giovedì 31 marzo 2016

Alleanza Cattolica - "Esercizi spirituali in Sicilia" a Motta d'Affermo dall'8 al 13 agosto 2016



Anche quest'anno Alleanza Cattolica in Sicilia si farà promotrice di un corso di Esercizi Spirituali ignaziani guidati dai sacerdoti della Fraternità San Filippo Neri di Villafranca in Lunigiana secondo il metodo ideato da padre Francesco da Paola Vallet che - al fine di rendere accessibile soprattutto ai laici questa importante scuola di preghiera - ne ha raccolto l’essenziale compendiandolo in cinque giorni.

Gli Esercizi sono uno strumento adatto ad esaltare un vero umanesimo cristiano e si configurano come un cammino di ordine spirituale che aiuta a conoscere i termini decisivi della propria esistenza, a scandagliare la propria anima, ad esaminarsi e giudicare i moti interiori facendosi aiutare da una guida spirituale. Ci permettono di assumere quello sguardo soprannaturale sulle cose indispensabili per affrontare con salda determinazione interiore le difficoltà della vita. Tutta la persona (mente, cuore, corpo, memoria, immaginazione, sensi) viene coinvolta nella preghiera fino ad assumere Gesù come modello al quale conformarsi.

Quest'anno gli Esercizi si terranno da lunedì 8 agosto a sabato 13 agosto 2016 presso La Casa del Vangelo Tabor, Piazza San Pietro 1,  -  Motta d’Affermo (ME)

La disponibilità dei posti sarà limitata pertanto chi volesse parteciparvi è pregato di prenotare al più presto ai seguenti recapiti: Luca Basilio Bucca, tel. 0909586672, cell. 3332336254, e-mail: avv.buccalb@gmail.com


Per Alleanza Cattolica in Sicilia
Prof. Alberto Maira


mercoledì 30 marzo 2016

In difesa della democrazia costituzionale e contro il governo riformista delle "oscure intese"



Quello che sta accadendo nel torpore inconsapevole di troppi "drogati" dalla fatuità e dalla menzogna dei media, è estremamente grave e il documento che segue, pur nella sua ineccepibile analisi, solo in parte evidenzia la pericolosità di una deriva di controllo mondialistico - a cura di poteri economici sovranazionali che hanno superato ormai largamente quelli politici - BEN RAPPRESENTATO DALL'AZIONE INTRAPRESA E PERSEGUITA DALL'ATTUALE GOVERNO DELLE OSCURE INTESE, presieduto da Matteo Renzi.

Non è catastrofismo. E' la pura verità dei fatti: mentre si annientano le coscienze con l'inculcazione di una cultura debole, si stravolgono, sull'altare di un falso progressismo diritti acquisiti, favorendo l'involuzione civile, funzionale agli interessi di chi governa veramente, al di la' dei volti di facciata (gli obama degli usa, piuttosto che i renzi di casa nostra). (A.C.)



INVOLUZIONE AUTORITARIA
COORDINAMENTO NAZIONALE PER LA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE IN OPPONENDOSI ALLE RIFORME PROPOSTE DAL GOVERNO

Governabilità e rappresentatività. Non possiamo separare la riforma della Costituzione da quellaettorale (Italicum); avendole presenti entrambe si può intravvedere un disegno secondo cui i deputati di un solo partito (quello beneficiato da un abnorme premio elettorale) potrebbero essere sufficienti per prendere provvedimenti aberranti, come, ad es. dichiarare una guerra, tagliare le pensioni o limitare i poteri della magistratura (potere giudiziario). I padri costituenti uscivano dal ventennio fascista, nel quale avevano toccato con mano cosa vuol dire cedere alla retorica populistica e chiudere gli occhi di fronte a violazioni delle regole democratiche. Così hanno preso precauzioni per evitare altri rischi di degenerazioni autoritarie, creando organi di controllo e di contro-potere. Questa pluralità di poteri da alcuni è considerata causa della lentezza e inefficienza della vita politica italiana, anche se sappiamo che le vere cause sono altre, quelle dipendenti dalla defaticante conciliazione degli interessi contrapposti (spesso nascosti sotto apparenze meno impresentabili). Ma questo non basterebbe comunque per pensare ad una semplificazione dell'architettura costituzionale, con il rischio di alterare gli equilibri dei poteri, base di ogni democrazia.

Efficienza e democraticità. Lo sforzo di rafforzare il governo, cioè il potere esecutivo, rispetto agli altri poteri dello Stato (legislativo e giudiziario) risulta evidente nella riforma costituzionale proposta dal governo Renzi, così come nell'esagerato premio di maggioranza previsto nell'Italicum (ben più grande di quello della famigerata legge “truffa” del 1953!). Ricordiamo che l'avvento dei fascismi nel secolo scorso è da ascrivere, più che all'ossessione dei ceti abbienti contro il disordine e l'attacco alla proprietà privata, alla indifferenza dell'opinione pubblica di fronte alla violazione dei diritti e della prassi democratica. Si è così consegnato lo Stato al “salvatore della patria”, all' “uomo della provvidenza”, solo al comando. I tragici esiti li conosciamo.
Complessità e semplificazione. Un trucco ancora oggi adottato da populisti e demagoghi è la sovra-semplificazione della realtà, cioè prendere in considerazione pochi aspetti soltanto, trascurando quella complessità che connota sempre ogni realtà umana. Così ad es. l'abolizione pura e semplice di alcuni organismi costituzionali, come le Province e il Senato, potrebbe lasciare inattuate certe funzioni pubbliche diventate oggi particolarmente necessarie. Se gestito in modo intelligente, un organismo pubblico potrebbe anche “inventarsi” il lavoro da svolgere (basti pensare alle nuove necessità nell'ambito ecologico, educativo, sanitario, cooperazione, volontariato...). La demagogia che sta dietro la riforma del Senato emerge subito dall’accento posto sul previsto risparmio economico di 50 milioni di Euro/anno: circa un decimillesimo della spesa per la Pubblica Amministrazione e molto meno di quanto si potrebbe ottenere riducendo corruzione ed evasione fiscale, entrambe tacitamente tollerate dalla classe politica.

