domenica 30 giugno 2013

«PENSARE DI COPRIRE IL RINVIO DELL’AUMENTO DELL’IVA CON AUMENTI DI TASSE EQUIVALE A DARE IL COLPO DI GRAZIA ALLE IMPRESE»



CONFARTIGIANATO/TASSAZIONE: DE SIMONE «PENSARE DI COPRIRE IL RINVIO DELL’AUMENTO DELL’IVA CON AUMENTI DI TASSE EQUIVALE A DARE IL COLPO DI GRAZIA ALLE IMPRESE»

Si ripete ormai da mesi che gli imprenditori sono allo stremo e da più parti si sono levati appelli al Governo affinché vada in soccorso di un’imprenditoria che da sola non può certo trascinare il Paese fuori dalla crisi. 

Pensare di finanziare il rinvio dell’aumento dell’Iva con aumenti di pressione fiscale a carico delle imprese equivale a dichiarare la morte di queste ultime. 

«Non si può continuare a chiedere l’impossibile alle nostre imprese. – precisa Andrea De Simone, segretario di Confartigianato Imprese di Viterbo – Siamo già ai massimi storici con una tassazione che nel 2013 tocca il 53,4% del Pil. Gli imprenditori non possono sopportare ulteriori incrementi di tassazione derivanti dagli anticipi di Irpef, Ires e Irap. Il Governo deve trovare una strada alternativa».

E strade alternative ce ne sono. Governo e Parlamento dovrebbero impegnarsi soprattutto sul fronte della riduzione di sprechi e spesa pubblica improduttiva per reperire le risorse necessarie a diminuire il carico fiscale sulle aziende, rilanciando investimenti e occupazione. 

«Sovraccaricando le attività imprenditoriali con tassazioni sempre maggiori – spiega De Simone – non si fa altro che spingere gli imprenditori, già penalizzati da un credito inaccessibile e dai ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione, a chiudere le loro attività. Non è così che si gettano le basi per uscire dalla crisi. Non si può impostare una politica economica che va a spremere la linfa imprenditoriale italiana per poi abbandonarla nella paralisi. 

Al contrario, è necessario creare le condizioni affinché gli imprenditori possano ritrovare le forze necessarie a supportare il coraggio dell’impresa».

Il no, dunque, all’aumento di pressione fiscale è deciso e l’appello è a vagliare altre possibilità per il finanziamento del rinvio dell’aumento dell’Iva. 

Possibilità che escludono un ulteriore appesantimento della situazione dell’impresa italiana, già fortemente penalizzata da una situazione creditizia a dir poco critica. È evidente che non si può chiedere un ulteriore sforzo a chi, come gli imprenditori, annaspa in una situazione generale di penuria di liquidità e circolante. 


(Fonte: La Tua Voce)

sabato 29 giugno 2013

Terremoti, maremoti, cambiamenti climatici.... La guerra ambientale è in atto e non solo ambientale ma anche biologica...


Ante Scriptum

Occorre studiare l'argomento, qui non posso fornire tutta la documentazione in mio possesso. 

Il secondo documento che propongo, pur richiamandosi ad un saggio non recente della scienziata statunitense Rosalie Bertell, è di grande attualità, alla luce della documentazione reperita, in primis su H.A.A.R.P., riferita al nesso tra micidiali armi segrete da un lato, fenomeni meteorologici e sismici, dall'altro.... (G. Q.)

1) 
Progetto Speciale - Il segreto dell'arca  siberiana
Специальный проект - Тайна сибирского ковчега
dal minuto 39 al  1h .08.21 qui parlano due generali russi e fanno capire che se gli americani "Illuminati"  scassano le faglie tettoniche ne pagano poi le conseguenze.  (dedotto vuol dire che non sarà solo la natura che si vendicherà). La Siberia e la fonte di salvezza - i motivi spiegati secondo il video.

2)
Mentre gli scienziati, i governi, i gruppi di cittadini si preoccupano delle emissioni di gas serra e dei loro effetti sul pianeta, il ruolo dei militari sui cambiamenti climatici è spesso ignorato.

“Quando si manifesta una crisi ambientale, di solito solo l’economia civile è coinvolta per modificare i bilanci, mentre raramente sono chiamati in causa i programmi militari”, afferma la dottoressa Rosalie Bertell, nota scienziata ed attivista contro il nucleare.

Secondo la scienziata, i militari agiscono impunemente quando inquinano l’ecosistema e causano disastri ecologici.

Nel suo libro intitolato “Pianeta terra: l’ultima arma (2000)”, ella cita molti esempi, dal conflitto nel Vietnam alla guerra del Golfo, ai bombardamenti della N.A.T.O. nel Kosovo.

Queste conflagrazioni non solo hanno distrutto delle vite umane, ma anche contaminato estese regioni.

Vari scienziati hanno previsto monsoni più rovinosi, piogge acide, forti tempeste ed alluvioni in tutto il globo. Tuttavia queste devastazioni impallidiscono se confrontate con i danni che i militari sono in grado di infliggere al pianeta terra.

Gli esperimenti che i militari, soprattutto statunitensi, hanno compiuto in questi ultimi decenni, esperimenti che coinvolgono lo strato di ozono, la manipolazione del tempo e l’uso di tecnologie per sondare l’interno della terra, sono un preludio delle guerre che saranno scatenate nel corso del XXI secolo.

“Hanno intenzione di portare i conflitti nello spazio”, afferma la Bertell.

Secondo la Bertell, 300 megatoni di esplosioni nucleari tra il 1945 ed il 1963, hanno ridotto lo strato di ozono del 4%. Secondo gli scienziati, una perdita dell’1% potrebbe significare tra l’1 ed il 3% in più di radiazioni ultraviolette che raggiungono la terra. Questo potrebbe causare un incremento dei melanomi e danneggiare le forme di vita.

Negli anni ’90 del XX secolo, esperimenti militari statunitensi, con razzi propulsi ad energia nucleare, erano diventati attività di routine. Queste missioni spaziali erano molto pericolose, poiché il plutonio potrebbe essere disperso in ampie regioni della terra, in seguito ad un incidente. […]

Secondo la Bertell, armi elettromagnetiche “sono in grado di causare terremoti in siti scelti come bersaglio, sprigionando energie equivalenti alle più forti esplosioni nucleari”. Negli ultimi 40 anni, l’esercito degli Stati Uniti ha condotto esperimenti nell’atmosfera, usando onde elettromagnetiche e sostanze chimiche.

Per ottenere il controllo del clima si usano il laser e le sostanze chimiche, per verificare se è possibile danneggiare lo strato di ozono al di sopra del territorio nemico, causare danni alle colture ed alla salute degli esseri umani, attraverso l’esposizione ai raggi ultravioletti.

Elementi come il bario ed il litio sono stati rilasciati al di sopra dello strato di ozono, creando spettacolari aloni luminosi e nubi artificiali risplendenti, che sono state viste nel Nord America negli anni ‘80 e ’90 del XX secolo.

Secondo la Bertell, “I cambiamenti nell’atmosfera provocano conformi cambiamenti nel tempo e nel clima terrestre”.

Un altro sistema è l’uso onde elettromagnetiche a bassa frequenza che possono attraversare la crosta terrestre e gli oceani e sono state usate per scandagliare gli strati superiori dell’atmosfera e la struttura interna della terra.

Queste onde, inoltre, sono impiegate per trasmettere effetti meccanici e vibrazioni anche a grande distanza. Possono manipolare il tempo, creando tempeste e piogge torrenziali in un’area. Queste onde possono generare sommovimenti della litosfera. Si sa che i terremoti interagiscono con la ionosfera: infatti molti dei sismi che sono occorsi negli anni recenti, sono stati preceduti da fenomeni inspiegabili. Ad esempio, il terremoto che squassò il Tang Shan in Cina, del 28 luglio 1976, in cui morirono 650.000 persone, fu preceduto da un bagliore causato dalle onde a bassa frequenza irradiate dai Sovietici per riscaldare la ionosfera.

