giovedì 30 settembre 2021

Carnismo e specismo...



“Ciao Paolo, oggi voglio riflettere sul nostro meraviglioso pianeta ed i suoi abitanti,  ma quelli chiamati “animali”. Inizio con una citazione che mi sta a cuore: «Un giorno i nostri figli ci chiederanno: “Tu dov’eri durante l’Olocausto degli animali? Che cosa hai fatto per fermare questi crimini orribili?”. A quel punto non potremo usare la stessa giustificazione, per la seconda volta, dicendo che non lo sapevamo» (Helmut F. Kaplan). 

Ci penso sempre a quello che ha detto Kaplan e soffro nel non riuscire a comprendere perchè la nostra società non lo fa… Fortunatamente meravigliose persone che definisco punti di luce in questo mondo buio mi fanno credere che ci sia ancora speranza…a chi mi riferisco? ai tanti volontari, a quei ragazzi che manifestano in piazza con in braccio cadaveri frutto del sadismo umano… (eventi purtroppo completamente nascosti dai media), agli scrittori come J. Safran Foer, Melanie Joy…  ecc…

Magari sono gesti estremi ma estrema è anche la situazione in cui ci troviamo, un mondo dove nessun politico parla degli animali massacrati tutti i giorni a milioni, dove i segnali di madre natura non vengono ascoltati nonostante i suoi continui avvertimenti… Il menefreghismo e l’ignoranza penso siano i nostri veri nemici e dunque come fare? me lo chiedo tutti i giorni della mia piccola e privata battaglia contro gli allevamenti intensivi e i loro macelli… 

Non ho ancora trovato una risposta ma sono convinto che dobbiamo aprire gli occhi a più persone possibili, dobbiamo tenere conferenze su due parole fondamentali: carnismo e specismo, se il mondo studierà bene queste due parole e le loro conseguenze sul nostro modo di vivere e sul nostro pianeta forse solo allora potremo sperare in un vero cambiamento vegan per una società che possa vivere in armonia con animali e natura senza odio, guerre, razzismo, ecc…"

Riccardo





martedì 28 settembre 2021

L'arma di distrazione di massa...


...Un occultamento dettato dal rigoglio delle setole sullo stomaco, dalla coscienza sporcata da invereconda ipocrisia, dalla consapevolezza di un degrado che ne travolge l'identità pretesa, dalla visione terrificante della rivolta di un popolo sfruttato e oppresso e venduto e pugnalato alle spalle. 

Il nascondimento vergognoso di un evento epocale, in controtendenza, avvolto nella carta argentata e nei nastrini colorati di due terzi del giornale, impegnati nella riesumazione dei sorosian-gretiani Fridays For Future e di qualche logora vociferazione femminile contro l'Afghanistan decolonizzato, nel rimpianto per l'Afghanistan macellato e depredato durante vent'anni di bombe emancipatrici. Specialità di questa stampa è l'arma di distrazione di massa.

Questo è lo stato di un'informazione nazionale che tutto deve e tutto offre, perfino i cuscinetti terminali tra gambe e schiena, ai potenti dell'industria, della finanza, del digitale, della chimica, delle mafie. Chiunque ne consenta la zerbineria del "tengo famiglia". 

E tutto si tiene, dalla Palermo dell'assoluzione e della condanna per lo stesso reato rispettivamente di colletti bianchi, o con stellette, e boss mafiosi, a un premier che non ha mai pronunciato la parola mafia; dal ministro della terminazione ecologica, alla ministra che osa minacciare del peggio del peggio una poliziotta che ha agito da cittadina a termini di legge, morale e costituzione; da un ministrello di corte, ex-assessore all'urbanistica, che impone cure che rafforzano i nostri ceppi e ne proibisce altre che ce ne liberano, dal solito premier che gli sfruttatori e oppressori collocano sull'altare, mentre lui si rifiuta di imporre vincoli e ammende a chi arriva, prende i soldi e scappa. 

Continuate voi...

Fulvio Grimaldi    

 https://fulviogrimaldi.blogspot.com/




sabato 25 settembre 2021

Il mistero dei "baccini" che "scadono"...



I baccini  che sono stati approvati nell'UE in forma sperimentale  (a partire dal 23 aprile 2021) hanno ricevuto un'approvazione condizionata.  Le approvazioni scadono a dicembre 2021 e gennaio 2022.  È per questo che si  fa pressione sui non baccinati  anche con una campagna di baccinazione  per bambini e adolescenti e donne in gravidanza.

*I produttori non hanno richiesto alcuna ulteriore approvazione per i
vaccini approvati con riserva* È probabile che non otterrebbero più alcuna
approvazione  a causa degli innumerevoli effetti collaterali e dell'alto numero di morti!

Su questo sito Web, i vaccini COVID-19 sono elencati in cima all'elenco.
https://ec.europa.eu/health/documents/community-register/html/index_en.htm
Questi link diretti portano al sito web dell'EMA. Qui si legge quale
vaccino è stato approvato e in che data. Gli effetti collaterali concessi
dai produttori possono essere letti. Ad esempio Moderna - approvazione
condizionale: 06.01.2021, BioNTech - approvazione condizionale: 21.12.2020,
AstraZeneca - approvazione condizionale: 29.01.2021. In BioNTech, il
periodo di dodici mesi significa che questi prodotti non potranno più
essere utilizzati dal 22 dicembre 2021/ gennaio 2022. Non si nota sul sito
dell'EMA che c'è una nuova approvazione condizionata per questi vaccini.

Anna Dossena



venerdì 24 settembre 2021

PIaneta Terra: "La maledizione dei PFAS..."

 


I PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) sono ormai ovunque, si trovano infatti in moltissimi oggetti di uso quotidiano ma anche nell’acqua piovana, negli oceani e nella polvere delle nostre case. A fare il punto della situazione è il chimico ambientale Ian Cousins, convinto del fatto che queste sostanze siano ad oggi ancora troppo sottovalutate e poco conosciute.  

