultati immagini per siria  nave da guerra USS Ross

Siria. La situazione è diventata incandescente e la provocazione, con le tremende conseguenze minacciate dagli aggressori, potrebbe verificarsi fra giorni o ore. E’ evidente l’intento di rovesciare nel suo contrario l’esito vittorioso conseguito dalla resistenza nazionale siriana nel Sud e nell’Ovest del paese durante gli ultimi mesi.  Prima sono arrivate le minacce di Washington, Londra e Parigi di una durissima rappresaglia, da mettere in ombra quanto inflitto con i bombardamenti Usa conseguenti alla provocazione finto-chimica di Ghouta Est, nel caso che “Assad ricorresse di nuovo ad armi chimiche nell’assalto a Idlib”. 

Immagine correlata

Idlib è la regione del Nordest siriano in cui si sono concentrate le formazioni terroriste di Al Qaida (Al Nusra, Ahrar al-Sham, secondo i vari pseudonimi) e Isis, evacuate dalle varie zone liberate e garantite dalla presenza militare di Ankara che intende mantenere il controllo di una larga striscia di confine che vada da Afrin a Idlib, alle spalle di Aleppo e Latakia.

Prevedendo e prevenendo l’ennesima provocazione, che come le precedenti risulterà poi opera dei terroristi riforniti da Turchia e Saudiarabia, l’intelligence russa ha ben lavorato. Sulla base dei risultati acquisiti, il Ministero della Difesa russo ha potuto rivelare che i famigerati Elmetti Bianchi (quelli sopravvissuti alla fuga in Israele) hanno rifornito ai jihadisti di Idlib vaste quantità di sostanze chimiche allo scopo di realizzare un attentato stragista da poi attribuire a Damasco. Fonti locali hanno fornito notizie e video all’intelligence di Mosca secondo cui “agenti tossici sono arrivati in zona su due camion in provenienza dalla città di Saraqib, accompagnati da otto membri degli Elmetti Bianchi e sono stati consegnati a un deposito di armi. Più tardi, parte del carico è stato trasferito in contenitori di plastica e trasportato in un’altra base nella parte meridionale di Idlib, dove si stanno affacciando le avanguardie dell’offensiva siriana. Si vorranno utilizzare questi agenti chimici contro i civili, per poi addossarne la colpa alle forze governative.”

Immagine correlata

Si muovono le flotte, arrivano tra i curdi i missili antiaerei
La gravità della situazione è acutizzata dall’arrivo nelle acque davanti alla Siria della nave da guerra USS Ross con a bordo 28 missili di crociera Tomahawk, alla quale ha risposto il movimento dal Mar Nero verso il Mediterraneo di una flotta russa con sette unità. Contemporaneamente gli Usa hanno iniziato ad installare nelle loro basi della zona occupata insieme ai curdi (Kobane, Raqqa, Hasakah) sistemi avanzati di difesa aerea e radar elettronici (ricordiamo che finora i russi hanno negato ai siriani l’efficacissimo sistema anti-aereo S-400, venduto invece a turchi e indiani). Pare che sia in preparazione la proclamazione di una no-fly zone, area di non sorvolo, che vada da Manbij (terza grande base Usa: altro che ritiro ventilato da Trump!) ai limiti di Deir ez-Zor, città liberata dai siriani. Nei social circola un video che mostra militari Usa impegnati a installare difese antiaeree e radar arrivati su aerei da trasporto militari.

Sarà interessante vedere la reazione a tutto questo dei turchi. Presi tra due interessi e due alleanze in conflitto tra loro: contro i russi alleati dei siriani e in difesa dei jihadisti nemici di Damasco a Idlib, contro i curdi alleati degli Usa e in implicita difesa della Siria in Rojava. Una prova difficile anche per un campione nei barcamenamenti come Erdogan.



Risultati immagini per fulvio grimaldi



martedì 28 agosto 2018

Morto un McCain se ne fa un altro...


Immagine correlata

Sul senatore  John McCain, oltre quelli menzionati da vari autori,  andrebbero  citati innumerevoli altri motivi per evidenziare il cinismo del guerrafondaio deceduto qualche giorno addietro. McCain  fu un neocons al servizio dell'apparato militare industriale e del sionismo americano e la sua dipartita non lascerà impreparata la cupola imperialista a cui era legato: morto un McCain se ne fa un altro....  

Ma qui voglio ricordare una delle sceneggiate di cui fu autore,  che forse alcuni di voi rammenteranno. 

