mercoledì 28 settembre 2022

Guerra alla Russia, o all’Europa? - GASDOTTI DEL BALTICO SALTATI

 


Mio intervento a “Mosaico”, di Visione TV, sull’attentato terroristico contro i gasdotti Nord Stream 1 e 2, che realizza la promessa di Biden, imbeccato dai poteri che lo teleguidano, fatta al cancelliere Scholz nella sua visita a Washington: “Se la Russia invade… l’Ucraina, allora non ci sarà più un Nord Stream… Noi saremo in grado di farlo” - https://www.youtube.com/watch?v=RFApLyjRV7g

Se non ci fosse la logica del cui prodest, a chi conviene, la definitiva rottura dei rifornimenti energetici russi a Germania ed Europa, tutta la storia del terrorismo, di esclusiva paternità dei manovratori occidentali e dei loro mercenari, via via islamisti, nazisti, fascisti, colorati vari, basterebbe questa minaccia del presidente USA per sapere chi abbia collocato gli esplosivi nel Baltico per far saltare i gasdotti.

Il sabotaggio di quanto molti parlamentari europei e forze politiche tedesche ed europee volevano ripristinato come mezzo indispensabile e vitale per evitare al nostro continente una catastrofe economica e sociale di proporzioni mai viste, coincide con il molto pubblicizzato avvio di modeste forniture di gas dalla Norvegia, attraverso Danimarca e Baltico, alla Polonia. E il capitolo forse terminale di una pressione e di un ricatto implacabilmente imposti alla Germania della Merkel dai tempi di Bush e Obama e arrivati al parossismo con Biden e il tentativo definitivo di staccare l’Europa dal resto del continente eurasiatico, sua naturale proiezione. Europa da indebolire e impoverire in quanto competitrice sui mercati mondiali, e consolidarne la totale dipendenza politica, nel caso energetica, dagli Stati Uniti.

L’alluvione di menzogne, ridicole fino all’infantilismo, che cercano in questi giorni di occultare la realtà incontrovertibile di una libera scelta dei popoli russi del Donbass di ricongiungersi alla madrepatria, cianciando all’unanimità di “referendum farsa”, di voto sotto i fucili puntati, è uguale e speculare al tentativo di attribuire ai russi l’iniziativa di far saltare le proprie infrastrutture nel Baltico.

Si tratta, insieme ad altre manovre di distrazioni di massa, di sottrarre al voto quasi unanime degli abitanti delle repubbliche popolari di Luhansk e di Donetsk, come di altri territori russofoni, l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale. Anche perché a questa, a dispetto di manipolazioni e bufale, non può sfuggire l’ennesimo dato logico. L’evidenza discende dal solito cui prodest per cui una popolazione che ha rifiutato il colpo di Stato USA del 2014 a Kiev e, soffrendo perdite e danni inenarrabili, ha resistito poi per oltre otto anni agli assalti sanguinari di forze terroristiche dichiaratamente naziste, sotto guida, armamento e addestramento NATO, oggi vota massicciamente contro golpismo, nazismo, NATO e per ricongiungersi allo Stato che queste popolazioni difende.

Va notato come la criminalità bellica occidentale si stia muovendo su una moltiplicazione dei fronti, nella perenne strategia dell’assedio alla Russia. Insieme alla guerra ai gasdotti russi, si accentuano le pressioni attorno ad altri suoi confini, a partire dalla nuova guerra d’aggressione turco-statunitense dell’Azerbaijan all’Armenia e a proseguire con l’ennesima rivoluzione colorata contro il governo iraniano. Si inserisce in questo contesto anche il rinnovato tentativo di mobilitare gli ex-fiduciari etiopici della provincia secessionista del Tigray, già al governo ad Addis Abeba e infeudati agli USA, contro il nuovo governo etiopico di Abiy Ahmed e contro i suoi alleati eritrei (l’Eritrea è stata uno dei cinque paesi dell’ONU che hanno votato contro le sanzioni alla Russia. E Tedros Gebrejesus, capo dell'OMS finanziato da Bill Gates, era ministro nel regime filo-USA dei Tigrini e oggi fa lobbismo contro il governo indipendente di Addis Abeba).

Particolarmente spettacolare per una disinformazione al limite del grottesco, l’episodio iraniano che succede all’entrata dell’Iran nello SCO, il patto di Shanghai per la cooperazione tra paesi asiatici, e ai suoi recenti accordi di collaborazione anche militare con la Russia.

