domenica 31 marzo 2024

Russia VS Ucraina. Siamo prossimi ad un cambio di passo nel conflitto?



Quelli visti finora sono tutti segnali che lasciano presagire che si sia prossimi ad un riallineamento del conflitto ucraino cone le dottrine tradizionali dell'Armata Rossa (che sono solo una variante russa della dottrina "Shock and Awe" americana). Distruggere tutto, comunicazioni, trasporti, aeroporti, ponti, autostrade e ferrovie, senza alcun riguardo per nessuno.

Sicuramente è quello che attende le zone al di là del Dnepr, se il conflitto dovesse continuare, perchè ovviamente la parte ad Est del fiume è abitata prevalentemente da popolazione di lingua russa (in una guerra che volutamente i nazionalisti ucraini hanno basato su semplici estrazioni linguistiche, non avendo di meglio per vantare differenze sostanziali fra la popolazione).

Ma il lancio di tanti Zirkon - di cui secondo le informazioni occidentali i russi disponevano in quantità limitata, intorno al centinaio non di più - è anche un segnale che la Russia si sta preparando ad una risposta tremenda nel caso che la compagine occidentale decidesse di fornire le proprie basi per il lancio di attacchi a distanza verso la Russia.

Non è una minaccia, è un avvertimento.

Nonostante la sicurezza ostentata (alla popolazione europea) dalle cancelliere occidentali, tutti sono ormai coscienti che contro i missili ipersonici non esiste difesa - al di là delle ormai screditatissime rivendicazioni ucraine.

Infatti è dal 5 marzo (in vista di qualcosa che manifestamente poteva accadere e poco prima dell'avviso "generico" dell'ambasciata USA di Mosca ai cittadini americani di non andare in luoghi pubblici e concerti) che la Cancelleria federale tedesca ha effettuato un "trasloco d'emergenza" in un quartier generale alternativo segreto, senza specificare per quale motivo... 

Gianluca Napolitano








sabato 30 marzo 2024

Le parole di Francesco, le parole di Putin e le parole di Tusk...

 


Papa Francesco, unico tra i Grandi della Terra – ma anche tra molti dei tanti minuscoli che si pretendono Grandi – continua a chiedere e a ingiungere di negoziare, cioè di uscire dalla logica della guerra, dall’alternativa tra vittoria e resa. 

La bandiera bianca non significa resa, ma non sparate perché io non sparo. Cessiamo il fuoco! Ma negoziare non si può se non avvolgendo all’indietro il nastro del tempo, cercando onestamente di capire come si è arrivati a tutto questo. 

Vale per l’Ucraina come vale per Israele. Non c’è e non ci sarà nessuna vittoria per le vittime della guerra, che saranno sempre di più, da entrambe le parti, mano a mano che la guerra si protrae. E non c’è né ci sarà alcuna resa per quanti si adoperano per salvare le condizioni della propria sopravvivenza e di una vita decente. 


Le parole di Vladimir Putin: "La Russia non ha intenzione di attaccare l’Europa o nessun paese della Nato, né la Polonia, gli Stati Baltici o la Repubblica Ceca, ma se l’Occidente fornirà caccia F16 all’Ucraina, allora li abbatterà “ovunque si trovino”...


Le parole di Donald Tusk: "Dalla Polonia è arrivato un nuovo allarme per un possibile conflitto tra Nato e Russia nel prossimo futuro. Secondo il premier Donald Tusk, “la guerra non è più un concetto del passato”. Nella sua prima intervista con i media internazionali del consorzio Lena, il capo del governo di Varsavia ha sottolineato che è “la prima volta dal 1945 che ci troviamo in una situazione del genere” e che l’Europa sta scivolando in una fase “prebellica”.




venerdì 29 marzo 2024

Antisionista non equivale ad antisemita....


Alessandro Orsini, docente universitario, scrittore e opinionista per varie trasmissioni tv e giornali, già collaboratore dell’ambasciata di Israele,   è stato denunciato dal presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun,  per istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, con riferimento a una presunta “propaganda antisemita”. 

