venerdì 26 aprile 2024

Povero Diavolo... è solo un mito!

 


Il diavolo e l’inferno devono ritenersi un mito. È questa l’opinione di un certo numero di teologi e del 60% dei fedeli. Ma la ragione sta nel fatto che queste entità nascono davvero come miti..

Il diavolo dal mito della caduta di un gruppo di angeli che s’innamorano delle donne, si uniscono sessualmente a loro e generano dei giganti, e diventano così demoni, principio del male per l’uomo: secondo il racconto del cap. 6 della Genesi, che è ripreso poi con forza verso il 260 a.C. dal Libro di Enoc, il capostipite della Letteratura Apocalittica che domina il pensiero ebraico nei quattro secoli avanti e dopo Cristo.

Satana, che nell’Antico Testamento è un angelo che mette alla prova l’uomo (è il caso di Giobbe) diventa nell’Apocalittica il capo dei demoni. E tale resta.

L’inferno, cioè l’idea che una persona che ha commesso anche un solo peccato mortale debba bruciare nel fuoco per tutta l’eternità, è l’idea più atroce che sia comparsa nella storia umana; talmente atroce che si nega da se stessa, Anch’essa si presenta per la prima volta nello stesso mito degli angeli caduti e diventati demoni, sempre nel Libro di Enoc, dove compare appunto l’abisso di fuoco in cui vengono gettati e puniti.

L’Apocalittica, con i suoi miti, domina il pensiero e la mente ebraica di quei secoli in cui compare il cristianesimo, e penetra nei testi cristiani. È così che si spiega la presenza del mito diabolico-infernale.

Che non può consistere e accordarsi con l’amore infinito del Padre per i suoi piccoli figli gli uomini, di cui tanto parla il Cristo.

La Chiesa, poi, divenuta un grosso centro di potere, un impero, si è servita di questi miti per dominare meglio gli uomini, con la paura, col terrore. Ma il Cristo non l’aveva concepita e fondata come un impero, bensì come una comunità fraterna. E tale è nella sua prima ed autentica fase, nell’età apostolica, dove il potere, quel potere che il Cristo ha rifiutato, è assente. Dove Pietro, nella sua lettera, si dice semplicemente un «coanziano», uno del gruppetto di anziani che coordinavano le comunità; e dice che la comunità non la si aiuta col potere ma con l’esempio.

Prof. Arrigo Colombo



giovedì 25 aprile 2024

Venezia. Accesso a pagamento...

 


I cinque euro di “contributo d’accesso”, oltre a non ridurre la pressione turistica, calpesta l’art.16 della Costituzione che recita: “Ogni cittadino può circolare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo limitazioni che la legge stabilisce per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche”. Nel  nostro caso non ci sono né motivi di sanità (tipo Covid) né di sicurezza, ma solo di turismo.


2.  Inoltre questo meccanismo comporta, per i residenti ecc., l’obbligo di dichiarare vari dati sensibili: le proprie generalità, la propria abitazione,  il motivo della presenza a Venezia, ecc.


Ancor più grave è ciò che si legge nell’informativa comunale  sul  trattamento dei dati personali, al punto 6. Comunicazione: “I dati personali oggetto di trattamento possono essere comunicati a soggetti terzi, pubblici e privati, in ottemperanza ai relativi obblighi di legge, di regolamento e/o contrattuali”. 


Chi sono i soggetti  terzi  privati? Che uso ne faranno? Chi controlla su tutto ciò? I controllori sono gli stessi controllati?


Si tratta di una plateale violazione della Privacy, che sarà oggetto di un Esposto alla Procura della Repubblica di Venezia.


Michele Boato - Consigliere di Municipalità per Ambiente Bene Comune




mercoledì 24 aprile 2024

Resistenza non è terrorismo...



La Festa della Liberazione è un importante evento nazionale, fondamentale per ricordare la liberazione dell'Italia dal nazifascismo, la fine dell'occupazione nazista e la caduta del regime fascista. Attualizzare il valore della lotta antifascista significa oggi schierarsi dalla  parte del popolo palestinese e della sua resistenza, contro un'occupazione militare e coloniale che per metodi e ferocia sanguinaria ricorda quella patita dai popoli europei sotto il giogo del nazifascismo.

Per questo saremo presenti al corteo dietro allo striscione "Resistenza non è terrorismo" e invitiamo tutti e tutte a portare bandiere palestinesi e messaggi di solidarietà per questo
popolo tanto martoriato quanto eroico.