Nell’occasione gli USA sono tornati a impiegare, accanto alle fantasmagorie propagandistiche dei media assoldati sulle inevitabili atrocità repressive del “regime”, le milizie armate della minoranza curda, sostenute dai collaborazionisti del Kurdistan iracheno, e il terrorismo stragista dei Mujaheddin – e – Khalk, Mujaheddin del Popolo. Una formazione mantenuta in vita finanziariamente e armata da NED e CIA, già ospitata in Iraq e ora trasferita da Washington in Albania, diretta da Maryam Rajawi, Dall’inizio della rivoluzione del 1979, opera in Iran, in congiunzione con il Mossad, con attentati contro civili, assassinii di scienziati iraniani, sabotaggi economici.

Naturalmente, citando i numeri di morti e feriti attribuiti alla repressione, i nostri media si scordano di menzionare queste presenze armate, come anche dei milioni di manifestanti che in questi giorni si sono espressi a sostegno del governo a Tehran, Ishfahan, Shiraz e altre città persiane.

Noi, invece, quando sentiamo di uccisioni di giovani donne a Tehran, ci ricordiamo benissimo di Neda Soltan, giovane iraniana “uccisa dalla polizia a Tehran il 20 giugno del 2009, durante la cosiddetta “rivoluzione verde” contro la rielezione di Ahmadinejad, il migliore e più laico presidente mai eletto nell’Iran dalla rivoluzione islamica. Era la prima delle tre rivoluzioni colorate con cui Washington e George Soros sono andati a sbattere contro un paese che, ci piaccia o no, piaccia o no ai nostalgici dello Shah, è saldo sul sostegno del proprio popolo.

Di Neda fu detto che era stata colpita da fucilate di una forza paramilitare filogovernativa. Ma saltò fuori un video in cui si vedevano i compagni di Neda, un medico e il compagno, versare del sangue sul viso della ragazza, che poi, guardato in giro, strabuzzava gli occhi e “moriva”.

Mesi dopo una giovane dagli stessi connotati fisionomici, stesse misure anatomiche e stesso nome nello stesso passaporto, riapparve a Monaco di Baviera. Immagine e notizia sconvenientemente sfuggita ai controlli. E’ la stampa in Occidente, bellezza.

Fulvio Grimaldi



 


Democrazia rappresentativa a fine corsa...

 


Trovo superficiale considerare coloro che non hanno votato un branco di irresponsabili che non hanno alcun diritto di lamentarsi. La verità è che è in crisi la democrazia rappresentativa. Ed il motivo è semplice. Sempre più persone non si sentono rappresentate. Molti ritengono votare un esercizio inutile. Molti ritengono che spesso le decisioni siano prese al di fuori del Parlamento. Molti vedono le oscene ingerenze internazionali e si indignano della mancanza di indignazione da parte dei politici, i primi ad accettare squallidi commissariamenti.

Il voto è un diritto, è vero. Lo è anche sentirsi rappresentati dopo aver votato. Quante volte i partiti hanno privato i cittadini di tale diritto? Oggi ci sarebbero tutti gli strumenti per consentire ai cittadini di prendere, davvero, scelte che riguardano la loro vita. Ma guardate la realtà. Referendum cancellati, firme digitali ostacolate, pubblica opinione del tutto ignorata (la stragrande maggioranza degli italiani non vuole inviare armi in Ucraina ma il governo tira dritto), voti online per consentire ai fuori sede di votare non considerati.
Siamo la Repubblica della “matita copiativa” che elegge un Parlamento in parte delegittimato dall'astensionismo. Un astensionismo che è ormai esso stesso non-voto di protesta. Chi non lo comprende è il peggior antidemocratico del Paese. Mi sono andato a vedere l'affluenza alle elezioni politiche degli ultimi 35. Fatta eccezione per le politiche del 2006 l'astensionismo è sempre aumentato. Ovviamente il dato più tragico (sì, è una tragedia) riguarda queste ultime elezioni. Inoltre si vota meno dove vi sono maggiori disagi economici e sociali. Dove c'è più povertà c'è anche meno speranza che le cose possan cambiare.
I politici, tutti, dovrebbero farsi un esame di coscienza. I politicanti che pensano che la politica sia una professione ed i loro seggi un posto di lavoro da difendere e non un posto dal quale difendere l'interesse generale, dovrebbero farsi un esame di coscienza. I politici che hanno detto negli ultimi anni tutto ed il contrario di tutto subendo pressioni internazionali o magari guardando ai sondaggi (da democrazia a “sondaggiocrazia”) dovrebbero farsi un esame di coscienza. Oggi che la tecnologia lo consente la democrazia o è diretta o non è democrazia. Questo è il punto.
ELEZIONI POLITICHE 1987 affluenza 88,6%
ELEZIONI POLITICHE 1992 affluenza 87,07% (- 1,53%)
ELEZIONI POLITICHE 1994 affluenza 86,07% (- 1%)
ELEZIONI POLITICHE 1996 affluenza 82,54% (- 3,53%)
ELEZIONI POLITICHE 2001 affluenza 81,35% (- 1,19%)
ELEZIONI POLITICHE 2006 affluenza 84,24% (+ 2,89%)
ELEZIONI POLITICHE 2008 affluenza 80,63% (- 3,61%)
ELEZIONI POLITICHE 2013 affluenza 75,19% (- 5,29%)
ELEZIONI POLITICHE 2018 affluenza 72,93%% (- 2,31%)
ELEZIONI POLITICHE 2022 affluenza 63,91% (- 9,03%)