Esattamente 10 anni fa quando McCain riuscì a sorpresa a candidarsi alla presidenza USA come rappresentante dei repubblicani vincendo le primarie del suo partito, doveva scegliersi un candidato vicepresidente, e per captatio benevolentiae dell'elettorato femminile, il maschilista McCain scelse una donna di carriera nella politica, Sarah Palin, all'epoca da un paio di anni governatrice dell'Alaska. Una donna autoritaria, fanatica religiosa, vanagloriosa, sicura di sé ma soprattutto di un'ignoranza imbarazzante, ma questo lo staff elettorale e gli spin doctor di MacCain lo scoprirono in ritardo, dopo che la signora commise molteplici e grossolane gaffes mediatiche, manifestando la sua ignoranza abissale non solo in materie politiche, ma anche geografiche, storiche, diplomatiche, economiche, ecc... 

Ovviamente Mac Cain si giocò l'elezione a favore di Obama, che seppe sfruttare soprattutto la carta tecnologica comunicazionale spacciandosi per il nuovo che avanza, mentre in realtà era un conservatore anche lui. In seguito la Palin fece vergognare anche gli elettori del suo stato ed esaurito il mandato da governatrice preferì ritirarsi sparendo dall'agone della politica, il bluff era fallito.

Claudio Martinotti Doria


Risultati immagini per Claudio Martinotti Doria

Articolo collegato: https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=60895

lunedì 27 agosto 2018

L'indagine di Luigi Patronaggio ed il caso di Massimo Pilotti

Risultati immagini per salvini indagato
E’ da poco giunta  la notizia che il PM Luigi Patronaggio  della Procura di Agrigento mette sotto indagine il Ministro degli Interni. La mente a questa notizia mi porta alle letture di un particolare Verbale dell’Assemblea Costituente nel quale, i nostri Padri, che rappresentavano il Popolo, misero sotto accusa l’allora Procuratore Generale della Repubblica, Massimo Pilotti.