La libertà, conquistata a duro prezzo dai partigiani, consiste anche nella garanzia dei propri diritti, fra i quali il diritto a
manifestare pubblicamente.

L'articolo 17 della Costituzione dice che: "I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi". Sotto il regime fascista occorreva invece il permesso dell'autorità pubblica:
l’esercizio dei diritti era allora subordinato al beneplacito del governo. La nostra Costituzione non prevede alcuna autorizzazione: delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato soltanto un preavviso alle autorità. Il preavviso non è la richiesta di un'autorizzazione. Il principio è il diritto, il divieto è l'eccezione, ma da noi l'eccezione si trasforma in regola, al punto di interdire tutte le principali piazze cittadine.

Oggi come non mai: ora e sempre Resistenza!

TRIESTE 25 APRILE 2024 ORE 9.00 CAMPO S. GIACOMO - Oggi come non mai: ora e sempre Resistenza!


Coordinamento No Green Pass e oltre e  Coordinamento per la
Palestina di Trieste



lunedì 22 aprile 2024

No all’autonomia regionale differenziata...


23 aprile 2024, alle ore 15.00, a Roma, nella sala Capitolare del Senato in Piazza della Minerva 38, presso il Chiostro del Convento di S. Maria sopra Minerva, si svolgerà il convegno “No all’elezione diretta del Presidente del Consiglio, No all’autonomia regionale differenziata di Calderoli”.

Apertura lavori ore 15: Domenico Gallo, Presidenza Coordinamento Democrazia Costituzionale

Ore 15.10 Tavola rotonda sul tema: “L’Italia è una Repubblica, una e indivisibile, fondata sul lavoro”

Coordina Massimo Villone, emerito Diritto Costituzionale, partecipano: Rosy Bindi, già Ministra; Enzo Cheli, emerito Corte Costituzionale; Giovanna De Minico, docente diritto costituzionale; Giovanni Maria Flick, Presidente emerito Corte Costituzionale; Francesco Pallante, docente Diritto Costituzionale.

Ore 16,40, interventi di Pietro Adami, Giuristi Democratici; Silvia Albano, Presidente Magistratura Democratica; Vera Buonomo, segreteria confederale Uil; Maria Agostina Cabiddu, docente Diritto Costituzionale;  Roberta Calvano, docente Diritto Costituzionale; Marina Calamo Specchia, docente Diritto Costituzionale comparato,  senatore Giuseppe De Cristofaro; Marco Esposito, giornalista e saggista; Avv. Anna Falcone; Adriano Giannola, Presidente Svimez; senatore Andrea Giorgis; Betti Leone, Presidenza nazionale Anpi; senatrice Alessandra Maiorino; Giulio Marcon, presidente Sbilanciamoci e Coordinamento La Via Maestra; Eugenio Mazzarella, emerito Filosofia teoretica; Daniela Padoan, Presidente Libertà e Giustizia; Gianfranco Viesti, Docente Economia applicata; Mauro Volpi, emerito Diritto Costituzionale.

Ore19,15 conclusioni di Alfiero Grandi, vice Presidente Coordinamento democrazia Costituzionale

Le opinioni e i contenuti espressi nell’ambito dell’iniziativa sono nell’esclusiva responsabilità dei proponenti e dei relatori, e non sono riconducibili in alcun modo al Senato della Repubblica o ad organi del Senato medesimo.

L’accesso alla sala è consentito fino al raggiungimento della capienza massima.

Ai presenti è richiesto un abbigliamento consono, per gli uomini obbligo di giacca e cravatta.

Al fine di consentire un ordinato svolgimento dei lavori, i giornalisti e gli ospiti devono accreditarsi scrivendo a organizzazione.com.referendum@gmail.com

I lavori saranno trasmessi in streaming da un canale della Tv web del Senato.

Andreina Albano - Tel.348.3419402 



domenica 21 aprile 2024

I dieci giorni che sconvolsero il mondo... - Commemorazione

 


Il 22 aprile è l'anniversario della nascita di Lenin; ed anche l'Earth Day; nonché il compleanno (70 anni) di chi vi indirizza il presente invito (Alfonso Navarra). 

Ci vediamo in LOC, chi può, per pranzare insieme alle 13:00, e guardare poi insieme, su un grande schermo, un film sul pacifismo della rivoluzione di ottobre.
La LOC - Lega obiettori di coscienza - ha la sede a Milano, in via Mario Pichi, 1, che è una traversa di via Gola.  Info: 02-5810.1226.