martedì 27 settembre 2022

Edward Snowden diventa cittadino russo...

 


Vladimir Putin ha concesso la cittadinanza russa a Edward Snowden, il whistleblower statunitense che nel 2013 aveva denunciato l'uso illecito e anticostituzionale di programmi di spionaggio da parte della NSA, la National Security Agency. Questa agenzia federale collaborava non solo con CIA, FBI e Dipartimento di Giustizia, ma anche con società private quali Verizon, Telstra, Google e Facebook per intercettare tramite internet e reti telefoniche utenti di ogni angolo del mondo.

Edward Snowden, mentre cercava di raggiungere l'America Latina, si era nascosto in un hotel di Hong Kong, poi la sua fuga rocambolesca lo aveva portato all'aeroporto di Mosca, dove era rimasto bloccato per settimane, prima di ricevere asilo in Russia. In questi 9 anni ha imparato il russo, si è sposato con la sua fidanzata americana, e ha avuto un figlio. Se mettesse piede negli USA verrebbe condannato all'ergastolo per spionaggio, anche se la sua unica "colpa" è stata quella di avere una coscienza.

lunedì 26 settembre 2022

Lo Spirito di Shangai e la situazione geostrategica mondiale...




Alcuni degli spunti contenuti nell'intervista del Lunedì, ospiti GIACOMO GABELLINI analista economico geopolitico, scrittore e STEFANO ORSI analista geopolitico. Conduce CARLO SAVEGNAGO
https://www.youtube.com/watch?v=DkxNr1ldo74

 Ovvero, di come la Russia sia isolata: Come vediamo, Brasile Russia India Cina e SudAfrica mancano all'appello.
Più tutto il resto dell'Africa, tutta l'America Latina, l'Asia continentale, e il miliardo di popolo dell'Oceano Indiano.
Chi è l'isolato, se non il cosiddetto Occidente? Occidente di cosa? E di chi?



- Gli sviluppi del conflitto russo-ucraino. “Avanti Ucraina fino alla vittoria” afferma l’occidente. E adesso Kiev vuole i super-missili americani.
- In America è arrivato il primo via libera all'invio di armi a Taiwan, si chiama Taiwan Policy Act. Di cosa si tratta e cosa succederà tra Stati Uniti e Cina se verrà approvato in via definitivo.
- Altro passo dentro la guerra dell'energia: la Francia interrompe per due anni la fornitura di energia elettrica all’Italia.
- Il vertice di Samarcanda della scorsa settimana con Putin, Xi Jinping, Modi e Erdogan è già nella storia anche se l'occidente cerca di minimizzare.
- “L'Ungheria non è più una democrazia"; così si pronuncia l’Europarlamento che chiede al Consiglio di bloccare un terzo dei fondi di coesione destinati al paese. Anche il PNRR è fermo.

Notizie inviate da Jure Eler


Notizia aggiunta:

Vai con le rivoluzioni colorate. Stavolta tocca all'Iran - L'alleanza Five Eyes manipola le marionette per incitare rivoluzioni colorate in tutto il mondo. Gli USA, il Regno Unito e altri membri dell'alleanza interferiscono da tempo negli affari interni di altri Paesi perseguendo i propri interessi con la scusa di sostenere libertà e democrazia... 

