lunedì 28 febbraio 2022

Le difficoltà aiutano la crescita...



Domanda – “Perché la vita è così piena di prove?”

Risposta – “Attraverso le prove noi impariamo le lezioni della vita. Le prove non sono fatte per distruggerci: sono fatte per sviluppare il nostro potere. Esse fanno parte della naturale legge dell’evoluzione e sono necessarie per noi per avanzare da un livello più basso ad uno superiore. Tu sei molto più forte di tutte le tue prove. Se non lo capisci adesso, dovrai capirlo più tardi. Dio ti ha dato il potere di controllare la tua mente e il tuo corpo e così liberarti dai dolori e dai dispiaceri. Non dire mai “sono finito”. Non inquinare la tua mente pensando che se cammini un po’ di più ti sforzerai troppo o che se non puoi avere un certo tipo di cibo soffrirai, e così via.”

“Non permettere mai alla tua mente di ospitare pensieri di malattia o di limitazione: vedrai che il tuo corpo cambierà in meglio. Ricorda che la mente è il potere che governa questo corpo, quindi se la mente è debole anche il corpo diventa debole. Non intristirti o preoccuparti di nulla. Se rafforzi la tua mente non sentirai sofferenze fisiche. Non importa cosa succede, devi essere assolutamente libero nella tua mente. Come in un sogno puoi pensare che stai male e svegliandoti di colpo vedi che non è vero, così nello stato di veglia devi sapere che la vita non è altro che un sogno. La mente non ha alcun legame con il corpo se non quello che tu gli dai. Quando la mente potrà rimanere distaccata dal corpo a tuo piacimento, tu sarai libero. Ricorda che sei immortale. Per poter superare le prove della vita avrai bisogno di ringiovanire sia il corpo che la mente. Dovrai sviluppare l’elasticità mentale. Se non puoi fare fronte alle prove della vita, sarai indifeso quando i problemi e le tribolazioni arriveranno. A volte la vita sembra un gioco crudele. La sola giustificazione per questo è che la realtà è solo un sogno. Hai avuto molte esperienze attraverso molte incarnazioni e ne avrai altre in futuro, ma non dovrebbero impaurirti. Devi recitare tutte le parti in questo film della vita, dicendo a te stesso “Io sono Spirito”. Questa è la grande consolazione che la saggezza ci dà”.

Paramahansa Yogananda




domenica 27 febbraio 2022

Lettera a Monica Maggioni su "Kiev. Informazione farlocca e lacrime di coccodrillo..."


Gentile Monica Maggioni, (com)mosso dalle toccanti note di carillon con cui si è aperta una recente puntata del Tg1 Rai delle 20,00 - a sottofondo del pianto greve di piccole creature innocenti, nel pieno della drammatica scena di guerra metropolitana ukraina di Kiev - a stento riesco a trattenere una domanda che sale irrefrenabile dal cuore:

 

perché, Monica, in occasione delle guerre scatenate negli ultimi trent’anni

 

o   1991: ex-Jugoslavia, con devastazione dell’intera area che ha causato centinaia di migliaia di vittime.

o 1999: Kosovo, con migliaia di vittime e l’imposizione di un nuovo Stato, strappato alla Serbia.

o   2001: Afghanistan, con più di 800mila vittime.

o 2003: Iraq, (denunciando “inesistenti armi di distruzione di massa”), con 1,5 milioni di morti civili.

o  2011: Libia, con centinaia di migliaia di vittime civili e una destabilizzazione dell’area che continua tuttora.

o   2011: Siria, con oltre 600mila vittime.

o  2014: Ucraina, con decine di migliaia di morti e una strisciante guerra civile che si è protratta e ha prodotto la guerra attuale.

o   2015: Yemen, con centinaia di migliaia di vittime civili e distruzione del Paese.

 

mai si è dato che venisse riferito tanto strazio indicibile di vittime innocenti?

 

Perché, Monica? ... perchè?

 

Forse che allora, diversamente da ora, il minore contasse di meno? O forse, piuttosto, perché quel che conta, ora ancor più di allora, è la costruzione di informazione farlocca che pervade il sistema televisivo in toto, ingannando in modo fraudolento lo spettatore, già provato da un paio di anni di costante terrorismo mediatico!