Saggezza e apparenza. Una riforma costituzionale, oltre che rispondere alle nuove esigenze, deve essere gradita a larghe maggioranze parlamentari ed essere proiettata nel futuro per durare nel tempo. Necessita quindi di tempi adeguati di elaborazione e maturazione. Inoltre dovrebbe nascere dall'interno del parlamento (potere legislativo) e non da un potere esterno ad esso, come il governo (potere esecutivo). Non sembra dunque corretta la prassi seguita nella attuale riforma, se si hanno presenti le continue e reiterate sollecitazioni governative per forzare il Parlamento con scadenze e “ghigliottine” al dibattito. Mai come in questo caso la qualità viene prima della quantità.

Un diverso sviluppo. Un cenno infine a trascurate nuove esigenze nella società. Mentre nell'ultimo trentennio (dopo Reagan e la Thatcher) è prevalsa la convinzione che il mercato fosse in grado di risolvere tutti i nostri problemi, oggi spingono a un ripensamento alcuni eventi quali: la crisi climatica, sempre più evidente; la crisi economica, iniziata nove anni fa senza che ancora se ne veda la fine; persino lo stesso dilagare del terrorismo. L'attuale modello di sviluppo - basato sul perseguimento del profitto, l'onnipotenza del dio denaro, l'uso strumentale dell'uomo e la conseguente violenza - crea squilibri sempre più stridenti e provocanti. Oltre alla distruzione della natura, con le guerre e il terrorismo c'è pure la distruzione diretta dell'umanità. Un diverso sviluppo non può che rivalutare l'uomo rispetto all'economia, perseguire uno sviluppo umano prima di quello economico (alla lunga è stato dimostrato che lo sviluppo umano è fondamentale premessa di quello economico). 

Uno sviluppo umano non può che passare attraverso la rivalutazione dei beni immateriali - quelli più propriamente umani - che hanno il grande vantaggio di non essere distrutti dal consumo (quindi non inquinano). Questa stessa peculiarità implica la loro prevalente gratuità e l'interessamento non solo individualistico, ma comunitario. Ecco che uno sviluppo alternativo non può prescindere da questa triade: beni comuni, immateriale, gratuità. In particolare ciascuno di noi è chiamato ad una conversione ecologica che consiste, con drastica sintesi, nel ridurre i consumi prevalentemente materiali (auto, energia, lusso, cibo...) e accrescere i consumi (o investimenti?) immateriali (cultura, salute, scienza e tecnica, ambiente, partecipazione alla vita politica e ai beni comuni...). È ridicolo pensare che questa evoluzione possa nascere dal perseguimento del profitto e dal mercato: deve essere programmata dalla volontà politica – da sancire anche a livello costituzionale. Lo sviluppo umano sarebbe il più definitivo contro-potere nella società del 21° secolo. Ma di tutto ciò non si vede traccia nelle proposte governative, anzi certi segnali, come l'aumento del numero di firme da raccogliere per l'indizione dei referendum, vanno in senso opposto. Sembra che si voglia dare più potere al potere, togliendolo ai cittadini.


Con l'adesione del Circolo vegetariano VV.TT. di Treia


martedì 29 marzo 2016

Italia. Lo stivale bucato necessita di un buon calzolaio


Lo stivale bucato necessita un cambiamento radicale prima dell’affondo finale. Battiamo le mani in segno di vittoria al vile mascalzone che ha oscurato il sito "Italia International Association" su Face Book, una Associazione creata per promuovere il lavoro e l’amicizia, mentre attraverso l’oscuramento della verità e la disinformazione tentano di ritardare il nostro Paese per farlo proseguire nella strada della recessione.

Il mondo si sta ribellando alla tirannia pseudo Democratica, avanzando a grandi passi mietendo molte vite Cristiane contro il sistema Dominante del Potere perverso che usa l’arma della disinformazione e della censura, facendo molte vittime fra le oche ritardate che usano e offendono Dio per scopi personali, specie fra i Cristiani arricchiti illegalmente facendosi beffa dei sostenitori in confusione che scambiano il male con il bene.

Il Paese senza futuro si sta svuotando di anime e Fedeli cedendo il passo momentaneo alla Casta che ingrassa.

Per la salvezza del Paese occorre creare con urgenza un Ente al di sopra delle parti in difesa delle tante ingiustizie generate da Istituzioni Mafiose, le quali approfittando della situazione attuale di grave confusione Politica, aguzzano l’ingegno indiavolato nel derubare la cittadinanza per privilegiare indefessamente il loro scopo.

Il Paese è da diversi anni nell’occhio del ciclone mondiale per indurlo al cambiamento Politico e Spirituale, mentre il Potere attuale continua a cambiare le pedine con pedine sempre peggiori per non aggiornarsi al rispetto dell’uomo e dei diritti umani, creando un pericoloso scontro di civiltà con guerre infinite sino all’estinzione dell’umanità con armi letali molto più distruttive del Nucleare.

Anthony Ceresa


lunedì 28 marzo 2016

L'Italia è diventata Africa




La fascia climatica che circonda il nostro pianeta dall'equatore ai tropici, quella per intenderci dove le temperature sono più elevate a causa dell'incidenza dei raggi solari, si è allargata di 250 chilometri verso nord e di altrettanto verso sud. Ciò ha comportato lo spostamento di condizioni climatiche, relegate in precedenza in Africa, oltre le sponde del Mediterraneo. 


Da tale spinta l'anticiclone delle Azzorre è ormai finito a latitudini più settentrionali rispetto al passato, si da interessare a volte l'Islanda e l'Inghilterra, mentre gli anticicloni africani, in particolare quello Sahariano, vengono sospinti oltre le coste africane fino a giungere nella Spagna meridionale, in Francia del sud, in Italia e in Grecia. E' questa ormai una situazione, secondo gli esperti, definitiva. 

Per noi italiani vorrà dire in futuro periodi estivi roventi e grande siccità, oppure, estati umide, afose e piovose. Uno scenario certamente non allegro soprattutto per i meteoropatici, i bambini e gli anziani. Ma non finisce qui! I flussi di aria più fredda provenienti dalle regioni più a nord del pianeta e in parte dall’Atlantico settentrionale, inevitabilmente finiranno per scontrarsi con aria più calda e stagnante del Mediterraneo, per cui nel periodo autunnale dovremmo assistere impotenti a fenomeni meteo estremi. In questa nuova situazione climatica si potrebbero generare anche nel nostro mare degli uragani, anche se di minor forza rispetto a quelli atlantici.

Che fare allora? 