Il 12 settembre 1989, a San Francisco, in California, furono rilevate inusuali onde a bassissima frequenza. Queste onde crebbero in intensità, quindi diminuirono il 5 ottobre. Il 17 ottobre, esse furono di nuovo registrate, con segnali così forti che andarono a fondo scala. Tre ore dopo avvenne il terremoto.

Il Washington Times, nel marzo del 1992, riportava la notizia secondo la quale i satelliti ed i sensori di terra rilevarono misteriose radioonde ed un’attività elettromagnetica prima di disastrosi fenomeni tellurici in California, Armenia e Giappone tra il 1986 ed il 1989. Il sisma che colpì Los Angeles il 17 gennaio 1994 fu preannunciato da inconsuete radioonde e da due boati.

Il segretario della Difesa statunitense, nel 1977, commentando le nuove minacce dei movimenti terroristici, affermò: “Essi possono alterare il clima, causare terremoti ed eruzioni vulcaniche, usando onde elettromagnetiche”.

“I militari hanno l’abitudine di accusare altri di possedere capacità che essi hanno”, chiosa la Bertell.

Secondo la scienziata, El Nino, nel 1997/98, cui sono state imputate anomalie meteorologiche in tutto il mondo, era stato preceduto da violenti interventi di destabilizzazione climatica.

A causa della stretta connessione tra l’atmosfera terrestre ed il clima, non sorprende di trovare che le attività militari hanno avuto un impatto sui modelli meteorologici.

Il fatto che queste attività possano determinare anomalie come parte di una deliberata guerra geofisica, è una prospettiva terribile per il pianeta.

Evidentemente “Il contributo dei militari è uno dei problemi di sopravvivenza più inquietanti per il XXI secolo”, conclude la Bertell.

Fonte primaria: twnside.org.sg
Fonte secondaria: http://ilupidieinstein.blogspot.it/
Titolo originale: The Earth as a weapon in 21st Century of Wars

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Commenti:

R. N.: "Questi giorni il pianeta Luna è vicino più del solito al nostro pianeta Terra.
Questo fatto, come  è stato ampiamente provato, provoca terremoti. Tuttavia, se lo dici ti becchi una bella denuncia dal capo della protezione civile italiana.
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Terremoto-ancora-scosse-in-Lunigiana-Gabrielli-denuncia-per-chi-procura-allarme__32322949297.html"

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Cesare: "Il discorso di Gianni Lannes potrebbe anche avere un fondamento, ma occorrerebbe mostrare la fisica del fenomeno con formule e considerazioni quantitative...Spero di riuscire a trovare tempo e materiale per interessarmi di questi argomenti dal punto di vista fisico-quantitativo"




venerdì 28 giugno 2013

USA e UE armano i mercenari dinamitardi e tagliagole in Siria


“Un atto barbaro commesso da banditi e criminali senza scrupoli e rivolto verso gente innocente”. 

Forte e dura è la condanna dell’attentato suicida, avvenuto ieri pomeriggio (27.6 u.s.) nelle vicinanze della cattedrale greco-ortodossa di Bab Tuma (sede della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia), nel centro storico di Damasco, di Gregorios III Laham, patriarca cattolico di Antiochia, di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme dei Melchiti. 

Il bilancio parla di almeno tre morti e diversi feriti. “Si tratta di gruppi e persone non controllabili dall’opposizione che sembra non esserci più - dichiara al Sir il patriarca -, ci sono alcuni Stati che vogliono armare queste bande criminali e questo è molto grave”. 

La Siria è un Paese sprofondato nel caos in preda a rapimenti e violenze di ogni genere. 
 
“Sono sessanta giorni che due nostri confratelli vescovi, quello siro-ortodosso di Aleppo, Youhanna Ibrahim, e quello greco-ortodosso di Aleppo e Iskanderun, Boulos al-Yazij, sono nelle mani dei rapitori e non abbiamo notizie. Non sono gli unici, ricordo anche due sacerdoti e moltissime altre persone. Chiediamo alla comunità internazionale d’impegnarsi per il loro rilascio”. 

Ma l’appello di Gregorios III non si ferma qui: “Diciamo al mondo: basta fornire armi ai criminali e andiamo a Ginevra per aiutare i siriani a fare la pace. Abbiamo una grande tradizione di convivenza e di dialogo e abbiamo le capacità per poterlo fare. Aiutateci a fare la pace non la guerra. I combattenti contro il regime di Assad non sono siriani ma vengono da fuori. 


Queste efferatezze non appartengono alla nostra tradizione di rispetto e tolleranza”

(Fonte: http://www.agensir.eu/)


Altri articoli in sintonia: http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=guerra+in+siria

giovedì 27 giugno 2013

Causa vera della guerra in Siria è lo sfruttamento del grande deposito di gas sotto il Mediterraneo orientale....




Già nel 2010 avevamo annunciato le vere ragioni della guerra che sarebbe scoppiata in Siria:

Mediterraneo del sud est.. Nel cui sottosuolo si celano ricchezze ancora sconosciute (a noi, ma conosciute a chi sa..)
È ormai chiaro che un giacimento di petrolio e di gas si trova nelle acque del Levante mediterraneo, ed è costituito da più sacche che coprono l’est mediterraneo dal delta del Nilo alla Grecia e tutti cercano di impadronirsi della più grossa fetta possibile.
Questa scoperta promette a Israele l’indipendenza energetica per i prossimi cento anni e sta per fare da detonatore a una serie di conflitti latenti che prima affioravano periodicamente e che adesso rischiano di aumentare di intensità e rendersi permanenti.
Ad una situazione politica complicatissima da tre quarti di secolo, la sorte è andata a versarci sopra una quantità immane di petrolio e gas.

PRIMO CONFLITTO: 
Esiste una Convenzione delle Nazioni Unite del 1982 sul diritto del mare che stabilisce i criteri di attribuzione delle risorse sottomarine , ma sia Israele che gli Stati Uniti rifiutarono a suo tempo di firmarlo.
Il giacimento si trova nel mare condiviso da Grecia, Turchia, Cipro, Israele, Siria e Libano, a non voler conteggiare la Palestina che con la sua striscia di Gaza può avanzare anch’essa dei diritti. Tranne Cipro che era sotto protettorato inglese e nessuno ha toccato, gli altri paesi sono divisi da contenziosi e guerre recenti o lontane.

SECONDO CONFLITTO: 
Cambia completamente la situazione geopolitica del golfo persico, del Nord Africa, della Turchia, della Grecia e Cipro (e si capisce perché adesso qualcuno li vorrebbe fuori dalla U E magari per farne strame) . I gasdotti e gli oleodotti Nabucco e Southstream , si rivelano investimenti rischiosi dal punto di vista del profitto. La Russia dovrà in futuro puntare più sul mercato asiatico(India e Cina) per i suoi idrocarburi che sull’Europa mediterranea.

TERZO CONFLITTO: 
Israele che è lo scopritore dei due primi giacimenti TAMAR ( 2009) e LEVIATHAN (2010) avanza pretese egemoniche sul tutto, mentre il Libano sostiene che il mare sotto il giacimento è anche suo .
Conviene comunque affidarsi a una cronistoria.
Tutto comincia nel 2009 con la scoperta di un giacimento , chiamato poi TAMAR ( dattero in arabo e in yiddish ) da parte della Noble Energy , partner texano di Israele nella ricerca sottomarina. Il ritrovamento è situato a circa 80 Km a ovest di Haifa.
Coi suoi 238 miliardi di metri cubi di gas naturale di eccellente qualità , TAMAR cambio la prospettiva energetica di Israele che fino a quel momento aveva una striminzita previsione di riserve a tre anni più un rifornimento infido dal gasdotto ( 40% del fabbisogno) egiziano che l’autorità egiziana del Petrolio ha appena disdettato accusando i contraenti di corruzione e di ribasso anomalo dei prezzi.
La scoperta – sempre della Noble Energy – l’anno successivo del nuovo giacimento LEVIATHAN che ha ridotto TAMAR a una pozzanghera, ha complicato enormemente il problema ( prima solo Israelo-libanese) coinvolgendo tutti i paesi affacciati sul mediterraneo orientale e forse fino alla Puglia ed alla Sicilia.