Il film proposto alla visione è intitolato "I dieci giorni che sconvolsero il mondo", la regia è del russo Sergey Bondarchuk. E' stato girato nel 1982. E' tratto dal libro del giornalista americano John Reed ed è una ricostruzione degli ultimi dieci giorni della Rivoluzione d'ottobre, vista attraverso gli occhi del reporter (interpretato da Franco Nero) e della sua compagna (Sidney Rome).

Non è certamente un capolavoro, ma è significativa la cronaca che fa dell'assalto al Palazzo d'Inverno e come illustra ruolo di Lenin e dei bolscevichi nel guidarlo, trascinando con sé il composito mondo dei delegati sovietici (armati di fucile nella sala della conferenza!).

Significativa perché può permetterci una riflessione sull'importanza del considerare la pace una priorità costitutiva della costruzione di un nuovo ordine sociale; e sulla differenza esistente tra una visione antimilitarista e una visione pacifista, con possibilità o meno di contatto.

Lenin, da capo dei commissari del popolo, si batté per una pace unilaterale, immediata e separata rispetto agli accordi con la Francia e l'Impero britannico, accettando a Brest-Litovsk, il 3 marzo 1918, la perdita di un quarto dei territori europei in favore della Germania. Ma già il 15 dicembre 1917 era stato concluso, con la Germania e l'Austria, l'armistizio. La possibilità di avere respiro per costruire il primo Stato comunista della storia del mondo e la speranza di una rivoluzione mondiale proletaria valevano bene le consistenti rinunce territoriali!

Alfonso Navarra -  Cell. 340-0736871




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Si ricorda la dichiarazione di impegno da firmare al seguente link: 

TESTO DELLA DICHIARAZIONE DI IMPEGNO CHE SOTTOSCRIVIAMO, APPOGGIAMO, DIFFONDIAMO

PER L'OBIEZIONE ALLA GUERRA

PER L'OBIEZIONE (ANCHE PREVENTIVA) AL SERVIZIO MILITARE CHE LA PREPARA

PER ATTUARE E COSTRUIRE LA DIFESA NONVIOLENTA  

PER IMPLEMENTARE L'ALBO PUBBLICO DEGLI OBIETTORI

sabato 20 aprile 2024

"Target Iran" di Fulvio Grimaldi





"Target Iran" è il docufilm che ho girato in Iran. In esso si racconta chi è questo popolo antico e giovanissimo, fa parlare giovani, donne, combattenti, dirigenti. Smantella il menzognificio in cui hanno hanno cercato di rinchiudere l’opinione pubblica per prepararla all’aggressione che Israele da sempre sollecita e che altri vedono come propedeutica all’armageddon finale. E’ a disposizione per presentazioni e ordini: fulvio.grimaldi@gmail.com

In questo video  https://www.youtube.com/watch?v=gvyrvE8Q1U4  faccio un’analisi di quanto successo prima, durante e dopo la “notte dei fuochi” iraniana che ha colpito Israele nella sua giugulare, la superiorità militare: una base del Mossad e le due basi dell’aeronautica da cui era partito l’attacco al territorio iraniano nella sede diplomatica di Damasco con relativo assassinio di 14 persone. Nessun civile, nessuna infrastruttura civile. Quello che si è verificato è stato uno scontro tra terrorismo di uno Stato fuorilegge e un’azione militare con il sigillo del diritto internazionale.

Con la fine di una supremazia militare di cartone, già demolita nei sei mesi di fallimenti a Gaza, con il crollo definitivo e irrimediabile dell’immagine e del ruolo dello Stato sionista costruito sul presupposto ossomorico della coppia vittimismo-invincibilità, cambia il Medioriente e cambia il mondo di cui quella regione è l’ombelico.

L’Impero e i suoi vacillanti presidi nelle marche incamerano l’ennesimo rovescio. 

Fulvio Grimaldi -  www.fulviogrimaldicontroblog.info:



mercoledì 17 aprile 2024

Presenza virtuale di Julian Assange al Festival del Giornalismo di Perugia

 


Escluso dal programma ufficiale del Festival internazionale del Giornalismo di Perugia (17-21 aprile), l’editore australiano Julian Assange rientrerà dalla porta.  Due eventi “off program”, organizzati da attivisti pro-Assange provenienti da tutta l’Italia, solleciteranno gli esponenti dei mass media presenti al Festival a riconoscere il co-fondatore di WikiLeaks come uno di loro e la sua persecuzione giuridica come un pesante attacco alla stampa indipendente, una vera e propria “guerra al giornalismo”.
 