I PFAS sono utilizzati in diversi prodotti: dalle vernici agli imballaggi alimentari, dai prodotti per la casa fino ad arrivare ai cosmetici. Si trovano anche nello strato superiore dei pannelli solari, nell’erba artificiale e nelle schiume antincendio.

Il fatto che siano così diffusi fa sì che spesso queste sostanze vadano a contaminare acqua, aria, suolo e ovviamente anche l’organismo umano. Ricorderete forse che i PFAS sono stati trovati  anche nel latte materno umano.

A livello globale, i PFAS sono stati trovati in fiumi, laghi, zone umide e in ogni oceano, sono presenti addirittura sull’Everest e nel ghiaccio marino artico.  Ma senza arrivare così lontano, basta pensare che i PFAS si trovano anche nella polvere delle nostre case, come scoperto recentemente da uno studio. (Leggi anche: La polvere delle case contiene Pfas e altre sostanze tossiche).

Il problema è che ancora si sa troppo poco di come questa contaminazione generale possa influenzare la nostra salute a lungo termine, anche se l’esposizione ad alcuni PFAS è stata collegata a problemi di fertilità, cambiamenti nel metabolismo e un aumento del rischio di obesità e cancro.

Il professor Ian Cousins, chimico ambientale dell’Università di Stoccolma, ha studiato questo enorme e diversificato gruppo di sostanze chimiche per oltre 20 anni. L’esperto, come riporta The Guardian, ricorda che ormai i PFAS (conosciuti come forever chemicals in lingua inglese) si trovano ovunque:

Ovunque ci sia società, c’è l’uso di PFAS. I PFAS stanno piovendo ovunque: li troverai nell’acqua piovana ovunque vivi a concentrazioni più elevate rispetto agli standard ambientali stabiliti per i fiumi.

Tuttavia è importante specificare che non tutti i PFAS sono tossici per l’uomo:

Mappare l’universo di PFAS e cercare di capire quali sono cattivi e quali no, è un’attività importante, ma ci vorranno decenni e potrebbe essere troppo tardi per fare qualcosa al riguardo. (…) Alcuni PFAS potrebbero avere effetti catastrofici, ma è difficile prevederli. Potremmo scoprire che tutti noi abbiamo usato una sostanza chimica che ci farà ammalare, ma che è molto difficile da rimuovere dall’ambiente.

Molti PFAS a catena corta, infatti, si dissolvono in acqua, la maggior parte rimane vicino alla superficie, in uno strato tra i 50 e i 200 metri di profondità. A poco a poco, però, questo strato si mescola con l’acqua più profonda e alcune sostanze chimiche affondano, finendo nei sedimenti o nella catena alimentare marina.

Alcuni poi, come il PFOA, agiscono come detergenti, respingendo l’acqua e risalendo in superficie, per essere nuovamente rilasciati nell’atmosfera. Cousins e il suo team hanno scoperto che alcuni PFAS vengono rilasciati come aerosol marini o goccioline negli spruzzi marini, quando i movimenti delle onde creano bolle d’aria.

Una contaminazione dunque davvero difficile da arginare, se non smettendo di utilizzare queste sostanze. Cousins ritiene infatti che:

Non dovremmo rilasciare queste sostanze artificiali nell’ambiente perché circolano nei sistemi idrici. Alcuni si trasformano in PFAS più dannosi prima di tornare nell’aria dagli oceani, per poi tornare sulla terraferma. La soluzione a monte è in primo luogo non utilizzare queste sostanze chimiche persistenti.

Cousins raccomanda ai produttori di adottare un approccio precauzionale, progettando alternative che si biodegradino (e alcune soluzioni già esistono).

Noi consumatori, invece, nell’attesa di un cambiamento a livello produttivo possiamo iniziare a stare attenti alle etichette, evitando di acquistare prodotti in cui sono presenti perfluoro, polifluoro o fluoro. Questo però non ci tutela del tutto, non sempre infatti tali ingredienti sono indicati sulla confezione.

giovedì 23 settembre 2021

L'Italia è una Repubblica o una monarchia mascherata?



Si vede subito se un Paese è democratico oppure si limita a fingere di esserlo. Se la sua Repubblica, res publica in lingua antica, è proprietà condivisa dei cittadini, che vi si alternano quali soci alla pari tramite la Banca dei Pubblici Impieghi, allora sì: il Paese è davvero democratico. E tutto vi funziona a meraviglia. Ma se la Repubblica è tenuta prigioniera, posseduta da una casta di assunti a vita, da una chiusa congrega di burocrati carrieristi, da monarchi tiranni, mbhé: allora dove sarebbe la Democrazia? 

Dov'è il periodico rinnovo del personale nei ruoli pubblici, come richiesto da Democrazia senza alcuna possibilità d'eccezione, che dà origine alla partecipazione?! Si tratta sempre del vecchio stato monarchico, sbilenco, squadracchiato, storto, dove chi sta bene sta sempre meglio e chi sta male sta sempre peggio, indebitamente permasto per un abuso continuato di potere da parte degli stessi carcerieri della Repubblica. In un Paese del genere poco importa se i governi continuano a cambiare. Se la Repubblica, i pubblici impieghi, poteri e redditi, sono in mano a sempre gli stessi finché campano, mai vi sarà eguaglianza, giustizia, libertà.

Ogni dittatura, regime, tirannide si fonda sull'assunzione a vita di alcuni (o su mercenari propriamente detti) nei pubblici apparati, così da spadroneggiare a volontà sull'estromessa popolazione. La Democrazia si fonda invece (e non può essere altrimenti) sulla partecipazione dei cittadini a tempo predeterminato: così che al suo scadere tornino persone comuni, soci paritari. Esigete anche voi la Banca dei Pubblici Impieghi e tutto s'aggiusterà prima di subito. A che pro denunciare, lamentarsi, disperarsi quando possiamo risolvere ogni problema una volta per sempre dismettendo ogni assunto a vita nei nostri impieghi/poteri? Non a caso detti pubblici!