A questo punto entra in ballo l’USGS ( United States Geological Survey) che presenta le sue stime su LEVIATHAN.
” Le risorse petrolifere e di gas del Bacino del Levante sono stimate a 1,68 miliardi di barili e 3450 miliardi di metri cubi di gas.
Inoltre , sulla base di studi e perforazioni, l’USGS ha stimato ” le riserve non ancora scoperte del Bacino del Nilo in termini di petrolio e di gas , a 1,76 miliardi di barili e a 6850 miliardi di metri cubi di gas naturale”.
Il totale delle riserve del mediterraneo orientale in totale assommerebbe a 9700 miliardi di metri cubi di gas e a 3,4 miliardi di barili.

E poi scopriamo che il capo riconosciuto dell'opposizione "legittima" al governo di Assad è un tal Sheikh Ahmad Moaz al-Khatib, impiegato della Shell...

Paolo D'Arpini 

Riferimenti: 



Articolo in sintonia: 

MEDIO ORIENTE: LE MOTIVAZIONI DELLA GUERRA NON SONO AFFATTO RELIGIOSE, MA COMMERCIALI PER TUTTI I CONTENDENTI. PER “NOBILITARE” LA CRISI SI AMMAZZANO I CRISTIANI . 

di Antonio de Martini antoniodemartini@gmail.com

http://corrieredellacollera.com

Da quanto tempo gli USA sapevano della presenza dell’enorme giacimento di gas e petrolio nel Levante mediterraneo?
Alcuni elementi di fatto già li abbiamo: nel 2009 i pozzi sul confine del corridoio di Gaza già erano stati perforati e la compagnia incaricata aveva già disposto il trasferimento delle attrezzature di ” freaking” dall’Azerbaijian verso Israele. Per giungere alla fase di “freaking” bisogna aver finito la perforazione del pozzo che porta via anche sei mesi.
La fase di perforazione viene preceduta dalla ragionevole probabilità – una quasi certezza – che si è sul punto giusto e questo prevede rilievi geologici di almeno altri sei mesi.
Lecito pensare quindi che gli USA sapessero già nel 2008 del giacimento , diciamo in autunno.
E’ in quel periodo ( 2009) che sono iniziate le preoccupazioni per i diritti umani in Siria e i viaggi a Damasco diJohn Kerry non ancora segretario di Stato.
La cartina – di fonte americana ( Stratfor) e datata 2010 - mostra senza possibilità di equivoci che la” base” del triangolo in cui è compreso il giacimento è occupata – partendo dal sud – da Egitto, striscia di Gaza ( Hamas), Israele, Libano ( Hezbollah), Siria ( Assad).
Israele sta cercando di coinvolgere Cipro nella vicenda ( ha stipulato un patto di assistenza militare in funzione anti turca) , ma basta uno sguardo alla cartina per capire che le acque territoriali Cipriote non sono nell’area del giacimento.
Il petrolio ha bisogno di armonia tra i “condomini”  e questa non c’è.  A meno che l’armonia non venga imposta con l’annientamento della Siria come potenza regionale.
L’Iran aiuta la Siria, non tanto per solidarietà religiosa ( che è tutta una invenzione indotta dai soliti ignoti e glialawiti non sono mai stati considerati sciiti prima d’ora), quanto perché fino a che la guerra si trascina, il giacimento non potrà essere sfruttato o almeno avrà prezzi elevati rispetto a quelli iraniani che gli USA hanno messo KO con le sanzioni per predisporsi il mercato europeo. Infatti, a Oriente hanno concesso generose dispense dall’embargo a India, Pakistan, Indonesia e Giappone.
La Russia ha risposto allo stesso pericolo commerciale ( perdita del mercato europeo) con la stipula di contratti  decennali di lungo termine ( che prima non voleva fare) per la fornitura dei gas  agli europei, attirandoli con uno sconto immediato del 10% e promettendone un altro di analogo importo a breve ( a noi consumatori il governo ha “ribaltato” solo il 2%…).
Arabia Saudita e Katar hanno anch’essi ragguardevoli quantità di prodotto nel sottosuolo, ma se Tamar e Leviathan ( nomi dei giacimenti) entrassero in produzione, costerebbero di meno, impoverendoli.
Ecco perché adesso gli Americani cercheranno – prima della conferenza di pace GINEVRA II ormai slittata a luglio – di forzare la mano ad Aleppo e proporre la secessione della zona costiera ( piena di alawiti…), non possono creare uno stato senza una capitale; ecco perché sono scoppiati disordini con morti a Sidone ( dove non era mai successo un combattimento, nemmeno durante i diciassette anni di guerra…); ecco perché  anche se piove a Shanghai è colpa di Hezbollah ; ecco perché infine,  il  presistente contenzioso sui confini marittimi tra Libano e Israele ( per il quale gli USA avevano promesso al Libano il loro appoggio alle Nazioni Unite) adesso è fermo all’ONU che però trova il tempo di far fare un discorso a Angelina Jolie sull’unico tema di cui è esperta…..
La partita, spacciata per scontro religioso è dunque in realtà una guerra commerciale per tutti i contendenti e il premio in palio sono le forniture di gas alla vecchia Europa che trema dal freddo d’inverno e di paura in estate. Altro che conflitto religioso: se Sciiti e Sunniti avessero voluto combattere, avrebbero potuto farlo nei precedenti tredici secoli…..
A definire in pieno Parlamento irlandese Obama ” criminale di guerra” è stata una sola persona: una donnaa nome Clare Daly. La ringrazio a nome dei 250 milioni di uomini “maschi” della Unione Europea che tacciono e sperano unicamente nella diminuzione della bolletta. ( vedi link  e madatele un “I like” please! )
Ecco la carta geografica che parla da sola e lascio per chi conosce l’inglese, anche il testo coi numeri del fenomeno geologico.


LEVANT BASIN HOLDS 122 TRILLION CUBIC FEET OF NATURAL GAS
YA LIBNAN NEWS
April 10, 2010 ⋅ 11:49 pm
bacino petroliferobacino petrolifero
An estimated 122 trillion cubic feet of undiscovered, recoverable natural gas are in the Levant Basin Province in the eastern Mediterranean region, according to a new report.
The U.S. Geological Survey estimates that the area, which includes the coastal areas near Israel, Lebanon and Syria, ( Palestina non menzionata – non era stata ancora riconosciuta dall’ONU –  e nemmeno Gaza ndr) harbors resources that can be recovered using currently available technology.
It’s the first time the USGS has assessed the area for extractable resources.
“The Levant Basin Province is comparable to some of the other large provinces around the world,” said Brenda Pierce, USGS Energy Resources Program Coordinator, in prepared remarks ( comunicato scritto, niente domande di giornalisti ndr). “Its gas resources are bigger than anything we have assessed in the United States.”
The Levant Basin Province also holds an estimated 1.7 billion barrels of undiscovered, recoverable oil. (Worldwide consumption of petroleum in 2008: 31 billion barrels.)
Worldwide consumption and production of natural gas, which is used for electricity generation, was 110 trillion cubic feet in 2008, according to Energy Information Administration data.
The three largest consuming countries in 2008 were:
* United States (23 trillion cubic feet)
* Russia (17 trillion cubic feet)
* Iran (4 trillion cubic feet)
The USGS estimates that Russia’s West Siberian Basin also harbors considerable natural gas resources, to the tune of 643 trillion cubic feet.
The agency also believes the Middle East and North Africa regions have several natural gas-rich areas, including the Rub Al Khali Basin (426 trillion cubic feet), the Greater Ghawar Uplift (227 tcf) and the Zagros Fold Belt (212 tcf). ( Posseduti da Arabia Saudita e compagni di jihad ndr)

