mercoledì 31 maggio 2017

Il papa ha detto: "...per superare la crisi ci vuole la fede"


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Il papa ha detto che per superare la crisi ci vuole la fede. 

Io una fede ce l'ho, quella di fidanzamento, la porto al dito, che devo fare  devo cedere anche quella alla patria per sanare il debito pubblico?  

Nel frattempo,  il professor Antonio Pantano commenta alla mano: "....l'Italia è una bancarotta...  In corretto italiano (che ormai è chimera o arte sconosciuta) si dovrebbe dire che "è alla bancarotta" (o, forse, una barca rotta?). Ma sostenerlo è fare il gioco dei FURFANTI (tutti coloro che lo sostengono, senza distinguo!) che inventarono da 30/35 anni il falso in bilancio per facilitare la cessione dello Stato e dei beni pubblici a FURFANTI apolidi più potenti e scaltri, che gratificheranno i primi con qualche briciola di miliardi di euro!"

Però la vera Italia è sana, orgogliosa dei 500 o 600 euri mensili con i quali sopravvivono i più validi e virtuosi pensionati, che NON intendono mescolarsi od avere contatti fisici con i FURFANTI di regime che da falsi pensionati ad età immeritata vegetano con 50.000 o 60.000  euri mensili, ma NEL TERRORE di avere nel piatto della minestra lo sputo sifilitico del valletto/servitore/badante del quale non possono fare a meno. 

Dicevano i nostri padri: "Errare humanum est". Ma cui prodest? Non vedere, non capire. L'impostazione ideologica spesso segue il proprio interesse, ed è per questo che viviamo come bruti, dimenticando virtute e conoscenza.

E la nostra Madre Culturale, l’Ellade, nel frattempo che dice e fa? Tace, defunta! La Grecia è sparita dalle cronache, ma quello che si sta verificando è che la gente spaccia droga davanti alla polizia, le ragazze si prostituiscono per 2 euro a botta,  i bambini sono denutriti, un picco di AIDS si sta diffondendo  e non ci sono i più elementari servizi né igienici né sanitari per la gente. 

Per fortuna in Italia "va ancora tutto ben madama la marchesa".  La ministra Lorenzin sta predisponendo per 12 vaccinazioni 12, obbligatorie per tutti i bambini. 

Paura del contagio? Immagini antesignane per un nostro futuro bacato? 

Paolo D'Arpini


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lunedì 29 maggio 2017

Aethina tumida - Dall'Africa non solo migranti e terroristi anche insetti nocivi (nemici delle api)


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Non solo dall’Africa ci giungono le minacce dei terroristi islamici e lo sbarco infinito di migranti,  ora anche la Aethina tumida, un coleottero specializzato a distruggere gli alveari. Tempi duri, anzi durissimi per le nostre api che debbono vedersela oltre che con i veleni sparsi nelle campagne, con funghi parassiti, con i cambiamenti climatici e ora anche con un insetto definito dagli apicoltori il “Killer degli alveari”. 

Aethina tumida è un coleottero originale dell’Africa e che, “grazie” ai cambiamenti climatici in atto ( il Mediterraneo più caldo e gli inverni più tiepidi), è arrivato in Sicilia e in Calabria e man mano comincia a risalire la penisola. Questo insetto sta mettendo in ginocchio già gli alveari di Sicilia e Calabria. Per salvare il miele in Calabria si è deciso di bruciare le arnie: una soluzione che ha dato il via allo sterminio delle api, con 250 milioni di insetti morti in appena 3 mesi e 3600 alveari bruciati. Una soluzione inaccettabile per i produttori di miele che chiedono lo stop al ministero della Salute: “Non è aviaria o mucca pazza, il parassita si diffonde lo stesso“. Il ministero della Salute ha deciso di mettere al rogo le arnie infette. Una decisione che però ha scatenato la rivolta degli apicoltori: “«L’eradicazione è una strategia distruttiva per l’apicoltura: non stiamo parlando di una malattia veterinaria con un virus trasmissibile all’uomo, come nel caso dell’aviaria o della mucca pazza, ma di un insetto che può sopravvivere anche fuori dall’arnia» lancia l’allarme Ermanno De Chino, proprietario a Ispica, in provincia di Ragusa, di un’azienda che produce e esporta sciami, 4 mila quelli venduti ogni anno dalla Finlandia al Belgio. Il coleottero è stato avvistato per la prima volta a settembre del 2014 a Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, e si è diffuso rapidamente in Sicilia e ora c’è il rischio concreto che arrivi anche in altre regioni, dall’Umbria alla Valle d’Aosta. 

Questo insetto infatti è in grado di stanare alveari anche a 20 chilometri di distanza, seguendo il loro odore: “Se in Calabria sono settanta gli apicoltori che hanno fatto ricorso al Tar contro i roghi, dalla Valle d’Aosta all’Umbria si cerca il modo per tenere alla larga il coleottero. La sua diffusione nazionale comporterebbe infatti il blocco totale delle esportazioni: una catastrofe per i 50mila apicoltori e per il giro d’affari da 70 milioni di euro. Trovare una soluzione unitaria spetta al ministero della Salute, ma nei vari vertici svolti sull’emergenza, l’ultimo l’altra settimana, si è deciso di proseguire con gli incendi, nonostante il parere contrario di allevatori e studiosi”. In Canada e in Florida, dove il coleottero killer è arrivato 15 anni fa, le strategie di contenimento a base di trappole, e non di roghi, sembrano aver funzionato, spiega la Salvagni che scrive: “E l’Associazione nazionale apicoltori italiani chiede che vengano prese in considerazione anche da noi. «Tenere sotto controllo la popolazione del parassita, limitando i danni all’alveare, è l’unica via da seguire — si legge in una relazione presentata al ministero — perché le procedure attuate in Calabria non hanno impedito che il coleottero si diffondesse ancora e il rilievo di nuove infestazioni non può mettere a rischio distruzione il grande patrimonio economico dei nostri alveari»”.