Essa consisterebbe in questi post sui social apertamente anti israeliani: “Lo sterminio di un popolo sarà sempre possibile fino a quando ci saranno persone come Netanyahu”; “Il governo Netanyahu è una delle dittature più brutali e razziste del mondo” (8 ottobre 2023); “Tra Netanyahu e Isis non esiste nessuna differenza. Entrambi massacrano i bambini di religione diversa (…)” (14 ottobre 2023); “Netanyahu è diventato ufficialmente il più grande massacratore di bambini innocenti dopo Hitler” (15 ottobre 2023); “Israele non è una democrazia. Nessuna democrazia include l’apartheid nel proprio sistema politico e il terrorismo di Stato” (19 ottobre 2023). 

Prima domanda: chi è contro Israele perché sarebbe antisemita (anti ebraico)? Seconda domanda: perché i cittadini italiani di religione ebraica debbono sempre e comunque essere dalla parte di Israele?



Voci dalla Palestina.

Che non sono riprese dagli organi di informazione.  Riceviamo dalla Palestina e pubblichiamo.

L’aiuto umanitario è uno strumento genocida nelle mani di Israele e degli USA ; L’amore ai tempi del genocidio ;    I medici di Gaza hanno riferito alla BBC che le truppe israeliane li hanno picchiati e umiliati dopo i raid in ospedale ;  Ecco cosa dice in realtà per conto dell’ONU Pramilla Patten nel suo rapporto sulle violenze sessuali del 7 ottobre ; Una nuova ondata di avamposti dei coloni sta terrorizzando e cacciando i palestinesi dalle loro terre


Nota a latere:  Jared Kushner, il genero sionista di Donald Trump che è stato il suo principale consigliere per il Medio Oriente alla Casa Bianca, è convinto che il lungomare di Gaza abbia «un potenziale grande valore immobiliare». E ritiene anche gli israeliani dovrebbero trasferire i civili palestinesi di Gaza in un'area del deserto del Negev. Il marito di Ivanka Trump, rampollo di una famiglia di immobiliaristi ebrei del New Jersey, ha rilasciato queste controverse dichiarazioni durante un intervento alla Harvard University nelle scorse settimane, riporta il 20 marzo 2024 il Guardian.



Chi sono i semiti? - Semiti è un termine che si riferisce a tutti quei popoli che parlano, o hanno parlato, lingue del ceppo semitico, cioè gli Arabi, gli Ebrei, gli Aramei, gli Assiri, i Cananeo-Fenici

Il termine antisemita è spesso usato nell'accezione impropria di anti-ebraico. (Wikipedia)



Articolo collegato -   Gli "ebrei" sionisti non sono ebrei:   https://paolodarpini.blogspot.com/2016/11/gli-ebrei-sionisti-non-sono-ebrei.html

giovedì 28 marzo 2024

RicerCare... La ricerca scientifica che non uccide e non crea sofferenza...



Da tempo stiamo lavorando alla creazione di un Centro di Eccellenza nella Ricerca Biomedica Human Based.

Con tale ricerca si intende un mix di moderne tecnologie che fanno uso di DNA, cellule, tessuti, organi e organoidi (cioè organi ricreati) umani in  grado di simulare la complessità di un organismo umano.

Tali tecnologie utilizzano principalmente materiali umani di scarto di cliniche, biopsie e l'utilizzo di cellule staminali  (pluripotenti indotte) per la ricostruzione personalizzata di organi umani sia sani sia aventi specifiche malattie.

Tale centro diventerebbe immediatamente un importante punto di riferimento per quella che è ormai vista come il futuro della ricerca e cioè la "ricerca personalizzata".

Il problema era trovare sponsor sufficienti per realizzarlo.

Il riconoscimento del nostro lavoro per la ricerca senza animali ci ha però permesso di essere coinvolti in un progetto internazionale che vede coinvolti centri di ricerca in diversi continenti.

Quindi siamo e saremo operativi per indirizzare la ricerca, a livello globale, sempre di più verso una ricerca finalmente senza animali.

Cercheremo inoltre, grazie a questa collaborazione, di creare un Centro di Eccellenza anche in Italia.

 

Nel corso della sua attività I-CARE EUROPE ODV ha salvato da laboratori e riabilitato oltre 21.200 animali di varie specie, (topi, ratti, conigli, cavie, minipig, gerbilli, criceti, cani, gatti, cavalli,  bovini, maiali) solo in Italia, grazie all'impegno e alla dedizione dei volontari dei centri di recupero che sostengono I-CARE.