“I think that the gas reserves amount to much more than 25 trillion cubic feet, and all [gas companies] are interested in this wealth,” Al-Arabiya quoted Wood as saying during an interview with the UK Times.

mercoledì 26 giugno 2013

Disillusione verso il M5S


Cari tutti,  sono uscita dai meetup nel 2008 perché in quel periodo si è manifestata con grande evidenza una contraddizione oggettiva tra ciò che il movimento diceva e ciò che nei fatti succedeva - 

Ciò che mi ha costretta a ritirare la mia candidatura alle elezioni nella lista dei meetup e a farmi uscire definitivamente dal gruppo è stato l'assoluto spregio delle regole democratiche più semplici  (come il fatto che per presentare una lista a nome di un gruppo si dovesse PRIMA chiedere al gruppo se volesse presentare una lista) in nome di una pretesa e non meglio identificata "fiducia" in alcune  persone e nelle loro scelte.

So che ci sono persone  per bene comune nel m5s,  che credono nei Beni Comuni e nella possibilità di far progredire la nostra società, io credo però che senza una base condivisa di regole democratiche che rispettino in primo luogo la libertà individuale e proteggano i diritti delle minoranze si costruisca soltanto  una grossa bolla di sapone, alimentata dai più bassi istinti di populismo e semplificazione intellettuale. 

In definitiva  non credo  che all'interno del m5s ci sia maturità politica e reale consapevolezza nei delicati equilibri che reggono in piedi una società complessa come la nostra e credo anche che  far convivere persone provenienti da ideologie diverse (non dite senza ideologie, non può essere che ci creda una persona con un minimo di cultura...  che ogni azione umana mira ad un fine e quel fine è indicato da una determinata idea della giustizia e della verità) obblighi continuamente a soffocare i contrasti che emergono sulle modalità di azione prima ancora che sui risultati da raggiungere!

Con grande disillusione e assoluta sfiducia  sul futuro del m5s,

Silvia

martedì 25 giugno 2013

Amianto, lo smaltimento non corretto può provocare morte....


Ecco le ragioni della richiesta di moratoria delle discariche di amianto che abbiamo presentato al Consiglio della Regione Lombardia
 
Lunedì 27 maggio 2013 abbiamo depositato al protocollo della Consiglio della Regione Lombardia le seguenti richieste: moratoria immediata degli iter autorizzativi delle istanze di realizzazione di discariche di amianto; revisione delle autorizzazioni già concesse per discariche di amianto; costituzione di un gruppo di esperti super partes che certifichi le migliori tecnologie disponibili per lo smaltimento del rifiuto amianto, fermo restando l’obbligo di informazione nei confronti della popolazione interessata.
 
Abbiamo rivolto questa richiesta al Presidente del Consiglio regionale, all’ufficio di Presidenza e alle Commissioni Territorio, Ambiente e Sanità.

La nostra richiesta è stata già accolta nelle suddette commissioni ed assegnata alla commissione ambiente che la discuterà.
Ora abbiamo bisogno del sostegno di tutti i cittadini (alcuni comitati di Bergamo e Pavia l’hanno già fatto presentando insieme a noi la richiesta) per fare in modo che la commissione ambiente assuma al più presto tutte le suddette richieste (e noi auspichiamo che la discussione possa avvenire di concerto con le commissioni territorio e sanità).

Chiediamo quindi a tutti i cittadini  di aderire alla nostra iniziativa e di sostenerla nei modi che riterranno più opportuni.
Noi siamo disponibili a partecipare ad iniziative pubbliche per esporre i contenuti della richiesta e per parlare di smaltimento corretto dell’amianto.

Abbiamo già organizzato tre conferenze stampa a Cremona, Treviglio e Pavia.
  
Le adesioni vanno inviate a  nodiscaricadiamianto@yahoo.it con oggetto ADESIONE richiesta di moratoria. Va  indicato NOME, COGNOME e luogo di dimora.
 

lunedì 24 giugno 2013

Se "cristianesimo" nuoce al Cristianesimo - Processo postumo contro San Paolo e Sant'Agostino


Quando la Chiesa cattolica era cristiana solo di nome.
Ovvero. Il difficile compito di papa Francesco di riscattare un passato compromesso.
di Franco Libero Manco
           
            Negli ultimi decenni all’interno della Chiesa cattolica si avverte la volontà a riconoscere gli errori del passato, ed una timida tendenza a riscoprire i valori fondamentali del cristianesimo primitivo, soprattutto in virtù delle pressanti condizioni storico contestuali che hanno caratterizzato gli ultimi secoli. Ma se nel corso di due millenni il cristianesimo ha subito profonde ferite queste sono in parte dovute al pensiero di due grandi santi che hanno indirizzato a comportamenti a dir poco discutibili. Ricordare la pagine più buie della storia serve a scongiurare errori nel presente e preparare un futuro migliore.

            Se da una parte è innegabile il contributo di S. Paolo alla diffusione del cristianesimo, il troppo zelo e l’ardore che caratterizza la sua forte personalità hanno finito con l’alterare in parte la purezza di alcuni aspetti dell’insegnamento di Gesù spostando l’attenzione sulla propria filosofia al punto che oggi sarebbe giusto parlare di chiesa paolina più che di chiesa cristiana.

            Ma quali sono state le cause che hanno emarginato il cristianesimo originale degli Apostoli istruiti direttamente da Gesù? Per rispondere a questa domanda è necessario fare una breve cronistoria della figura di Paolo di Tarso il quale, giudeo e collaborazionista dei romani, al punto da latinizzare il proprio nome in Saul, dopo aver perseguitato per anni i primi cristiani si convertì al cristianesimo 35 anni dopo la morte di Gesù. Paolo, nonostante non avesse conosciuto Gesù, in virtù della sua buona cultura e della sua retorica, riuscì a far prevalere la propria personale visione del cristianesimo e la propria dottrina, impregnata di cultura ebraica e culti pagani, su quella delle prime comunità cristiane che si stavano a fatica organizzando. Paolo iniziò la predicazione senza prepararsi in alcun modo e senza mai consultare le comunità cristiane guidate dagli Apostoli, anzi con queste spesso entrò in contrasto verbale ed arrivò anche ad accusare lo stesso Pietro di ipocrisia (Gal 2,11-14). Né si lasciò mai correggere, al contrario, parlava di rivelazioni proprie e si oppose in modo minaccioso alle rivelazioni dello Spirito delle prime comunità che potevano mettere in discussione i suoi insegnamenti. Disse che la sua ignoranza in merito all’istruzione diretta di Gesù per lui aveva poca importanza.

            Paolo, ponendosi al di sopra degli Apostoli e delle Comunità del cristianesimo originario e facendo concentrare l’attenzione sulla propria persona e sulla propria dottrina, pone di fatto le basi della Religione di Stato, che si attuerà più tardi per mezzo dell’imperatore Costantino con l’editto di Teodosio. Da questo momento la legge dei Dieci Comandamenti e il discorso della Montagna (fulcro del messaggio evangelico) passano in secondo piano. Paolo edifica la chiesa del culto (cosa a cui Gesù non aveva mai accennato) con vescovi e sacerdoti, riportando in vita riti antichi, cerimonie, talari, pulpiti e altari che facevano parte delle vecchie religioni seguite fino a quel momento, autorizzando i suoi seguaci Tito e Timoteo a nominare un vescovo da porre a fianco degli anziani: “Se uno aspira all’episcopato, desidera un nobile lavoro” (1 Tm 3,1). E già fin dall’inizio del 2° sec. viene istituita una rigida gerarchia ecclesiastica con a capo un vescovo che diventa potente come un re al quale nessun poteva obiettare alcun verdetto. Il vescovo della capitale, cioè di Roma, divenne il Papa che, nella religione pagana, era (guarda caso) il pontefice massimo.

