Il dato certo è che l’Africa è una volta di più il continente giovane e nuovo, in attesa che riprenda e completi il suo percorso di liberazione, tra andate e ritorni, anche l’America Latina da Haiti in giù.
I punti cruciali sono noti: Il Sahel glorioso che si è liberato dalla manomorta colonialista e predatrice francese basata sul pericolo jihadista dallo stesso Occidente creato, allevato, impiegato qua e là. La Libia che, dopo averla rasa al suolo e privata di benessere e felicità, ne hanno provocato lo squartamento tra un regimetto banditesco fantoccio caro a ONU, Occidente e Roma, e un governo regolare che ne controlla tre quarti e viene sabotato dalla NATO.
Il Corno d’Africa, la sponda yemenita compresa, dove ci sono al momento le dinamiche più tumultuose e confuse, con il gigante Etiopia che cerca di assumere un ruolo di potenza continentale sfondando attraverso altri paesi e inserendo nella contesa parossistica per Mar Rosso e stretti una nuova variabile.
Il Sudafrica, paese ex-Apartheid e che quanto succede in Palestina lo ha sempre capito bene e ora ha la dignità e l’integrità politico-morale per occuparsene nell’ignavia dell’Occidente tutto, con il suo ruolo di capofila del continente nuovamente da decolonizzare nei confronti di militarismi revanscisti e predoni avvelenatori farmaceutici e minerari.
A sostegno delle istanze (sicurezza e infrastrutture) di riscatto e sovranità i grandi paesi eurasiatici e, nel complesso, il Sud globale, noialtri, miserabili vermetti postfascisti e postcoloniali, alla ricerca di qualche crosta di formaggio da sgraffignare.
Fulvio Grimaldi - https://fulviogrimaldi.
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