COME SI E’ ARRIVATI A QUESTO VERBALE E QUALE FU LA CAUSA SCATENANTE
Leggendo i Lavori preparatori occorsi per la stesura della nostra Costituzione, si è scoperto che il dibattito sul concedere o meno l’indipendenza alla magistratura fu molto acceso.
I nostri Costituenti la temevano fortemente e la vedevano una minaccia alla Democrazia e al loro Popolo.
Addentriamoci pertanto nella Seduta del 6 Novembre del 1947, quando, a più riprese, riscontriamo significativi interventi del Costituente Alessandro Turco sui timori espressi nel concedere questa indipendenza per scoprirne la causa, una causa che risiedeva nel comportamento irrispettoso dell’allora Procuratore Capo della Repubblica Massimo Pilotti.
Il Procuratore era stato accusato di non aver rispettato il primo Presidente della neo-nata Repubblica Enrico de Nicola colui che rappresentava la volontà del Popolo, un Popolo che aveva preferito la Repubblica alla Monarchia:
Ecco le testuali dichiarazioni di Alesssandro Turco
La funzione giurisdizionale come quella amministrativa non è funzione originaria, ma derivata ed è esercitata in nome del popolo che esercita democraticamente la sua sovranità”.
niente può mettere al sicuro il più giusto, il più puro, il più forte degli uomini dal trovarsi impigliato, attore o vittima, in una macchinosa vicenda giudiziaria.
Quale giudice voi preferireste per la tutela della vostra libertà, del vostro onore e dell’avvenire dei vostri figli?”
In altre Costituzioni il principio di elettività dei giudici è ammessa e riconosciuta come uno dei fondamenti del regime democratico”.
io non sono affatto nemico della necessaria indipendenza della Magistratura, ma affermo che, se sovrano è il popolo, nessun ordine può sottrarsi al suo volere, al suo controllo”.
Il Magistrato è soggetto alla legge che lo difende quando la legge difende, lo colpisce quando la legge colpisce. La sua sorte di fronte alla legge è quella del comune cittadino”.
in questo clima democratico nel quale il potere è soltanto emanazione della sovranità popolare non si può parlare di potere giudiziario, se la Magistratura pretende nominarsi, promuoversi, auto-governarsi.
Si definisca come si vuole, non si potrà sganciare dal “Unico Sovrano” che è il Popolo. Onde non può appellarsi potere un ordinamento che ha origine e natura diverse dai poteri fondamentali della Repubblica.
Se invece tale potere giudiziario si nomina da sé e diventa autonomo in qual modo si lega agli organi che sono emanazione popolare?
Il potere legislativo e quello esecutivo sono in continua evoluzione e non nello stato di perenne fissità, oserei dire dogmatica e confessionale come il potere giudiziario.
Badate onorevoli colleghi, che la dittatura non è rappresentata soltanto dagli uomini e dai partiti, la dittatura potrebbe essere rappresentata specialmente dal potere giudiziario.
Ne abbiamo fatto ingrata e dolorosa esperienza quando il popolo affermava attraverso le urne il mutamento istituzionale dello Stato Italiano che passava dal monarcato alla repubblica, la repubblica si spegneva nella magra requisitoria di un procuratore generale e nella negazione di alcuni magistrati di Cassazione, ostili all’esempio di libertà e dei tempi nuovi”
(Caso Massimo Pilotti, Procuratore Capo della Repubblica nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 1947).
Risultati immagini per immagini alessandro turco
ALESSANDRO TURCO
Cosa accadde di così tanto grave nel giorno di inaugurazione dell’anno giudiziario del 1947, da destare una così profonda preoccupazione negli animi dei Padri, tanto da paragonare il Potere giudiziario alla Dittatura?
Le ricerche attraverso le letture divennero più intense e sino ad arrivare a scoprirne non solo i retroscena ma anche le sue conseguenze.
LA RIVELAZIONE
L’elegante Sala era al suo massimo splendore e tutto era pronto per dare inizio al grande giorno. L’evento, si ripeteva come ogni anno dal 1876 (anno di istituzione della Corte di Cassazione) e segnava, come tutti gli anni, il buon augurio dei lavori all’intera Magistratura.
Quell’anno l’inaugurazione era particolarmente “sentita” in quanto portava con sé la neo-nascita della Repubblica Italiana.
Era, ed è compito per ogni Presidente di Cassazione inaugurare l’anno giudiziario.
Quell’anno l’onore di “aprire le danze” spettò al Procuratore Generale Massimo Pilotti il quale, al suo ingresso, si diresse senza volgere lo sguardo a Enrico De Nicola, primo Presidente della neo-nata Repubblica Italiana (carica provvisoria) e né, fece alcun cenno dell’avvento della Repubblica nel suo discorso inaugurale.
ENRICO DE NICOLA
Apriti cielo!!!
Il comportamento scorretto del Procuratore fece il giro dei Salotti e considerato una gravissima offesa al Popolo Italiano. I Padri lo interpretarono come il non riconoscimento della Sovranità conferita al Popolo una Sovranità rappresentata da Enrico De Nicola.
In Assemblea si sono riscontrati diverse discussioni che accesero fortemente gli animi e rimisero in discussione il tema dell’indipendenza della magistratura, un’indipendenza che loro vedevano come un minaccia per il futuro dei Cittadini Italiani.
L’offesa al Popolo fu ben descritta nel Verbale di Mercoledì 8 Gennaio del 1947 dal Padre Costituente Renzo Laconi in un intervento fortemente sostenuto dal Calamandreidal Leoni e dal Cappi.
Ecco come intervenne il Laconi:
Anche a nome del gruppo dichiaro di trovare deplorevole il comportamento del Procuratore generale della Corte di Cassazione, che in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario, non ha rivolto neppure un saluto al Capo provvisorio dello Stato, presente alla cerimonia, né ha fatto alcun cenno all’avvento della Repubblica”
Calamandrei rispose che aveva presentato al Ministro Guardasigilli un’interrogazione per sapere quali provvedimenti intendesse prendere al riguardo.
Il presidente Leone esprimeva la speranza che i magistrati italiani sapessero meritare la fiducia della democrazia e della Repubblica
.
L’onorevole Cappi considerò il comportamento “imperdonabile”.
RENZO LACONI
Entriamo fedelmente in un ulteriore intervento che dimostra quanto fossero sensibili a questo tema l’Animo dei Padri:
Siamo al 6 novembre del 1947 e l’intervento è del Padre Aldo Bozzi:
Io devo dire che vi è oggi un diffuso stato d’animo contro la Magistratura.
Vorrei ricordare, quasi come attestazione autentica, le parole pronunziate in questa Assemblea da uno dei più illustri giuristi viventi e membro autorevole dell’Assemblea
medesima, l’Onorevole Calamandrei, il quale, in sede di discussione generale sul progetto di Costituzione, ebbe a dire:
«Il Consiglio Superiore della Magistratura che, secondo il progetto proposto da me, avrebbe dovuto essere composto unicamente di magistrati eletti dalla stessa Magistratura, sarà invece composto per metà di elementi politici, eletti dagli organi legislativi.
In realtà, chi ha impedito all’auto-governo della Magistratura di affermarsi in pieno non sono stati tanto gli argomenti dei colleghi sostenitori dell’opinione contraria,
quanto è stato Sua Eccellenza il procuratore generale Pilotti;
la Magistratura deve ringraziare proprio lui dell’ostilità con cui è stata accolta, ecc., ecc.»
Risultati immagini per immagini aldo bozzi
ALDO BOZZI
Dai Verbali riscontriamo che l’argomento fu ripreso ogni qualvolta si affrontasse il tema autogoverno della magistratura al punto tale che si arrivò a decidere che il CSM non dovesse essere composto da soli magistrati e che il Presidente della Repubblica di turno, proprio per lo sgarbo a lui fatto in quanto rappresentava il Popolo, fosse nominato per presiedere il Consiglio Superiore della Magistratura.
Alla luce dei fatti odierni e di tanto altro che vede spesso i Cittadini vittime di violazioni e ingiustizie sorge spontanea una domanda:
Come reagirebbero oggi i nostri Padri Costituenti alla notizia che il Ministro degli Interni è sottoposto ad indagini dalla Procura di Agrigento per fatti collegati alla spinosa questione immigrazione economica, questione per la quale ha ottenuto il mandato di interromperla dal Popolo Italiano, che per questo lo ha votato?
A tal proposito merita una particolare attenzione il discorso di apertura dei Lavori della Costituente, pronunciato da Vittorio Emanuele Orlando, il 25 giugno del 1946, giorno in cui si insediò l’Assemblea.
Il suo fu un discorso fortemente intriso di Amor Patrio:
In quest’Assemblea, dunque, il popolo italiano è sovrano, ma, anche, il solo sovrano, l’arbitro assoluto della decisione del proprio destino.
Questo è il compito a voi affidato, e che dovrete adempiere con piena libertà di scelta e di decisione, la quale però ha un limite che fu fissato direttamente dalla stessa volontà popolare, con un atto che può qualificarsi di democrazia diretta.
Vi corrisponde una radicale trasformazione del dovere civico essenziale, che è di onorare questo simbolo, di servirlo con assoluta fedeltà e lealtà, come rappresentativo della Patria stessa, al di sopra e malgrado qualsiasi altra opinione o sentimento o ideale che si sia professato o che possa ancora essere professato.
(Vivi applausi).
Questo dovere non nasce soltanto da disciplina verso una legalità formale, verso quello che si suole chiamare l’ordine costituito.
Poiché esso si confonde coi doveri verso la Patria, importa quella devozione appassionata che arriva sino al sacrificio della vita, ogni qual volta contro quel simbolo si addensi un pericolo o sovrasti una minaccia.
Egli diceva, «sono oggi cessate le cause per le quali in altri tempi era debito di ogni Italiano di subordinare le proprie opinioni politiche alla suprema questione dell’esistenza nazionale».
Essa ci mutila, separandoci da genti che sono carne della nostra carne e sangue del nostro sangue;
ci toglie l’indipendenza mettendoci a discrezione di chiunque voglia aggredirci, disarmati entro i confini indifesi;
essa ci spoglia con le riparazioni, mentre siamo nella più catastrofica indigenza;
Frattanto, in questo pericolo mortale che ci minaccia dall’estero, un imperativo categorico si pone verso l’interno: l’unione, la pacificazione, la concordia.
Un appello solenne ne segue, perché ogni italiano, a qualunque partito, a qualunque classe appartenga, ogni risentimento, ogni dissenso, ogni rancore, ogni interesse, ogni pensiero insomma, subordini alla maestà di questo comando:
la concordia nazionale perché si salvi l’Italia, perché viva l’Italia.
Vorrei ardentemente che queste fossero le ultime mie parole, affinché esse restassero impresse con l’autorità austera dell’al di là:
Viva l’Italia!”
(L’Assemblea si leva in piedi. Vivissimi prolungati generali applausi).
Risultati immagini per immagini vittorio emanuele orlando                                       VITTORIO   EMANUELE ORLANDO