            Paolo, la cui dottrina appare caratterizzata da due aspetti fondamentali che rasentano l’ossessione, quello della sottomissione al potere e quello della salvezza dovuta nella fede verso Cristo quale vittima sostitutiva, sembra fosse un uomo a cui piaceva mangiare molta carne e cercò di riportare l’uso di tale alimento nelle mense dei primi cristiani che si opponevano alla violenza sugli animali e all’impura abitudine di mangiare carne. A tal proposito Egli afferma: “Continuate a mangiare tutto quanto si vende al macello, senza informarvi a motivo della vostra coscienza. Ma io non mangerò la carne se questo può scandalizzare un mio fratello”. Questo dimostra quanto fosse sentita in quei tempi l’obiezione morale all’uso della carne che però Paolo riesce ad emarginare fino all’estinzione. Ed in effetti vi sono molte testimonianze a conferma del vegetarismo dei primi cristiani, se non altro perché lo erano le altre comunità spirituali del tempo come gli Ebioniti, i Nazorei, i Terapeuti, gli Gnostici, i Montanisti ed altri. E se nel corso di quasi due millenni                      di cattolicesimo miliardi di miliardi di animali sono stati massacrati e divorati dal clero e dalla gente comune, convinta dalla religione che questi sono stati fatti da Dio per essere mangiati dall’uomo, gran parte della responsabilità è dovuta al pensiero di S. Paolo.

Il potere a cui Paolo chiede sottomissione è quello dei romani la cui ferocia è conosciuta da tutti, come quello dei nazisti 20 secoli dopo a cui la Chiesa si allea inviando le sue benedizioni. Ma i forti per esistere hanno bisogno dei deboli e Paolo approva la condizione di schiavitù: “Servi, obbedite ai vostri padroni con rispetto e timore” (Lett Ef  6,5). “Voi servi obbedite in TUTTO ai vostri padroni” (Lett Col 3,22). “Ognuno sia soggetto alle autorità superiori, perché non vi è autorità che non venga da Dio e perciò chi si oppone al Potere si oppone all’ordine stabilito da Dio”. S. Agostino più tardi concorda perfettamente con Paolo, anzi egli dice che la schiavitù è una punizione del peccato originale, per cui è ineliminabile. E papa Niccolò V più tardi applica alla lettera tale insegnamento. Nella sua bolla “Divino amore communiti” del 18.6.1452 legittima la schiavitù autorizzando il re portoghese a “conquistare i paesi degli infedeli, a cacciare i loro abitanti, a sottometterli, a soggiogarli ad una schiavitù eterna.” Secondo tale editto il cristiano che scoprisse una terra di proprietà di un non-cristiano aveva il diritto di impossessarsi di quella terra.

            Ma da dove trae S. Paolo le sue motivazioni in merito al Potere? Sicuramente dall’affermazione di Cristo che disse a Pilato: “Tu non avresti alcun potere su di me se non ti fosse stato dato dall’alto: per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande:” (Gv 19.11). Tutto qui. Su questa affermazione sia Paolo che Agostino riescono a tessere  una trama di apologia del potere dagli effetti devastanti. Se il potere laico è dato da Dio tanto più lo è quello religioso. Ed in effetti la Chiesa, specialmente nell’ultimo secolo, non solo ha giustificato il potere delle più aberranti dittature nazi-fasciste ma essa stessa si è dimostrata capace di crimini nei confronti della civiltà e della vita.

            Della cieca ed assoluta obbedienza al Potere predicata da S. Paolo Costantino vide l’arma più potente con cui sfruttare a suo vantaggio il crescente numero di cristiani senza  più doverli sterminare. Infatti le persecuzioni a danno dei cristiani avvenivano non tanto perché questi rappresentassero una reale minaccia quanto perché si rifiutavano di adorare l’Imperatore (considerato una divinità che riuniva in se l’autorità civile e religiosa) e predicassero un Dio del cielo che avrebbe governato la terra. Ma quando l’Imperatore si rese conto che questa fede non poteva costituire una minaccia al suo potere decise di aprire le porte al cristianesimo e ai suoi vescovi i quali anche se sottraevano all’Imperatore il potere religioso restavano comunque sottomessi alla sua autorità.

            Ma chi era l’imperatore che permise al cristianesimo di divenire la religione ufficiale dello stato? Costantino era un uomo crudele che amava la guerra, nelle sue molte battaglie sterminò molte tribù germaniche. Fece dare in pasto alle belve un gran numero di nemici sconfitti e dilaniare dagli orsi due prìncipi. In una guerra civile durata 10 anni riuscì a sottomettere gli imperatori delle altre parti dell’impero: i loro seguaci e le famiglie dei suoi nemici furono sterminate senza pietà. Costantino tagliò la gola a suo figlio, strangolò sua moglie, assassinò suo suocero e suo cognato; si faceva chiamare “rappresentante di Dio” e onorare come una divinità. E il clero, che cercava la connivenza con il Potere, lo chiamava “salvatore e redentore” del mondo.

            Per i primi anni Costantino sostenne il paganesimo e fino a poco prima della sua morte non fu ufficialmente cristiano: si fece battezzare, come eretico, solo prima di morire. Si alleò con la Chiesa al fine di manipolare i suoi adepti. Donò grandi appezzamenti di terreno e restituì tutte le proprietà ecclesiastiche: la sola Chiesa di Roma ricevette più di una tonnellata d’oro e dieci d’argento. Finanziò giganteschi edifici ecclesiastici; esonerò il clero dalle imposte, gli conferì il diritto di eredità e gli affidò competenze giuridiche ed infine lasciò mano libera alla Chiesa nella persecuzione di persone di altra fede. Ma siccome, si sa, una mano lava l’altra, Costantino, uomo di grande astuzia, esigeva dalla Chiesa una contropartita. Infatti sempre più cristiani accettavano di andare in guerra e nel 314 coloro che rifiutavano venivano esclusi dalle comunità cristiane.
            Costantino era considerato un dio e le eminenze ecclesiastiche, che venivano subito dopo di lui e che vivevano nello stesso sfarzo dell’imperatore (davanti ad un vescovo, seduto su un trono che era l’immagine del trono divino, ci si inginocchiava per salutarlo) e che lo adulavano con lusinghe di ogni genere, servivano a coprire i suoi crimini e a giustificare i suoi misfatti nei confronti della pubblica opinione. In questo periodo appare per la prima volta il termine di “cattolico”, come distinzione delle cosiddette eresie e dagli eretici definiti “insani e dementi.” Con queste premesse la vera religione cristiana, quella dell’umiltà, della povertà in spirito, della mitezza, della tolleranza, del “porgi l’altra guancia”, venne per “sempre”? sacrificata a Paolo e a Costantino.

            Ma il potere, una volta ottenuto va mantenuto ad ogni costo ed il mezzo più efficace è quello di reprimere tutto ciò che si oppone al pensiero che lo anima. Per mantenere il potere la Chiesa dovette non solo rinnegare gli ideali cristiani ma ricorrere ad ogni mezzo per poterlo perpetuare. Così, gradualmente, la Chiesa, che doveva essere la chiesa degli umili, dei miti, dei misericordiosi, si trasformò nella più tirannica e sanguinaria delle istituzioni. Nel solo periodo del Medioevo, tra crociate, guerre, roghi e persecuzioni hanno trovato la morte non meno di 50 milioni di persone (quanto le vittime della seconda guerra mondiale) e circa altri 100 milioni di persone sono state sterminate dai conquistadores nell’opera di evangelizzazione forzata delle nuove terre nell’arco di due secoli.