Il numero degli animali salvati perché non più utilizzati come conseguenza del nostro lavoro

di sostituzione esperimenti in Italia e all'estero non è calcolabile, ma è nell'ordine di milioni di animali.

Tutto il lavoro della nostra Associazione è svolto unicamente da volontari.


rIcerCARE  - newsletter@ricer.care 




mercoledì 27 marzo 2024

TRIESTE CONTRO IL GENOCIDIO SIONISTA

 


I sionisti, con il paravento della lotta al "terrorismo", stanno trucidando donne, bambini, infermi. Intanto, le colonie israeliane nella Cisgiordania occupata si stanno espandendo. Vogliono cancellare un intero popolo dalla faccia della terra?

Noi diciamo basta alla violenza, basta alla guerra, basta alla morte!

CI VEDIAMO IL 28 MARZO 2024, IN PIAZZA PONTEROSSO TRIESTE,  ALLE ORE 17.00.  

Se qualcuno di voi vedesse in giro volantini che reclamizzano lo stesso presidio in Piazza della Borsa, ciò deriva dalla volontà della questura di negarci quella piazza, avvisandoci dopo giorni dalla comunicazione regolarmente svolta da parte nostra. Una nostra delegazione sarà in piazza della Borsa per recuperare le persone eventualmente confluite nel luogo.

Coordinamento per la Palestina di Trieste 

 Info: nogreenpasstrieste@riseup.net

martedì 26 marzo 2024

Gli attentati fanno la storia...



La storia è piena di attentati. Tutta la storia umana è un attentato. Tanto per fare un esempio celeberrimo, anche la morte di Giulio Cesare fu un attentato. Le guerre anticipano e seguono un attentato. La Prima Guerra Mondiale, che ridisegnò la storia del Mondo fino ad oggi, è cominciata con l'attentato di Sarajevo... 

 E non è un caso, perché si tratta della Prima Guerra Mondiale improntata chiaramente sulla geopolitica. Non che le precedenti non avessero basi geopolitiche. La geopolitica è la scienza che insegna a capire i nessi ed i comportamenti. 

Stavo leggendo recentemente la storia dei grandi Cavalieri di Ventura italiani (molti dei quali romagnoli, non è un caso), ed ho notato che le loro imprese si sono svolte in prevalenza nel luogo geopolitico che ha interessato tanto Cesare quanto Napoleone. La Padania. E' in questa area, che un Carl Schmitt avrebbe potuto chiamare Terra "nel" Mare, si è svolta e continua a svolgersi la Storia del nostro paese. 

E non è un caso che proprio nella Padania è stato trovato il gas-petrolio italiano che ha dato una svolta al nostro paese, con alcune morti premature. Pertanto, dobbiamo pensare che un attentato vale l'altro, nello scorrere della storia, che è Nostra perché ci coinvolge tutti senza scampo da vicino  (vedi articolo di Tiberio Graziani: Geopolitica e Diritto internazionale nell'epoca dell'occidentalizzazione del pianeta, su rivista EURASIA, n.4/2007).

Un accenno ai commenti più o meno ufficiali riguardo all'ultimo attentato geopolitico del 23 marzo 2024, al Crocus di Mosca,  è necessario: qualcuno in TV, qualcuno di area politica precisata, ha sostenuto la tesi dell'attentato "autoprodotto" (140 morti e centinaia di feriti).  Per  fortuna che hanno preso gli assassini, i quali si sono qualificati come "mercenari a prezzo fisso". Va bene precisare che questo tipo di mercenariato non ha senso. Eppoi nelle guerre i mercenari svolgono sempre una funzione di parte, quindi vanno considerati della parte nemica di chi ha subito il danno.

Tuttavia è opportuno fare riferimento ad un attentato tanto impossibile quanto "ufficialmente" preso per vero dagli intelligentoni che operano sui Media.  Mi riferisco alle Torri Gemelle fatte precipitare dritte sul posto causa impatto con un aereo di linea. La terza torre, invece, è caduta per simpatia e commiserazione. In quel caso la ragione era ed è evidente: trovare la scusa per dare vita all'ennesima "Guerra per il Petrolio"...tenendo ben presente che anche quella che si combatte al momento è una Guerra per il Petrolio, e per altre risorse... 