“Fermate la guerra al giornalismo: liberate Julian Assange” è, infatti, il titolo dell’incontro che gli attivisti terranno sabato, 20 aprile 2024 alle ore 17.30, presso la sede ANPI Bonfigli Tomovic di via del Cortone 19, a Perugia.  Parleranno Vincenzo Vita, giornalista de Il Manifesto e Articolo 21; Sara Chessa, giornalista indipendente, autrice del libro “Distruggere Assange – Per farla finita con la libertà d’informazione”, Ed. Castelvecchi; Tina Marinari, Coordinatrice delle campagne di Amnesty International Italia per una stampa libera e indipendente; Mauro Volpi, Costituzionalista ed esperto del caso Assange. Modererà Gianni Magini di AllertaMedia.  Si chiederanno cosa significa essere giornalista e, quindi, se Assange corrisponde ai criteri individuati.
 
Durante l’incontro verrà proiettato il filmato del Ted Talk del 2010 in cui Julian spiega il senso della propria missione.  Seguirà un video saluto da Stella Moris Assange, moglie di Julian, e un brano tratto dal discorso da lei tenuto all’Università di Perugia il mese scorso in occasione del conferimento al marito del Premio Federico Caffè per il suo Giornalismo al servizio delle persone.
 
Invece, il giorno prima, venerdì’ 19 aprile alle ore 11, si terrà una conferenza stampa presso l’iconica edicola di giornali a Porta Pesa. Durante la conferenza ci sarà un happening artistico-editoriale, a cura di Liberi Edizioni, per celebrare Julian Assange come il massimo giornalista investigativo di tutti i tempi.
 
Durante le giornate del Festival, gli Attivisti per Assange a #ijf24 distribuiranno il volantino che è possibile leggere qui: www.freeassangeroma.it/6
 
Aderiscono all’iniziativa: sezione ANPI di Perugia, Amnesty International Italia, Turba, AllertaMedia, Liberi Edizioni e Perugia per Assange.



 

martedì 16 aprile 2024

Schiume in Bormida... Solvay costretta a fermare un reattore dell’impianto PFAS

 


…Incidenti dell’ultima ora. Schiume in Bormida. Un film già visto. Anche le immagini sono quelle che ho girato in una intervista venti anni fa dello scarico della Solvay nel fiume. Anche questa volta i titoli giornalistici si rincorrono dopo lo scarno comunicato dell’Arpa: “Attivati dal numero unico per le emergenze a causa della presenza di schiume sulla Bormida in corrispondenza dello scarico del Polo chimico di Spinetta Marengo (AL),  tecnici Arpa si sono recati nel pomeriggio di oggi, 13 aprile 2024, al punto indicato per le verifiche del caso riscontrando in due campionamenti la presenza delle schiume segnalate in uscita dallo stabilimento.

Contemporaneamente altri tecnici dell’Agenzia si sono recati all’interno dello stabilimento riscontrando in cinque campionamenti schiuma nella Vasca 101b che raccoglie le acque tecnologiche e le acque provenienti dal trattamento chimico-fisico-biologico e sono stati prelevati altri campioni”.

Il sindaco di Alessandria, Giorgio Abonante, il 13 aprile 2024 finge allarmata sorpresa. Invece, era già stato messo a conoscenza  da parte di Solvay  di “concentrazioni estremamente elevate del parametro cC6O4 in area interna allo stabilimento, rilevate nel corso della sessione di monitoraggio delle acque sotterranee di marzo”Non solo, il 10 aprile aveva conosciuto dalla Provincia un documento con oggetto “anomalie concentrazioni cC6O4”, ovvero le criticità riscontrate in merito alle concentrazioni di cC6O4 negli scarichi P1 e P4 e nei pozzi PzIN96 e PzIN 115”, anomalie che dovrebbero ri-mettere in discussione la contestata (da noi) valutazione di impatto ambientale VIATant’è che  la Solvay è stata costretta a fermare il reattore e la linea E dell’impianto Tecnoflon, il più importante dello stabilimento, limitrofa ai due pozzi implicati.

lunedì 15 aprile 2024

UNAC conference against genocide in Gaza...



Over 400 antiwar/anti-imperialist and Palestine solidarity activists convened in St. Paul, MN, April 5, 6, and 7, in the first major conference of the US antiwar movement since before the Pandemic of 2020 and 2021. Geographical representation ranged from Maine and New York to California and the Pacific Northwest, and from Minnesota to New Orleans and Florida, as well as Canada. There were international representatives from a number of countries.