(A.K. Informa n. 20)

domenica 28 maggio 2017

In solidarietà con i movimenti brasiliani che lottano contro il governo golpista Temer


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I movimenti sociali italiani esprimono una profonda preoccupazione per il rischio di una escalation di violenza in Brasile, dove l'illegittimo governo Temer, nato dal golpe parlamentare-mediatico-giudiziario contro la presidente Dilma Rousseff, ha schierato le forze armate contro i 200mila partecipanti della “Marcia della classe lavoratrice” del 24 maggio u.s. a Brasilia, soffocando con inaudita violenza la protesta contro le riforme neoliberiste in discussione al Congresso e per la convocazione di elezioni presidenziali dirette. Una vera battaglia campale in cui sono rimaste ferite oltre 50 persone, tra cui un militante del MST, Clementino, che, ferito con un proiettile di gomma al volto, rischia di perdere la vista. E non solo: mentre l'esercito occupava le strade di Brasilia, la polizia militare del Pará commetteva l'ennesima strage contro i lavoratori rurali, assassinando 10 contadini. E quella di São Paulo portava avanti il progetto di pulizia sociale intrapreso dalla giunta del PSDB, espellendo, arrestando e aggredendo senza tetto  nel centro della città.

Ripudiando con forza la repressione dei manifestanti da parte delle forze armate, vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà nei confronti del Fronte Brasile Popolare e a tutti i movimenti sociali del Paese, unendo la nostra voce alla loro protesta contro le selvagge misure di austerità proposte dal governo, dalla riforma del lavoro (che riconosce valore di legge a un qualsiasi accordo stipulato dal datore di lavoro con i suoi dipendenti, vale a dire riconosce al datore di lavoro il diritto di imporre le proprie condizioni senza che alcuna legge possa impedirglielo) alla devastante riforma del sistema previdenziale, che propone l'innalzamento dell'età pensionabile (a 65 anni) e l'aumento degli anni di contribuzione continuativa (49 anni), in un Paese in cui più della metà della popolazione, lavorando nel settore informale, non potrà mai accumulare i contributi necessari.

Facciamo inoltre nostro il grido dei movimenti sociali brasiliani “Fora Temer”, chiedendo le dimissioni del presidente golpista, il quale, incastrato da una registrazione audio da cui emerge chiaramente il suo consenso al pagamento di alcune tangenti, è stato incriminato dal Tribunale Supremo Federale per i tre gravi reati di corruzione passiva, intralcio alla giustizia e associazione a delinquere.

Consapevoli che il campo golpista è pronto a voltare le spalle all'ormai impresentabile Temer per costruire un'alternativa valida che gli consenta di vincere le prossime elezioni, esprimiamo il nostro appoggio alla lotta dei movimenti sociali e della classe lavoratrice per sconfiggere i golpisti, sospendere tutte le misure legislative che si stanno adottando contro il popolo e arrivare a un governo di transizione che convochi le elezioni presidenziali nell’ottobre del 2017. E sosteniamo la loro richiesta per la convocazione, nel 2018, di un'Assemblea Costituente che realizzi una profonda riforma politico-elettorale ed elabori, attraverso riforme strutturali di medio e lungo periodo (come la riforma tributaria, la riforma dei mezzi di comunicazione, la riforma agraria e la riforma del potere giudiziario) un nuovo progetto di Paese.

Insieme al popolo brasiliano, gridiamo allora: Diretas Já; Contras as Reformas Neoliberais do Governo Golpista!

Amig@s Mst-Italia

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sabato 27 maggio 2017

"Islam e oscurantismo sono sinonimi" - Buonisti: aprite gli occhi finché potete....