In Iran il popolo scende in piazza a difesa del suo governo e sovranità contro i tentativi di destabilizzazione esterna. Quel genere di immagini che in Italia non vedrete sui media filo Nato che occupano l'informazione dominante: https://www.facebook.com/1667554708/videos/1166567980882386

domenica 25 settembre 2022

Proteste cattive e proteste buone... La doppia morale occidentale...

 


All'Occidente piacciono le proteste, anche violente, se queste si svolgono in Iran, Russia, Cina o in quei paesi non allineati al consenso Washingtoniano. Quando invece le proteste, anche forti, ci riguardano allora tiriamo fuori quell'armamentario reazionario di etichettature che ci porta a stigmatizzare i facinorosi come pericoli pubblici, nemici dello Stato, della democrazia e persino della civiltà.


È già successo con movimenti sacrosanti che in ogni parte d'Europa sono stati bastonati per aver chiesto lavoro, aumenti salariali, città più sicure e dignità. I manganelli hanno rotto le teste quasi ovunque, da Roma a Parigi, senza che nessuno si indignasse più di tanto. Le botte liberali sono formative. Ma presto ne vedremo delle belle. L'Europa, come ha fatto presente Putin, ha deciso di autodistruggersi con le sanzioni che oggi portano la bolletta energetica a livelli non sostenibili. Dovranno derubare i cittadini per farvi fronte e lo stanno già facendo.

Divamperà il malcontento e lorsignori democratici non esulteranno come quando quattro scemi, spesso pure prezzolati dalla CIA o da ong USA, fanno di tutto per farsi arrestare sulla piazza rossa, in una via pechinese o a Teheran. Tutt'altro. Invocheranno il pugno duro contro i sovversivi che si lamenteranno rumorosamente per il carovita a causa di una guerra voluta solo da politici lacchè della NATO e traditori del proprio paese.

A questi farabutti ricordiamo che la loro doppia morale non li salverà a lungo dai duri fatti, i quali, prima o dopo, prenderanno il sopravvento sulle parole. Sappiamo perfettamente che la jacquerie non ha mai una direzione e può essere depistata come si vuole e quanto si vuole.

Tuttavia, in quel brodo culturale dove nascono istinti feroci, potrebbero arrivare un giorno a pescare i gruppi giusti. Non sarà importante, almeno inizialmente, cosa penseranno ma quello che faranno ai marci e servili che hanno rovinato la nazione. In seguito, si potranno fare i conti anche con i primi ma abbiamo innanzitutto bisogno di un'opera di spiazzamento radicale del presente. Come affermò Salvemini, chiunque lo faccia avrà fatto qualcosa di utile per il Paese e parimenti Bordiga disse Bordiga: che la fradicia impalcatura statale italiana... chiunque avesse distrutto [quest'ultima] avrebbe fatto una cosa positiva.

Eccoci avvicinarci, mutatis mutandis, ai vecchi tempi, dai quali verranno i nuovi.

(Gianni Petrosillo - Profilo superstite)

Femen desnude



sabato 24 settembre 2022

Discorso del presidente della Federazione Russa Vladimir Vladimirovic Putin del 21 settembre 2022



Oggi mi rivolgo a voi, a tutti i cittadini del nostro Paese, alle persone di diverse generazioni, età ed etnia, al popolo della nostra grande Patria, a tutti coloro che sono uniti dalla grande Russia storica, ai soldati e agli ufficiali, ai volontari che ora stanno combattendo in prima linea, al posto di combattimento, ai nostri fratelli e sorelle - residenti delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia e delle altre aree liberate dal regime neonazista.

Si tratterà dei passi necessari e urgenti per proteggere la sovranità, la
sicurezza e l'integrità territoriale della Russia, di sostenere il
desiderio e la volontà dei nostri compatrioti di determinare il proprio
futuro e della politica aggressiva di parte delle élite occidentali, che si
stanno impegnando con tutte le loro forze per mantenere il loro dominio, e
per questo stanno cercando di bloccare, sopprimere qualsiasi centro di
sviluppo sovrano e indipendente per continuare a imporre crudelmente la
loro volontà ad altri paesi e popoli, a instillare i loro pseudo-valori.

Lo scopo di questo Occidente è indebolire, dividere e infine distruggere il
nostro Paese. Stanno già dicendo direttamente che nel 1991 sono stati in
grado di smembrare l'Unione Sovietica, e ora è giunto il momento anche per
la Federazione russa, che dovrebbe disintegrarsi in molte regioni e regioni
mortalmente ostili.