Dall'acritico e fedelissimo carrierista in stile priebke, passiamo all'attento e premuroso cittadino in stile snowden. Non occorrerà altro per viver felici. Perché non conta tanto chi governa bensì innanzitutto chi sta intorno a chi governa! La Democrazia non sta nel voto bensì nella rigorosa temporaneità di ogni impiego ed incarico pubblico. 

Liberiamo dunque la nostra santa Repubblica, il nostro amato Paese, la nostra stessa vita, da coloro che hanno avuto la spudoratezza di prendersele. Ogni altro Paese al mondo seguirà il nostro fulgido esempio! E mai più vi saranno dittature, regimi, tirannidi. Mai più alcuna vittima d'esse ci peserà sulla coscienza.

Danilo D'Antonio - Monti dell'Evoluzione


P.S. Ogni Studio Legale al mondo si faccia portavoce dell'illegalità della cessione a vita di quel bene comune ch'è la Repubblica coi suoi impieghi, poteri e redditi.



mercoledì 22 settembre 2021

Referendum contro il Green Pass? Un grande azzardo!

 


A proposito del Referendum sul Green Pass, circola la tesi che non sia una buona idea...

"Il Pensiero Critico" -  Referendum, una mossa disperata e piena di rischi. Immagino che molti di voi siano favorevoli al referendum per abrogare il green pass. Ma riflettiamo un attimo: sfidare una democrazia plebiscitaria proprio sul fattore del numero potrebbe essere un azzardo!

Una malaugurata vittoria del no renderebbe il green pass da misura provvisoria a prassi per almeno i prossimi cinque anni.

 Oltre il 31/12 non è più possibile prorogare lo stato di emergenza, se non di qualche settimana. A questo punto il referendum gli permetterebbe di proseguire oltre questo limite, togliendo al governo le castagne dal fuoco! Non avrebbero neppure più bisogno dell'emergenza!

Non dimentichiamo che nel 2014 abbiamo preso l'impegno di guidare il mondo nelle strategie (cioè obblighi) vaccinali. In questo modo apriremmo la strada per fare altrettanto negli altri paesi, e la vita da noi diventerebbe un inferno! Altra domanda: quando si voterà? Alle porte dell'inverno! Cioè quando le misure restrittive staranno già per scadere di suo, e le persone saranno convinte dai media che si stanno ammalando per colpa dei no vax che non vogliono il pass! Andranno in massa a votare no!

A questo punto il referendum sembra una mossa ben premeditata dagli architetti del regime per portare a termine il progetto di schiavizzare per sempre il popolo italiano.

La cosa più triste è che lo faranno con la nostra collaborazione, presi come siamo dalla disperazione e dalla ricerca di una qualunque azione di contrasto che ci liberi dall'impotenza. Ma è una strada con un enorme rischio di non ritorno, e pochissime prospettive di riuscita!

La Consulta avrebbe il dovere di rigettare il quesito referendario, trattandosi di una misura provvisoria per di più già in scadenza. Se non lo farà, avremo la riprova che il tutto fa parte del copione. Che dire? Buon nuovo ventennio a tutti.

Segnalazione a  cura di Sandra Venturini



Articolo collegato:
https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2021/09/referendum-contro-il-green-pass-azione.html

martedì 21 settembre 2021

AUKUS. Sommergibili atomici di Australia, United Kingdom, United States nelle acque cinesi... - La protesta di Pechino



Ha destato scalpore ed è stato fonte di molte polemiche l’accordo raggiunto da Australia, Stati Uniti e Regno Unito per la fornitura di sommergibili militari atomici all’Australia per un ammontare di 100 milioni di dollari. Si è molto parlato dello sdegno dei Francesi, che avevano già raggiunto un accordo con l’Australia per la fornitura di sommergibili militari all’Australia e che sono stati bruscamente estromessi. L’accordo ha preso il nome di AUKUS dalle iniziali dei nomi dei tre paesi: Australia, United Kingdom, United States. Il presidente francese Macron ha addirittura ritirato gli ambasciatori da Washington e da Canberra, capitale dell’Australia. Incredibili sono state anche le critiche al primo ministro canadese Trudeau (un borghese di tendenze democratiche) per non aver fatto aderire il Canada all’accordo. (vedi: http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2021/09/aukus-si-prepara-alla-guerra.html)


Ma a noi sembrano molto più importanti e pertinenti le critiche avanzate dalla Cina, che ha definito l’accordo provocatorio ed irresponsabile. Infatti lo scopo dichiarato dell’accordo è quello di creare una flotta di sommergibili atomici che dovrebbero incrociare nel Pacifico Occidentale, presso le coste cinesi, per tenere sotto controllo un presunto espansionismo di un presunto imperialismo cinese. Ѐ noto che la Cina è diventata una grande potenza essenzialmente economica che tiene sempre un profilo basso e pacifico nelle crisi internazionali. Gli USA negli ultimi 30 anni hanno invaso o attaccato o bombardato innumerevoli paesi (Jugoslavia, Somalia, Iraq, Siria, Afghanistan, Libia, Sudan, ecc.) ed hanno 900 basi militari sparse in tutto il mondo, 300.000 militari dislocati in paesi esteri, flotte militari che percorrono tutti i mari del mondo, alleanze militari aggressive con molti paesi (tra cui la più nota è la NATO, di cui fa parte anche l’Italia). Quanti paesi ha invaso la Cina nello stesso periodo? Quanti militari ha all’estero? La risposta è facile: nessuno.

La verità è che gli USA ed alcuni loro alleati temono soprattutto la grande forza economica della Cina; temono che venga a mancare la supremazia del dollaro; e pensano di affrontare questa sfida ricorrendo alla minaccia militare. Per questo serve una politica di riarmo cui sono coinvolti anche gli alleati e vassalli come l’Italia e molti paesi europei ed extra-europei. Si calcola che il 75% delle spese militari nel mondo sono fatte dalla NATO (che rappresenta a stento il 15% della popolazione mondiale). Solo gli USA (che rappresentano il 4% della popolazione mondiale) spendono circa il 50% dell’intera spesa militare mondiale, una cifra di gran lunga superiore a quella delle spese militari di Cina, Russia e Corea Popolare messe insieme. Si può quindi finire con una domanda retorica: chi minaccia la pace mondiale?