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Ogni qual volta che in Occidente si affronta il problema dell'immigrazione dal mondo musulmano lo si fa quasi sempre mettendosi dalla parte dei migranti, tanto che neppure gli attentati terroristici di chiara matrice islamica, per esempio, riescono a far cambiare prospettiva agli osservatori cosiddetti "imparziali", o meglio "politicamente corretti" (anche detti "buonisti" o "buoni cattolici" ndr).
Siamo di fronte ad una “Intelligenza in pericolo di morte”, come sentenziava nell’omonimo volume Marcel De Corte, uno dei massimi filosofi tomisti di lingua francese del ‘900?
Pare che la stessa informazione vada a caccia ossessivamente di termini ricercati, soppesati, al fine di minimizzare la cause o ridurre a semplice routine con la quale convivere lo stesso scenario di una tragedia come quella di Manchester, che pure dovrebbe richiamare la mente a ben altre considerazioni.
Ha importanza, per esempio, sapere se il terrorista islamico, sia di prima, seconda o terza generazione? Ha importanza sapere se gli sfortunati genitori di costui siano in Europa da poco o anche loro appartengano ormai ad una generazione successiva? Se costoro vivano in una Banlieu o in lussuosi appartamenti? Se il giovin virgulto imprestato al terrorismo sia un disadattato sociale che ha abbandonato la scuola e non ha voglia di lavorare, oppure ha frequentato l’università o magari licei prestigiosi come il francese Averroè? Queste sono, a mio avviso, domande che tutt’al più possono risvegliare curiosità biografiche, etnologiche, o aiutare il sociologo o il criminologo ad avviare classificazioni e studi per descrivere l’ipotetico brodo di coltura che favorisce il diffondersi delle ideologie violente.
Ma nei confronti dell’islam credo che debbano essere fatti ulteriori passi in avanti e attraverso procedimenti che prediligano approfondimenti scevri da qualsiasi forma di piagnisteo o sentimentalismo buonisti. Che l’islam infatti sia una religione violenta è fuori discussione. E’ il suo atto di nascita a confessarlo, la sua carta di identità che la storia si è incaricata di conservare attraverso il tempo e che fino ad ora non è cambiata né sbiadita. E’ una religione innestata su di un’ideologia politica onnicomprensiva e totalizzante ancora ferma a Saqifa, la località situata a nordovest della moschea di Medina, dove i mussulmani si riunirono dopo la morte di Maometto per scegliere un nuovo capo della comunità.
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Una ideologia religiosa che per affermarsi e diffondersi non si è mai affidata alla ragione e alla libera adesione dei popoli confinanti, ma ha dovuto invece imporsi ed affidarsi alla guerra ed alla sottomissione, al pagamento dei tributi per i dhimmi, che le altre religioni minoritarie dovevano pagare al califfo per il quieto vivere. Non è questo del resto quello che facevano, ancora oggi, i cristiani in Iran o Iraq, prima che fossero costretti ad abbandonare quelle terre?
L’islam è una religione in lotta con sé stessa: sunniti contro sciiti. I seguaci dei califfi ben guidati, un sogno mai morto e che lo stesso Erdogan cerca di risvegliare in Turchia a costo di falsificare la storia turca, contro lo sciismo dei seguaci di Ali, il cugino di Maometto, la cui pretesa di far discendere il successore dal ramo della famiglia stessa del profeta provocò il primo scisma della storia islamica.
L’islam è una ideologia che rifiuta la razionalità ed il pensiero. E’ la religione che guarda con sospetto il sufismo e rifiuta la spiritualità. E’ la religione che ha messo al bando filosofi come Avicenna ed Averroè, la poesia, l’arte e la cultura, perché ha totale sfiducia nella ragione umana. Anzi la considera un pericolo, un peccato pronto a sovvertire il potere. Ieri come oggi. L’islam non ha fatto i conti con la sua storia, né con la possibile interpretazione dei versetti di un Libro, il Corano, dettato da un deus absconditus vendicativo e punitivo, increato e calato dall’alto e la cui acribeia spalmata su ogni versetto basta a salvamento. Finché questo non accadrà, il volto pietrificato dell’islam si presenterà sempre immutato nei secoli. 
Ma ora, quel che è peggio, è che sta coinvolgendo nel suo violento, eterno immobilismo il ventre molle dell’Occidente. Che fare?
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Come sempre ci viene incontro il realismo cristiano (quel sano realismo che proprio l’Occidente è chiamato a recuperare), in particolare quello di San Tommaso d’Aquino, che con la sua stupenda Summa teologica sapeva già anticipare i tempi e le sue problematiche, esaminando e traducendo col pensiero e la riflessione passi della Sacra Scrittura, che illustravano la vita del popolo di Israele a contatto con altri popoli. Con un grande senso pragmatico, Tommaso riconosceva che l’affetto per la propria patria cresce gradualmente e non improvvisamente, quindi “se fossero stati ammessi degli stranieri a trattare gli affari della nazione, sarebbero potuti sorgere molti pericoli… poiché gli stranieri non avendo ancora un amore ben consolidato per il bene pubblico avrebbero potuto attentare alla nazione” (leggi oggi: diritto al voto e alla partecipazione alla vita politica in modo indiscriminato). Tommaso poi, riflette e stigmatizza il modo saggio con il quale Israele escludeva come possibile fattore integrativo l’ostilità e l’avversione che Moabiti, Amaleciti e Ammoniti avevano sempre dimostrato contro il popolo ebraico “procedendo dunque con un certo ordine” nell’ammettere quegli stranieri che volevano entrare totalmente nella comunità di Israele. Non ha detto forse anche Bergoglio, in una recente intervista al settimanale cattolico francese La Croix, proprio in fatto di immigrazione, che non si possono spalancare le porte in modo irrazionale? Evviva Dio!!
Dunque è proprio alla sana razionalità, quella sana razionalità che ci è stata affidata anche da papa Benedetto XVI nel tanto bistrattato, ma realistico discorso tenuto a Ratisbona, che dobbiamo affidarci se vogliamo capire la grandezza dei tempi che ci aspettano, ma anche la loro possibile tragedia. Dobbiamo evitare, come suggerisce proprio il Papa Emerito nel suo libro “Il sale della terra”, di concepire tutte le religioni come poste sullo stesso piano. “L’essenza dell’islam non conosce affatto la separazione tra la sfera politica e quella religiosa….. l’islam pensa la realtà della vita e della società come assolutamente totalizzante, esso abbraccia tutto ed il suo ordinamento della vita è diverso dal nostro… esiste un chiaro assoggettamento della donna all’uomo, come anche un ordinamento del diritto penale e delle relazioni sociali molto rigido ed opposto ai nostri concetti di società. Deve esserci chiaro che (l’islam) non è una confessione come tante altre e non si inserisce nello spazio di libertà della società pluralistica”.
Non sono parole campate in aria questa di Benedetto XVI. Ma sono conclusioni che rispecchiano la storia dell’islam dalla sua nascita ai nostri giorni. Problemi simili esistono da millenni come ci ha edotti proprio il Dottore Angelico, parlandoci del popolo di Israele e dei suoi rapporti di vicinato. Pertanto il fatto di distingue tra diversi popoli e culture spesso non significa operare ingiuste discriminazioni o basarsi sull’odio per il diverso, ma piuttosto è il giusto metodo che tutti, a cominciare da coloro che hanno responsabilità di governo devono mettere in pratica, con capacità e saggezza, al fine di valutare attentamente la realtà in cui viviamo.
Giuseppe Bracchi – lazio.gb@libero.it 

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(Fonte: http://www.lacitta.eu/)

venerdì 26 maggio 2017

Morire di terrorismo "amico" (dei soliti noti)


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Armi ad Al Baghdadi, via re Salman
Che sia farina del suo sacco, o che sia il risultato del waterboarding che gli sta facendo lo Stato Profondo, sostenuto dalla “sinistra” cretina o complice, il viaggio del pupazzo col nido di un cuculo diarroico in testa parrebbe preludere a una svolta epocale. 350 miliardi di dollari in armi, nei prossimi anni a chi non sa usarli perché comanda un esercito di mercenari, regna su una massa di schiavi, metà dei quali in rivolta nell’Est del paese, sarebbero da usare contro il “terrorismo islamico” da parte di quella, Saudia e succedanei, che è la madre di tutti i terrorismi islamici. E’ come fornire al Dr.Jekill un ettolitro della pozione che lo trasforma in Mr.Hyde per agevolare le sue scorribande assassine in Siria, Iraq, Yemen, Libia e qua e là in Europa.

Il paradosso è talmente assurdo e scandaloso da darci tutt’intera la misura di cosa sia diventato, in termini di gioiosa auto-sodomizzazione, il sistema mediatico occidentale che tale paradosso affronta come se al Dr. Jekill fosse invece stato fornito il vaccino contro ogni trasformazione in mostro necrofago. Eppure cosa facciano i vaccini lo si sa bene. E lo sa bene Big Pharma che ha appena commissionato a Bernini una statua a Beatrice Lorenzin.

E, guarda caso, mentre The Donald si aggira tra sunniti decapitatori di donne, fomentando la grande alleanza di tutti i sunniti decapit tori di donne e di tutto ciò che di non sunnita gli capita sotto la mannaia, perché facciano il favore a Israele di togliergli dai piedi l’Iran scita che, come il resto degli sciti, il massimo del terrorismo l’ha praticato con i fuochi d’artificio di capodanno, ecco che a Manchester viene telefatto saltare per aria un ragazzo libico con bomba. 22 ragazzi morti e oltre cento feriti mentre stavano al concerto. Target centrato: concerti,.giovani incazzati con i vecchi, Corbyn (Manchester è laburista) e Brexit “con la quale Brexit sarebbe andato a ramengo il prezioso coordinamento europeo dell’intelligence per combattere terrorismo ed estremismi vari”. 