domenica 26 agosto 2018

Idlib, armi chimiche? - Altro "petardo" americano contro la cessazione del conflitto in Siria



Risultati immagini per idlib armi chimiche

Da qualche giorno è in atto, accompagnata dagli interventi dell’aeronautica russa, l’offensiva dell’Esercito Arabo Siriano, cioè delle forze governative, contro la regione di Idlib, a nord.ovest della Siria. Idlib è diventata nel corso della graduale liberazione delle regioni siriane occupate o infiltrate da Al Nusra (Al Qaida), Isis e altre fazioni jihadiste o cosiddette dell’Esercito Libero Siriano (Turchia e Nato), il santuario del mercenariato terrorista internazionale, inventato, addestrato e armato dalle potenze occidentali, dai loro regimi clienti del Golfo e dalla Turchia.

Nell’imminenza della battaglia per Idlib, come c’era da aspettarselo visti i precedenti, i servizi di intelligence statunitensi e britannici hanno diffuso la notizia della probabilità di un “attacco chimico di Assad”. Stancamente, gli aggressori, sconfitti su quasi tutta la linea, ripetono come estrema risorsa, le fake news stereotipate sulle “armi chimiche di Assad”. Quelle di cui l’ONU ha certificato la totale eliminazione dal territorio siriano fin dal 2013.

Era successo al tempo della liberazione di Aleppo, nella quali MSF (non presente nell’area) si distinse per false affermazioni circa bombardamenti siriani su ospedali, poi smentite dagli stessi abitanti e dalla realtà, come apparsa dopo la liberazione, quando si affermò l’uso di armi chimiche ad Idlib, mentre la diffusione di sostanze chimiche era risultata dal bombardamento di un deposito di tali sostanze gestito dai jihadisti. Le accuse di MSF provenivano dai famigerati Elmetti Bianchi, leati all’Isis, autori di infinite sceneggiate su presunti massacri e salvataggi, finanziati da Usa e Regno Unito e poi riparati in Israele.

Risultati immagini per petardo

L’impiego di altre armi chimiche, addirittura Sarin, poi ridicolizzato dai video girato sul posto e radicalmente smentito da giornalisti, testimoni e dagli stessi esperti dell’OPAC, l’organizzazione internazionale per la proibizione delle armi chimiche, sarebbero state usate dall’esercito siriano contro il sobborgo di Damasco, Est Ghouta, occupato dai terroristi. Non ne è stata trovata traccia sul luogo.

La grottesca ripetizione dell’accusa a Damasco nell’occasione dell’imminente sconfitta dell’ultimo importante fortilizio dei mercenari jihadisti, qui protetti dai turchi, è chiaramente finalizzata a giustificare, nel caso della provocazione effettuata, un intervento militare Usa, con tutte le conseguenze geopolitiche del caso. Dal momento che la Turchia di Erdogan, che già si è appropriata della regione siriana di confine di Afrin, ha l’interesse a mantenere il controllo anche su questa regione nell’immediata prossimità di Aleppo, c’è da ipotizzare un nuovo riallineamento delle alleanze.

In ogni caso è fondamentale che si attivi con il massimo della forza la controinformazione internazionale per sventare l’ennesimo complotto ai danni della Siria libera, laica, indipendente, unita e vittoriosa. Controinformazione che dovrebbe anche denunciare l’altra occupazione residua di territori siriani, nella straordinaria misura di oltre un terzo del paese, a opera di curdi sostenuti dagli Usa e dalle loro basi installate in tutta la zona detta Rojava. Al momento, le trattative tra Damasco e i curdi, di cui si vocifera in vista della reintegrazione del Rojava nel sovrano stato siriano, in forma di regione autonoma, con parallelo ritiro delle truppe e basi Usa, non hanno portato ad alcun risultato.

Un’occupazione che si estende ben al di là dei territori originariamente a maggioranza curda e che viene imposta a forza di una pulizia etnica caratterizzata da espropri, espulsioni, violenze e atrocità contro la maggioranza araba.


Fulvio Grimaldi -  www.fulviogrimaldicontroblog.info

Risultati immagini per idlib armi chimiche fulvio grimaldi

venerdì 24 agosto 2018

Braccio di ferro tra UE e governo Conte sui migranti



Risultati immagini per Catania. Affare Diciotti e migranti...

Catania. Affare Diciotti e migranti...   –  Sarà dura svegliare i 26 paesi europei che se ne fottono e scaricano su Grecia e Italia, paesi da punire e disintegrare, un flusso “inevitabile” e “inarrestabile” di emigranti determinato dalla strategia di svuotamento dell’Africa a vantaggio di multinazionali e mafie e Ong che campano sulla disperazione da loro causata. 