 

Cordiali saluti, Adriano Colafrancesco - adrianocolafrancesco@gmail.com
















Ucraina e Donbass a somministrazione Nato:  

"Ora i pacifinti protestano poiché la Russia è intervenuta in Ucraina, in difesa delle minoranze russofone e per evitare il suo ingresso nella Nato. I "ribelli" del Donbass avevano provato a trattare con il governo Ucraino ed hanno subito le bombe indiscriminate per otto anni, con l'indifferenza dei pacifinti che ora si svegliano... e credono alle bugie diramate dalla Nato e compari: https://www.youtube.com/watch?v=1ZhbdcB2muw" (P.D'A.)


sabato 26 febbraio 2022

Der Spiegel pubblica i documenti che danno ragione a Putin sull’impegno Nato di non espandersi a Est: "Mai oltre l'Oder!"





Lo scoop di Der Spiegel sull'impegno Nato di non espandersi a Est si basa su un verbale desecretato, che dà ragione a Putin. 

 "I lettori di ItaliaOggi sono stati i primi, in Italia, ad essere informati circa le vere origini delle tensioni politiche e militari tra la Russia di Vladimir Putin e la Nato sulla questione Ucraina. Con editoriali e articoli scritti in base ai fatti e non con la propaganda, il direttore Pierluigi Magnaschi e firme autorevoli come Roberto Giardina e Pino Nicotri hanno ricordato, unici in Italia, che dopo la caduta del Muro di Berlino (1989) i leader dei maggiori paesi della Nato avevano promesso a Mosca che l'Alleanza atlantica non sarebbe avanzata verso Est «neppure di un centimetro». Una promessa smentita dai fatti, visto che da allora ben 14 paesi sono passati dall'ex impero sovietico all'alleanza militare atlantica. Da qui le contromosse di Putin: la guerra in Georgia, l'occupazione della Crimea, l'appoggio ai separatisti del Donbass, lo schieramento di oltre centomila soldati al confine con l'Ucraina, infine la dura linea diplomatica con cui ha ribattuto alle minacce di sanzioni da parte di Usa ed Ue: «Mosca è stata imbrogliata e palesemente ingannata».

Per tutta risposta, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha ripetuto quella che per anni è stata la linea difensiva di Washington sull'allargamento a Est della Nato: «Nessuno, mai, in nessuna data e in nessun luogo, ha fatto tali promesse all'Unione sovietica». 

Una dichiarazione smentita dal settimanale tedesco Der Spiegel con uno scoop clamoroso, destinato a lasciare il segno. L'inchiesta, intitolata «Vladimir Putin ha ragione?» e ripresa integralmente negli Usa da Zerohedge, si basa su un'ampia ricostruzione storica dei negoziati tra Nato e Mosca che hanno accompagnato la fine della guerra fredda.

Tra i documenti citati, spicca per importanza quello scovato nei British National Archives di Londra dal politolo americano Joshua Shifrinson, che ha collaborato all'inchiesta del settimanale tedesco e se ne dichiara «onorato» in un tweet. Si tratta di un verbale desecretato nel 2017, in cui si dà conto in modo dettagliato dei colloqui avvenuti tra il 1990 e il 1991 tra i direttori politici dei ministeri degli Esteri di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania sull'unificazione delle due Germanie, dopo il crollo di quella dell'Est. Il colloquio decisivo, riporta Der Spiegel, si è svolto il 6 marzo 1991 ed era centrato sui temi della sicurezza nell'Europa centrale e orientale, oltre che sui rapporti con la Russia, guidata allora da Michail Gorbaciov. Di fronte alla richiesta di alcuni paesi dell'Est Europa di entrare nella Nato, Polonia in testa, i rappresentanti dei quattro paesi occidentali (Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania Ovest), impegnati con Russia e Germania Est nei colloqui del gruppo «4+2», concordarono nel definire «inaccettabili» tali richieste. Il diplomatico tedesco occidentale Juergen Hrobog, stando alla minuta della riunione, disse: «Abbiamo chiarito durante il negoziato 2+4 che non intendiamo fare avanzare l'Alleanza atlantica oltre l'Oder. Pertanto, non possiamo concedere alla Polonia o ad altre nazioni dell'Europa centrale e orientale di aderirvi». Tale posizione, precisò, era stata concordata con il cancelliere tedesco Helmuth Khol e con il ministro degli Esteri, Hans-Dietrich Genscher.