Giorgio Vitali        

 



 Articolo collegato: 
https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2024/03/crocus-un-attentato-compiuto-per-caso.html?sc=1711394553899#c7823543851974017447


Il processo ai terroristi di Mosca:   https://www.youtube.com/watch?v=yCKeXTq05VE

domenica 24 marzo 2024

Al via le lezioni ecologiche autopromosse dagli insegnanti...



 Sono felice di mettervi a conoscenza di questa iniziativa positiva, premessa per dar vita ad  "un sapere connettivo, capace di promuovere la conoscenza delle interrelazioni dell’ecosistema e di generare una coscienza civica e critica consapevole della complessità delle sfide presenti. 

Occorre un’educazione realmente partecipata, inclusiva e interculturale, che riconosca la centralità delle relazioni fra le persone, con la natura e col territorio per dar vita ad una scuola che sappia accogliere le specificità della comunità su cui insiste, valorizzando le differenze culturali, linguistiche e di origine. 

Una scuola dove si apprendano saperi e si sviluppino pratiche di lavoro con la natura e per la natura per concorrere alla resilienza del territorio; dove ogni studente e studentessa possa comprendere i termini e le cause della crisi ecologica e sociale in atto, elaborare pensieri ed emozioni al riguardo e diventare capace di immaginare e costruire nuovi strumenti per affrontarla. Una scuola che riconosca l’ecologia come patrimonio culturale irrinunciabile."

"L’iniziativa fa seguito ad una lettera/petizione (Lettera per una riforma in chiave ecologica della scuola)"

Gianluca Albertini

sabato 23 marzo 2024

La resistenza dei palestinesi è legittima...

 


La Cina rompe la sua tradizionale cautela diplomatica e politica e prende apertamente posizione in favore del popolo palestinese. E lo fa in modo molto netto, cosa abbastanza singolare in considerazione, appunto, della sua proverbiale e storica prudenza in politica internazionale. La qual cosa, ovviamente, non può essere casuale.

  E’ un segnale che ci dice che questo grande paese, consapevole ormai della sua forza e del ruolo che ricopre a livello mondiale, rivendica il diritto ma anche il dovere di esercitare un ruolo nelle controversie internazionali.

  La Repubblica Popolare Cinese riconosce il diritto dei palestinesi alla Resistenza e lo fa attraverso le parole del suo rappresentante del Ministero degli Esteri presso la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, Mao Xinmin, il quale ha spiegato che “l’uso della forza è un diritto inalienabile del popolo palestinese a resistere all’oppressione di Israele e a stabilire uno Stato indipendente”, soggiungendo che “la Cina ha costantemente sostenuto la giusta causa del popolo palestinese nel ripristino dei suoi legittimi diritti rammaricandosi del fatto che la soluzione che prevede la creazione di due Stati sia stata continuamente elusa, poichè le relative risoluzioni delle Nazioni Unite non sono state effettivamente attuate”. “Nel perseguimento del proprio diritto all’autodeterminazione – ha poi continuato – l’uso della forza da parte del popolo palestinese per resistere all’oppressione straniera e completare la creazione di uno Stato indipendente è un diritto inalienabile ben fondato nel diritto internazionale”. E ha concluso dicendo che “gli atti di violenza contro gli israeliani da parte dei palestinesi non sono terrorismo, ma piuttosto una legittima lotta armata”.

Scusate se è poco, anzi, dalle mie parti saluteremmo una presa di posizione così forte con una colorita e ben nota (e oltremodo efficace) espressione dialettale romanesca…

E’ evidente che si tratta di una svolta che fa capire che i conti senza l’oste non si possono fare. Una posizione molto netta, non suscettibile di interpretazioni. Tradotto: nessuno si illuda di poter escludere la Cina dal consesso mediorientale e dalle negoziazioni in merito all’assetto politico e geopolitico di quell’area così vitale (anche per gli interessi cinesi, naturalmente…), quindi anche in merito ai “tavolini” che si apriranno sul cosa fare della Striscia di Gaza e sul futuro stato palestinese.

E’ una eccellente notizia per il popolo palestinese e una pessima notizia per Israele e i suoi alleati.