More than 50 national and local groups participated – most notably the Black Alliance for Peace, the US Palestinian Community Network, American Muslims for Palestine, Veterans For Peace, CodePink, US Peace Council, Green Party Action Committee, BAYAN USA and International League for People’s Struggle, Bolivarian Circle, Just Peace Advocates from Canada, Sanctions Kill Campaign, Task Force on the Americas, China-US Solidarity Network, Freedom Road Socialist Organization (FRSO), Workers World Party, Alliance for Global Justice, Socialist Action, Party of Communists-USA, Struggle La Lucha, Coalition for Civil Freedoms and Movement Against War and Occupation (MAWO).  

Conference hosts included Minneapolis-based Women Against Military Madness (WAMM), local Antiwar Committees, Twin Cities Students for a Democratic Society (SDS) and Students for Justice in Palestine. There were community based groups from around the country including the Bethlehem Neighbors for Peace, Bronx Antiwar Coalition, Virginia Defenders, New Orleans Stop Helping Israel’s Ports (NOSHIP) Antiwar Committees from Dallas and Denver, and others.

Ajamu Baraka of Black Alliance for Peace and UNAC’s national coordinator Joe Lombardo opened the conference, and the Twin City Free Palestine Coalition provided the Opening Panel recapping lessons from months of struggle. At sundown Friday the Twin Cities Free Palestine Coalition hosted a fast-breaking for Ramadan, followed by a Palestinian drum performance.

The Palestinian issue and delegations inspired a high level of spirited unity against the US-backed Israeli genocide in Gaza. At its founding 15 years ago, UNAC came together as an antiwar coalition determined to include support for Palestine and united on the demand to “End All US Aid to Israel.”

The Palestinian Resistance struggle was a key focus throughout the conference, generating shared determination and strong unity. Other major issues included “No to NATO,” opposition to the US hybrid war against China, and resistance to racist US government attacks on migrants and people of color.

Greetings and receptions from the UN ambassadors of Sandinista Nicaragua and the Polisario Front of Western Sahara – Ambassador Lautaro Sandino and Dr. Sidi M. Omar, Ambassador of the Polisario Front of Western Sahara – were a highlight of the conference. Ambassador Sandino told participants the Nicaraguan government has filed a charge against Germany in the International Court of Justice for providing weapons to Israel.

Mnar Adley, founding editor of MintPress News, gave an extremely moving account of her family’s experience living in Jerusalem/Al Quds during the Israeli crackdown against the Second Intifada, of the 1990s. Conference participants also heard a greeting from Olga Sanabria Davila, representing the struggle to decolonize Puerto Rico, while William Camacaro of the Alliance for Global Justice raised accelerating US interventions in Latin America and the significance of the return of Diplomat Alex Saab to Venezuela after torturous imprisonment by the US.

domenica 14 aprile 2024

Torino. Morte ai piccioni...!

 


Si stima, senza censimento che, nella Città Metropolitana di Torino, i colombi siano 2.500.000. Come pronosticare che in tutta Italia ci potrebbero essere 50 milioni di colombi, anche più. Uno a testa.

Simili  piani di controllo, replicati, pluriennali, da gennaio a dicembre, non solo in Piemonte vengono approvati, ma anche in tante altre Regioni italiane.

La finalità è quella di uccidere i colombi, sempre, in continuazione, disconoscendo la legge biologica della "capacità portante": 
Una popolazione cresce in funzione delle risorse alimentari e dei siti di nidificazione presenti in un dato territorio. Non sapendo che i posti lasciati vuoti vengono prontamente occupati per minore mortalità naturale, maggiore natalità e immigrazione.

Anni fa erano considerati animali domestici e quindi solo i comuni potevano intervenire, attualmente sono stati trasformati in animali selvatici e si uccidono con i fucili. Molto più facile. Abbiamo a disposizione una manodopera di 450.000 addetti.

Chi ha scritto il piano, chi lo commenta, chi lo comunica, ha collezionato molti termini per non pronunciare il verbo uccidere. Ovvero:
- controllo
- riduzione
- depopolamento
- contenimento
- .........................
perfino: autodifesa e, per finire: abbattimento ovvero fucilazione.

Perchè tanta ipocrisia, pusillanimità, raggiro? Per imporre giuste motivazioni, per irretire con la paura, per sviare dall'argomento principale?

La verità non è forse quella di accontentare i cacciatori e loro adepti nell'esercizio di quella sublime arte che si chiama caccia?