Effetto collaterale: un po’ di benzina sul sacro fuoco dello scontro di civiltà che ci arruola tutti, seppure al traino e in catene, nelle armate della civiltà superiore. Avete sentito? E’ ripartita la cantilena degli islamici tutti cattivi, da cui quei pochi buoni, se vogliono che non li affidiamo ai roghi salviniani, si decidano finalmente a prendere sincere distanze.

Quale è il collegamento? Beh, visto che al pupazzo giallo chiomato viene fatto proclamare che dobbiamo tutti quanti fare la guerra al terrorismo, a forza di decapitatori sunniti fuori e sorveglianza e militarizzazione totali dentro, sotto la guida di chi dall’11 settembre in qua ci fotte col terrorismo, con l’esempio Manchester ci si doveva dare una spintarella, no? Che vogliamo lasciare tutta l’incombenza ai tagliateste sunniti? Anche stavolta, come ogni volta, il terrorista era noto e seguito da Scotland Yard, Mi5 e Mi6, la più efficiente attrezzatura spionistica del mondo (oltreché, ovviamente, da Cia e Mossad), ma, a dispetto di smartphone connessi anche spenti alla Questura, delle telecamere che ci spiano perfino dai cartelloni pubblicitari e dai nostri frigoriferi (vedi “Report” di lunedì 22 maggio) e nonostante l’andirivieni di Salman Abedi tra Inghilterra e quell’oasi di pace e ordine che è la Libia, guarda un po’ la sfiga, proprio in quei giorni e momenti nessuno se ne curava. Tutti a festeggiare la rinnovata sinergia tra le democrazie d’Occidente e della penisola arabica per farla finita con quei regimi arabi, tirannici e terroristici, che si erano permessi di emancipare le donne, garantire istruzione sanità, scuola, casa e lavoro, avviarsi a un progresso davvero blasfemo. Inaccettabili dittature, dicono a Riad e al “manifesto”.

La rete. Di chi?
Dopodichè si rimedia alla figuraccia, che tanto aveva innervosito la regina al suo Garden Party, figuraccia aggravata dai servizi Usa e dal New York Times che ci fanno sapere di essere stati i primi a sapere tutto (noblesse oblige), rastrellando un po’ di presunti radicalizzati e stupefatti parenti. Così, almeno ex post, ci si rivela occhiutissimi e si può ringhiare dell’esistenza di una “rete”. E contro una rete che va fatto ? Ma è risaputo : si mettono in strada 5000 soldati. Funzione? Individuare tra le milionate che gli passano sotto il naso agli ingressi del metrò il losco figuro dallo sguardo torvo che sicuramente nello zainetto tiene 5 chili di tritolo con chiodi.

Tutto quello che vado scrivendo odora di stantìo, di deja vue, di già detto. Come se tutti quanti non sapessimo da almeno 16 anni, dall’11 settembre, attraverso Londra, Madrid, Parigi, Bruxelles, Bali, Amman, Monaco, Berlino, che quelli fanno rete. Magari differiamo un tantino su chi è che fa rete…

Mai una star
Invece la cosa da dire, a essere originali quanto il signor de Lapalisse, tanto che nessuno la dice per non sembrare banalotto, è una domanda. Ma visto che queste orrende forze del male, come le stampigliano Bush, Obama e ora Trump, proclamano incessantemente ai quattro venti che ci faranno fare la fine in quanto sacrilegio, perverso e infedele Occidente, com’è che se la prendono sempre e solo con coloro che dell’Occidente sono meramente le comparse, i figuranti, le plebi, la massa inerte, più spesso che no le vittime? Com’è che neanche in uno dei mille attentati hanno cercato di sfondare i glutei di un solo bonzo in posizione di qualche eminenza in Occidente? O uno dei meccanismi che lo fanno funzionare. Che so, una banca, l’insegna di una multinazionale, il cuoco di Obama, Lady Gaga che perverte animi e corpi, Hillary o la su estetista (oltretutto colpevole di inettitudine), Descalzi che intreccia danze con l’infame scita Rouhani, un capoufficio della Roche, un fattucchiere della Monsanto, qualcuno della Lockheed , quella degli F35, mentre beve mohjitos a Bahia, un broker di Wall Street che rifila derivati a poveri arabi….

Non è mai successo. Ah no, una volta è successo. Ad Amman, 9 novembre 2005, insieme ai soliti figuranti di una festa di nozze, saltarono in aria due delegazioni incontratesi in segreto nell’hotel Radisson. Ma quelli erano palestinesi e cinesi. E agli israeliani era stato detto di lasciare l’albergo il giorno prima.
Al sottostante link qualche immagine di Trump nel paese nostro alleato, dove ci si insegna come combattere il malvagi. Occhio se avete lo stomaco delicato. https://youtu.be/WZKpMVCrWsA Trump in visita dalla madre di tutti i terrorismi sunniti, decapitatori di donne innocenti, membri della triade Us-Israele-Saudia che esordì l’11 settembre e da allora punta alla soluzione finale.



mercoledì 24 maggio 2017

La guerra per il dominio del mondo non si combatte con le armi ma con l'emissione monetaria


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La tecnica di occupazione con cui gli usurai prendono possesso delle nazioni si distingue per l'efficacia in confronto con le vecchie conquiste ed occupazioni militari.

Mentre con queste ultime si infliggevano danni corporali sia ai componenti delle forze belligeranti che alla società civile, con la tecnica di occupazione utilizzata dall'usura coloro che dovrebbero opporsi per difendere il loro Paese vengono avvicinati uno ad uno e gratificati con copiose elargizioni di quel denaro che agli usurai non costa nulla, perché da loro stampato all'infinito e creato allo scoperto.

Ma la strategia raggiunge straordinari livelli di efficienza quando i corrotti beneficiati dalle elargizioni dell'usura si fidelizzano facendo proprie e con entusiasmo le ragioni e le imposizioni dell'usura, pubblicizzandole e difendendole, al punto da essere onnipresenti nei media per sostenerne la bontà, rimanendo poi per tutta la loro miserabile vita a disposizione per ubbidire ciecamente ai loro corruttori.