Vincenzo Brandi



domenica 19 settembre 2021

Roma, capitale di VESTIGIA … e non di RUDERI - Le proposte di Carlo Carli


La nuova proposta amministrativa, più che politica, sorge da una “fonte tiberina”, cioè dal Movimento Storico Romano.

Il M.S.R. nasce oltre trenta anni fa, come ente finalizzato allo studio della Roma storica, repubblicana ed imperiale.

Nel corso degli anni i soci si sono specializzati nella rivificazione di personaggi ed episodi significativi, anche attraverso la modellizzazione di oggetti, espressione della tecnologia ingegneristica civile e militare romana.

Una rivificazione che ha preso quindi anche le sembianze della rievocazione. Famose sono le riproposizioni di fatti, come battaglie e fatti di cronaca, che hanno spettacolarizzato a decine di migliaia di spettatori italiani e stranieri Fasti, Energie, Eventi della storia romana del periodo classico.

Una rievocazione che, pertanto, con metodi della commedia e del folclore, con maschere e costumi, ha il merito di riproporre il MESSAGGIO CULTURALE che è stato lo spirito guida dell’espansione della Civiltà Romana; cioè la inclusione di Culture e Religioni nel contesto di una complessità auto-modellizzante.

Una CIVILTA’ che non solo è durata duemila anni, ma che evidentemente porta con se messaggi essenziali di coesitenza tra differenziazioni, tanto che tuttora fornisce la struttura della Cultura Occidentale, oltre che dei vari Ordinamenti Giuridici.

Da tale EREDITA’ si può solo che imparare, certo non con mera ripetizione, ma ricercando soluzioni per le tante complessità moderne 


CARLO CARLI










Candidato al Consiglio Comunale di Roma, candidato ai Consigli Municipali I e III. Lista M.S.R. per ‘NERONE’ Sindaco

Referente Centritalia per la RETE Ambientalista (movimentodilottaperlasalute) e consigliere nazionale di   L’ALTRITALIAMBIENTE ONLUS, inoltre presidente di CONSUMATORISABINI, comitato associatvo consumeristico


email comitatoelettorale.roma.carli@gmail.com

e fax (39) 178 2714762


…… il mio Impegno per:

  • Recupero e Valorizzazione di strutture storiche e tradizioni culturali dimenticate 

  • Creazione aree attrezzate per interventi socio-sanitari presidiari di pronto uso. 

  • Recupero e Valorizzazione di piccole aree verdi e monitoraggio delle grandi, attrezzandole con ‘spazi cultura’




Mio commentino - Conosco personalmente l'avv. Carlo Carli, da molti anni. Con lui abbiamo portato avanti diverse iniziative di carattere ecologista e bioregionalista e per i diritti dei cittadini. Sarei contento se le sue proposte per la città di Roma trovassero accoglienza.  (Paolo D'Arpini)

Imprimatur

Qui potete vedere alcune delle attività svolte in collaborazione: 




venerdì 17 settembre 2021

NPCI: "Premere sul m5s affinchè abbandoni il sostegno al governissimo Draghi"


Il governo Draghi è il centro motore dell’attacco dei gruppi imperialisti italiani e stranieri contro le masse popolari italiane in tutti i campi: dallo smantellamento dell’apparato produttivo di beni (le centinaia di aziende in via di delocalizzazione o riduzione), alle discriminazioni tra generi, nazionalità e razze, alla repressione delle masse popolari (Green Pass in testa), alla gestione criminale della pandemia, all’ulteriore peggioramento dei servizi pubblici (sanità, istruzione, trasporti, manutenzione di infrastrutture e del territorio e gli altri), alla libertà di licenziare e sfrattare, alla devastazione dell’ambiente inestricabilmente connessa con la libertà d’iniziativa dei capitalisti e dei ricchi in generale, all’asservimento all’UE e alla NATO, alla partecipazione alle guerre che la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti conduce in Asia e in Africa nonostante la sconfitta subita in Afghanistan e alle mille restrizioni con cui cerca di soffocare i governi dei paesi che non si sottomettono alle scorrerie, alle ruberie e alla corruzione dei capitalisti.

Bisogna rendere impossibile la vita al governo Draghi.

È nell’interesse delle masse popolari italiane ed è il maggiore aiuto concreto immediato che possiamo dare ai popoli di tutto il mondo.

Il governo Draghi ha molti punti deboli.

Il maggiore punto debole del governo Draghi è che la sua maggioranza parlamentare dipende dal gruppo parlamentare M5S.

La maggioranza parlamentare del governo Draghi non reggerebbe senza il gruppo parlamentare M5S.

Né PD né la Lega accetterebbero di stare ancora nella maggioranza parlamentare del governo Draghi senza il gruppo parlamentare M5S, in particolare in settimane in cui sono in ballo le elezioni amministrative.

Mettere in moto ogni genere di pressioni e operazioni per indurre il gruppo parlamentare M5S a uscire dalla maggioranza, a votare contro il governo Draghi!

Delegazione del (nuovo)PCI  - delegazione.npci@riseup.net




P.S. - Sostenere in ogni modo la manifestazione indetta dal Collettivo di Fabbrica GKN a Firenze per sabato 18 settembre e lo sciopero generale indetto dai sindacati di base per lunedì 11 ottobre 2021!

Sono le manifestazioni centrali delle mille iniziative contro il governo Draghi che le masse popolari sviluppano in tutto il paese.



giovedì 16 settembre 2021

La disubbidienza civile può essere una “opportunità”...?