I colombi (Columba livia forma domestica) sono uccelli molto intelligenti, confidenti, teneri, pacifici, fedeli, mamma e papà si alternano alla cova, si curano dei loro piccoli.....; 
li rappresentiamo come "colombi della pace", oppure "spirito santo" (terza persona della divinità),  li chiamiamo "piccioncini" per indicare gli innamorati...tutti termini luminosi.....ma li uccidiamo nei mille atroci modi che l'essere umano sa inventare (gas, veleno, iniezioni di tanax al cuore, annegamento, decapitazione con le forbici, l'accetta, il martello.....).

Perchè si fucilano i colombi/piccioni? Perchè quando il colombo era considerato domestico, ovvero cittadino, disturbava solo la città e non si lamentavano o almeno si trascuravano i danni che ora si impongono all'attenzione con tanto sussiego. Forse perchè non si cacciavano?

D'improvviso questo uccello tanto intelligente da riuscire a riconoscere la presenza di tumori maligni nelle immagini, prima di un ricercatore formato (Università di Davis California, Ohio..), è diventato un mostro, un appestato, un dissipatore di beni.


Quindi, perchè si uccidono a centinaia di migliaia, senza sosta, quando anche  l'Istituto Superiore di Sanità e collaboratori, nel  rapporto Veterinary Public Health Reports, conclude la sua analisi scrivendo: "Il successo di ogni programma dipende dall'applicazione di sistemi di lotta integrata tesi, prima di tutto, a ridurre la capacità portante dell'ambiente".

Ecco i motivi altisonanti citati  da Coldiretti e non da ornitologi, veterinari e associazioni esperte (certamente non interpellate), per giustificare la strage di centinaia di migliaia di piccioni:
  • per tutelare le produzioni agroforestali (ma esistono sistemi già sperimentati, di protezione, di dissuasione, nonchè destinare piccoli appezzamenti con colture a perdere...);
  • per tutelare gli allevamenti in quanto si pensa che i piccioni rappresentino una possibile fonte di trasmissione di patologie gastrointestinali nelle stalle (e gli antibiotici diffusi tanto fino a provocare in noi umani l'antibiotico resistenza?);
  • per proteggere il patrimonio storico artistico (anche  se l'indagine Salvalarte, promossa dal Ministero della Cultura anni fa ed effettuata da Legambiente,  ha dimostrato come il maggior responsabile del cancro della pietra sia il traffico automobilistico);
  • per tutelare la nostra salute ("Ma non si è fino ad ora riusciti a trovarer una relazione diretta tra la presenza di un agente patogeno in uccelli urbani e focolai di malattia umana" A. Mantovano Istituto Superiore di Sanità, o, come dimostra il prof. Tolari del Dipartiment di Patologia animale dell'Università di Pisa: "Il rischio di contrarre una qualsiasi malattia dai piccioni è inferiore ai rischi che si corrono salendo a bordo di un qualunque autobus in ora di punta");
  • per la sicurezza aerea verso la quale costituiscono una preoccupante minaccia;
  • per tutelare i tavoli di ristorazione all'aperto, ricchi di cibo, dal loro assalto;
  • ............

Manca che si accusino di scatenare inondazioni, frane, crollo di ponti... così ci liberiamo allegramente dalle nostre irriducibili colpe. Grazie piccioni.

Ci aspettiamo maggiore conoscenza scientifica, maggiore consapevolezza, maggiore rispetto per l'Agenda ONU 2030 (Obiettivo 15) e per l'art. 9 della nostra Costituzione. Più coraggio e giustizia.


Mariangela Corrieri
Presidente Associazione Gabbie Vuote 



venerdì 12 aprile 2024

Ricordando Aldo Capitini vegetariano ed antifascista...

 


Un quotidiano ha lanciato per il 25 aprile 2024 una mobilitazione straordinaria a Milano, molti interventi di adesione hanno raccomandato un 25 aprile soprattutto contro le guerre.

L'intervento di Mao Valpiana sul cartaceo del quotidiano "Azione Nonviolenta" è stato riportato così: 

"Il presidente Mao Valpiana, menzionando il fondatore Aldo Capitini, ha ricordato «dieci anni fa, all’Arena di pace e disarmo, a Verona, proprio il 25 aprile avevamo issato un enorme striscione che diceva “La Liberazione oggi si chiama disarmo, La Resistenza oggi si chiama nonviolenza”». «Oggi come ieri – ha sottolineato Valpiana – il fascismo cammina su due gambe: violenza e militarismo, dunque l’antidoto è costituito da nonviolenza e antimilitarismo».