Nella stessa riunione, rivela Der Spiegel, il rappresentante degli Stati Uniti, Raymond Seitz, dichiarò: «Abbiamo promesso ufficialmente all'Unione sovietica nei colloqui 2+4, così come in altri contatti bilaterali tra Washington e Mosca, che non intendiamo sfruttare sul piano strategico il ritiro delle truppe sovietiche dall'Europa centro-orientale e che la Nato non dovrà espandersi al di là dei confini della nuova Germania né formalmente né informalmente».

È innegabile che questo documento scritto conferma alcuni ricordi di Gorbaciov circa le promesse da lui ricevute, ma soltanto orali, sulla non espansione a Est della Nato. In un'intervista al Daily Telegraph (7 maggio 2008), Gorbaciov, ultimo leader dell'Unione sovietica, disse che Helmuth Khol gli aveva assicurato che la Nato «non si muoverà di un centimetro più ad est». Identica promessa, aggiunse in un'altra occasione, gli era stata fatta dall'ex segretario di Stato Usa, James Baker, il quale però smentì, negando di averlo mai fatto. Eppure, ricorda Der Spiegel, anche Baker fu smentito a sua volta da diversi diplomatici, compreso l'ex ambasciatore Usa a Mosca, Jack Matlock, il quale precisò che erano state date «garanzie categoriche» all'Unione sovietica sulla non espansione a est della Nato. L'inchiesta del settimanale aggiunge che promesse dello stesso tenore erano state fatte a Mosca anche dai rappresentanti britannico e francese.

La storia degli ultimi 30 anni racconta però altro: Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, ricorda Der Spiegel, sono entrate nella Nato nel 1999, poco prima della guerra contro la Jugoslavia. Lituania, Lettonia ed Estonia, confinanti con la Russia, lo hanno fatto nel 2004. Ora anche l'Ucraina vorrebbe fare altrettanto. Il che ha scatenato la reazione di Putin: «La Nato rinunci pubblicamente all'espansione nelle ex repubbliche sovietiche di Georgia e Ucraina, richiamando le forze statunitensi ai confini del blocco del 1997». 

La prima apertura è giunta dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz: «L'ingresso dell'Ucraina nella Nato non è in agenda». Parole che confermano la prudenza della Germania verso Putin e l'importanza strategica del Nord Stream 2 per la sua economia. Se alla fine sarà pace o guerra, dipenderà dal vertice Biden-Putin, agevolato da Macron. Un vertice dove Biden, nonostante la martellante propaganda anti-Putin delle ultime settimane, entra indebolito da uno scoop che riscrive la storia. Un'inchiesta così ricca di documenti finora inediti da far pensare all'aiuto di una manina politica, in sintonia con la Spd di Scholz, partito da sempre filorusso."

Fonte:  https://www.italiaoggi.it/news/lo-scoop-di-der-spiegel-sull-impegno-nato-di-non-espandersi-a-est-si-basa-su-un-verbale-desecretato-che-2552642 


L'articolo di Der Spiegel ripreso integralmente da Zerohedge:
 Germany's Spiegel Asks "Is Vladimir Putin Right?" Over NATO Expansion 




venerdì 25 febbraio 2022

Gli "yankee" tornano a "liberarci"... (ma le sanzioni contro la Russia sono in realtà contro l'Europa!)

 


Per la Cupola globalista e gli Usa, suo principale strumento offensivo, il fine della strategia provocatoria in Ucraina era quello di troncare ogni inclinazione europea, soprattutto tedesca, francese e, in coda, italiana, a un riavvicinamento alla Russia, politico, economico, diplomatico, commerciale. 