La Francia per esempio, dalle cui colonie arriva la maggioranza dei migranti, ha bisogno di continuare a militarizzare, depredare per le enormi ricchezze di quella regione (uranio, oro, diamanti, coltan, petrolio. ecc.) di scaricare sui paesi europei alla deriva (soprattutto se governati da “populisti”) masse di giovani generazioni che potrebbero pretendere di realizzare da soli lo sviluppo dei loro paesi.  E visto che ci siamo, vediamo un po’ di svegliare anche i media che utilizzano le fandonie sulla “dittatura” eritrea e sul militare eterno dei giovani di quel paese per impietosirci e farci fottere dal resto d’Europa. 

Guardate un po’ la mia intervista con il collaboratore culturale eritreo che racconta che l’asilo politico viene concesso dagli esaminatori solo se il giovane dice di essere eritreo e di aver subito oppressione, torture e militare perpetuo. Oltre tutto certi media e i loro utili boccaloni insistono su una propaganda diffamatoria obsoleta, impiegata da Obama in giù quando l’Eritrea era considerata un paese ostile all’Occidente all’FMI e agli Usa. Cerchiamo di difendere l’Africa, i suoi abitanti, la sua cultura, la sua liberazione dal colonialismo ora di ritorno e dalla nuova tratta degli schiavi, che questo è, null’altro...

Fulvio Grimaldi -  www.fulviogrimaldicontroblog.info

Immagine correlata


Articolo collegato di Metalli Rari: “Se c’è qualcosa di positivo nella retorica populista in Italia contro il fenomeno dei migranti africani, è di aver acceso qualche interesse sui problemi dell’Africa. Un po’ in ritardo, più o meno qualche secolo, ma… meglio tardi che mai!... - Crescono le proteste contro il franco CFA, la moneta ufficiale di 15 paesi dell’Africa che la Francia stampa e controlla dal 1945 - Continua: http://www.metallirari.com/colonialismo-francese-africa-franco-cfa/

Commento di Anita F.: “Perché Macron chiude la frontiera a Ventimiglia e Bardonecchia? Perché non permette gli sbarchi? E la Spagna? Svegliatevi per favore...”



giovedì 23 agosto 2018

Metoo... non solo donne - Toh, ci sono anche i vittimi di molestie


Risultati immagini per asia argento e il ragazzino

Siamo fuori tema, ma dentro al mondo delle mistificazione di tendenza, che siano a vantaggio di pontieri irresponsabili, o di manovratori che, essendo pochi ma dotati di quasi tutti i mezzi, devono inventarsi trucchi e cospirazioni per frantumare e depotenziare la società in settori che si avversano a vicenda... 

....quanto ad anticlimax, come gli inglesi chiamano il contrario dell’orgasmo, “improvvisa caduta nel vieto o nel ridicolo di uno stile, situazione o argomento solenni, doccia fredda, sgonfiatura” (Il Nuovo Ragazzini). Quale migliore definizione si potrebbe dare della notizia, di cui al momento sono informati ancora pochi perché è della notte scorsa, secondo cui la romana Santa Giovanna d’Arco, l’Antigone, la Santa Maria Goretti del Quarticciolo, la vessillifera italica del movimento Metoo delle donne molestate, è stata accusata dello stesso reato infamante di cui lei, lacrimando e giustamente sacramentando, ha dichiarato colpevole il celebre produttore erotomane di Hollywood?

Risultati immagini per asia argento e il ragazzino jimmy bennett

E’ stato uno che 5 anni fa aveva 17 anni, dunque pure minorenne, che ha accusato la star allora trentasettenne di averlo “molestato”, insomma di essergli saltata addosso, mentre insieme erano impegnati in un film. Sarà un millantatore, un mitomane, un misogino, sarà un vendicativo frustrato del successo sperato e mancato. Come no, possibilissimo. Lo auguriamo all’accusata e a tutto il movimento per non dover incominciare che è stato tutto, il movimento dico, non le molestie, una trovata di George Soros. Solo che vorremmo vedere se al ragazzo, maschio, viene attribuita la stessa credibilità che onora qualunque donna che si ricordi dopo trent’anni che qualcuno le ha pizzicato il culo e con ciò rovini vite e carriere.