Ma Mao Valpiana aveva scritto anche le righe seguenti che si possono leggere sul sito del quotidiano, righe che parlano, poco, del ruolo di Capitini nell'antifascismo.

Oggi scrive sul quotidiano Flavio Lotti che organizza ora le marce Perugia Assisi lanciate da Capitini, e ricorda Capitini e la marcia del 1961 associandola all'iniziativa del 25 aprile 2024, al Capitini antifascista Lotti non fa neppure un accenno.

"Ora e sempre resistenza" scrisse Calamandrei amico di Capitini e attivo nel movimento libersocialista ispirato da Capitini e Calogero, la resistenza va fatta anche alla censura del 2024, non solo della destra ma anche di orbita nel campo largo, nell'antagonismo o nell'ortodossia comunista.

Uno stralcio dello scritto di Mao Valpiana dal sito del quotidiano:

"Se oggi la nonviolenza ha piena cittadinanza politica in Italia, lo dobbiamo principalmente all’antifascista Aldo Capitini, filosofo e fondatore del Movimento Nonviolento. Già negli anni trenta Capitini scopre la dimensione politica di Gandhi e intravede nella non-collaborazione la forza capace di sconfiggere l’oppressione del regime fascista e la via della resistenza nonviolenta all’ormai vicino secondo conflitto mondiale; introduce nel dibattito etico-politico il discorso su mezzi e fini, concentrandosi soprattutto sul “metodo”;  rompe con la Chiesa cattolica proprio per l’alleanza lateranense tra croce e moschetto; diventa quindi un punto di riferimento importante per molti giovani; rifiuta la tessera del Partito Nazionale Fascista, si pone in antitesi e rimane isolato sul piano politico; diventa vegetariano “perché vedevo che Mussolini portava gl’italiani alla guerra, e pensai che se si imparava a non uccidere nemmeno gli animali, si sarebbe sentita maggiore avversione nell’uccidere gli uomini”.

Dopo la Liberazione Capitini imposta tutto il suo lavoro culturale sull’ipotesi “se vuoi la pace, prepara la pace”. Si rivolge al mondo comunista, cattolico, socialista, liberale, per mettere pace e disarmo al primo punto dell’agenda politica: organizza la prima Marcia per la pace, lancia la Consulta italiana per la pace, fonda il Movimento Nonviolento, per trasformare l’Italia da Patria armata a Matria disarmata.

Il mondo laico e quello religioso guardano oggi alla nonviolenza riconoscendo che non si può più prescindere da un confronto con essa. Questo è certamente un bene, anzi, è l’unico motivo che ci fa guardare avanti con qualche speranza, l’unica luce nel buio che ci circonda."


Marco Palombo - Centro Elementi di Nonviolenza di Torrenova  Roma










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Articoli collegati: 

https://www.spiritual.it/it/notizie/25-settembre-2011-lo-spirito-di-aldo-capitini-non-violento-e-vegetariano-alla-marcia-perugia-assisi,3,106059


https://lists.peacelink.it/ecologia/2015/09/msg00007.html

giovedì 11 aprile 2024

La Rete dei Comunisti non vuole la guerra!



"Se vogliamo la pace, prepariamoci alla guerra". Le parole del Presidente del Consiglio d'Europa Charles Michel non sono una citazione colta, ma l'indicazione di una direzione di marcia confermata dalle parole dei principali leader del complesso politico-militare a partire dal segretario NATO Stoltenberg, che chiede ai membri dell'Alleanza Atlantica ben 100 miliardi di euro in 5 anni per sostenere l'Ucraina.

 
Il bombardamento discorsivo segnala che le classi dominanti sono convinte della necessità di un cambio di passo. Bisogna che la produzione si adegui "alla nuova era bellica in Europa" (Tusk, primo ministro della Polonia). Per prepararsi alla guerra, c'è bisogno di produrre più armi, più munizioni. C'è bisogno che gli Stati si mettano a disposizione del complesso militare-industriale e contribuiscano a questo cambiamento.
 
Lo slogan delle classi dominanti è l'opposto di quello che in tante e tanti abbiamo portato nelle piazze di tutta Italia negli ultimi anni. Al "giù le armi, su i salari", rispondono con "su le armi, giù isalari". Zero soldi e tanta austerità per i bisogni popolari - salute, istruzione, ambiente, cultura, casa, reddito. Al contrario, miliardi a disposizione per finanziare la guerra e le imprese di guerra.
 