Ci rimane la strada dell'adattabilità, cioè prepararci a questi scenari futuri in maniera consapevole attraverso una serie di interventi sul territorio capaci di fronteggiare o
limitare l'irruenza di possibili "bombe d'acqua" e, soprattutto, proteggere i nostri boschi dagli incendi estivi. Insomma se questa è la nuova collocazione climatica dell'Italia sarà bene prenderne atto e non aspettare che siano gli "dei" a risolvere i problemi che in futuro potranno colpirci sempre peggio.


Gabriele La Malfa

domenica 27 marzo 2016

Etiopia... e l'albero che prende l'acqua dal cielo



Un architetto italiano ha creato una semplice struttura di nylon e giunchi che cattura l'acqua nell'atmosfera risolvendo il problema della siccità nel Corno d'Africa. Ennesima conferma della genialità italica e del genere umano, quando ci si dedica liberamente senza subire interferenze, alla ricerca di soluzioni ai problemi , partendo ovviamente da un minimo di basi tecnico scientifiche. 

Non è la prima soluzione alla siccità di cui leggo, mi risulta ve ne sono in circolazione almeno una mezza dozzina, già applicate ovunque vi sia carenza di acqua, ne rammento una sperimentata una quindicina di anni fa sulle Ande in Sudamerica, ma era molto più complessa e costosa. Il problema è che ogni volta che la genialità disinteressata, spesso congiunta con la semplicità delle soluzioni adottate, risolve qualche problema o esigenza importante, cozza contro gli interessi di qualche gruppo di potere e di business che ha tutto l’interesse a lasciare le cose come sono ed osteggiano la diffusione delle nuove proposte risolutive, quasi sempre riuscendoci. 

Se l’umanità nel suo complesso non si evolve collettivamente sfruttando la genialità di alcuni individui particolarmente dotati, è perché ci sono gruppi di potere monopolistico ed oligarchico che hanno interesse opposti e quindi interferiscono per mantenere lo status quo, che consente loro di continuare a dominare imponendo le loro condizioni. Non ha nulla a che fare con il complottismo, e evidente a chiunque riesca ancora a pensare autonomamente interpretando la realtà che lo circonda analizzando un lasso di tempo di media lunghezza (diciamo almeno una generazione). 

Provate a pensare negli ultimi 25 anni a quante notizie vi sono giunte di invenzioni, scoperte e soluzioni geniali che però non sono mai state prodotte ed immesse sul mercato. Possibile che fossero tutti ciarlatani e truffatori? E a che pro lo sarebbero stati, visto che la maggioranza di loro erano disposti a cedere gratuitamente la loro invenzione per il bene dell’umanità? 

Claudio Martinotti Doria






Articolo collegato: 


Warka Water, funziona l’albero che in Etiopia produce acqua (e toglie sete)

La struttura, in Etiopia, è stata ideata dall’architetto italiano Arturo Vittori. E’ ecosostenibile e produce 100 litri di acqua al giorno. Togliere la sete, in territori difficili per la siccità, con Warka Water costa solo 500 dollari.

Si chiama Warka Water ed è un albero che toglie la sete. Un albero per modo di dire, ma che comunqueproduce acqua, in Etiopia, regione del mondo in cui la siccità è molto diffusa e dove la grave crisi alimentare andrà a toccare nel 2016, secondo un rapporto Onu, oltre 10 milioni di uomini, donne e bambini. A 9 mesi dalla sua messa in opera nell’area di Dorze, Warka Water ha già prodotto oltre 29mila litri d’acqua e tolto la sete a 30mila persone.

Warka Wate, 10 metri per solo 60 kg

Alto 10 metri, pesante solo 60 kg, ecosostenibile e costruito con materiali ecologici e facilmente reperibili come nylon e giunchi, Warka Water si basa sul principio della condensazione dell’aria, sfruttando l’escursione termica giorno-notte che in Africa è molto accentuata. La struttura cattura infatti rugiada, nebbia e minuscole particelle di umidità, trasformandole in acqua potabile togliendo la sete a territori difficili come quelli africani Il primo prototipo in grado di produrre fino a 100 litri d’acqua al giorno, sfruttando l’umidità dell’atmosfera, è stato ideato dall’architetto italiano Arturo Vittori e realizzato direttamente sul territorio etiope grazie al sostegno della Cooperazione Italiana. Poi è stata una corsa al miglioramento. “Dai sopralluoghi che effettuiamo ogni 2 settimane a Dorze – spiega Vittori – e dalle numerose interviste realizzate abbiamo raccolto informazioni molto interessanti, che ci sono servite per migliorare le nuove versioni del Warka Water che stiamo sviluppando”.


Costa appena 500 dollari ed è facile da costruire

Assemblarla costa relativamente poco, ovvero circa 500 dollari. Se il progetto Warka Water diventasse realmente operativo, superando la prima fase progettuale lanciata in Etiopia, le popolazioni locali dei paesi in cui la siccità è molto accentuata vedrebbero un miglioramento consistente della loro vita. Dato che la speciale struttura è’ in grado di catturare l’umidità dall’atmosfera e trasformarla in acqua, le donne delle comunità potrebbero dedicarsi ad altre attività invece che passare 6 ore al giorno lontane da casa per procurarsi acqua. Il Warka Water fa della sua facilità di costruzione e di funzionamento il suo principale fiore all’occhiello, dato che permette una gestione diretta delle comunità locali. La struttura, se sviluppata su larga scala, consentirebbe infatti alle popolazioni di non dipendere dai finanziamenti e dagli aiuti esterni, valorizzando la loro autosufficienza. Ma il contributo al progetto Warka Water non è l’unico intervento della Cooperazione Italiana orientato alla lotta contro la desertificazione e la siccità nei paesi in via di sviluppo. Nell’ultimo anno, infatti, sono stati stanziati complessivamente 10.760.470 di euro in iniziative destinate all’approvvigionamento idrico, con un focus particolare nelle regioni dell’Africa Sub Sahariana e nel Nord Africa.

Approfondimenti:
Questo progetto riporta in auge una antica tecnica per ottenere acqua dall’aria. Questa tecnologia, facile ed economica ha in sé la capacità di decentralizzare l’egemonia dell’industria sull’acqua e su tutto quello che ne consegue. Le soluzioni esistono, serve volontà.




venerdì 25 marzo 2016

Congruità non sempre è sinonimo di saggezza...