 Fabrizio Marchi -  https://www.linterferenza.info/



giovedì 21 marzo 2024

La moda degli stracci che inquinano...

 

Rifiuti Fast Fashion


 Ogni anno in Europa vengono distrutti 230 milioni di capi d'abbigliamento nuovi.  Quello dell’industria della moda è tra i settori produttivi più inquinanti, un sistema vorace che utilizza enormi quantità di materie prime e produce tonnellate di rifiuti ogni giorno.

Proprio per questo chiediamo al Governo italiano un'immediata azione che promuova un'industria tessile a misura di pianeta.

Abiti venduti e resi subito. Accessori progettati per durare una stagione soltanto e destinati a rompersi nel giro di poche settimane per poi finire in discarica o nel Sud del mondo. Con produzione di massa, bassa qualità e prezzi irrisori, l’industria del fast fashion genera enormi quantità di rifiuti e inquinamento. E dietro le false promesse di sostenibilità, spesso si nasconde il greenwashing e un impatto ambientale e sociale devastante.

Ogni anno soltanto nell’Unione Europea vengono gettate via 5 milioni di tonnellate di vestiti e calzature (circa 12 chili per persona) e l'80% di questi finisce in inceneritori e discariche. Meno dell'1% dei vecchi vestiti, infatti, viene utilizzato per creare nuovi capi.

Quando non finiscono nelle discariche e negli inceneritori europei, i capi di abbigliamento vengono esportati in altri Paesi, soprattutto in via di sviluppo, e da qui se ne perdono le tracce.

Le aziende del fast fashion promuovono la loro presunta sostenibilità dichiarando nelle etichette che i loro capi d’abbigliamento sono prodotti con un minore impatto ambientale. Spesso però si tratta solo di greenwashing! È ora di fermare tutto questo.

Giuseppe Ungherese -  Greenpeace Italia



mercoledì 20 marzo 2024

Palestina. Dove un popolo combatte anche per noi...




Non solo Gaza. Il genocidio dei palestinesi, a partire da “Piombo Fuso”, è il nodo emblematico di un’operazione dell’élite criminale agonizzante, al perseguimento di una dittatura tecnocratica globale, fondata su una serie di strategie militari, economiche, anticulturali, di depopolazione, saccheggio delle risorse, impoverimento di massa.


"Araba Fenice, il tuo nome è Gaza",  un docufilm di Fulvio Grimaldi, irrinunciabile per chi voglia essere informato correttamente sulle implicazioni del più lungo e feroce conflitto dei tempi moderni.


Dal terrorismo sionista degli anni ’40, all’iniqua spartizione della Palestina su disposizione angloamericana, all’espulsione, al genocidio, alla resistenza nel nome dell’umanità. L’ esperienza diretta dell’autore sul campo delle guerre, della resistenza nelle varie forme delle Intifade e della lotta armata, delle stragi di “Piombo Fuso” a Gaza, preludio alla “soluzione finale” messa in opera in questi giorni sotto gli occhi di poteri complici, o assenti.


In fondo al tunnel, la luce dell’irriducibile resistenza del popolo palestinese che induce una presa di coscienza delle masse in tutto il pianeta, promuove l’’antagonismo di paesi che ormai costituiscono la maggioranza demografica e delle risorse del mondo e prefigura un nuovo rapporto di forze tra carnefici e vittime. Vittime che oggi anticipano il riscatto degli esseri umani tutti.




FULVIO GRIMALDI  E’ DISPONBILE PER PRESENTAZIONI IN TERMINI DI VOLONTARIATO:  fulvio.grimaldi@gmail.com

 

lunedì 18 marzo 2024

Pacifisti separati in Casa (per motivi egemonici)... uniamoci!




4 aprile - Giornata contro la NATO e la guerra.  Incontro preparatorio  di coordinamento: domenica 24 marzo 2024, dalle ore 14:30 alle 16:30.

In vista del 75° anniversario della fondazione della NATO invitiamo movimenti, organismi e reti ad un incontro per ragionare sulle possibilità di organizzare in tutti i territori che riusciamo a raggiungere manifestazioni nelle modalità e forme definite nei territori stessi. 