L’evidenza degli sviluppi di questi giorni, con le “sanzioni mai viste” dirette contro Mosca, dagli effetti dannosi, ma contenibili grazie alle ampie alternative che Putin vanta in Cina, Asia e negli altri continenti, ci dice che l’intera operazione ucraina di Washington con l’esito programmato delle sanzioni, aveva l’obiettivo di rioccupare e ricondizionare ogni mossa tattico-strategica dell’Europa.

Venne creata, per volontà statunitense, dopo la guerra per superare i prevedibili ostacoli di Stati europei indipendenti e sovrani e ridurli a componenti di un organismo uscito dal copia e incolla economico, sociale e culturale, del modello USA. Ma ora, con i tre Stati centrali del consesso che davano segni preoccupanti di interesse a proficui scambi con la Russia e con la Cina, primi partner commerciale e di investimenti, si trattava di drasticamente ridurne peso e capacità di iniziativa.

Con l’azzeramento delle forniture di gas russo, già quasi metà del fabbisogno UE, a partire dal blocco del gasdotto North Stream 2, abbiamo in strada colonne di autotrasportatori esasperati dai prezzi e tutta una popolazione, con la qualità della vita già compromessa dallo strumento della pandemia, a rischio di crisi economica, se non di indigenza. Stesso discorso di coloro che davano un contributo al sostentamento nazionale attraverso le esportazioni, principalmente dell’agricoltura italiana, già punita pesantemente dalla politica agricola dell’UE e ora minacciata di obliterazione dal multinazionalismo feudatario del Grande Reset.

Fulvio Grimaldi - https://fulviogrimaldi.blogspot.com/




Integrazioni: 

Ucraina chiede la pace, poi ci ripensa... - Scrive Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino: “La Russia ha comunicato all'Ucraina il suo parere favorevole per organizzare i negoziati di pace, la parte ucraina ha dichiarato di riconsiderare l'idea di tenere colloqui con la Russia a Minsk, di aver scelto Varsavia, dopodiché è scomparsa. Intanto la pausa delle riflessioni di Kiev sui negoziati è accompagnata dal dispiegamento di lanciarazzi nelle zone residenziali delle città, anche a Kiev.”


Pacifinti e dissonanze cognitive: chiedere pace e armi alla NATO - “...dissonanze in questo report da Napoli e Milano. https://www.youtube.com/watch?v=kgqV_gEUS4g - Altra verifica, nella 'sinistra' italiana. Altro NE'-NE', per bene che vada, perchè c'è di peggio. Da Pap a Bellaciao, dalle bandiere UE e CGIL al nazionalismo più becero. Che ci faccia una bandiera palestinese là in mezzo non è dato sapere. Unico serio, il tipo di Emergency che si è presentato con la bandiera russa rischiando il linciaggio, per poi metterla via e discutere pacatamente la contraddizione tra chiedere pace e armi alla NATO...”


Le cause pregresse della simil-guerra in Ucraina...



I "drammatici" avvenimenti che stanno avvenendo nel momento in cui scrivo, con l’apertura di un fronte di "guerra" in Ucraina, hanno cause profonde che vengono da lontano, che non possono essere liquidate gettando la colpa sul “cattivo” Putin.

Più di 30 anni or sono, dopo un incontro con il presidente  Bush senior, eletto pochi mesi prima (Gorbacev aveva già incontrato Reagan nel 1985 e 1986 a Ginevra e Reykjavik)  su un panfilo navigante nel Mediterraneo, il presidente sovietico Gorbacev decise di sciogliere il Patto di Varsavia (cioè il patto difensivo militare tra l’Unione Sovietica e gli alleati dell’Europa Orientale) e di promuovere l’annessione della Germania Orientale (DDR) alla Germania Occidentale. L’ingenuo Gorbacev (ma era veramente inconsapevole delle conseguenze delle sue decisioni?) pensava che gli USA avrebbero sciolto a loro volta il patto nordatlantico (NATO) tra USA e paesi dell’Europa Occidentale e che la Germania unita sarebbe diventato un paese neutrale. Ebbe comunque una serie di assicurazioni formali da parte dell'ora presidente USA e dal suo segretario di stato  che la NATO, se pur continuando ad esistere, non si sarebbe mai espansa verso Est, verso i confini russi. Recentemente il giornale tedesco “Der Spiegel” ha pubblicato una serie di documenti, precedentemente secretati, che confermano pienamente l’esistenza di queste (false) promesse.