Hanno pianificato questo piano da lungo tempo. Hanno incoraggiato bande di
terroristi internazionali nel Caucaso, portato l'infrastruttura offensiva
della Nato vicino ai nostri confini. Hanno fatto della russofobia totale la
loro arma, per decenni hanno intenzionalmente coltivato l'odio per la
Russia, principalmente in Ucraina, per la quale stavano preparando il
destino di testa di ponte anti-russa, e lo stesso popolo ucraino è stato
trasformato in carne da cannone e spinto alla guerra contro il nostro
Paese, scatenandola, questa guerra, già nel 2014, usando le forze armate
contro la popolazione civile, organizzando genocidi, blocchi, terrore
contro persone che si rifiutavano di riconoscere il potere preso in Ucraina
a seguito di un colpo di stato.

E dopo che l'attuale regime di Kiev ha effettivamente rifiutato
pubblicamente una soluzione pacifica al problema del Donbass e, inoltre, ha
annunciato le sue rivendicazioni sulle armi nucleari, è diventato
assolutamente chiaro che un nuovo, ennesimo - come già due volte in passato
- attacco su larga scala contro il Donbass era inevitabile. E poi,
altrettanto inevitabilmente, ci sarebbe stato un attacco alla Crimea russa,
alla Russia.

A questo proposito, la decisione su un'operazione militare preventiva si
rendeva assolutamente necessaria, era l'unica possibile. I suoi obiettivi
principali - la liberazione dell'intero territorio del Donbass - sono
rimasti e rimangono invariati.

La Repubblica popolare di Luhansk è già stata quasi completamente ripulita
dai neonazisti. Continuano i combattimenti nella Repubblica popolare di
Donetsk. Qui, per otto anni, il regime di occupazione di Kiev ha creato una
linea profondamente scaglionata di fortificazioni. Il loro assalto frontale
avrebbe provocato pesanti perdite, quindi le nostre unità, così come le
unità militari delle repubbliche del Donbass, agiscono in modo sistematico
e competente, utilizzano attrezzature, proteggono il personale e, passo
dopo passo, liberano la terra di Donetsk, liberano città e paesi dai
neonazisti, forniscono assistenza alle persone che il regime di Kiev ha
trasformato in ostaggi, in scudi umani.

Come sapete, i militari professionisti in servizio sotto contratto prendono
parte all'operazione militare speciale. Anche le formazioni di volontariato
stanno combattendo fianco a fianco con loro: persone di nazionalità,
professioni, età diverse, dei veri patrioti. Al richiamo del loro cuore,
vennero in difesa della Russia e del Donbass.

A questo proposito, ho già dato istruzioni al governo e al Ministero della
Difesa in pieno e nel più breve tempo possibile di determinare lo status
giuridico dei volontari, nonché dei combattenti delle unità delle
Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Dovrebbe essere parificato a
quello dei militari regolari dell'esercito russo, compreso il materiale, il
supporto medico e le garanzie sociali. Particolare attenzione dovrebbe
essere prestata all'organizzazione della fornitura di formazioni di
volontari e distaccamenti della milizia popolare del Donbass con
attrezzature.

Nel corso della risoluzione dei principali compiti di protezione del
Donbass, le nostre truppe, sulla base dei piani e delle decisioni del
Ministero della Difesa e dello Stato Maggiore Generale sulla strategia
generale d'azione, hanno liberato dai neonazisti anche importanti territori
delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia e un certo numero di altre aree. Di
conseguenza, si è formata una linea estesa del fronte di combattimento,
oltre mille chilometri.

Cosa voglio dire pubblicamente oggi per la prima volta? Già dopo l'inizio
dell'operazione militare speciale, compresi i colloqui a Istanbul, i
rappresentanti di Kiev hanno reagito in modo molto positivo alle nostre
proposte, che riguardavano principalmente la sicurezza della Russia ei
nostri interessi. Ma è ovvio che la soluzione pacifica non si addiceva
all'Occidente, quindi, dopo il raggiungimento di alcuni compromessi, a Kiev
è stato effettivamente dato l'ordine diretto di interrompere tutti gli
accordi.

L'Ucraina ha iniziato a essere rifornita sempre di più di armi. Il regime
di Kiev ha ingaggiato nuove bande di mercenari e nazionalisti stranieri,
unità militari addestrate secondo gli standard della NATO e sotto il
comando de facto di consiglieri occidentali.