La guerra portata nel nostro Paese dall'usura, grazie al controllo del denaro e all'erogazione discrezionale del credito, ha già desertificato interi quartieri, facendo chiudere migliaia di negozi, ha fatto fallire migliaia di aziende produttive gettando sul lastrico milioni di lavoratori, ha distrutto il ciclo riproduttivo dei giovani negando loro il lavoro e la possibilità di avere una famiglia, ha lasciato sul suolo italiano centinaia di cittadini e di geniali imprenditori, indotti a darsi la morte per mancanza di credito e di futuro.

La cessione, illecita e senza legittimazione democratica, della sovranità monetaria è stata la ferita più feroce inflitta al nostro Paese ed i traditori che l’ hanno compiuta non sono stati linciati per il diaframma cognitivo da loro eretto tra il popolo e contorti patti dell’ Europa della bce, nonché per la mal riposta fiducia degli italiani che, nonostante tutto, mai avrebbero creduto che i loro stessi uomini politici, eletti, riveriti e ben pagati, congiurassero per la loro rovina.

L'EURO E' UN'ARMA STRATEGICA INVENTATA DAGLI USURAI, FINALIZZATA ALL'OCCUPAZIONE E ALLA DISTRUZIONE DELLA SOCIETA' CIVILE, ALLA RIDUZIONE IN MISERIA E ALLA SUDDITANZA DEGLI INGENUI E SPROVVEDUTI POPOLI CHE L' ADOTTANO.

Francesco Miglino


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Integrazione di Claudio Quaranta:

"La comprensione delle cause e la conseguente dinamica degli eventi ai quali assistiamo e che quotidianamente viviamo deve indurci ad una sola conclusione.
Tutti gli uomini consapevoli ed intellettualmente onesti d'Italia devono allearsi dando vita ad una grande Federazione : una grande Forza Nazionale di Riappropriazione.

1) Riappropriazione esclusiva del Territorio Nazionale.
2) Riappropriazione della dignità e del benessere con una Moneta Pubblica emessa da una Banca Pubblica.
3) Riappropriazione della nostra identità giuridica, culturale e di genere.
4) Riappropriazione ed attuazione della Costituzione Italiana integrata con il punto 2.

Questa è l'unica battaglia per il Bene Comune che si può e si deve combattere. Ciascuno con la propria identità ma con la condivisione di questi obiettivi, raggiunti i quali, ognuno potrà arricchire gli altri di nuove suggestioni. Il percorso è già avviato e nessuno potrà fermarlo perché le coscienze sono in risveglio e le vibrazioni si stanno elevando! (Claudio Quaranta)"

 

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Articolo collegato: 

http://www.terranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Economia-ecologica-signoraggio-debito-pubblico-tasse

martedì 23 maggio 2017

Un reddito minimo va garantito ai disabili, agli abili va garantito un lavoro minimo



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La confusione è lungi dal diradarsi

Un reddito minimo va garantito ai disabili, come del resto già avviene. Agli abili va garantito un lavoro minimo. Anche per ottener questo, nulla di meglio che rendere democratico (pur con settant'anni di ritardo) il Pubblico Impiego: con l'introduzione del tempo determinato in ogni sua assegnazione, così da aprir pure, finalmente, il Potere Amministrativo e Giudiziario ad una partecipazione preparata, ampia ed interessata a far ben funzionare la società. Al contrario dei carrieristi pubblici, che spacciano per professionalità il loro professionismo: l'attaccamento ad un posto fisso che invece appartiene al popolo italiano e per questo al popolo deve periodicamente tornare.

Che professionalità possono avere i carrieristi pubblici?! Si sono impossessati a vita del Potere Amministrativo e Giudiziario, non essendo nemmeno in grado di capire e stabilire che quel ch'è Pubblico va assolutamente condiviso, partecipato, altrimenti perde il suo stesso carattere di Pubblico. Possono costoro definirsi professionali?!

Si tratta solo di professionisti: gente così attaccata al potere della loro casta che da settant'anni contraddicono in continuazione la nostra santa Costituzione. Se un Paese ha scelto la democrazia dicendo addio alla tirannide, come si può mantenervi il Potere Amministrativo e Giudiziario nelle mani di sempre gli stessi individui per tutta la loro vita?! Come si può accettare che il Pubblico Impiego abbia ancora quel disegno datogli dal duce e dal re ai tempi della dittatura e tirannide conclamate?!

Questa gente non dovrebbe soltanto vergognarsi per quel che ha fatto: per averci nascosto che la democrazia si basa tutta sul mandato temporaneo in un incarico pubblico, sia esso visto come un lavoro o come un ruolo di governo. E' il mandato temporaneo, l'incarico pro tempore, a fondare la democrazia. Il voto non è che una conseguenza.

Se a non saper cosa sia democrazia è un uomo comune è cosa assolutamente perdonabile. Ma che milioni di carrieristi, di professionisti, di strapagati esperti, professori, ricercatori, scienziati, non abbiano fatto altro che confonderci le idee, in tutti questi decenni, non è solo colpa grave ma un vero e proprio crimine contro l'umanità. L'intera nostra esistenza è stata inficiata dal voluto disordine intellettivo. Un esempio per tutti. Lo stesso continuo riversare il peso della distribuzione e garanzia del reddito sul settore privato piuttosto che su quello pubblico (luogo corretto ed elettivo per condividere ed includere) la dice lunga sulla distanza della vita che abbiamo vissuto ed ancora ci tocca vivere da quella che invece ci spettava. Adesso è tardi per rimediare ai danni del passato ma che almeno ora la verità venga fuori.

Perché chi ha sbagliato deve pagare. I carrieristi pubblici devono restituire al popolo impieghi, poteri e redditi senza manco fiatare. Civilmente, legalmente, pacificamente, il sottoscritto si adoprerà, come nei trascorsi vent'anni, finché campa, a denunciare l'evidente abominio di uno Stato il cui solo Potere Legislativo è democratico, concesso rigorosamente pro tempore, mentre il Potere Amministrativo e Giudiziario sono ancora nelle mani di una casta originatasi ai tempi del fascismo.


Danilo D'Antonio
Monti della Laga
0039 339 5014947


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Civilmente, legalmente, pacificamente, rendiamo democratico l'intero Pianeta!

Tanto per parlare, mi trovo al 20° giorno di digiuno per ottenere uno Stato democratico. Voi continuate pure a badare ai fatterelli vostri, a curarvi di problemi che nascono dalla mala pianta della tirannide. Da parte mia preferisco affrontarla la tirannide, perché solo dissolvendola non si avranno più problemi di sorta. Voi continuate a far finta di nulla, a fischiettare indomiti. Da parte mia faccio quel che devo, quel che sento di dover fare. Perché di notte voglio dormir certo d'aver fatto il possibile.