 “Nessuno stato, nessuna chiesa, nessun interesse costituito ha mai voluto che tu conoscessi la forza del tuo spirito, perché una persona con una solida energia spirituale sarà inevitabilmente un ribelle.” (Osho)


Solitamente, per modestia ma soprattutto per un radicato rispetto che ho per le istituzioni, tendo a contenere, in un ambito di "politicamente corretto",  il mio disaccordo verso norme, leggi, disposizioni amministrative, ecc. che ritengo ledere i  diritti del cittadino, di chi vive in uno stato definito "democratico". Tale espressione di democrazia è contenuta nella Costituzione che in più punti stabilisce i diritti alla libertà. Tanto che veniamo definiti "cittadini" e non "sudditi".

La prima regola democratica è quella di consentire a tutti di poter esprimere il proprio pensiero ed io  ho sempre cercato di avvalermi di questo diritto. Non mi astengo dal dire ciò che penso, anche se il mio pensiero e le mie parole possono risultare fastidiose per qualcuno, o possono procurarmi noie burocratiche e di carattere sociale.  Negli ultimi due anni, in seguito alle contingenze sanitarie in cui ci siamo trovati, ho potuto sperimentare come la mia "libertà di pensiero e di parola" sia stata  causa -per me- di notevoli difficoltà espressive.

Non sto parlando semplicemente della censura mediatica o dell'oscuramento subito sui social o sui motori di ricerca. Infatti da anni ormai ho imparato come il "mettersi contro", opponendosi al sistema, venga retribuito con la cancellazione pubblica dell'opinione.

 Molti anni addietro, quando sembrava che la libertà d'espressione e l'indipendenza da ogni "opportunità di comodo"   fosse un "bene" da salvaguardare, vissi -come intellettuale, ecologista e opinionista politico e spirituale- un lungo periodo sulla cresta dell'onda.  Conservo ancora a Calcata, ove massimamente godei di un lungo tempo  di gloria mediatica, centinaia di copie di giornali, riviste e di emissioni di agenzie nazionali (ma anche internazionali) e menzioni  di apparizioni in tutte le reti televisive e radiofoniche.  Purtroppo a mano a mano che le mie "dichiarazioni" o battaglie  non collidevano con  gli interessi dei potenti o addirittura avevano causato debacle politiche  gravi, pian piano scomparii da ogni organo di comunicazione pubblico... fino al punto che -oggi- persino le mie  iniziative culturali più innocenti, pur di un certo livello,  vengono ignorate anche dai giornaletti di paese. Insomma ormai vengo "sopportato" da appena una manciata di "media" controcorrente 
 (gli ultimi coraggiosi della libertà espressiva)   o che non sanno ancora quanto siano "nocive" per il sistema (e per chi mi ospita) le mie idee bislacche.

Ad esempio qui a Treia, in provincia di Macerata, nella periferia delle Marche profonde, dove mi sono ritirato in esilio  per evitare il rogo, per ottenere una piccola "audience" spesso sono costretto a parlare per metafore, alludendo a storie  vere o inventate (che potrebbero comunque aprire spiragli di verità).  Come quelle, ad esempio, dell' "l'isola somarabile" o  della "la raccolta di fichi e di immondizie" o "la festa dell'acqua cotta", ecc...

Beh, per consentire una migliore comprensione della situazione in cui ci troviamo e dalla quale dobbiamo uscire, vorrei qui riportare alcuni pensieri sulla necessità della disobbedienza civile, espressi  dal filosofo ecologista  H. D. Thoreau.

"L'autore statunitense allineato, Paley,  sul "dovere di sottomissione al governo civile" riduce ogni obbligo all'opportunità  e si spinge sino a dire che finchè l'interesse della società lo richiede, vale a dire, finché il governo in carica non si può contrastare o cambiare senza pubblico disagio, è volontà di Dio (sic) che il governo in carica venga obbedito...".

Ma  questo Paley sembra non aver mai contemplato quei casi in cui non si applica la regola dell'opportunità, nei quali un popolo, così come un individuo, deve chiedere giustizia, costi quel che costi... altrimenti possiamo di nuovo assistere a giustificazioni, come quelle  portate dai criminali di guerra nazisti, che dichiararono al processo di Norimberga "mi sono limitato ad ubbidire agli ordini".

Tali persone che privilegiano solo "l'opportunità politica" non sono semplicemente degli ignavi, incapaci di discriminazione e di poca intelligenza comunitaria, ma dei veri e propri delinquenti che dovrebbero smettere di tenere la gente in schiavitù con la scusa dell'ordine pubblico e della decenza.  Una decenza degna di una "sudiciona di rango, sgualdrina vestita d'argento, con lo strascico levato in alto, e l'anima caduta nel fango" (Thomas Middleton).

Diceva ancora Thoreau: "Approvo con entusiasmo la massima 'Il governo migliore è quello che governa di meno' e gradirei vederla adottata più radicalmente e sistematicamente. Messa in pratica finisce per equivalere a un'altra di cui pure sono convinto: 'Il governo migliore è quello che non governa affatto' e quando gli uomini saranno pronti, sarà questo il tipo di governo che avranno”

Ed in previsione di ciò riporto un mio pensiero, una sorta di carta degli intenti della nostra "associazione fra  uomini" sulla necessità di precorrere i tempi che verranno.

E' giunto il momento di usare  discriminazione  verso alcune regole e  consuetudini della società in cui viviamo. Insomma  dobbiamo prenderci  la briga di cambiare il nostro atteggiamento, ribellandoci alle norme restrittive e meschine della politica corrente. Ecco perché  è giusto perseverare  nello scopo di far da rompighiaccio, aprendo  nuove  strade evolutive per la nostra comunità,  degli umani e dei viventi in generale.

Alcuni detrattori dicono che siamo sessantottini non pentiti, oppure che siamo inveterati illusi, poiché il nostro voler cambiare il mondo si risolve in un nulla di fatto... Sarà così... ma almeno stiamo cercando di farlo cominciando dal cambiare noi stessi, decidendo per noi stessi quei comportamenti necessari a creare una nuova civiltà ecologica e spirituale.