Avete notato che non ho fatto nomi. Con i facebook che corrono è elementare cautela.




martedì 21 agosto 2018

Grandi opere grandi malanni


Risultati immagini per Guido Viale dal tav alla gronda

Ai sostenitori senza se e senza ma delle Grandi opere, che nel crollo del ponte Morandi vedono solo l’occasione per recriminare la mancata realizzazione della Gronda, passaggio complementare e non alternativo al ponte crollato, va ricordato che anche quel ponte è (era) una «Grande opera»: dannosa per l’ambiente e per le comunità tra cui sorge e pericolosa per la vita e la salute di tutti.
L’idea di piantare dei pilastri di 90 metri in mezzo a edifici abitati da centinaia di persone e di farvi passare sopra milioni di veicoli era e resta demenziale; come lo era e resta la sopraelevata che ha cancellato e devastato uno dei fronte-mare più belli e pregiati (forse il più bello e pregiato) del mondo: non a vantaggio di Genova, ma per fluidificare il traffico del turismo automobilistico delle Riviera di Levante, così come il ponte Morandi serviva a quello della Riviera di Ponente, negli anni “gloriosi” (?) della moltiplicazione delle automobili.
Con la conseguenza che quei nastri di asfalto sono stati presi in ostaggio dal trasporto merci su gomma, per il quale non erano stati pensati, lasciando languire la ferrovia, tanto che la linea Genova-Ventimiglia (principale collegamento tra Italia e Francia e, se vogliamo, con Spagna e Portogallo; altro che Torino-Lione!) è ancor oggi a binario unico.
Un’invasione di campo, quella dei Tir, moltiplicata dalla successiva produzione just-in-time che li ha trasformati in magazzini semoventi, cosa impossibile se le autostrade non fossero state messe a loro completa disposizione e la ferrovia avesse mantenuto il primato che le spetta.
Da almeno 30 anni si sa che il cemento armato, specie se sottoposto a forti sollecitazioni come il passaggio di milioni di Tir ed esposto alla pioggia, al gelo, ai veleni delle emissioni, al sale antigelo, non dura più di cinquant’anni o poco più; e forse anche meno; ma nessuno, e meno che mai i fautori della Gronda, avevano programmato una data certa per la demolizione di quel ponte che oggi richiede anche la demolizione delle case sottostanti.
E oggi si scopre che i ponti autostradali nelle stesse condizioni pre-crollo sono almeno 10mila in Italia; e altrettanti in Francia, Germania e in qualsiasi altro paese.
Perché la grande “esplosione” automobilistica del miracolo economico, che doveva aprire le porte al futuro, al futuro proprio non guardava: né in Italia, paese orograficamente disadatto a quel mezzo, né in paesi ad esso più consoni.
Chiunque abbia anche solo ristrutturato il bagno di casa sa che costruire è (relativamente) facile; demolire è più complicato, rimuovere (le macerie) è difficilissimo; anche se forse non sa che smaltirle è devastante, soprattutto in Italia dove scarseggiano gli impianti di recupero e mancano le leggi per promuovere l’utilizzo dei materiali di risulta.
Così, del futuro di tutti quei manufatti stradali non ci si è mai occupati, nonostante che oggi, “cadendo dalle nuvole”, si scopra che la loro demolizione e sostituzione rientra nell’ordinaria, perché necessaria, manutenzione.
No. Il futuro del ponte Morandi non era la sua demolizione; era la Gronda: 70 e più chilometri di gallerie e viadotti (in cemento armato) lungo le alture di Genova: un’opera devastante in uno dei territori più fragili della penisola, come dimostrano gli smottamenti e le alluvioni sempre più gravi che ormai colpiscono la città quasi ogni anno.
E cinque miliardi, ma probabilmente molti di più, regalati ai Benetton con l’aumento delle tariffe autostradali in tutta Italia invece di destinare quelle e altre risorse al risanamento di un territorio ormai vicino al tracollo; il tutto per liberare il ponte, se fosse rimasto in piedi, da non più del 20 per cento del suo traffico…
Non c’è esempio che spieghi meglio quanto le risorse destinate alle Grandi opere inutili e dannose siano sottratte al riassetto idrogeologico del territorio e alla manutenzione di ciò che già c’è, abbandonandolo a un degrado incontrollato: lo stesso vale per il Tav (Torino Lione, ma anche Genova-Tortona), il Mose; la Brebemi (che vuol dire Brescia-Bergamo-Milano, ma che stranamente non passa per Bergamo) le autostrade in costruzione in Lombardia e Veneto; il ponte sullo stretto (altro che ponte Morandi!) che ha già divorato più di 500 milioni; un gasdotto che attraversa territori in preda a eventi sismici quasi permanenti invece di ricostruire quei paesi crollati per incuria e puntare all’abbandono dei fossili. E così via. Con altrettante opportunità di creare lavoro finalmente utile.
E giù a dare del “troglodita”, del nemico del progresso, dell’oscurantista medioevale a chi, in nome della salvaguardia del territorio, della convivenza sociale, della necessità di mettere in sicurezza, e possibilmente di valorizzare, l’esistente, si oppone alle tante Grandi opere inutili e devastanti promuovendo l’unica vera modernità possibile, che è la cura e la manutenzione del proprio territorio, che è anche difesa di tutto il paese e dell’intero pianeta: da restituire alla cura di chi vi abita, vi lavora e lo conosce a fondo.
Si discute di queste cose prigionieri di un eterno presente, senza passato né futuro, come se tutto dovesse continuare allo stesso modo; mentre si sa – o si dovrebbe sapere – che tra non più di due o tre decenni, se vorremo sopravvivere ai cambiamenti climatici che incombono, saremo costretti, volenti o nolenti, a cambiare radicalmente stili di vita, modi di coltivare la terra e di nutrirci, uso dei suoli, modalità di trasporto.
Con tanti saluti sia al ponte Morandi, da non ricostruire, che alla Gronda, da non realizzare.