            Gli effetti dell’insegnamento di S. Paolo sul cristianesimo originario e, di conseguenza, sulle popolazioni furono devastanti. Da allora la Chiesa si è sentita giustificata ad imporre con la forza la sua dottrina, avallata anche da S. Agostino il quale riteneva, nelle sue Epistole, “necessario e salutare il castigo corporale”. La facoltà di correggere con la forza il peccatore per avviarlo, anche suo malgrado, verso la Patria Celeste, mettendo in atto minacce e castighi considerati “atti d’amore forieri di salvezza,” aprì di fatto le porte al capitolo più oscuro della Chiesa: se era lecito flagellare un adepto, massacrare uno d’altra fede era cosa benedetta e voluta da Dio. Molti uomini del clero applicarono con zelo e con ferocia le indicazioni di Agostino e fecero largo uso della tortura istituita ufficialmente da papa Innocenzo IV. I più noti inquisitori e torturatori furono: S. Pietro Martire, S. Domenico, Bernardo Gui, Torquemada ecc.. Una nota particolare meritano: il cardinale Pierre Damiani, vissuto nell’anno mille, considerato come uno dei santi padri della Chiesa, il quale sosteneva che se un castigo di 50 frustate era lecito e salutare tanto più lo sarebbe stato uno di cento e di mille; e Trasmundo, abate del convento di Tremiti, che usava strappare gli occhi e mozzare lingue ai monaci che cadevano in errore. Resta la sconcertante sfrontatezza di questi uomini che pur agendo in modo antitetico al messaggio evangelico hanno avuto l’ardire di considerarsi seguaci di Cristo.

Come può una Chiesa ricca e potente ritenersi seguace di Colui che diceva di essere talmente povero da non avere dove posare il capo? (l’abate Saint Martin de Tours, aveva 20.000 schiavi nella sua lussuosissima dimora). Come può una Chiesa guerrafondaia, intollerante e capace dei crimini più orrendi considerasi seguace di Colui che diceva “porgi l’altra guancia” e che si è lasciato flagellare e crocefiggere pur di non reagire alla violenza? e che disse a Pietro “deponi la spada, perché chi di spada ferisce di spada perisce”? e che se avesse voluto combattere con armi la sua battaglia Dio gli avrebbe inviato un esercito di Angeli?
            Come ha potuto la Chiesa di Cristo, che di Cristo certo non era, trasformarsi al punto di divenire, nelle sue espressioni, l’antitesi stessa del pensiero messianico ed essere peggiore delle peggiori orde barbariche? Basta ricordare lo sterminio di intere nazioni come quelle dei vandali, dei goti, degli slavi, le stragi degli albigesi, dei càtari, dei valdesi, dei calvinisti, degli hussiti, degli anabattisti, dei pagani, degli ebrei; la notte di S. Bartolomeo in cui furono trucidati 60 mila eretici e, in tempi più recenti, il genocidio (approvato dal Vaticano) in Croazia in cui tra il 1941 ed il 1943 vennero uccisi circa 750 mila serbi ortodossi. Basta ricordare che durante i moti del Risorgimento per l’unificazione d’Italia (a cui la Chiesa si opponeva) venivano raccolte palle di cannone inesplose con su la scritta “Da Pio IX ai suoi” per rendersi conto dei mezzi usati dal clero, contro la popolazione ribelle, nella sua missione “evangelizzatrice”.

Bene dissero quei tre vescovi quando inviarono a Giulio III una perizia nella quale si diceva: “Nella nostra Chiesa non è rimasta nemmeno l’ombra dell’insegnamento apostolico”. Bestemmiano coloro che affermano che questa sia stata la chiesa di Cristo e cercano di giustificare il suo passato oscurantista in cui regnavano sovrani vizi, privilegi, sete di potere e di ricchezza, intrighi, sesso sfrenato, congiure, omicidi, torture. Basti pensare che tra l’anno 890 e il 935 si succedettero ben 15 papi e che questi morirono tutti ammazzati in circostanze misteriose.

            Come ha potuto un’istituzione che ha messo in atto i più crudeli e sofisticati mezzi di tortura avere l’ardire di definirsi cristiana? Con il falso pretesto che la punizione corporea serviva a salvare l’anima del peccatore, milioni di persone innocenti sono state impiccate, decapitate, squartate, arse vive, impalate. I mezzi di tortura più diffusi dai sicari della santa Inquisizione erano: lo stiramento delle membra del condannato, la storpiatura e rottura delle ossa, il rogo, lo strappo della lingua ecc. Spesso il condannato veniva tagliato a metà con una comune sega da boscaiolo; oppure rinchiuso in una gabbia di ferro o legno appesa alle mura della città dove restava esposto fino al disfacimento delle ossa. Inoltre veniva fatto largo uso della cosiddetta “vergine di Norimberga,” una specie di sarcofago di ferro a due ante con aculei interni destinati a penetrare nel corpo del condannato; poi vi era il metodo della garrota con il suo tipico collare di ferro che uccideva la vittima per strangolamento o per la penetrazione di un aculeo di ferro nelle vertebre cervicali; il supplizio della ruota in cui gli arti umani venivano fatti passare attraverso i raggi come fossero di gomma. In un disegno di Gustavo Dorè si possono vedere i frati domenicani impegnati in una loro usuale pratica di conversione: all’eretico da conquistare alla fede di Cristo venivano bruciati lentamente i piedi fino ad ottenere dei monconi carbonizzati, poi passavano a bruciare le mani della vittima che si rifiutava di accettare il messaggio d’amore ed di tolleranza cristiana.

            Sono tre i principi fondamentali dovuti a S. Paolo e a S. Agostino che hanno causato all’uomo e alla civiltà danni spaventosi: il concetto del potere che viene dall’alto (che ha portato la Chiesa nel corso di 15 secoli a macchiarsi dei crimini più neri: (guerre, sterminio di intere popolazione, persecuzioni ecc.) ; quello della demonizzazione della donna che ha portato sul rogo, accusate di stregoneria in un vera e propria caccia alle streghe, non meno di 20 mila donne; la legittimità, sancita da S. Agostino, della pena corporale per il peccatore che pone di fatto le basi della santa Inquisizione e dei suoi metodi della tortura.

Il morbo della legittimità dell’uso della violenza nell’opera di evangelizzazione, che si insinuò nel messaggio evangelico principalmente a causa di S. Agostino, fu ereditato da Innocenzo IV che istituzionalizzò il metodo della tortura nei processi religiosi e messo zelantemente in atto da S. Pietro martire (uno dei più feroci persecutori e torturatori di eretici), da S. Domenico e i suoi frati, da S. Cirillo (il primo grande persecutore degli ebrei che riuscì a fomentare un tale odio antisemita da costringerli in massa all’esilio): è a lui che si deve l’idea della “soluzione finale” del problema ebraico più tardi raccolta e messa in atto da Hitler.

            Hitler fu l’erede diretto dell’antisemitismo cattolico; Stalin; nell’istituzione dei manicomi per i dissidenti, prese d’esempio il codice Teodosiano che definiva “insani di mente” coloro che si opponevano alla nuova religione cattolica; mentre dall’intolleranza e dai metodi coercitivi di S. Domenico hanno preso esempio i fondamentalismi islamici. Nel 1348, in una vera e propria crociata antisemita, iniziata dalla Chiesa fin dal IV secolo d. C., i cattolici massacrarono un numero impressionante di ebrei a Barcellona e a Chambery. Uno dei più feroci inquisitori e torturatori, appartenente all’ordine dei domenicani, e persecutore degli ebrei fu Tomas de Torquemada. Per mano di questi 6.840 eretici furono impiccati, 10.220 arsi vivi, 6.680 cadaveri furono riesumati, bruciati e disperse le ceneri, 97.371 condannati alle carceri a vita. Nel 1492 fece scappare dalla Spagna 800 mila persone e bruciare i testi sacri, la Bibbia ed il Talmud. Analoghi provvedimenti, per volere pontificio, vennero presi in Sicilia, a Napoli ed in Provenza. Il 22 giugno del 1509 le autorità clericali imposero la cacciata di tutti gli ebrei da Treviso e più tardi, nel 1566 S. Pio V ordina la chiusura di tutte le sinagoghe, eccetto quella del ghetto. Gregorio XIII introduce le prediche coatte. Dopo la messa i cattolici erano autorizzati a sputare addosso agli ebrei e a prenderli a sassate. In tempi più recenti papa Pio IX asseriva: “Quando parlano gli ebrei mi pare di sentire il latrato dei cani”.