Integrati dal sistema elementale, fondamentalmente due sono gli indirizzi culturali della Cina, il Confucianesimo ed il Taoismo, la via della correttezza e la via della spontaneità. Ricettacolo di questi due aspetti sociali è il Libro dei Mutamenti, cioè l’I-Ching, uno dei saggi testi più antichi dell'umanità. In esso sono integrati diversi commenti di Confucio e di Lao Tze, nonché considerazioni più tardive di matrice Chan (Meditazione Buddista). All'I-Ching sono riconducibili anche i basilari archetipi psichici dello zodiaco cinese e i due aspetti dello Yin e dello Yang, il Femminile ed il Maschile, la Tenebra e la Luce, la Terra ed il Cielo. 

La spontanea e naturale interazione degli opposti, in continuo movimento, descritta nell'I-Ching, è lo stesso del greco "Panta rei os potamòs" (tradotto come ‘Tutto scorre come un fiume’), il celebre aforisma attribuito ad Eraclito, vissuto contemporaneamente al saggio Lao Tze. Ma anche nel ‘Libro dei Proverbi’ di Salomone si inneggia allo sposalizio del Cielo con la Terra, alla congiunzione degli opposti ... il serpente che si morde la coda ... come miracolo delle polarità che si integrano, dei due che sono uno, della dolcezza di un cuore di donna che acquieta l'aggressività dell'uomo...  E' questa l'intelligenza che guida la Natura in ciò che oggi chiamiamo ‘evoluzione’, che ha fatto dire a Leone Tolstoi: "Se un uomo vuole aiutare il mondo, non deve pensare di fuggire dal mondo. Deve imparare a conoscerlo e a vivere in esso, diventando un'oasi, un rifugio per chi è alla ricerca della propria anima". 

Ed è proprio cercando di ritrovare la comprensione della nostra vera natura e del corretto agire nel mondo.  Con l'aiuto dei principi fondamentali del Libro dei Mutamenti (I Ching) è possibile realizzare nella maniera più completa le facoltà interiori dell'uomo. Questa possibilità è fondata sul fatto che l'uomo ha in sé facoltà simili al Cielo e alla Terra, in quanto egli è un micro-cosmo. Poiché nel Libro dei Mutamenti sono riprodotte le leggi di Cielo e Terra esso fornisce gli strumenti per coltivate la propria natura intrinseca, cosicché le più intime qualità buone possano dispiegarsi. In particolare due cose vengono prese in considerazione: la saggezza e l'operare, l'intelletto e la volontà. Quando intelletto e volontà sono centrati nel modo giusto anche la vita emotiva giunge alla giusta armonia.  Di tutti i segni o esagrammi uno dei più significativi per rappresentare questa armonia è l'esagramma T'ai - La Pace. 

Il segno si riferisce ad una stagione in cui, per così dire, il Cielo è in Terra. Corrisponde all'inizio della Primavera (stagione della Lepre). Nel mondo degli uomini questo esagramma simboleggia un tempo di concordia sociale. I superiori si chinano verso gli inferiori, i quali sono ben disposti verso i superiori; così che cessa ogni ostilità. Così il Luminoso esercita un'azione vigorosa e l'Oscuro è remissivo. In tal modo ambo le parti hanno ciò che a loro compete, infatti, quando i buoni si trovano in posizione dominante anche i cattivi subiscono il loro influsso e si emendano.  Quando nell'Uomo regna lo spirito che viene dal Cielo, anche la sua natura animale ne è regolata e trova il posto che le compete. Nel commento al nove al secondo posto nell'esagramma è detto: é importante possedere la grandezza interiore per sopportare anche le persone imperfette. 

Un vero Maestro non conosce materiale sterile, da tutto riesce a ricavare qualcosa. Questa magnanimità non è affatto trascuratezza o debolezza, occorre però guardarsi dalla costituzione di fazioni e combriccole, infatti anche se coloro che hanno idee affini sono uniti nello Spirito, essi non devono formare un partito, anzi, ognuno deve fare singolarmente il proprio dovere. A proposito delle giuste regole nella società, nel commento al sei al quinto posto è detto: il sovrano I T'ang aveva stabilito che le principesse imperiali, nonostante fossero di rango superiore a quello dei loro mariti, dovessero seguire il marito come qualsiasi altra moglie. Qui c'è il richiamo all'unione veramente modesta tra alto e basso che reca fortuna e prosperità.  La serie consiglia buona condotta e contentezza, allora regna tranquillità. Pace significa unione e concordia. Il movimento dell'esagramma nel suo insieme produce una vittoriosa ascesa dei principi del nobile e la ritirata dei principi degli ignobili. 

Qui si rappresenta un tempo di "primavera" nell'anno e nella storia dell'uomo. Il sei al quarto posto afferma: "Egli scende volteggiando, senza vantarsi della ricchezza insieme al suo prossimo, schietto e sincero". Ciò significa che il nobile ha rinunciato al vantaggio materiale che gli arriderebbe ove si unisse egoisticamente all'ignobile.  Confucio disse commentando la Verità interiore: "La vita guida l'uomo ponderato per sentieri tortuosi. Spesso è impedito il saldo incedere, poi la Via ritorna dritta. Allorché gli uomini sono uniti nell'intimo del cuore infrangono i vincoli di bronzo e di ferro. E quando due , nell'intimo del cuore, si intendono appieno, le loro parole sono soavi e forti, come profumo di orchidee".  Nell'esagramma Lin  - 

L'Avvicinamento. Sopra c'è il Trigramma Kun, la Terra. Sotto il Trigramma Tui, il Sereno, il Lago. Avvicinamento vuol dire diventare grandi. Sentenza: L'Avvicinamento ha sublime riuscita. Propizia è perseveranza. Quando vi è l'ottavo mese è sciagura. Commento alla decisione: l'Avvicinamento. Il solido penetra e cresce. Sereno e devoto, il solido sta nel mezzo e trova corrispondenza. "Grande riuscita per conformità" questo è il corso del cielo. 
"Quando viene l'ottavo mese vi è sciagura". La caduta non si fa aspettare a lungo. Immagine: Al di sopra del lago è la terra: l'immagine dell'Avvicinamento. Cosi il nobile è inesauribile nella sua intenzione di insegnare, e senza limiti nel sostenere e proteggere il popolo.  Dopo il Solstizio invernale, la forza luminosa è nuovamente in fase crescente. Il bene comincia a farsi strada e trova accoglienza in luogo influente. Questo è un tempo pieno di speranza, la primavera si avvicina e la gioia è alla portata di chiunque la voglia afferrare. L'importante è impegnarsi con perseveranza per raggiungere l'obiettivo. Per sfruttare il favore del tempo, è necessario un lavoro deciso e perseverante. La primavera non dura in eterno; se si affronta il male prima che sia del tutto manifesto, lo si potrà combattere e lo si potrà padroneggiare. Come il lago mostra la sua inesauribile profondità, così il saggio è inesauribile nella sua propensione ad insegnare agli uomini. E come la terra è ampia, e sostiene ed alimenta tutte le creature, cosi il saggio cura e sostiene tutti gli uomini senza escludere una parte dell'umanità con barriere di qualsiasi natura. 