Allo stesso tempo, il regime di repressione in tutta l'Ucraina contro i
propri cittadini, instaurato subito dopo il colpo di stato armato del 2014,
è stato rafforzato nel modo più severo. La politica dell'intimidazione, del
terrore e della violenza assume forme sempre più massicce, terribili,
barbariche.

Ci tengo a sottolineare che sappiamo che la maggior parte delle persone che
vivono nei territori liberati dai neonazisti, e queste sono innanzitutto le
terre storiche della Novorossia, non vogliono essere sotto il giogo del
regime neonazista . A Zaporizhzhia, nella regione di Kherson, a Lugansk e
Donetsk, hanno visto e stanno assistendo alle atrocità che i neonazisti
stanno compiendo nelle aree occupate della regione di Kharkov. Gli eredi di
Bandera e i punitori nazisti uccidono persone, le torturano, le gettano in
prigione, regolano conti, reprimono, tormentano i civili.

Più di sette milioni e mezzo di persone vivevano nelle Repubbliche popolari
di Donetsk e Lugansk, nelle regioni di Zaporizhzhia e Kherson prima dello
scoppio delle ostilità. Molti di loro sono stati costretti a diventare
profughi, a lasciare le proprie case. E coloro che sono rimasti - circa
cinque milioni di persone - oggi sono sottoposti a continui lanci di
artiglieria e missili da parte di militanti neonazisti. Colpiscono ospedali
e scuole, organizzano attacchi terroristici contro civili.

Non possiamo, non abbiamo il diritto morale di consegnare le persone a noi
vicine perché vengano fatte a pezzi dai carnefici, non possiamo che
rispondere al loro sincero desiderio di determinare la propria sorte. I
parlamenti delle repubbliche popolari del Donbass, così come le
amministrazioni militare-civili delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia,
hanno deciso di indire referendum sul futuro di questi territori e si sono
rivolti a noi, la Russia, con la richiesta di sostenere tale passo.

Consentitemi di sottolineare che faremo di tutto per garantire condizioni
sicure per lo svolgimento del referendum, in modo che le persone possano
esprimere la propria volontà. E sosterremo la decisione sul loro futuro,
che sarà presa dalla maggioranza dei residenti delle Repubbliche popolari
di Donetsk e Luhansk, delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson.

Cari amici!

Oggi le nostre Forze Armate, come ho già detto, operano sulla linea del
fronte, che supera i mille chilometri, si confrontano non solo con le
formazioni neonaziste, ma di fatto con l'intera macchina militare
dell'Occidente nel suo insieme.

In questa situazione, ritengo necessario prendere la seguente decisione - è
del tutto adeguata alle minacce che dobbiamo affrontare - vale a dire:
proteggere la nostra Patria, la sua sovranità e integrità territoriale,
garantire la sicurezza del nostro popolo e del popolo nei territori
liberati, ritengo necessario sostenere la proposta del Ministero della
Difesa e dello Stato Maggiore Generale sullo svolgimento della
mobilitazione parziale nella Federazione Russa.

Ripeto, si tratta nello specifico di mobilitazione parziale, ovvero saranno
soggetti alla leva solo i cittadini che attualmente sono riservisti, e
soprattutto coloro che hanno prestato servizio nelle Forze armate, hanno
determinate specialità militari e relativa esperienza.

I richiamati al servizio militare, prima di essere inviati alle unità,
verranno sottoposti a un addestramento militare aggiuntivo, tenendo conto
dell'esperienza di un'operazione militare speciale.

Ho firmato il decreto sulla mobilitazione parziale.

Conformemente alla legge, le Camere dell'Assemblea federale - il Consiglio
della Federazione e la Duma di Stato - saranno ufficialmente informate di
questo oggi tramite lettera.

Le attività di mobilitazione inizieranno oggi, dal 21 settembre. Esorto i
capi delle regioni di fornire tutta l'assistenza necessaria al lavoro dei
commissariati militari.

Vorrei sottolineare che i cittadini russi chiamati al servizio militare
mediante mobilitazione riceveranno lo status, i pagamenti e tutte le
garanzie sociali del personale militare in servizio con contratto.

Aggiungo che il decreto sulla mobilitazione parziale prevede anche misure
aggiuntive per adempiere all'ordinanza di difesa dello Stato. I capi delle
imprese del settore della difesa sono direttamente responsabili della
risoluzione dei compiti di aumento della produzione di armi e attrezzature
militari e del dispiegamento di capacità di produzione aggiuntive. A sua
volta, tutte le questioni relative al materiale, alle risorse e al sostegno
finanziario per le imprese della difesa devono essere risolte
immediatamente dal governo.