In realtà la NATO si è espansa ad Est in modo aggressivo, inglobando non solo i paesi dell’ex Patto di Varsavia, come Polonia, Romania, Bulgaria, ecc. , ma anche paesi nati dallo scioglimento dell’Unione Sovietica, come Lettonia, Estonia e Lituania. La ragione di questa politica aggressiva è che gli USA pretendono di essere il “Paese di Dio” destinato a dominare il mondo e a fare da poliziotto globale, e non possono sopportare che un paese, pur ridimensionato ed indebolito come la Russia, possegga ancora un potenziale militare di tutto rispetto che contende loro il dominio militare assoluto sul mondo; così come specularmente non possono sopportare che una grande potenza economica in rapida crescita, come la Cina, contenda loro il ruolo di massima potenza economica mondiale.

A queste affermazioni corrispondono dati oggettivi incontestabili. Gli USA sono l’unico paese al mondo ad avere più di 800 basi militari sparse in tutto il mondo in circa 80 paesi (solo l’Italia ne ha una quarantina). Ha alleanze militari, come la NATO, con quasi 140 paesi: l’ultima in ordine ti tempo e quella con l’Australia e altri paesi del Pacifico in funzione anticinese. Hanno più di 300.000 soldati sparsi in paesi esteri e le loro flotte militari percorrono in continuazione tutti i mari del mondo. Tutto il mondo è diviso in 5 comandi militari, che comprendono il Sud-America, l’Africa, il Medio Oriente. L’Europa, e persino la Russia e la Cina (come possibili obiettivi). La Cina ha una sola base di appoggio per le sue navi a Gibuti, nell’ex Somalia Francese. La Russia meno di 10, tra cui la base di Latakia in Siria che è servita a salvare la Siria dall’assalto dei jihadisti armati dall’Occidente.

La situazione si è drammaticamente aggravata quando nel 2014 è stato organizzato un colpo di stato in Ucraina promosso dai servizi segreti USA in collaborazione con due partitini nazisti, eredi di quelle bande fasciste che combatterono con Hitler contro l’Unione Sovietica. Gli abitanti di lingua russa dell’Est del paese, cui si voleva negare anche l’uso della propria lingua, si sono ribellati proclamando l’indipendenza (perché a loro non viene concessa mentre è stata concessa agli abitanti albanesi del Kossovo, con relativa operazione militare?). L’Ucraina aveva un governo legale che aveva assunto una saggia politica neutrale. I nuovi padroni hanno subito minacciato di unirsi alla NATO che avrebbe potuto così schierare i suoi missili e le sue basi sotto il naso dei Russi a poca distanza da Mosca e dal cuore della Russia.

La Russia, per la sua stessa sicurezza non poteva accettare una situazione simile. Ripetutamente i Russi hanno chiesto una trattativa internazionale seria sulla reciproca sicurezza per raggiungere un accordo simile al patto di Helsinki negli anni ’70, che assicurò un certo equilibrio pacifico tra i blocchi contrapposti. La risposta degli USA, soprattutto da quando è stato eletto il falco Biden, è stata negativa. Gli Europei hanno cercato di mediare, in particolare la Germania e la Francia, che sanno benissimo che l’Europa entrerebbe in grave crisi economica se fossero interrotti i rapporti economici e commerciali con la Russia, che ci rifornisce di gas e petrolio (ma forse è proprio questo uno degli scopi principali degli USA: colpire contemporaneamente il nemico russo e gli amici-concorrenti europei). Ma mentre Tedeschi e Francesi  cercavano (timidamente) di mediare, l’Italia si è affidata al buffoncello presuntuoso Di Maio, giustamente sbeffegiato dal ministro degli Esteri russo, l’abile Lavrov, che gli ha ricordato che la diplomazia serve a risolvere i conflitti, e non a partecipare alle cene di gala.