Occorre prestare attenzione e non perdersi nelle correnti del tempo ed essere nel giusto. Infatti il destino reca con sé anche il regresso, ma se viene suscitato in tempo un movimento di ascesa, sarà abbastanza forte per contrastare anche il destino nel momento in cui le sue conseguenze, senza le dovute precauzioni, comincerebbero a farsi sentire.  Consiglio dell'esagramma: che abbia inizio un vero e proprio cambiamento! Muoviti, incontra, apri la strada alle novità e sarai cosi capace di sormontare qualsiasi ostacolo si frapponga sulla via, e di essere un modello d'esempio positivo per gli amici e per tutti coloro che ti seguiranno! Ma, solamente individuando da subito gli errori, ti sarà possibile correggerli ed evitare il peggio. Basta sapersi guardare dentro con saggezza per trovare la strada giusta per affrontare una decisione importante. E così sarai in grado di esprimere sensazioni profonde su ciò che è giusto e vero. Queste qualità per analogia mi fa ricordare gli eventi e gli episodi leggendari della vita del grande maestro Taoista Zhuang Zi, vissuto realmente nel III secolo a. C, ed autore del "Libro del fiore del sud". 

Un esempio di comportamento nobile che quaglia in modo perfetto con il commento di Richard Wilhelm per la sesta linea superiore dell'esagramma Lin, in cui si descrive l'atteggiamento del saggio, che ha già superato il mondo e che interiormente non ha più alcun legame con l'esistenza mondana, ma che però talora può trovarsi nella situazione di dover rientrare ancora una volta nella società, per avvicinarsi agli altri ed impartire i suoi insegnamenti e fornire il suo aiuto. Ciò è di grande salute per il suo prossimo, ma anche per lui questo magnanimo umiliarsi non è una macchia.
  
Paolo D'Arpini

(Fonte: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=53279)

Diritti sul lavoro - Serena Sorrentino: "Il voucher come strumento elusivo..."



Il voucher è uno strumento che va sostituito, come proponiamo nella nostra Carta dei diritti: maschera elusione ed è una forma di precariato estremo e povero che svantaggia ulteriormente soggetti già deboli nel mercato del lavoro. Vedremo come interverrà il Governo per modificare il decreto 81/2015, intanto si apra un confronto serio sul tema”. Così la segretaria confederale Serena Sorrentino commenta i dati del report sull’utilizzo dei voucher per le prestazioni di lavoro accessorio di ministero del Lavoro e Inps e l’annuncio del Governo di un decreto correttivo al Jobs act.

“Dal report – spiega Sorrentino – emerge chiaramente un dato: 1,4 milioni di percettori nel 2015 sono l’effetto della liberalizzazione a tutti i settori e a tutte le tipologie di fruitori del lavoro accessorio, fino a quando questo è stato ben delimitato il suo uso era fisiologico e circoscrivibile”.  “Secondo Inps e Ministero – continua la dirigente sindacale – un voucher su tre va agli under 25 e le donne rappresentano il 52 per cento dei percettori per importi riscossi mediamente molto bassi, circa 600 euro. Si tratta quindi – ribadisce – di una forma di precariato estremo e povero che svantaggia i soggetti già deboli sul mercato del lavoro”.

“Il Governo annuncia misure per la tracciabilità che rispondono all’esigenza di fare chiarezza in questo mondo grigio in cui sommerso e irregolare si sovrappongono, ma oramai – prosegue la segretaria confederale della Cgil –  i voucher sono concorrenti del lavoro subordinato per diffusione e il dato così basso sulla retribuzione fa sorgere il sospetto che coprano molto lavoro nero”.

Per  Serena Sorrentino “così come è, l’istituto del voucher è sbagliato e va ricondotto alla sua origine, e ai lavoratori fruitori vanno riconosciuti dei diritti. Puoi essere operaio, bagnino, educatore, autista, consulente, qualsiasi lavoro viene considerato uguale, non hai nessun diritto e la quota di 2,50 euro sui 10 euro nominali del buono divisi tra previdenza e assicurazione sono veramente insufficienti a garantire minime coperture”, sostiene. “Per questo – sottolinea la segretaria – nella nostra Carta dei Diritti proponiamo il superamento dei voucher e un nuovo tipo di lavoro occasionale che risponda alle esigenze temporanee e limitate con norme antielusive e diritti per i lavoratori”.

A proposito dell’annunciato intervento del Governo la dirigente sindacale dichiara: “Vedremo quali saranno le correzioni al decreto 81/15, ma se rimane la liberalizzazione temiamo che l’unico esito sarà una mappatura più certa. Lo stesso ministro Poletti – continua – afferma che, grazie all’attività ispettiva, si conferma come le violazioni più ricorrenti in tema di voucher siano rappresentate dall’utilizzo del lavoratore per più ore o più giornate rispetto a quelle dichiarate, oppure dal pagamento della retribuzione in parte attraverso buoni lavoro e in parte ‘in nero'”. Per la segretaria confederale Cgil “la tracciabilità così come è annunciata non serve a contrastare questi illeciti, rimarranno milioni di lavoratori in un’area grigia senza diritti, nuovi poveri e sempre più precari”.

“Rifletta il Ministro, a cui più volte la Cgil ha proposto un confronto serio sul tema per modificare la legge nell’interesse comune di creare buona occupazione. Questa ingiustizia va cancellata – conclude Sorrentino –  e nelle prossime settimane raccoglieremo milioni di firme a sostegno della nostra proposta di Carta dei diritti universali del lavoro”.

giovedì 24 marzo 2016

USA causa prima dell'ISIS (sia da destra che da sinistra....)


 

Vi ricordate Beppe Braida e le sue notizie a Zelig sui contrattempi di Berlusconi, che esposti in un crescendo di esagerazioni dai vari TG finivano col TG5 che decretava immancabilmente: "Attentato! Trattasi di attentato!"?
Il mainstream sta facendo un percorso inverso e partendo da veri, orrendi attentati dove persone reali, come me e come voi, hanno perso tragicamente la vita, in un retro-crescendo di panzane finisce per sminuire, volutamente, l’origine e il significato degli attentati di Bruxelles.