Guido Viale

Risultati immagini per Guido Viale il manifesto

(Fonte: Il Manifesto)

sabato 18 agosto 2018

Lotta ai razzisti, in compagnia di bei corpi e belle menti, nei giorni roventi (di saviano)



Immagine correlata

Tempi di caldo rovente, tempo di colpi di sole, tempo di appelli. Dicono le statistiche che col caldo aumentano i delitti. C’è quello di Veronesi, di appelli dico, quello di Cacciari, quello, enciclopedico, di Saviano. E c’è una buona fetta della nostra intellighenzia che si è mossa per la salvezza del paese. Tutti giù dagli attici, fuori dalle ville e dalle spiagge di Capalbio, a brandire penne e precipitarsi a firmare. Un’avanguardia civile e culturale contro una maggioranza populista, razzista, sovranista, contro l’inverno nucleare che, calando da Montecitorio e Palazzo Madama, gelerà il paese da Trento a Capo Passero.

Dell’appello di Sandro Veronesi è presto detto. La sua proposta chiedeva agli esponenti della bella gente, i combattenti VIP, di mettere “ i propri corpi” a disposizione della lotta ai razzisti: “Imbarchiamoci su una nave Ong per salvare i migranti”… “pensa se su una di quelle navi ci fosse Totti, o Checco Zalone, o Claudio Baglioni, Federica Pellegrini, Jovanotti, Monica Bellucci, Sofia Goggia, Chiara Ferragni, o Giorgio Armani…” Un concentrato di estetica e di soldi da sbaragliare qualunque razzista che intendesse bloccare barconi, raccoglitori di pomodori e cococò di Amazon.

Correggendo il tiro via dai flutti comunque fastidiosi, Saviano ha suggerito di lasciar perdere i corpi e far invece sentire le voci negate dalla più agevole terra, per “una grande insurrezione civile e democratica”. Per i naviganti è morta lì e il bel corpo del povero Fratoianni, alla pesca di migranti dei VIP insieme ai medici dell’lsis (MSF), è rimasto solo.

Non presentandosi i bei corpi, ecco che si sono presentate le belle menti. E quale prima, tra tutte, se non quella del filosofo-sindaco per tutte le stagioni, quelle senza Mose, quella del Mose, ma soprattutto quelle del tutto e del contrario di tutto purché espresse con l’iraconda e impaziente grazia del maitre à penser? Maestro del pensiero squash (lo sport in cui puoi tirare la pallina contro qualsiasi muro, basta che ti rimbalzi), Massimo Cacciari, ci conferma che quanto dicono i nuovi barbari al governo è lontano dalla cultura europea e occidentale (ma non dovevamo essere “multiculturalisti?). Che è tutta un sorriso mentre questi sono intrisi di “inaccettabile disumanità”. Scombinano il buon ordine sociale “contrapponendo il popolo alla casta”. Scongiurare “il pericolo mortale per l’Europa di una deriva sovranista” Cacciari sa che l’ha già detto Socrate. La sovranità è meglio che rimanga dove sta. Da Juncker...

Fulvio Grimaldi

Immagine correlata

Stralcio di un articolo tratto da:  www.fulviogrimaldicontroblog.info