E quando giungerà la mia ora desidero poter salutare questa vita non con il tipico sguardo dell'idiota bensì fiero d'aver scoperto il Big Bug delle moderne società.


STATO DEMOCRATICO: APERTO E PARTECIPATO
http://stato-democratico.tk/

lunedì 22 maggio 2017

Vaccini dell’obbligo e delitto di negazionismo farmaceutico


Militarizzazione farmaceutica della società
Siamo all’eugenetica da far invidia a Mengele, a Malthus e agli Usa dei grandi esperimenti eugenetici (tossicità sperimentate sulla folla, sui detenuti, su volontari inconsapevoli, su popolazioni colonizzate). Con la legge sul fine-vita hanno dovuto mollare il controllo sulla nostra morte, ora si sono presi il controllo sui corpi dei nostri figli. E QUI NON E’ IN DISCUSSIONE SE I VACCINI FACCIANO BENE O FACCIANO MALE. Probabilmente dipende.
E’ in ballo un principio assoluto di civiltà e di integrità sanitaria: il principio di precauzione. Con diversità di valutazione anche in campo scientifico, ogni dogma è abuso. E’ in discussione la sovranità sul proprio corpo e gli ultimi a potersene appropriare sono i farmaceutici e i loro commessi viaggiatori ministeriali, con la storia criminale che hanno alle spalle.
Si ammanta di “scienza” una che ha la maturità classica, ma decide, senza discussione parlamentare e consultazione popolare, di omaggiare i farmaceutici passando da 4 a 12 vaccini obbligatori. In 15 paesi europei, quelli detti più progrediti, civili, democratici, non esiste obbligo di vaccinazione. E quelli che predicano l’accoglienza a milioni di immigrati, mai vaccinati, cosa fanno: un altro megaregalo a Big Pharma con la vaccinazione forzata di 5 milioni di immigrati?
Ogni libero arbitrio, ogni diritto di libera espressione, ogni scelta alternativa sono diventati delitti di negazionismo. Dove il pensiero diverso è negazionismo siamo all’ultra-nazismo, alla Chiesa di Torquemada e dei roghi. Museruola per tutto e per tutti.
Fulvio Grimaldi – www.fulviogrimaldicontroblog.info
LIBERO ARBITRIO, DIRITTO A OGNI NEGAZIONISMO, SOVRANITA’ POPOLARE E INDIVIDUALE
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Articolo in sintonia:

domenica 21 maggio 2017

Il satori è aldilà del ragionamento speculativo


Ci sono  dei momenti nella nostra esistenza in cui possiamo sperimentare "la perdita della ragione". Non nel senso dell'uscita di senno ma significando l’entrata in una condizione “psichica” in cui non è più possibile giudicare quel che è giusto e quel che è sbagliato. Uno stato di vuoto in cui l’osservatore interno osserva le potenzialità del momento sostituendo il giudizio con la testimonianza.

E lì finisce ogni affermare o negare, ogni vincere od essere sconfitti. So che quel momento glorioso in cui trionfa “l’attimo presente” è lo stato della vera nascita e della vera beatitudine. Eppure questa “condizione” si manifesta (e per me avvenne drammaticamente) come un ingrippamento del motore funzionale della mente. Un vuoto che sopraggiunge di fronte all’imponderabile ed all’inaffrontabile. Sapete la storiella zen che racconta il “satori”? Un giorno un viandante si trovò dinnanzi ad una tigre affamata.

Cercando di sfuggire alle sue fauci aperte ed ai suoi unghioni appuntiti si rifugiò su un precipizio, aggrappandosi ad una radice sporgente nel vuoto. La tigre si aggirava sopra di lui rabbiosa allorché l’uomo si accorse che anche sotto di lui, alla base del crepaccio, c’era un’altra tigre che lo spiava famelica. Proprio in quel momento la radice alla quale era avvinghiato prese a staccarsi dalla roccia, si vide perduto, non poteva risalire né scendere, nel mentre il suo sguardo si posò su una fragolina selvatica matura che pendeva invitante davanti ai suoi occhi, la colse.. Com’era buona….

Successe più o meno così pure a me, mi sentivo oppresso ed aggredito a destra e sinistra, il destino aveva deciso di farmi apprendere questa lezione. Che fare? Rispondendo alle provocazioni, con la violenza o la capziosità, avrei perso la mia equanimità di giudizio e sarei precipitato nella finzione speculativa (e satana è questo che vuole per attiraci nella sua trappola). Non avevo speranze.. e quando smisi di preoccuparmi, sentii che non importava assolutamente nulla ottenere un risultato logico e soddisfacente, lasciai andare ed abbandonai la frustrazione e la potenza, la vendetta e l’umiliazione, la giustizia e l’ingiustizia, il bene ed il male…. Insomma rinunciai, anzi “dimenticai”, ogni azione-reazione.  

Questo lo chiamo “perdere la ragione”.


Ma attenzione, questa condizione di Vuoto, strettamente parlando, non si risolve in un “momento”, anche se la comprensione avviene in un “flash”, dovrà trasformarsi in uno stato, quell’essere in perfetto bilico, in cui non c’è che il sorridere ed il piangere insieme.

Come dice Capra, il fisico: “..analogamente al Vuoto dei mistici, il “vuoto fisico” -così chiamato nella teoria dei campi quantici- non è uno stato di semplice “non-essere” ma contiene in sé la potenzialità di tutte le forme. Queste forme non sono entità indipendenti ma sono manifestazioni transitorie del vuoto, che sempre soggiace ad esse. Il vuoto è “vuoto vivente”, pulsione creativa e distruttiva”.

Ed è proprio in questo stato “aldilà del ragionamento” che è veramente possibile godere in pieno della vita, nella sua interezza, è uno stato di perenne “comprensione” in cui è impossibile perdere, si vive momento per momento, con chiarezza, intelligenza, creatività. E’ un vivere nell’ignoto!

Paolo D’Arpini



sabato 20 maggio 2017

Macelleria umana - Espianto/trapianto di organi... la barbarie delle scienze al servizio del mercato

In questo nostro tempo vertiginosamente mutante gli aggiornamenti ci fanno capire come sta cambiando la stessa natura dell'uomo sotto la pressione di leggi infami. Già ben più di un secolo fa Nietzsche diceva che stava sopraggiungendo un secolo di barbarie e che le scienze si sarebbero messe al suo servizio.