Cari amici!

Nella sua aggressiva politica antirussa, l'Occidente ha superato ogni
limite. Sentiamo costantemente minacce contro il nostro Paese, la nostra
gente. Alcuni politici irresponsabili in Occidente non parlano solo di
piani per organizzare la fornitura di armi offensive a lungo raggio
all'Ucraina, sistemi che consentiranno attacchi contro la Crimea e altre
regioni della Russia.

Tali attacchi terroristici, anche con l'uso di armi occidentali, sono già
in corso negli insediamenti di confine delle regioni di Belgorod e Kursk.
In tempo reale, utilizzando sistemi moderni, aerei, navi, satelliti, droni
strategici, la NATO effettua ricognizioni in tutta la Russia meridionale.

A Washington, Londra, Bruxelles stanno spingendo direttamente Kiev a
trasferire le operazioni militari nel nostro territorio. Non più
nascondendosi, dicono che la Russia dovrebbe essere sconfitta con tutti i
mezzi sul campo di battaglia, seguita dalla privazione della sovranità
politica, economica, culturale, in generale, di qualsiasi sovranità, con il
completo saccheggio del nostro Paese.

Hanno lanciato anche il ricatto nucleare. Non si tratta solo del
bombardamento della centrale nucleare di Zaporizhzhya, incoraggiato
dall'Occidente, che minaccia una catastrofe nucleare, ma anche delle
dichiarazioni di alcuni alti rappresentanti dei principali Stati della NATO
sulla possibilità e sull'ammissibilità di usare armi di distruzione di
massa contro la Russia - armi nucleari.

A chi si permette di fare simili affermazioni sulla Russia, vorrei
ricordare che anche il nostro Paese dispone di vari mezzi di distruzione, e
per alcune componenti più moderne di quelle dei Paesi NATO. E se
l'integrità territoriale del nostro paese sarà minacciata, useremo
sicuramente tutti i mezzi a nostra disposizione per proteggere la Russia e
il nostro popolo. Non è un bluff.

I cittadini della Russia possono essere certi che l'integrità territoriale
della nostra Patria, la nostra indipendenza e libertà saranno assicurate,
lo sottolineo ancora una volta, con tutti i mezzi a nostra disposizione. E
coloro che stanno cercando di ricattarci con armi nucleari dovrebbero
sapere che anche la rosa dei venti può girare nella loro direzione.

È nella nostra tradizione storica, nel destino del nostro popolo, fermare
coloro che lottano per il dominio del mondo, che minacciano lo smembramento
e la riduzione in schiavitù della nostra Patria, la nostra Patria. Lo
faremo ora, e così sarà.

venerdì 23 settembre 2022

Un Paese che cade a pezzi...

 


Oggi per la prima volta nella mia vita sono entrato in un'aula di tribunale. Sono rimasto molto sorpreso e deluso. Nel mio ingenuo immaginario il tribunale rappresenta le istituzioni, lo Stato. Quel luogo in cui quando si leggono le sentenze, si inizia con "il nome del popolo italiano..."

Entrando ho visto la bandiera italiana esposta in modo errato. Ho pensato: ma come neppure gli uomini di "legge" sanno come si espone la bandiera, eppure l'articolo 12 della nostra costituzione è dedicato proprio al nostro tricolore.

L'aula era in condizioni pietose, con gradini e marmi rotti, impianto elettrico scoperto, placchette delle prese di corrente mancanti, porte rovinate, suppellettili rotte.

Sui tempi della "giustizia" e su tutte le altre carenze (personale, materiali, etc) dei tribunali non mi pronuncio, non ne ho le specifiche competenze.

E' questo il biglietto di visita del nostro Stato?

Non cito i 90 minuti che ho impiegato per percorrere in auto i 20 km per raggiungerlo, ma cito quello che ho pensato: in 136 minuti con il treno si raggiunge Parigi da Londra, ed io sto ancora cercando un parcheggio.

Abbiamo una tassazione tra le più alte al mondo. Dove finiscono i soldi delle nostre tasse?

martedì 20 settembre 2022

La Spezia, Piombino e Panigaglia... raccontate da Fulvio Grimaldi

 


A Spezia sono tornato per intervenire a una manifestazione. Ho detto “tornato”, perché La Spezia la frequento da tanti anni, per motivi famigliari e professionali. Questi ultimi si sono concentrati sul fatto che Spezia è stata presa di mira, con il suo meraviglioso “Golfo dei Poeti”, da malfattori e devastatori, politici e imprenditoriali, di ogni genere. Tanto da essere una delle città con il più alto tasso di tumori d’Italia.