            Oltre agli ebrei la Chiesa cattolica si accanì’ in modo feroce e capillare, contro la comunità dei valdesi, gente semplice fatta da laici. La loro colpa era quella di rifiutare il sacerdozio, l’autorità papale e di non credere alla divinità della Madonna. Furono perseguiti senza pietà in Italia ed in qualunque altro paese, fino a portali quasi al totale sterminio: distruzione di intere città, massacri collettivi, impiccagioni, incendi, sgozzamenti, squartamenti, mutilazioni ecc. Solo nelle terre di Calabria la Chiesa causò la morte di almeno 4 mila valdesi; altri 1600 furono condannati a remare a vita nelle galere spagnole e altre migliaia e migliaia di persone furono massacrate negli anni successivi.

            Un’ altra funesta conseguenza del potere e dell’intolleranza cattolica fu l’orrore delle crociate che con il pretesto di liberare il Santo Sepolcro i soldati di Cristo (mercenari in cerca di gloria e di bottino assoldati dalla Chiesa) nel 1096 al grido “Dio lo vuole” e con la benedizione del papa Urbano II, nel corso della loro marcia massacrarono 4.000 ungheresi ed un numero imprecisato di ebrei, ed altre 40.000 persone furono sterminate durante la conquista di Gerusalemme.

            L’altro aspetto inquietante quanto mostruoso fu la demonizzazione della donna. Questo aspetto della politica maschilista della chiesa cattolica trae le sue origini da S. Paolo che per primo dettò discriminanti nei confronti della donna che considera un essere inferiore rispetto all’uomo, non creata ad immagine di Dio. S. Paolo obbliga la donna ad indossare il velo durante la preghiera come segno di inferiorità, per vergognarsi del peccato da lei indotto nel mondo. “Solo l’uomo è ad immagine di Dio, mentre la donna è ad immagine dell’uomo. Infatti la donna deriva dall’uomo ed è fatta per l’uomo. La donna ascolti l’istruzione in silenzio, con piena sottomissione. Non permetto alla donna di insegnare all’uomo, ma se ne stia in pace.” Allo stesso modo S. Agostino, seguendo l’insegnamento di S. Paolo, definisce la donna un essere inferiore e S. Tommaso d’Aquino rèlega la donna a strumento di procreazione subordinata interamente all’uomo. “La donna,” dice, “è fisicamente e spiritualmente inferiore all’uomo; essa è un errore della natura, una sorta di maschio mutilato, sbagliato, malriuscito”.

            Ma è nel Medioevo che la donna raggiunge l’apice delle sue disgrazie. Il corpo della donna viene considerato come il simulacro di Satana e i monaci si chiedono come mai l’Onnipotente avesse inserito nella magnificenza del creato un essere così immondo. Con la bolla papale di Innocenzo IV del 1484 si apre ufficialmente l’opera di persecuzione delle donne messa in atto dai domenicani che accusavano la donna di scatenare grandinate, venti dannosi, fulmini, alluvioni, di procurare sterilità agli uomini e agli animali e i bambini (che non divoravano o non uccidevano), li offrivano ai diavoli. Così tra il 1450 ed il 1700 nella sola Europa non meno di 20 mila donne furono torturate, ridotte in schiavitù, o bruciate vive. S. Carlo Borromeo, che amava presenziare all’esecuzione e aiutare gli incaricati ad attizzare il fuoco, oltre ad accusare le donne di andare liberamente per strada e di salire “impunemente”sulle carrozze, arrivò a far erigere in tutte le chiese palizzate tra le navate in modo da separare gli uomini dalle donne. Egli legittimava la persecuzione affermando: “Le streghe esistono, per il fatto che ogni giorno ne vengono condannate ed uccise”.

            Molti altri Santi seguirono lo stesso esempio: S. Giovanni Crisostomo invita la donna ad essere sottomessa all’uomo, suo signore. Papa Pio II dice: “Quando vedi una donna pensa che sia un demonio”. Altri religiosi scrivono: “Ogni malvagità è piccola nei confronti della malvagità della donna. E’ meglio l’empietà dell’uomo di una donna che fa del bene”.

            La follia della demonizzazione maschiocentrica si estese ben presto anche agli animali e a pagarne le terribili conseguenze furono principalmente i gatti neri. La leggenda che questo felino incarnasse il demonio nasce nel 1025 con un altro Santo, S. Clemente che si dice avesse messo in fuga un gatto nero perché… incarnava il diavolo. Gregorio IX, accusando per lettera le popolazioni nordiche di adorare Satana sotto forma di gatto nero, istituisce l’inquisizione contro questi sventurati animali. Questa delirante crociata portò in breve tempo allo sterminio di quasi tutti i gatti d’Europa che ben presto fu invasa da grossi roditori venuti dall’Asia diffondendo il bacillo della peste generata da una pulce che vive nei peli del ratto nero. Le conseguenze furono di proporzioni apocalittiche: un terzo, se non la metà, della popolazione europea (intorno al 1300) morì nel giro di due anni.
         
   Se gli orrori commessi da qualsiasi istituzione umana sono esecrabili, commessi da coloro che si definiscono seguaci di Cristo, cioè di Colui che ha fatto dell’umiltà, della tolleranza, della mitezza, della giustizia, il cardine del suo pensiero, è certo una bestemmia. L’attuale potere della Chiesa cattolica è mantenuto dalla sconfinata folla di fedeli che non conoscono i misfatti del suo passato e che sono convinti che seguire la Chiesa equivale a seguire Cristo. Ma se la gente fosse a conoscenza dei crimini da lei commessi fino a qualche decennio fa pochi continuerebbero a definirsi cattolici.

All’uomo di fede può sorgere il dubbio se sia giusto, per il bene individuale e collettivo, porsi in atteggiamento di critica nei confronti del cattivo operato di “Santa Romana Chiesa.” Io ritengo che la scelta deve cadere, come diceva Gesù, sui risultati: “Dai frutti si riconosceranno gli alberi”. Se la Chiesa si è manifestata antitetica al messaggio messianico ciò è dovuto proprio al fatto che non è stato possibile contrapporsi criticamente al suo operato, e siccome l’inerzia di un popolo (dovuta alla paura del castigo e all’ignoranza) è sempre stata il piedistallo di ogni tirannia, ritengo non solo giusto ma doveroso per chi ama veramente Cristo, per chi vuole renderGli giustizia, per chi vuole una Chiesa che sia realmente la Chiesa di Gesù di Nazareth e dei suoi Apostoli, porsi sempre, per il bene di tutti, in attento e costruttivo spirito critico.

            Siccome Gesù insegnava l’umiltà mentre la Chiesa si è rivelata arrogante e potente; siccome Gesù insegnava la tolleranza e la Chiesa si è rivelata intollerante fino al parossismo; siccome Gesù insegnava la mitezza e la misericordia e la Chiesa si è rivelata ingiusta e crudele; siccome Gesù insegnava la povertà e la Chiesa si è rivelata tra le più ricche e potenti istituzioni del mondo; siccome la Chiesa ha seguito gli insegnamenti di S. Paolo e di S. Agostino più che gli insegnamenti di Gesù Cristo, ritengo che non dovrebbe definirsi cristiana, ma “paolina”.