Ed allora ci definiamo “ribelli” e non “rivoluzionari” poiché il rivoluzionario appartiene ad una sfera terrena mentre il ribelle e la sua ribellione sono sacri. Il rivoluzionario sente il bisogno di rivolgersi alla folla, muovendosi in ambiti politici e di governo, insomma ha bisogno di “potere”. Ed il potere quasi sempre corrompe (lo sappiamo bene) ed i rivoluzionari che lo hanno assunto ne sono stati corrotti. Il potere ha cambiato la loro mente mentre la società è rimasta la stessa, solo i nomi sono cambiati.

Per questo il mondo ha bisogno di precursori ribelli e questo è un momento in cui se non vi saranno parecchi spiriti ribelli i nostri giorni sulla terra sono contati... 

Paolo D'Arpini



Cambiare lo stile di vita è necessario...




Siamo sempre di più sulla Terra e stiamo cambiando la nostra dieta alimentare ma dobbiamo anche affrontare i cambiamenti climatici e gli eventi meteo estremi, tutto questo richiede grande pragmatismo per raggiungere un nuovo equilibrio improntato alla sostenibilità, unica strada per uscire dall’attuale crisi.

Il 17 e il 18 settembre 2021, Firenze ospiterà il Vertice interministeriale G20 dei Ministri dell’agricoltura per parlare di agricoltura e temi ad essa connessi come gli impatti ambientali del settore agricolo, la circolarità economica e l'incidenza dei cambiamenti climatici nel mondo agricolo; argomenti  di primo piano non solo a livello nazionale ma anche internazionale.

La Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) stima che nel 2050 saremo in 10 miliardi sulla Terra e si pone la domanda di come sfamare in modo sostenibile un così alto numero di persone in un contesto già dominato da importanti crisi come quella dovuta ai cambiamenti climatici.

Si parla molto di transizione ecologica e digitale ma non dobbiamo dimenticarci che siamo difronte anche ad una transizione etica che si sostanzia nella domanda di fondo: come si alimenta l’umanità nel terzo millennio in una situazione in cui abbiamo accumulato un debito ecologico che dobbiamo recuperare nei prossimi anni?

La pandemia ha peggiorato la situazione soprattutto a livello internazionale, oggi ci sono più persone che hanno fame ed in molti paesi siamo di fronte ad una vera emergenza alimentare che si aggiunge a quella climatica che, a sua volta, incide sull’agricoltura e sulla produzione di cibo.

I temi del vertice interministeriale G20 sull’agricoltura investono importanti questioni nazionali ed internazionali ma interessano anche l’intera opinione pubblica, perché toccano molti aspetti della vita quotidiana: il rapporto tra il cibo sano e salute, la filiera corta, gli sprechi alimentari, il rapporto tra città e campagna, la rigenerazione urbana, l’innovazione, la ricerca scientifica, la circolarità economica e la sostenibilità in agricoltura nonché gli effetti dei cambiamenti climatici sulle produzioni agricole.

La comunità scientifica, ma anche la classe politica e dirigente, a tutti i livelli, devono mostrarsi più decisi nell’affrontare i nuovi temi e le nuove sfide nel settore agricolo, in particolare la questione dell’agricoltura sostenibile e dell'economia circolare in agricoltura che punta a produrre meglio, consumando meno.

La transizione ecologica ha, tra i suoi pilastri, la transizione in agricoltura che richiede cambiamenti concreti e uno specifico investimento sulla caratterizzazione, sulla specificità di ogni sistema agricolo ed alimentare. Ogni specificità connota un territorio, conoscendola si può implementare innovazione e tecnologia per raggiungere la sostenibilità ambientale, sociale ed economica in quel territorio.

Per fortuna, c’è qualche buona notizia: l’agricoltura è in un quadro economico di ripresa e complessivamente il sistema agricolo è stato in grado di affrontare la crisi pandemica anche meglio di quanto prospettato sia a livello nazionale che a livello internazionale.

Nutrire la popolazione mondiale, in crescita, è uno dei principali obiettivi, ma non meno importanti si mostrano le altre sfide: la riduzione dell’impatto ambientale generato dall’agricoltura e l’introduzione nel settore agricolo, in parte ancora molto conservatore, dell’innovazione tecnologica e scientifica per approdare alla sostenibilità ambientale ed economica del settore.

Dal punto di vista ambientale, uno dei problemi da affrontare è quello del cambiamento climatico, già presente, l’aumento della temperatura, infatti, crea grossi stress termici che incidono sulle colture agricole, già messi a dura prova dagli eventi meteo estremi.

Dall’altra si pone la questione di ridurre gli impatti che questo settore determina sul Pianeta, con le emissioni climalteranti (prevalentemente metano), che si stima siano attribuibili, per un quarto, all’agricoltura, in particolare agli allevamenti.

L’agricoltura, come ogni altro settore, incide sulla qualità dell’aria ma può anche essere parte della soluzione, acquisendo un ruolo maggiore nel sequestro di carbonio, ma il comparto agricolo deve migliorare, in quanto molti sono i problemi ambientali ad esso collegati come quello legato ai suoi impatti sulla risorsa idrica, la produzione di rifiuti, l’uso dei fitofarmaci, il consumo di energia e lo spreco di risorsa idrica per approdare ad una dimensione sostenibile.

In questa direzione molto potrebbe essere fatto anche applicando i principi dell’economia circolare,  richiamati dalla strategia europea From Farm to Fork. Certo che per abbandonare l’economia lineare ed implementare quella circolare, è necessario che il quadro normativo sia chiarito, in particolare la questione dei sottoprodotti.

Altro punto dolente, dal punto di vista ambientale e agricolo, è la deforestazione, pratica sempre più in uso per aumentare le superfici coltivabili e vista come risposta alla crescente richiesta di cibo di una popolazione mondiale in aumento, che, nel nostro Paese ma anche in Europa, non percepiamo a pieno perché viviamo una situazione antitetica con riduzione della popolazione e costante invecchiamento della stessa. La deforestazione provoca notevoli impatti sull’ambiente, che dobbiamo affrontare quanto prima per mitigare la nostra impronta ambientale e affrontare le nuove sfide ambientali e aliementari.