Ora speriamo,che dopo le ultime drammatiche mosse russe, si possa di nuovo dare spazio alla diplomazia ed ad una trattativa reale che tenga conto delle esigenze di sicurezza russe. L’avvenire è incerto e tutto è in movimento, speriamo nella giusta direzione.

Vincenzo Brandi



giovedì 24 febbraio 2022

Veicoli elettrici inquinano come gli altri... (se non di più)

 


Nel calcolo della CO2, non ci si può fermare alla sola quantità di gas proveniente dagli scarichi: si deve tenere conto dell’intero ciclo di vita di un veicolo e dell’energia necessaria per produrlo e demolirlo


Cleaner Veehicles Achieving a Resilient Technology Transition
  - L’Unione Europea considera pari a zero le emissioni di CO2 delle auto elettriche. Questo perché si limita a prendere in considerazione soltanto le emissioni dal serbatoio alla ruota “tank to wheel” ovvero quelle legate all’uso della vettura, senza tenere conto né di quelle relative alla produzione di benzina, gasolio ed elettricità, né tantomeno di quelle derivanti dalla produzione e dallo smaltimento dei veicolo. Il calcolo delle emissioni di un veicolo deve iniziare, invece, ancor prima della sua nascita, quando cioè viene prodotta l’energia necessaria alla fabbrica che lo produce. In questo senso l’inizio del ciclo di vita di un automobile coincide con la produzione. Per questo, ai fini delle emissioni di anidride carbonica, è fondamentale il modo in cui si ottiene l’energia elettrica. Occorre infatti ricordare che il mix energetico per la produzione dell’elettricità condiziona le emissioni: in Italia il 43% proviene da gas naturale, il 36% da fonti rinnovabili, il 14% dal carbone, il 3,6% dal nucleare, lo 0,8% da prodotti petroliferi e la quota rimanente da altre materie prime secondo i dati raccolti dal Gestore dei servizi energetici - GSE S.p.A..


L’altro lato dell’elettrico
Cosi facendo, si scopre che anche i veicoli elettrici electric vehicle -EV non sono “trasparenti” per l’ambiente. Due sono i fattori determinanti: il modo di produrre energia elettrica, come accennato e quelli di costruzione e riciclo delle batterie/accumulatori. Sono queste le fasi in cui le emissioni non sempre sono pari a zero. La fabbricazione dell’accumulatore delle auto elettriche è un processo che comporta elevate emissioni di anidride carbonica, proporzionali alla capacità della batteria stessa, che si aggiungono a quelle per la produzione della vettura.
L’attività di estrazione del petrolio ha di sicuro un impatto ambientale. Ma pure l’estrazione di litio, cobalto e nichel, necessari per le batterie, il loro trasporto e la realizzazione degli accumulatori comportano emissioni (da 56 a 494 g di COper kWh).


Le emissioni di CO2 dei veicoli possono essere azzerate a patto però, di utilizzare sempre energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. Cosa non sempre fattibile, ne facile da ottenere, visti i tempi necessari per realizzare impianti di nuova generazione. Paradossalmente abbiamo così paesi come la Cina con il maggior numero di EV in circolazione, ma anche il maggior numero di centrali di produzione dell’energia elettrica a carbone.

Alimentazione
Il modo in cui viene ottenuta l’energia elettrica inviata alle colonnine di ricarica delle auto a batteria fa la differenza sulle emissioni di CO2 “dal pozzo alla ruota” (che considerano altre all’impiego della vettura, anche la produzione dell’energia necessaria per l’alimentazione dell’accumulatore).
Un confronto corretto dunque, deve prendere in considerazione anche la media delle emissioni di CO2 per la produzione dell’elettricità: nell’esempio citato per la Cina il valore è di 711 g/km, contro i 432 dei Paesi dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), a causa proprio dell’utilizzo estensivo del carbone per alimentare le centrali termoelettriche.