La classe dominante di casa nostra è pienamente partecipe di questa logica. Il Governo Meloni spinge sull'acceleratore per la guerra con una politica di riarmo, con l'eliminazione degli ostacoli all'export di armi (vedi la distruzione della 185/90), con la messa a disposizione del nostro territorio come base logistica per le operazioni militari.
 
L'amministratore delegato di Leonardo, Cingolani, a sua volta evidenzia la necessità di prepararci militarmente perché l'allargamento della guerra è ormai alle porte, copia copiarella delle parole di Michel. E intanto continua a fornire armi ai Paesi in guerra, a partire da Israele, che le utilizza per perpetrare il genocidio contro il popolo palestinese.
 
Il tempo della guerra non è quello del dibattito, del confronto e della discussione, bensì quello degli ordini e dell'obbedienza. Per questo negli ultimi mesi abbiamo assistito a una restrizione degli spazi democratici e a un peggioramento del clima repressivo. La logica della guerra non può permettersi forme di dissenso. Men che meno se organizzato. C'è bisogno di catene di comando più rigide e gerarchiche.
 
Di qui anche l'esigenza di profonde riforme istituzionali tese a devastare il tessuto costituzionale nato all'indomani della Resistenza e sostituirlo con un "premierato" che risponde alla logica autoritaria che la guerra contribuisce a portare con sé.
 
Siamo per questo convinti che l'opposizione alla guerra non significhi "semplicemente" opposizione alle armi, ma irriducibile antagonismo alla sua logica profonda. I fattori che la contestano e la mettono in crisi sono da ritrovare tanto nelle battaglie che conduciamo nei nostri singoli campi di intervento, quanto con uno sguardo largo che ci permetta di cogliere le potenzialità di quanto accade su altri scenari, a partire da quello aperto dalla resistenza del popolo palestinese.
 
Avvertiamo l'urgenza di un confronto ampio e aperto. Con l'obiettivo di individuare insieme i momenti e gli strumenti più utili per opporci alla barbarie della guerra e dei suoi cantori e costruire contemporaneamente una prospettiva di liberazione popolare e collettiva.
 
Per questo, convochiamo un'Assemblea nazionale a Roma per sabato 20 aprile 2024, a partire dalle ore 10:30, presso il Cinema Aquila.

Rete dei Comunisti



 

mercoledì 10 aprile 2024

Quale legge contro il consumo di suolo?

 


VENERDÌ 12 aprile 2024, dalle 9.30 alle 12,30. Camera dei Deputati – Palazzo Theodoli-Bianchelli – Sala Matteotti, via del Corso, 380 – Roma

Il Forum Italiano Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i territori organizza un confronto tra esperti e forze politiche sull’urgente e non più rinviabile avvio di un iter parlamentare che porti alla promulgazione di una efficace legge nazionale per il contrasto al perdurante consumo di suolo, partendo dall’analisi dei diversi Disegni di Legge presentati alla Camera e al Senato in materia di tutela del suolo e del paesaggio.

Oltre ai Rappresentanti delle Forze politiche, il confronto vedrà la partecipazione di alcuni Esperti del Gruppo di Lavoro estensore della proposta di legge del Forum Salviamo il Paesaggio:

  • MICHELE MUNAFÒ (Dirigente Sistema Informativo dell’ISPRA, esperto di monitoraggio dell’uso del suolo e trasformazioni del territorio, docente Tecnica e pianificazione urbanistica presso l’Università Sapienza di Roma): Lo stato del consumo di suolo in Italia
  • PAOLO BERDINI (Urbanista, Saggista): Le periferie al centro delle leggi
  • RICCARDO PICCIAFUOCO (Architetto, Pianificatore): Pianificare la città del futuro tra rigenerazione urbana e consumo di suolo zero
  • FEDERICO SANDRONE (Coordinatore del Gruppo normativo del Forum Salviamo il Paesaggio, Tecnico comunale): Un quadro sulle proposte di legge sul contrasto al consumo di suolo depositate in Parlamento. Focus sulla proposta di Salviamo il Paesaggio

A seguire DIBATTITO con il pubblico.

Registrazione partecipanti dalle ore 9. 

Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio - redazione@salviamoilpaesaggio.it

È possibile seguire la diretta Facebook dalla Pagina Facebook “SALVIAMO IL PAESAGGIO, DIFENDIAMO I TERRITORI”.

martedì 9 aprile 2024

Guardando fuori dalla finestra... - Una lettera dalla Russia