Vi invitiamo a partecipare all’incontro on line che si svolgerà il 24 marzo dalle ore 14:30 alle 16:30 al collegamento https://meet.jit.si/NoNato2024.

Giornata contro la guerra - Giornata internazionale contro gli euromissili e le basi NATO.

4 aprile 2024 

CHIUDIAMO LE BASI NATO-USA! 75 ANNI DI NATO SONO ABBASTANZA! 


In vista del 75° anniversario della fondazione della Nato invitiamo movimenti, organismi e reti a un primo incontro per ragionare sulle possibilità di organizzare in TUTTI i territori che riusciamo a raggiungere manifestazioni nelle modalità e forme definite nei territori. L’obiettivo infatti è dare un forte segnale, dalla Lombardia alla Sicilia: vi invitiamo a partecipare all’incontro on line. Fai circolare l’invito a realtà che pensi possano essere interessate. Se siete interessati, ma non potete partecipare, rispondete a questo messaggio e scrivete alla mail danteali_2021@libero.it  lasciando un vostro recapito. Sarà preparato un breve resoconto dell’incontro per aggiornarvi e tenerci in contatto. Referenti: Beppe Corioni, Laura Tussi


Per maggiori informazioni:




Invito a latere:

Sarebbe utile  discutere delle divisioni del movimento contro le guerre  ad oggi frammentato come non mai.

Ovvio che dovrebbero parlarsi ambienti diversi, e non è mai facile, ma è inaccettabile, ad esempio, che tante associazioni abbiano come riferimento  due sindacati che si ignorano reciprocamente, CGIL e USB,  per motivi non legati alle vicende internazionali, bensì per concorrenza sindacale, legittima, ma che dovrebbe essere portata avanti in altri ambiti.

E' così e non  posso  cambiarlo io,  però la campagna elettorale in corso renderà evidente le divisioni del movimento per motivi diversi dalle guerre,  cioè renderà evidente che nessuno lavora o semplicemente auspica una maggiore unità di azione, perchè la pace è ritenuta un obiettivo secondario rispetto ad altri.

Marco Palombo  - palombo.marco57@gmail.com 




domenica 17 marzo 2024

Situazione geopolitica di Africa e dintorni...




 Il dato certo è che l’Africa è una volta di più il continente giovane e nuovo, in attesa che riprenda e completi il suo percorso di liberazione, tra andate e ritorni, anche l’America Latina da Haiti in giù.


I punti cruciali sono noti: Il Sahel glorioso che si è liberato dalla manomorta colonialista e predatrice francese basata sul pericolo jihadista dallo stesso Occidente creato, allevato, impiegato qua e là. La Libia che, dopo averla rasa al suolo e privata di benessere e felicità, ne hanno provocato lo squartamento tra un regimetto banditesco fantoccio caro a ONU, Occidente e Roma, e un governo regolare che ne controlla tre quarti e viene sabotato dalla NATO. 


Il Corno d’Africa, la sponda yemenita compresa, dove ci sono al momento le dinamiche più tumultuose e confuse, con il gigante Etiopia che cerca di assumere un ruolo di potenza continentale sfondando attraverso altri paesi e inserendo nella contesa parossistica per Mar Rosso e stretti una nuova variabile.


Il Sudafrica, paese ex-Apartheid e che quanto succede in Palestina lo ha sempre capito bene e ora ha la dignità e l’integrità politico-morale per occuparsene nell’ignavia dell’Occidente tutto, con il suo ruolo di capofila del continente nuovamente da decolonizzare nei confronti di militarismi revanscisti e predoni avvelenatori farmaceutici e minerari.


A sostegno delle istanze (sicurezza e infrastrutture) di riscatto e sovranità i grandi paesi eurasiatici e, nel complesso, il Sud globale, noialtri, miserabili vermetti postfascisti e postcoloniali, alla ricerca di qualche crosta di formaggio da sgraffignare.


Fulvio Grimaldi - https://fulviogrimaldi.blogspot.com/




sabato 16 marzo 2024

Libertà di espressione spirituale... fino alla morte!


