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DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento) Senato DDL 2801 è ora in corso di esame al Senato in commissione. Il provvedimento è passato alla Camera il 20 aprile 2017 con 326 voti favorevoli, 37 contrari, 4 astenuti e tante assenze tra le opposizioni. Il testo alla Camera sostenuto dall'asse PD, Movimento 5 Stelle e dagli esponenti dei partiti di sinistra ma contrastato da Lega, Fratelli d'Italia, UDC e Forza Italia (che ha lasciato libertà di coscienza) genera forzature, ambiguità e rischio di contenzioso. Al testo noto è stato aggiunto un articolo che introduce il divieto di “ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e il ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati” e ciò dà al medico un totale arbitrio come è avvenuto nell'imposizione della c.d. “morte cerebrale”. Nessuno dei parlamentari ha preso in considerazione il diritto di opposizione alla "morte cerebrale" a cuore battente, dimostrando che non di “scelta” si tratta, ma di induzione alla morte. Sono dei falsari.
 
DONAZIONE PRESUNTA Senato DDL 2751 “Modifiche alla disciplina relativa alla donazione di organi e tessuti” della L. 91/99 presentato il 16/03/2017 da Alternativa Popolare (ex NCD) che fa capo ad Alfano, Lorenzin, Costa, Formigoni, Lupi, Cicchito... Primo firmatario Marcello Gualdani propone l'abrogazione del c. 2. e parte del c.4. b) dell'articolo 4 della L. 91/99. Detto comma 2. considera non donatore chi non ha ricevuto la notifica dall'ASL di richiesta di manifestazione della propria volontà secondo il decreto del Ministro della Sanità di cui all'art. 5 (mai emesso: quindi a rigori al presente siamo tutti non donatori). Tale abrogazione renderebbe donatori tutti coloro che non hanno espresso alcuna volontà, salvo che si presenti una dichiarazione autografa di opposizione entro i tempi di accertamento della cosiddetta "morte cerebrale" (6 ore). Inoltre introdurrebbe la dichiarazione di volontà con modalità telematiche agganciandosi al Decreto fasullo e temporaneo 8 Aprile 2000 della Bindi, che non ha nulla a che vedere col Decreto attuativo previsto all'art. 5 della legge che va sotto il nome di Silenzio-Assenso.

LEGGE 11 dicembre 2016 n. 236 Modifiche al codice penale e alla L. 91/99 in materia di traffico di organi prelevati da persone viventi: è stato inserito nel Codice penale l'art. 601-bis che punisce il reato. La cosa apparentemente è positiva ma nasconde il crimine istituzionale che legalmente rovina persone sane con l'asportazione di reni, parti di fegato, di polmone, di pancreas, di intestino ecc. Cioè condannano l'illegalità non il crimine in sé. Tale legge estende l'associazione per delinquere anche al traffico d'organi da c.d. morto cerebrale definendolo illecitamente cadavere.
 
ESPIANTO A "CUORE NON BATTENTE" continua la subdola ed illegale campagna detta dai manipolatori "prelievo a cuore fermo" (ndr ma cervello vivo) che coinvolge già alcuni ospedali per aumentare il numero di organi disponibili (vedi nostro Comunicato del 17 settembre 2015).
Il 22 febbraio 2017 la stampa ha enfaticamente annunciato il primo trapianto multiorgano con prelievo "a cuore fermo" a Varese, stranamente il 30 aprile 2017 tornano ad enfatizzare il primo prelievo multiorgano a cuore fermo al Centro di Careggi: quanti primi prelievi multiorgano ci sono?
Ricordiamo invece che il prelievo illegale a cuore fermo (NHBD - Non Heart Beating Donor) e cervello vivo è partito a livello sperimentale da Pavia nel 2008 coinvolgendo come progetto pilota Cagliari, Pisa e Treviso e poi dal settembre 2010 è partito il protocollo dell'ospedale S.Camillo di Roma con il prosieguo più recente dell'ospedale di Varese, di Lecco e di Careggi e chissà quanti altri non segnalati o a noi sfuggiti.
A rigori andrebbe denunciato ogni ospedale che pratica questi espianti fuori legge: valanga di illegalità! Molti medici illustri di altri Paesi hanno espresso pubblica condanna e chiesto moratoria.
 
Come vedete il lavoro di aggiornamento e di informazione prosegue, ma urge sostenerlo economicamente, per cui vi chiediamo di invitare i vostri amici ad iscriversi o a dare un libero contributo, grazie.
 
Nerina Negrello
Presidente

 
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venerdì 19 maggio 2017

L'impero più corto - Dedicato ai nostalgici di un passato regime...


L’Impero più corto della storia che ci ricorda il film “Re per una notte” formato non da un popolo sovrano, ma da Gerarchi i cui discendenti sono ancora presenti senza capacità e con lingue biforcute nel distruggere il nostro Paese per personali interessi.

Un po’ di storia di un recente passato da dimenticare. A Roma nel quartiere EUR programmato all’epoca Fascista per lo sviluppo della nuova città di Roma, nell’anno 1937 iniziarono i lavori per la costruzione di un edificio che doveva rappresentare Roma capitale dell’Impero nell’Esposizione Universale “EXPO del 1942” e con l’occasione festeggiare contemporaneamente i venti anni del Regime Gerarchico Social Fascista Comunista Vaticanista.  

Sulla facciata principale della costruzione denominata il Palazzo della Civiltà, ancor oggi si possono leggere frasi che allora descrivevano i meriti virtuali dagli ideali individuali di un Popolo ancora da formare, nel difficile compito di unire gli Italiani:
UN POPOLO DI POETI DI ARTISTI DI EROI
DI SANTI DI PENSATORI DI SCIENZIATI
DI NAVIGATORI DI TRASMIGRATORI

Per fortuna non c’era più spazio altrimenti avrebbero continuato a imprimere aggettivi di grazia per nascondere una realtà molto diversa, formulata sulle Ingiustizie e la Mafia Istituzionalizzata, che divennero capisaldi tradizionali del Potere che si tramandarono sino ai nostri giorni.