Attentati di questo tipo sono la quintessenza del caos sistemico che stiamo vivendo da decenni e sta avvicinandosi al suo showdown. In essi si intrecciano motivazioni diverse, soggetti diversi, obiettivi diversi. Ma motivazioni, obiettivi e soggetti non hanno tutti la stessa forza.

Lascia esterrefatti che l’Italia delle stragi non arrivi a questa elementare considerazione. Prendiamo la bomba di piazza Fontana a Milano del 12 dicembre 1969.

Il mainstream di allora, senza ritegno, senza nemmeno un debole accenno di dignità e indipendenza, partì in quarta immediatamente dopo la strage indicando negli anarchici i colpevoli. Ovviamente non si inventò da solo la falsa pista, ma era il megafono di qualcun altro.

Grazie alle controinchieste della sinistra militante (quella che allora si chiamava “sinistra di classe”), in particolar modo il Movimento Studentesco milanese e gli avvocati, i magistrati e i giornalisti democratici che il Movimento “egemonizzava” in senso gramsciano, il castello ufficiale di accuse crollò miseramente ed emersero le responsabilità di alcuni ambienti fascisti e dei cosiddetti “servizi deviati”, quelli che anni dopo si scoprì essere “embedded” alla Gladio, cioè la Spectre internazionale organizzata dalla Nato e dalla CIA.

Non è complottismo, sono atti giudiziari depositati e migliaia di pagine di documentate inchieste parlamentari.
Ora, anche negli anni Settanta c’erano studi seri che cercavano di capire perché esistessero antropologicamente e socialmente, prima ancora che politicamente, i neofascisti. 

Con ciò si poteva sostenere che le due stragi di Milano (piazza Fontana e Questura), di Brescia, o dell’Italicum (quella di Bologna è ancora poco chiara) fossero spiegabili con le turbe sociali e ideali dei neofascisti? No. Respingere questa spiegazione vuol dire negare che quelle turbe non ci fossero? No. Vuol dire fare un passo più su e cercare di capire la strategia dei “servizi deviati” e dei loro manovratori. Manovratori che non erano fascisti. Stando all’ex presidente Francesco Cossiga che in un periodo fu il sovrintendente di Gladio, in quell’organizzazione segreta i fascisti non erano ammessi, e i suoi padri fondatori in Italia erano ex partigiani, azionisti, socialisti e lamalfiani (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera, 8 luglio 2008).

Nessuno più nega che Arabia Saudita, Qatar e Turchia siano i principali sponsor e finanziatori dell’Isis. Il presidente Obama ha fatto dimettere il generale John Allen perché invece di combattere l’Isis lo aiutava. Il generale Petraeus, ex direttore della Cia, anch’egli rimosso da Obama, ha dichiarato spudoratamente al Senato che al-Qaida è un alleato naturale degli Usa. Dalla crisi in Afghanistan dell’epoca Brzezinski in poi gli Stati Uniti hanno rispolverato dalla soffitta della Storia il fondamentalismo islamico come problema internazionale. La Casa Saud, oltre che finanziatrice anche ispiratrice ideologica del peggior fondamentalismo islamico, vanta da sempre non solo un’alleanza strategica con Washington ma anche un’amicizia intima con pezzi grossi dell’establishment statunitense, a partire dalla famiglia Bush.

Sono dati di fatto. Di fronte ad essi è una questione di logica elementare fare il secondo passo in più e cercare di capire gli obiettivi dei padrini, ben più importanti delle motivazioni soggettive dei picciotti, importanti per altri versi, per altri ragionamenti (ad esempio quelli sull’integrazione) e in altri contesti, ma che non riescono a spiegare perché un candidato alle rivolte giovanili delle banlieue si ritrovi in Siria, Iraq e Libia con tra le mani un missile anticarro di ultima generazione, un carro armato, un visore notturno da combattimento o si ritrovi in Europa dotato di esplosivo ad alto potenziale, controllatissimo dai Servizi ma guarda caso, come al solito, non nel momento fatale.

Persino Lucia Annunziata sull’Huffington Post è costretta a scrivere apertis verbis: “Qualcuno paga l’Isis in Iraq e Siria così come qualcuno paga la sua rete terroristica in Europa”. Ma evita di dire chi.

Questo passaggio logico-metodologico è obbligatorio e a noi Italiani dovrebbe venire naturale, data la storia di stragi e di misteri che abbiamo sulle spalle. Ma i tempi dei movimenti della “sinistra di classe” sono finiti e assieme si è dissolto quell’ambiente democratico e indipendente di giornalismo e di inchiesta. Si va a spron battuto verso il cervello embedded. Erdoğan che distrugge la stampa non allineata e contemporaneamente le città curde, i Saud che hanno decretato che qualsiasi critica alla famiglia è considerata atto di terrorismo mentre sponsorizzano le maggiori organizzazioni terroristiche di sempre, non fanno altro che battere la traccia.

La civiltà occidentale sta perdendo, non perché vinta da nemici esterni, ma perché le sue élite le hanno stretto attorno una cintura esplosiva e la spingono al suicidio. Ciò che rimarrà della civiltà dell’Occidente forse sopravviverà in Oriente, in Russia, in India, in Cina. Un affascinante paradosso per i futuri storici e i futuri archeologi.

Purtroppo appena facciamo il famoso passo per vederci più chiaro ci imbattiamo nel caos sistemico che caratterizza anche i centri decisionali più importanti del pianeta. Per ora possiamo quindi farci solo due domande sensate.

a) Come mai mentre l’Europa sta discutendo se e come intervenire in Libia "contro l'Isis", il suo centro nevralgico viene provocato con un sanguinoso attentato? Per impaurirci? Per dirci di non provarci? O, al contrario, cosa che io ritengo più plausibile, per spingerci a lasciar perdere la prudenza e intervenire? Cui prodest? chiederanno in molti. Domanda obbligata, ma ad oggi troppe risposte sono possibili.

b) Come mai i fratelli Bakraoui, oggi indicati come i responsabili dell’attentato all’aeroporto di Bruxelles, erano noti ai servizi segreti ma sono lo stesso riusciti a entrare in zone sorvegliatissime senza nemmeno tentare di camuffarsi? Anzi, stando ad alcuni servizi giornalistici, che considerare scritti da imbecilli rende poco, l’evidenza che siano proprio loro gli attentatori è dovuta proprio al fatto che sarebbero andati a farsi esplodere vestiti di nero e con la barba islamica “come i combattenti Isis” (sic!). Insomma, per questi “giornalisti” velinari sostenuti da una quantità insufficiente di neuroni, mancava poco che gli attentatori non entrassero nell’aeroporto con tutta calma sventolando il drappo nero del Califfato.