L’innovazione tecnologica può aiutarci con droni, satelliti, sensori per catturare dati da trasformare in informazioni e poi in decisioni; questo richiede l’introduzione della certificazione del dato, e del suo uso corretto, necessario per evitare che l’agricoltura finisca in mano a soggetti che non operano nel settore primario ma in altri ambiti, come quello finanziario; non scordiamoci che il dato, soprattutto i big data, genera valore.

Droni e sensori possono aiutarci inoltre a migliorare l’efficienza e la sicurezza del lavoro nei campi, rendendo possibile, ad esempio, trattare ogni singola parte del campo in modo diversificato, partendo da ciò di cui ha bisogno. I trattamenti mirati, anche se non semplici, riducono molto gli sprechi.

Al tempo stesso l’innovazione tecnologia può trasformare i macchinari utilizzati in agricoltura, rendendoli più sicuri e performanti ma anche in questo caso si pone un problema di certificazione, senza la quale il mercato è selvaggio. Con la certificazione, si sancisce che il macchinario rispetta i processi e la normativa settoriale, ancora meglio se si riuscisse ad indicare il reale vantaggio prodotto dall’applicazione di quella tecnologia rispetto all’obiettivo da raggiungere.

La ricerca scientifica, invece, può essere molto utile nel miglioramento genetico delle piante, si possono creare nuove varietà in grado di rispondere ai cambiamenti climatici ma anche garantire una maggiore produzione, una migliore qualità dei prodotti ed una maggiore resistenza alle fitopatologie.

L’emergenza sanitaria ci sta facendo riflettere su come affrontare le più svariate situazioni emergenziali, come quella legata ai cambiamenti climatici. Per il prossimo futuro, gli aspetti su cui puntare, quindi, saranno vari, tra questi:

  • soddisfare la domanda di cibo che è in aumento, infatti, crescita della popolazione e crescita di cibo sono strettamente legati, non basta produrre ma bisogna rendere il cibo accessibile. Rallentare i consumi è un’opzione che vale solo per i paesi più industrializzati, una minima parte al mondo.
  • migliorare le tecniche di produzione, che devono essere compatibili con la sostenibilità e olistiche
  • razionalizzare il sistema agricolo, facendo riferimento alla scienza e all’innovazione tecnologica, non ci può essere opposizione tra agricoltura e scienza
  • gestire gli incrementi di produttività sia nei sistemi di post produzione che in quella di distribuzione
  • contrastare l’emersione di posizioni di conservatorismo e politiche su scala esclusivamente nazionale
  • ripensare i rapporti con paesi con crisi alimentare, non limitandosi a fornire sporadicamente del cibo ma creando rapporti reciproci forti e costruttivi.

Di sicuro c'è necessità di maggiore ricerca scientifica e più innovazione tecnologica se vogliamo andare nella direzione della sostenibilità ambientale, falliremo ma questo sarà necessario a raggiungere nuovi successi, come sosteneva lo stesso Galileo, non dobbiamo avere paura di fallire, ma di stare fermi.

Infine, non dimentichiamo che i corposi incentivi economici messi a disposizione, ci possono aiutare nel realizzare i cambiamenti necessari per intraprendere la strada della transizione ecologica.

Consulta gli eventi preparatori al G20 Agricoltura organizzati dal Comune di Firenze e dalla Accademia dei Georgofili.



martedì 14 settembre 2021

“Il tramonto yankee”... è arrivato?

 


Al declino  yankee si è tentato di porre un freno con l’esercizio della forza militare, 900 basi sparse su tutto il globo, il dominio dell’aria e dello spazio, interventi diretti e, sempre più, di forze mercenarie: terroristi per la cosiddetta “guerra al terrorismo”. Ma la colossale debacle di Kabul alimenta il sospetto che a questo immenso apparato della forza possa essere riservata la stessa fine dell’esercito fantoccio superarmato di 300.000 uomini, a difesa dell’occupazione dell’Afghanistan e del regime di miserabili quisling installato dagli invasori.

Dal Vietnam in poi USA e i suoi mercenari NATO e ISIS/Al Qaida non fanno che rimediare insuccessi. Perfino i colpi di Stato, vedi Bolivia, o Venezuela, non riescono più e, dopo l’Ucraina, neanche le “rivoluzioni colorate”: Hong Kong, Libano, Myanmar, Iran, Russia... 

La risorsa estrema è digitale e sanitaria e anche qui, alla luce, sempre più diffusa, di cosa ci combinano i vaccini e coloro che li manovrano, si aprono delle crepe.

Un segnale mediatico significativo viene dal noto, rozzo e cieco, atlantismo che fa di tutti i media generalisti un'unica camera dell’eco,  che trasmette quotidianamente e fedelmente gli ordini di servizio del Deep State USA e dei suoi servizi terroristici. La sviscerata promozione della nuova arma-fine-del-mondo sanitaria, chimico-genica, si accompagna in questi giorni alle geremiadi dei suoi vari specialisti geopolitici sullo scontro di civiltà perduto dall’Occidente in Afghanistan. In particolare sui diritti umani (sopravvissuti a vent’anni di bombardamenti, carceri della tortura, stragi di civili, depredazione di un intero popolo) lasciati alla mercè dei trucidi “turbanti neri”...

Fracassi e io abbiamo cercato di buttare un po’ di sabbia negli ingranaggi del menzognificio. Una sabbia che fa anche giustizia della furbata degli ambiguoni che, per rimediare al disastro di tutto l’Occidente, si sono inventati la teoria, oggettivamente salvafaccia degli USA, per cui non ci sarebbe stata nessuna sconfitta dell’Impero, ma piuttosto un’intesa sotterranea tra Washington e i vendipatria Taliban, in vista di spartirsi economicamente le risorse del paese. Così ne uscirebbero sani e salvi gli americani e farebbero una figura di merda gli odiosi Taliban...