            Certo non si possono addebitare al deviante insegnamento di S. Paolo e al pensiero di S. Agostino tutte le ingiustizie commesse del cattolicesimo, però senza questi due “santi padri”della Chiesa sicuramente la storia del cristianesimo sarebbe stata più umana. E anche se la Chiesa non ha prodotto solo cose cattive (molti hanno incarnato fedelmente il pensiero di Cristo) il braccio della bilancia pende inesorabilmente dalla parte negativa. Che cosa vogliamo? Che la Chiesa si batta il petto riconoscendo i suoi errori e chieda perdono a Dio, all’umanità e al creato per tanti anni quanti sono stati quelli dei suoi errori. La fedele incarnazione dei dettami di Cristo sarà la tangibile dimostrazione del suo rinnovamento.

venerdì 21 giugno 2013

Passato Recente - Retroscena giudiziari e finanziari per abbattere il sistema elettorale proporzionale in Italia



Da una Tangentopoli all'altra delle SpA del capitalismo finanziario d'impresa per abbattere il sistema politico democratico italiano
.
Nata come esigenza del capitale finanziario internazionale, sopratutto anglo-americano, per un ricambio dei gruppi dirigenti italiani prima che fosse troppo tardi e per esportare in Italia quel sistema politico-istituzionale maggioritario, che gli alleati non erano riusciti ad imporre con le truppe di occupazione come fecero quasi ovunque. Basti vedere le stesse modalità e i mentori con cui Di Pietro è arrivato a formulare e presentare la sua proposta:  rapporti privilegiati con  Fini e A.N., con tutto il gotha dell'imprenditoria, con il rettore della Bocconi, Mario Monti (dal settimanale Il Lavoratore/oltre del 9 settembre 1994 )

TRA BOSSI, DI PIETRO, AMATO, AGNELLI E MONTI ([1])
 Il cedimento Di "Pietro"

Ma davvero Tangentopoli è nata come esigenza del capitale finanziario internazionale, sopratutto anglo-americano, per un ricambio dei gruppi dirigenti italiani prima che fosse troppo tardi e per esportare in Italia quel sistema politico-istituzionale maggioritario, che gli alleati non erano riusciti ad imporre con le truppe di occupazione come fecero quasi ovunque?

 La domanda è d'obbligo quando, una musica che aveva cominciato a suonare con coincidenze quasi  cronometriche, si vorrebbe venisse interrotta a comando. Come se, una volta distrutto il sistema politico, annientati interi partiti, addomesticati quelli considerati di opposizione, mutata la legge elettorale, avviato il Paese sulla china di una trasformazione culturale e istituzionale senza ritorno e la messa a regime dell'intero "Piano di rinascita democratica" della Loggia P2, la "rivoluzione giudiziaria" avesse raggiunto lo scopo, esaurita la missione. Se ciò fosse vero - e in Italia abbiamo imparato che la realtà ha spesso confermato e di molto sopravvanzato anche le ipotesi più ardite - non era certo per fermare, come dice Bossi, la Lega che era immanicata, sostenuta ed usata, dalla City londinese e dai centri del capitale finanziario anglo-americano, prima e non meno del Pds. La causa originaria e vera che permise di dare il via all'operazione cronometrica non può che essere individuata nella cancellazione del Pci e nell'annientamento dell'antagonismo di classe del movimento operaio italiano: l'unico modo per evitare che lo svelamento della realtà, trovasse delle forze in grado di raccogliere le bandiere di un paese trascinate nella polvere e nel fango dalla classe dirigente borghese e imprenditoriale.

 Nella proposta di "legge di Di Pietro", con tanto di articoli dall' 1 al 14, c'è l'avocazione a sè del potere di proposta degli organi costituzionalmente previsti, ma anche ilcedimento alla  grande impresa e, anche se non alla sua strumentalizzazione, al monito di Berlusconi, che avevano invitato ad evitare che la "rivoluzione giudiziaria" contro il sistema politico, continuando, diventasse anche contro il sistema economico, pure coinvolto nei suoi massimi vertici. Non a caso Di Pietro, nel 1992 a S. Margherita, sempre in un convegno di imprenditori, ha aperto la fase distruttiva con la parola trasparenza e l'ha chiusa a Cernobbio, ad un altra assemblea di imprenditori, con la parola efficienza. Come a dire: si può stare senza il vecchio ceto politico, ma non senza il vecchio ceto economico che lo aveva partorito. Insomma, come in un classico schema "vetero-marxista" considerato nuovisticamente superato, la vecchia struttura scarica e determina la nuova sovrastruttura. E vi è anche, con l'inasprimento delle pene e l'esenzione dalla condanna per chi collabora, il duplice rovesciamento del Beccaria che, nel mentre considerava l'inutilità dell'inasprimento della pena, affermava anche l'ineluttabilità della stessa.

D'altra parte, ci si deve finalmente rendere conto che se, fino al 68-69, tutti i magistrati erano di destra, ancora oggi continuano ad esserlo almeno il 50%. E anche se giudici di estrema destra come Borsellino e altri, hanno potuto dare un contributo altissimo nella lotta alla criminalità; anche se il pool di mani pulite si è indubbiamente avvalso dei criteri di analisi marxiani per risalire agli intrecci tra capitale finanziario, capitale industriale, editoria, potere politico, apparati amministrativi, giudiziari e repressivi - si sa che soprattutto in Italia la destra sa avvalersi del marxismo più della sinistra -, quando si passa dal piano investigativo all'elaborazione di progetti, è inevitabile che la moralità e la comune professione di lotta alla criminalità, si esprima e si sostanzi, come ben sapeva Benedetto Croce, in linee politiche e istituzionali  che possono essere diverse, di destra o di sinistra.

Sarebbe grave per ciò, che su una proposta di legge, che altro non è che una riproposizione approfondita, allargata e inasprita dei principi già in parte contenuti nel decreto Amato e in quello di Biondi, entrambi contestati dal Paese, si rischi di esprimere un giudizio che più che sui contenuti si esprima in base al favore o all'avversità verso il proponente, come fanno Ferrara e altri, costringendo a schierarsi a difesa o contro "mani pulite" più che sulla proposta.

 Resta il fatto che nella "legge Di Pietro", che lui stesso ha voluto platealmente ispirare all'ideologia giapponese del patron della Canon e patriarca degli uomini d'affari non solo giapponesi, il kyosei, risulta accolta pienamente la tesi Fiat - che è sempre stata anche della destra del Pci e di gran parte della sinistra -, della distinzione tra impresa buona e impresa cattiva, come se quest'ultima non fosse altro che una deviazione del sistema e non un suo prodotto. Oggi certamente, si spiegano forse meglio anche i passati trattamenti di favore riservati da Di Pietro a Romiti, Agnelli e Fiat.

Se questo non bastasse, basti vedere le stesse modalità e i mentori con cui Di Pietro è arrivato a formulare e presentare la sua proposta:  rapporti privilegiati con  Fini e A.N., con tutto il gotha dell'imprenditoria, con il rettore della Bocconi, Mario Monti; attesa di via libera da un politologo che si fa passare per costituzionalista senza esserlo, come Miglio, ecc.  Mancava solo Craxi. Ma per questo, se la svolta avviata andrà a buon fine, non c'è che da attendere per vederlo ritornare da vincitore, anche se magari, come nella Prussia di Federico, recita Langendorf nell'Elogio funebre del generale August-Wilhelm von Lignitz,"passano solo le idee ma non gli uomini che le hanno sostenute".         

Angelo Ruggeri               





[1]Angelo Ruggeri, il cedimento Di "Pietro,"settimale Il Lavoratore/oltre del 9 settembre 1994