Il titolo di Impero Italico ebbe una durata molto limitata dal 1936 sino al 1945, nove anni scarsi sino alla fine della seconda guerra mondiale che si conclusero con la perdita di tutte le nostre conquiste di espansione in Africa Settentrionale con la Libia, Cirenaica, Tripolitania, e l’Africa Orientale con l’ Etiopia, Somalia, Eritrea, il rimborso dei danni di guerra, oltre a cedere alcune aree dei territori Nazionali: Nizza e Savoia, Rodi, Dodecaneso, Istria, Dalmazia, Albania, Anatolia e relative Isole.

Territori
Nome
Area (km²)
Note
1
Italia metropolitana
309.100

2
1.873.800
compresa laStriscia di Aozou
3
1.749.600
comprese le Isole Hanish
4
28.750

5
2.690

6
0,5

Totale

3.963.940,5


Per il nostro paese la seconda guerra mondiale fu un grave errore di calcolo, che ci degradò da un Impero allargato a quattro milioni di chilometri quadrati quasi 13 volte l’Italia, ridotta ad un calvario con nemici e milioni morti su parecchi fronti. Dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia contro l’asse formato da Inglesi e Francesi il 10 Giugno del 1940 e più tardi nel Dicembre del 1941 contro gli Americani con previsioni di una guerra lampo che invece si protrasse per ben 6 anni, con gravi perdite di vite umane e tante sofferenze per il nostro Paese, con sconfitte su tutti i fronti, iniziando dall’Africa Occidentale, l’Africa Orientale, in Grecia, in Russia, per finire di dover combattere in casa contro milizie armate distaccate, Fascisti, Partigiani, Bande armate, Delinquenti, dove i nostri maggiori nemici furono interni con tradimenti che ci portarono alla continuazione di una guerra interna fra concittadini che avevano cambiato padrone, oltre a combattere contro i nostri alleati Tedeschi divenuti nostri nemici in seguito al tradimento, dopo che ci aiutarono fraternamente durante i lunghi anni di sanzioni imposte all’Italia dalla Società delle Nazioni oggi ONU.

Non intendo riscrivere la vera storia d’Italia, ne hanno scritte già tante tutte limate secondo gli interessi del momento, ma non dimentichiamo che non vi sono guerre pulite o guerre sporche, in guerra tutto è lecito pur di vincere, nonostante i regolamenti internazionali che invitano al rispetto del nemico, dei prigionieri, dei civili e dei mascalzoni, tutte anime di Dio.

Il Generale Badoglio in Africa Orientale faceva sparare anche alle mosche, mentre gli Americani per concludere la seconda guerra mondiale, gettarono due bombe nucleari su due città Giapponesi, dopodiché ottennero la resa incondizionata.

Per nostra grande soddisfazione a guerra finita, i nostri nemici ci portarono via tutto ad eccezione del Vaticano, uno stato indipendente dentro allo Stato, il quale non perse l’occasione di formare un proprio Governo in Italia, con l’aiuto di mercenari del soldo che si prestarono alla formazione di un Partito Nazionale della Democrazia Cristiana ed altri Partiti secondari quali Comunione e Liberazione per il controllo totale del Paese nel raggiungimento dei personali interessi.

Molti fra quelli che fingono di non ricordare, gioirono di grandi favori e benefici economici che determinarono i personali anni felici di una manciata di individui impuniti i quali sbandieravano il fittizio bum Italiano. Mi duole confermare che l’Italia non beneficiò di nessun bum. Soltanto furbizie per far apparire operazioni e programmi per dimostrare acute capacità di Statalismo da bottega di cui le conseguenze furono abilmente nascoste e rinviate nel tempo.

Il nostro bum di scandali, imbrogli e corruzione, vissuti per 70 anni dalle Politiche di servilismo e ingiustizie in nome di Dio, accompagnati dalla censura e dalla disinformazione, ce li ritroviamo tutti oggi con un debito pubblico di 2 mila miliardi e 184 milioni di Euro  al Febbraio 2015, i quali paragonati ai valori della lira di allora ci vorrebbero calcolatrici speciali per trascrivere la cifra di debito pubblico in 4 milioni e mezzo di miliardi di lire, da aggiungere al debito delle Industrie e delle famiglie, per un totale preventivato in 10 milioni di miliardi di lire, paragonabile al costo di un tappeto dorato che ricoprirebbe la circonferenza del Pianeta col bum bum.

Come possiamo notare allo specchio della situazione attuale, la nostra civiltà si è degradata attraverso un processo dominante di Corsari dall’occhio bendato con tanta cattiveria e ignoranza, dove il Potere per privilegiare i Partiti Politici hanno seminando tante sofferenze, disoccupazione, suicidi e gravi atti di pirateria interna, con quattro colpi di Stato consecutivi, senza alcuna opposizione da parte del Parlamento e l’appoggio esterno di dieci disinformati, l’ultimo dei quali rappresentato da un certo Renzi il Presidente, appoggiato da Garantisti e firmatari fuori Legge i quali scavalcando gli Organi di controllo della Repubblica, si sono imposti con Decreti Legge e raffinate furberie nel porre la fiducia ad un Governo illegale con la minaccia di sciogliere le camere e mandare tutti a casa, in un momento di alti privilegi per gli Onorevoli di qualsiasi colore e livello.

Quale sarà la fine di questa Repubblica delle banane, così come viene definita in Patria e all’estero, nelle mani di disfattisti che si alternano al comando del Paese?

La presente morale rilevata da un breve passaggio della nostra storia che si ripete all’infinito, con galli e galletti marchiati di Monarchia, Fascismo, Socialismo, Democrazia, Comunismo, Liberismo, Repubblicani, Sbruffoni e Cascamorti, tutti affetti dalla medesima patologia dove uno o dieci al comando del Paese decidono secondo i personali interessi, mentre milioni di persone soffrono o muoiono generando profitti supplementari per gli avvoltoi.

Il Paese necessita di una rivoluzione del pensiero tradizionale seguendo un processo civile di equità e dei diritti all’esistenza con dignità di tutti i cittadini come una unica famiglia, e per arrivare a ciò sarebbe più giusto impiccare uno o dieci bulli e salvare il Paese con i milioni di malcapitati in continua sofferenza.

Per la salvezza del nostro Paese attualmente immerso in acque buie e profonde, richiede lo sviluppo di un nuovo pensiero imperniato sulla costituzione di una nuova Politica Referendaria, con principi sociali fondati sulla cooperazione di tutti i cittadini nel rispetto della Costituzione, attualmente offesa su diversi articoli vitali che generano forti ritorsioni all’Economia con danni superiori ai Black Blocs, ritardano la ripresa.



Anthony Ceresa