Finisco con un accenno agli sciacalli. 

Salvini, evvabbè. Meloni, evvabbè. Le loro raffinate analisi non sono né più né meno che supporti collaterali alla versione ufficiale.

Poi abbiamo il simpaticissimo capo dell’Intelligence ucraina, Vasyl Hrytsak, che ha insinuato che la responsabile degli attentati in Belgio è … la Russia! Opinione  che nemmeno i nostri russofobi hanno osato riportare (ma nemmeno hanno riportato i pestaggi del Gay Pride in Ucraina ad opera di nazionalisti e polizia. Infatti la presenza di omofobia in Europa deve essere registrata esclusivamente in Russia, toh, toh e toh).

Infine c’è lo sciacallaggio dell’epoca dei social network, dove subito sono girate le immagini dell’attentato all’aeroporto di Bruxelles. Peccato che fossero quelle dell’attentato all’aeroporto di  Mosca del 2011. D’altra parte, certi media occidentali spacciano i successi russi contro l’Isis per successi americani.

Piotr



................................


Altro articolo sullo stesso tema



Gli ultimi avvenimenti dimostrano, se ce ne fosse ancora bisogno, che l’ISIS è in guerra contro di noi e che la sua è una guerra totale, senza limitazioni e con lo scopo preciso di distruggere la nostra civiltà!

Si sarebbe dovuto prenderne atto ed adeguare una strategia di guerra ad uno stato effettivo di guerra.

Si sarebbe dovuto decidere di perseguire gli obiettivi che una guerra totale presuppone e cioè la distruzione del nemico come mossa indispensabile per non essere distrutti.
Invece abbiamo visto una colpevole indecisione, un codardo attendismo, un cinico calcolo delle convenienze politiche che hanno determinato il rafforzamento del nemico sensibile a questo imbelle atteggiamento di resa.

Tutto nasce, ancora una volta, dalla imbecille  ed ottusa azione politica degli USA che hanno deciso a suo tempo di annientare Saddam Hussein senza la benché minima ragione logica dato che egli era, indipendentemente dal suo regime dittatoriale, anche l’unico in grado, in conseguenza della sua capillare conoscenza della situazione e dei protagonisti, di tenere sotto controllo le varie componenti tribali e religiose che agivano i Iraq.

In base ad ipotesi poi rivelatesi completamente prive di consistenza ed usate come scuse per giustificarsi presso la pubblica opinione mondiale, gli USA annientarono Saddam Hussein e lo fecero impiccare.

L’ISIS è il risultato prevedibile del caos che ne derivò ed oggi tutto il mondo sta pagando le conseguenze di quella inutile, stupida ed irresponsabile azione che gli USA intrapresero!
“Sic stanti bus rebus” si dovrebbe però reagire in modo adeguato e decidersi a rispondere alla guerra totale con la guerra totale bombardando sino all’esaurimento le sedi del califfato nel mondo, combattendole sul terreno, isolandone le risorse economiche, isolandone e sterilizzandone, con adeguate azioni, i terreni di cultura della propaganda e del reclutamento in tutto il mondo.

Le comunità islamiche, le moschee e gli Imam sono questi terreni di cultura e non stiamo vedendo nulla che sia concretamente utile ad isolarle e sterilizzarle ..!!

Quanto ciò sarebbe legale non lo sappiamo, ma senza alcun dubbio sarebbe legittimo perché legittima è la difesa della propria incolumità, della propria vita e della propria civiltà!

Così continuiamo a vedere le nostre città assalite, i nostri concittadini uccisi, la nostra sicurezza derisa e la pubblica opinione preda di quel terrore che è il principale obiettivo strategico dell’ISIS.

Ma forse la nostra decadente civiltà non è in grado di reagire a causa del degrado del suo sistema immunitario che non è più capace di creare gli anticorpi necessari.

Se è così, allora siamo finiti e l’ISIS ha già vinto ..!!!

Alessandro Mezzano



mercoledì 23 marzo 2016

Il diavolo esiste veramente, nella mente di chi l'ha creato...



Il Diavolo, così come ci viene tramandato dalla letteratura e trasfigurato dalla Chiesa, non esiste. Le forze che dominano l'Universo e che sono all'origine della vita sulla Terra e in altri mondi, racchiudono in una unica "entità" il cosiddetto "bene" e il "male". 

La suddivisione in due distinte forze, una da perseguire e l'altra da temere, è frutto del progetto "politico" di dominio sugli uomini da parte delle principali religioni Monoteiste: Cristiana, Musulmana, Ebraica. Solo con la paura si ottiene osservanza delle regole e dei precetti, oltre che il controllo totale sulla moltitudine umana... 

Sono un profondo e convinto assertore della realtà multidimensionale entro la quale le nostre percezioni demoniache danzano protette dall'inconsapevole ignoranza della gente comune. Il Diavolo esiste all'interno delle nostre paure e può apparire a noi, nella mente, o manifestandosi come un ologramma "reale". 

Chi governa i transiti dimensionali, trasforma in un ologramma compatibile il soggetto delle nostre paure, per stimolare gli organi ricettivi del terrore. Anche da parte di chi "esiste" al di sopra di noi, ma che non ha nulla a che fare con le storie bibliche ed evangeliche (che non sono altro che una scopiazzatura di più antiche e "misteriche" tradizioni pagane), è importante sfruttare a loro piacimento tutti i "terrori" originati dalla nostra mente e tramandati per secoli dalle tradizioni religiose, in modo da stabilirne il controllo. 

Il "Diavolo" quindi è, ..come i nostri geni lo hanno metabolizzato secondo le informazioni tramandate attraverso la tradizione ma nella nostra realtà dimensionale non esiste. Scusate non basterebbe una pagina per poter sviscerare questo concetto che mi appassiona molto... spero di avervi dato almeno un indizio un po' alternativo, rispetto ai
centinaia di luoghi comuni sul paradigma Diavolo-Male-Inferno.