Stralcio di un articolo di Fulvio Grimaldi - https://fulviogrimaldi.blogspot.com/



lunedì 13 settembre 2021

La comune appartenenza alla matrice spirituale… nella casa Terra…



In questi giorni di solitudine gli italiani sono scossi e senza parole per la crisi sanitaria ed  economica che imperversa e stanno ritornando in auge discorsi corrosivi per la solidarietà sociale e la comune umanità.  La nostra società sembra spaccarsi su temi che in verità non hanno valore dal punto di vista  pratico. Ci si distingue solo in base all'aderenza o meno alle normative "anti contagio": vaccino sì vaccino no, lockdown si lockdown no, green pass sì green pass no... 

Il 12 settembre 2021, dopo una passeggiata ecologista, ne parlavo con un amico medico di Treia ed il dialogo aperto, malgrado le iniziali differenze di vedute sul come affrontare l'emergenza, ha poi trovato una sintesi ed un'intesa sul fatto che non possiamo esimerci dall'appartenere alla stessa comunità. No solo quella umana, ma quella di tutte le specie del pianeta, piante e minerali compresi.  

Dobbiamo superare la tendenza  alla separazione e allo scollamento sociale, che soprattutto sui social  divengono più evidenti mentre la comunità sembra aver perso la capacità di esprimere solidarietà e collaborazione. 

Ciò avviene persino fra  coabitanti di una piccola comunità, sembra quasi     che oggi inequivocabilmente  ci si percepisca alieni l'un l'altro.  Il "diverso" è addirittura visto come un dinamitardo e questo comporta uno scontro continuo fra le parti.  Come si può in tal modo costruire una società umana decente? Mentre non si riconosce più nemmeno un membro della famiglia come nostro proprio, se non si adegua alle nostre convinzioni,  come possiamo accettare ed accogliere chi  magari è "estraneo", un oriundo, un ospite, un appartenente ad una altra parrocchia, che non la pensa come noi?

 Eppure  se  il concetto di comune appartenenza alla Terra, divenisse  una realtà, la  coesione sociale sarebbe un dato acquisito e risolutore. 

Stiamo riducendo il nostro pianeta ad un cimitero, seguendo un'idea di benessere che non tiene conto degli altri, di tutti gli altri,  ignorando la  distruzione delle risorse, l'inquinamento causato alla Terra per il nostro egoismo,  eppure non consideriamo  le malattie che ne conseguono e continuiamo a distruggere, usando metodi scientifici non ecologici,  illudendoci di fare il bene della collettività.  

A questo proposito consiglio l'ascolto di questa conferenza del prof. Stefano Mancuso sui danni  da noi causati che ci si ritorcono contro: https://www.facebook.com/sapiensfestival/videos/823716398305937 

Ma andiamo avanti con l’analisi. Questo sembra il tempo dello spezzettamento. In ogni parte d’Europa (e del mondo) si assiste ad un processo di frantumazione della solidarietà umana con  forme esacerbate di distinzione, non solo per motivi  salutistici, ma anche religiosi, ideologici o di status. Qual’è la motivazione di questo sgretolamento? Blocchi monolitici di potere economico e politico sembrano voler prendere il sopravvento globale ma   si stanno sbriciolando sulle  macerie da loro stessi provocate sul pianeta. La società umana si dibatte nella forsennata ricerca di una nuova identità e modus vivendi, riuscirà a sopravvivere a se stessa?

Con l'avvento della "virtualizzazione" forzata, in seguito alla separazione  derivante dalla lotta al contagio,  sono cambiati i modi di lavoro e di socializzazione. Nuove entità, basate sulla produttività amorfa,  stanno prendendo il sopravvento, mentre le forze sociali sane  percuotono le mura (senza porte) di una apparente legalità democratica che più non regge le sorti della nazione.

Gli umani, nel tentativo di uniformarsi alle direttive "superiori", hanno perso invero il senso della dignità e del rispetto per la diversità. Ancora ed ancora si distingue e si giudica. Non però nella pianificazione economica e sociale saldamente in mano a pochi “esperti”…

Ritengo comunque che per una opposta tendenza compensativa succederà che questa “separazione” sfocerà necessariamente in un  ri-accostamento interiore e dell’uomo verso l’uomo. In fondo quanto possiamo separarci da noi stessi senza perire? Lo yin e lo yang son forze che si alternano e si compensano, nessuna delle due può prendere un definitivo sopravvento.  Ecco perciò che l’allontanamento diviene avvicinamento… La vita è elastica e non può andare in una sola direzione. 

Ora sorge la necessità di nuove forme di equilibrio, più radicate nella coscienza della comune appartenenza alla vita. Un avvicinamento alla coscienza universale. 

Infatti il senso di comune appartenenza porta alla condivisione dell'evento  vita, ad atteggiamenti simbiotici e ad uno stato di coscienza collettiva. L’evoluzione spirituale richiede che le persone si riconoscano nella comune appartenenza alla vita. Separazione è solo un concetto per giustificare degli “indirizzi” personalistici ed egoici, è una frattura radicale che spacca il mondo e l'essere in due. 

La capacità  di coabitare nel “condominio terra”,  sta nella  capacità di rapportarsi al luogo in cui si vive in sintonia con l'esistente. L'uomo, la specie umana nella sua totalità, e l'ambiente vitale sono un'entità indivisibile.

Perciò il passo primo da compiere, per il “Ritorno a Casa”, è l'accettazione delle differenze, viste come fatti caratteriali che al massimo (in caso di persistente negligenza morale) possono essere ‘curate’ allo stesso modo di una idiosincrasia/malattia interna. L’uomo ha bisogno di riconoscersi ‘unico’ nella sua individualità, che assomiglia ad un cristallo di neve nella massa di neve, ma nella coscienza di appartenere all'unica specie umana. Non passerà molto tempo -mi auguro- che le divisioni artificiali operate dalla mente speculativa scompariranno completamente ed al loro posto subentrerà un nuovo spirito di fratellanza, partendo dal presupposto delle reali somiglianze e della coesistenza pacifica. Queste somiglianze, in una società sempre più vicina, renderanno l’uomo capace di capire il suo prossimo, in piena libertà, e di amarlo come realmente merita. Tutti abitanti dello stesso pianeta, tutti a casa!

Paolo D’Arpini