La libertà di espressione spirituale  inizia dalla nascita e finisce con la morte di ognuno. Questo indicherebbe la nostra natura, se ascoltata con rispetto. Purtroppo uno schema mentale è sovrapposto alla spontanea rivelazione dell’umano in noi, prima ancora di essere italiani, cristiani o buddisti, noi siamo “uomini” ma tale consapevolezza è talmente offuscata che le nostre intrinseche qualità  vengono sommerse da una pletora di idee, costrizioni e strutturazioni precostituite dalla società. Si potrebbe anche definire, con qualche eufemismo,  “cultura” ma sicuramente è un recinto che impedisce il libero pensiero.

Non solo la “società civile” con le sue regole e le sue imposizioni di nazionalità e ceto costringe l’uomo ad un’esistenza etichettata, anche le religioni contribuiscono enormemente alla stratificazione sociale e differenziazione di quel che è  assolutamente indivisibile.

Dalla nascita alla morte entriamo in una gabbia ed uscirne sembra quasi impossibile. Vediamo cosa si potrebbe fare. Pian piano l’uomo si sta riconoscendo sempre più abitante della Terra e non particolarmente di una nazione od etnia. Questa tendenza alla “globalità” va aiutata attraverso  cambiamenti e riforme che portino la libertà personale dell’uomo alla sua originaria manifestazione.

Lasciando da parte il discorso della nazionalità che  può essere  superato il momento in cui le Istituzioni sopranazionali diverranno universalmente riconosciute e  l’identità nazionale verrà sostituita dall’idea della cittadinanza planetaria. Per questo occorre ancora attendere.

Ma c’è qualcosa che si potrebbe iniziare a fare, qui ed ora,  in Italia,  con questo stesso Governo in carica,  ed è l’ampliamento delle libertà laiche a partire dalla nascita dell’individuo sino alla sua dipartita.

I bambini, i neonati, sono i primi sfruttati, in senso ideologico e religioso, obbligati dai loro stessi genitori  e dagli obblighi “sociali” a sottostare alle  strumentalizzazioni religiose.  Prima ancora che abbia potuto capire cosa significhi “religione”, un bambino innocente viene obbligato ad un percorso religioso, del tutto inconsapevolmente,  cominciando con il battesimo, poi  la cresima e poi ancora  la comunione. Il bambino incolpevole viene legato ai riti e ad una fede che non conosce e non ha l’età per capire se sia buona o cattiva.

L’adesione ad una religione può avvenire solo nell’età della ragione, come fatto personale, e non come costrizione  imposta dalla consuetudine o dalla paura.  Si va a votare a 18 anni? Anche per l’adesione religiosa bisogna avere almeno quell’età, altrimenti è violenza e prevaricazione su minori.

C’è poi il problema della libertà espressiva della morte. Queste libertà, che vengono invocate per il post.mortem, sono di attualità e di grande valore sociale, anche per sottrarre il cadavere alle “lobbyes mortuarie”.

Anni fa  presentammo  alla Camera dei Deputati –dal sottoscritto ed altri membri del Circolo Vegetariano VV.TT. - una petizione per un’idonea legge sulla libertà espressiva della morte


Anche La Repubblica pubblicò la richiesta, il 5 dicembre 1995 (pag. 21),  con  moltissime firme raccolte a Calcata ed in tutta Italia. Purtroppo  non si sono visti  risultati concreti, anzi abbiamo riscontrato una ritrosia permanente a trattare  questo tema e per questo reiteriamo la richiesta.

Ci  rendiamo conto che gli interessi smossi dalla morte sono tanti ma questo voluto silenzio, su un argomento che tocca i sentimenti (e le saccocce) di buona parte della popolazione,  appare  una forma di evidente censura.
Nella laicità dello Stato è necessaria una normativa più liberale e democratica sulla gestione mortuaria. Non è giusto che la gerenza del cadavere pesi quanto una esosa tassa di ‘successione’ (anche in forma di ricatto sociale): pompe funebri, esequie religiose, bare, tombe e loculi a prezzi stratosferici,  una vera e propria imposta sul decesso.

In termini estremamente pratici il Circolo Vegetariano VV.TT. sta portando avanti la battaglia della libertà di esprimere un commiato laico, della libertà di cremazione ecologica, della libertà di inumazione nel terreno prescelto, della libertà di astenersi dall’accanimento terapeutico (anche in forma di inoculazioni obbligatorie), etc.

Paolo D’Arpini - spiritolaico@gmail.com