Dino Di Girolamo






Integrazione di Paola Botta Beltramo:

 “Sull’origine del male nell’Antico Testamento”: ISAIA 45 7 “Io sono il Signore e non ve n’è altri, io formo la luce e creo le tenebre, faccio la prosperità e produco la sventura, sono io, il Signore, che faccio tutto questo”. Dal convegno di Milano del 6 marzo 2016 “Cosa dice davvero la Bibbia” - Biglino afferma: “Il problema del male è quello legato all’eventuale peccato originale per cui è l’uomo,  che attraverso questa sua disubbidienza, ha portato il male nel mondo e attraverso  il male la morte; oppure l’origine del male è Satana; così c’è Dio che è l’origine del Bene e Satana l’origine del male. In realtà c’è un versetto, e di questo ho chiesto conferma al rabbino Ariel Di Porto, in Isaia 45-7 ove Dio (Elohim Yahweh)  dice: “Io faccio il bene, io creo il male. Io sono l’origine del tutto”. Quindi nel porsi il problema dell’origine del male spesso si dimentica questa affermazione che l’Elohim fa in questo versetto.”

martedì 22 marzo 2016

La politica USA (per il nord Africa e per l'Europa) fa paura persino a Renzi....



Francia e Gran Bretagna seguono loro specifici interessi e lo fanno lungo la loro tradizione colonialista in Africa e Medio Oriente. Gli USA seguono invece interessi strategici globali e in essi deve accomodare quelli di questi due alleati (e aggiungiamoci quelli israeliani che sono persino superiori). Ma il compito non è facilissimo.

Sarebbe comodo per gli USA dire a Francia e Gran Bretagna: "Io devo fare questo pivot to Asia perché la Cina - e la Corea del Nord - inizia a impensierirmi troppo e voi copritemi le spalle in Nordafrica e Medioriente". Ma per farlo ha bisogno di un controllore, che si assicuri che i due non trasformino in un caos ingestibile un caos semi-gestibile e, soprattutto, non cambino i bilanci di potere nella zona per seguire i propri interessi.


Nelle epoche di caos sistemico non esistono alleati fedeli fino alla morte. Se ne è visto un piccolo esempio quando tutti gli alleati degli USA hanno fatto orecchie da mercante di fronte ai tre trilioni di dollari spesi dalla superpotenza per invadere l'Iraq.


E quando Obama su The Atlantic bastona Cameron e gli altri alleati europei perché non alzano le spese militari e perché sono sostanzialmente dei vigliaccotti, si sta lamentando delle loro preoccupazioni economiche e politiche, messe davanti a quelle statunitensi; cosa che non sta bene. Sa benissimo che una guerra con centinaia di soldati morti - e possibili attentati - non sarebbe certamente più popolare in Europa che negli USA (un conto sono i bombardamenti presentabili come videogiochi, ma quando tornano i fanti nelle bare la cosa cambia).

Tira le orecchie anche a noi, perché a noi vorrebbe appunto affidare il compito di controllore, di curatore degli interessi Usa in Nordafrica, in condominio conflittuale con Parigi e Londra.


Ma Renzi è terrorizzato da questa prospettiva (anche dopo i recenti fatti di Parigi e Bruxelles). E fa molto bene ad esserlo, anche perché i suoi Servizi gli hanno fatto di sicuro capire cosa c'è dietro l'omicidio Regeni. E i suoi generali gli hanno detto chiaro e tondo che il nostro intervento in Libia sarebbe un bagno di sangue, altro che Nassiriya, anche perché noi dovremmo sostenere una "proxy war" a beneficio esclusivo degli Usa nella parte più incasinata e jihadista di quel paese.


Il prerequisito della formazione del famoso governo di unità nazionale libico, serve a prendere tempo e a sperare di non andare proprio allo sbaraglio. 


Non solo. Serve anche a non andare contro il governo di Tobruk (che, detto incidentalmente, è il più decente) e quindi contro l'Egitto e di conseguenza gli interessi italo-egiziani. 
Santa ENI, fai schifezze come tutti in giro per il mondo, ma per fortuna che adesso ci sei! E' proprio complicato fare il cavaliere immacolato in quest'orrenda congiuntura internazionale e chi unsiste a volerlo fare rischia di combinare disastri immani e avere sulla coscienza un numero impressionante di morti.


Gli USA chiaramente si stanno innervosendo e minacciano di lasciare scoperte le spalle a Renzi nei suoi litigi con la Merkel e con Junker, e quindi nel suo tentativo di avere maggiore libertà di manovra economica. In altri termini, gli USA minacciano di punire l'Italia sottraendole anche i già ridicoli aumenti di PIL previsti.


E minacciano direttamente la stabilità di Renzi. Non è un caso che D'Alema, cioè il signor-guerra-nel-Kosovo, si sia da poco ridestato dal torpore e abbia accusato Renzi di essere legato al Mossad, cioè un'accusa che strizza un occhio a una certa sinistra, l'altro a una certa destra e insieme denuncia una certa slealtà atlantica. E assieme a lui si sono destati dal letargo (sarà colpa di questo inverno paradossale) anche Bersani e Letta. Il primo prepara la base di prezzemolo della "democrazia interna" e il secondo aggiunge l'ingrediente principale della ricetta, cioè i calamari fritti della "necessità di porsi il problema dell'intervento bellico in Libia", che in gergo democristiano significa "Secondo me occorre andare in guerra", cioè ubbidire agli USA.


Insomma l'opposizione di sinistra del PD si è riattivata per lavorare da destra il governo in carica. Un classico, sostenuto dalla nuova megacorporation che ruota attorno a La Repubblica che ha iniziato a straparlare di legittimità internazionale del goverrno di Tripoli e di settarismo di quello di Tobruk.


Per completare l'opera, la colf europea di Victoria Nuland, cioè Federica Mogherini, ha fatto sapere a Renzi che non si illuda di dire la sua sulle sanzioni contro la Russia, perché lei e la sua combriccola a Bruxelles le hanno già blindate dietro 5 punti, di cui l'ultimo è la ridicola pretesa che la Russia faciliti l'intromissione nei suoi affari interni degli agenti propagandistici occidentali, tipo quelli ben noti istruiti (e talvolta diretti) dalla CIA e finanziarti da Soros. Insomma, quelli che preparano le rivoluzioni colorate.

Ognuno può tirare le conclusioni che vuole su quale politica sia meglio per noi attuare.

(Piero)