Merito di una serie di discariche sulle colline del Golfo in cui sono state nascoste le sostanze più tossiche delle produzioni industriali e urbane più disparate e disperanti. Merito delle navi cariche di rifiuti tossici che partivano per la Somalia la quale, in cambio di farsi avvelenare, riceveva armamenti. Merito della centrale ENEL a carbone le cui polveri si disperdevano sul territorio e nei polmoni degli spezzini.

Crimini dei gruppi dirigenti nazionali e locali che contribuimmo a scoprire e denunciare, insieme al Corpo delle Guardie Forestali (cancellato da Renzi), quando ero al TG3. Allora si poteva…

Oggi l’affronto si rinnova e si estende, Non bastava che a Spezia fosse stata imposta, fin da Cavour, una gigantesca servitù militare sotto forma di Porto della Marina Militare che gli aveva confiscato parte del mare e parte della costa.

Ora quel porto cresce, si dilata, nuovi moli, nuovi pontili, più navi, più grandi, altri 40 ettari di mare, 600mila metri cubi di fondo marino contaminato da dragare e riversare qua e là. L’ideale per la distruzione completa di un porto destinato ai poeti, alla bellezza, alla salute e che diventa il primo bersaglio di un qualche nemico, inevitabilmente da USA e NATO provocato.

Basta? Non basta. A Panigaglia, sul braccio Ovest del Golfo, è impiantato da anni un rigassificatore. Da anni un pericolo anche perché in mezzo ad abitati e di difficilissimo accesso in caso di disastro. Relativamente poco usato in passato, diventa strategico ora che siamo costretti a rinunciare al gas russo e a rifornirci del gas da scisti statunitense, liquefatto, trasportato e rigassificato. A Piombino, come qui a Panigaglia. Una bomba ecologica, hanno detto. Ah no? I rigassificatori hanno una tendenza a esplodere. E’ successo in Texas, a Freeport, il più grande impianto di gassificazione-liquefazione degli Stati Uniti. E’ esploso il 9 giugno.

Da lì parte il gas da scisti, ricavato con esplosivo, acqua e chimica dal sottosuolo, per l’Europa. L’esplosione ha ridotto di un quinto l’export di gas USA verso di noi.

In compenso, che bravi, ci siamo “liberati alla dipendenza dal gas russo”. Che non esplode e costa un decimo.

Fulvio Grimaldi *






* Capolista al Senato in Liguria per   ITALIA SOVRANA E POPOLARE


sabato 17 settembre 2022

25 settembre 2022... e venne il tempo delle urne! Intervista con Fulvio Grimaldi

ASTENSIONE? POSIZIONE COMPRENSIBILE MA CONTROPRODUCENTE”

Giornalista e reporter di guerra, Fulvio Grimaldi può vantare una delle carriere di maggior prestigio in Italia: fu testimone diretto della “Guerra dei 6 giorni” nel 1967, della “Domenica di Sangue” nel 1972 in Irlanda del Nord, delle due guerre in Iraq e di innumerevoli altri scenari bellici. Inviato per anni del TG3, ha scelto poi la strada dell’indipendenza per produrre una monumentale filmografia di documentari sulle terre “dimenticate” del mondo. Da Cuba all’Iran, dalla Palestina alla Libia, dalla Val Susa al Messico.

Nel corso dell’ultimo biennio Grimaldi si è speso per contrastare le ‘politiche sanitarie’ volute prima dal Governo Conte II e poi da Mario Draghi, per poi contrastare la lettura dominante sulla guerra in Ucraina. In vista delle prossime elezioni ha deciso di candidarsi nelle liste di ISP e in questo momento sta girando l’Italia per incontrare militanti e simpatizzanti della formazione politica nata dalla convergenza di Ancora Italia, Partito Comunista e diverse altre realtà politiche.

Byoblu lo ha intervistato per ascoltare la sua opinione sui temi di più stringente attualità e per conoscere la sua lettura in merito alle prossime elezioni, compresa la posizione astensionista che sembra convincere molti di coloro che hanno lottato contro le costrizioni degli ultimi anni.

Adalberto Gianuario -    https://www.byoblu.com/2022/09/16/astensione-atteggiamento-comprensibile-ma-controproducente-fulvio-grimaldi/