Fine vita
L’Unione europea ha stabilito che l’85% del peso di un’auto debba essere riciclato e riusato e che il 10% debba essere impiegato come recupero energetico. Questa attività viene affidata a centri specializzati o a consorzi che si occupano ad esempio dei pneumatici. Tutte queste operazioni comportano però l’utilizzo di macchinari che richiedono energia.


Quando le batterie/accumulatori non sono più adatte all’impiego sul veicolo, queste possono ancora essere utilizzate come accumulatori stazionari, rinviando anche di molti anni il processo di riciclaggio. Questo consente da una parte di recuperare il prezioso materiale che contengono ma che dall’altra comporta elevate missioni di anidride carbonica per le fasi industriali di disassemblaggio ed estrazione.

(Arpat)




Per approfondimenti:

https://www.itf-oecd.org/cleaner-vehicles


https://www.fanpage.it/sport/motori/lallarme-da-toyota-sulle-auto-elettriche-inquinano-di-piu-e-rimarremo-senza-elettricita/

mercoledì 23 febbraio 2022

Ucraina. Quel che non si legge sui giornaloni mainstream...

 


Ucraina. Il capovolgimento geopolitico - Come sottolinea il politologo Aleksander Vedrussov, la politica estera russa, con il Protocollo di Minsk (un accordo per porre fine alla guerra dell'Ucraina orientale, raggiunto il 5 settembre 2014 dal Gruppo di Contatto Trilaterale sull'Ucraina, composto dai rappresentanti di Ucraina, Russia, Repubblica Popolare di Doneck (DNR), e Repubblica Popolare di Lugansk (LNR), aveva dato a Kiev ogni opportunità per mantenere il Donbas in Ucraina. La pazienza strategica di Putin si basava sullo sviluppo degli Accordi di Minsk, tuttavia, l’insistenza di Poroshenko, e poi di Zelenskij, a risolvere la situazione con mezzi militari, “ha letteralmente spinto le repubbliche popolari tra le braccia della Russia”. Vedrussov indica anche che l’odio di Kiev per il Donbas si è acuita da anni, dove la retorica che punta al disprezzo e scontro rimaneva invariata nei cambiamenti dell’amministrazione: “L’odio verso il Donbas e i suoi abitanti è coltivato da anni nell’opinione pubblica ucraina. Il primo presidente dell’Ucraina e capo della delegazione di Kiev al TCG, Leonid Kravchuk, paragonò il Donbass a ‘un tumore canceroso che va rimosso’...”


NATO. Il parere di Sergio Romano: "A mio avviso dopo la Guerra Fredda, l'Occidente avrebbe dovuto avviare la smobilitazione della Nato. Era una struttura nata al tempo della contrapposizione con il Patto di Varsavia. Collassato quest'ultimo non aveva senso tenere in piedi un assetto militare che sarebbe stato visto come struttura di pura aggressione. Putin "non ha tutti i torti" a reagire all'avanzamento degli insediamenti militari della Nato nell'area ex Urss. Non solo l'Occidente non l'ha smantellata o rimodulata, ma ha pensato di "puntare i cannoni" contro Mosca..."


Storia di una guerra ad orologeria – Scrive Michele Rallo: “Segnalo un fatto del 2008, relativo al riconoscimento da parte americana (con europei pecoronamente al séguito) della indipendenza del Kosovo, proclamata in spregio alla intangibilitá dei confini e dell'unitá territoriale di uno Stato sovrano. É esattamente ció che sta avvenendo oggi nel Donbass. Ma questa volta gli europei si scandalizzano e accettano una politica sanzionista che si ritorce contro i loro intreressi (gas, grano, eccetera). Unica costante: l'obbedienza agli ordini di Washington...”


E venne il tempo delle canzoncine... - Scrive Norman Solomon: Fifty-nine years ago, Bob Dylan recorded “With God on Our Side.” You probably haven’t heard it on the radio for a very long time, if ever, but right now you could listen to it as his most evergreen of topical songs: https://www.youtube.com/watch?v=P4EkQfXtheg - “I've learned to hate the Russians. All through my whole life If another war comes It's them we must fight. To hate them and fear them. To run and to hide. And accept it all bravely. With God on our side”


(Rassegna a cura di Paolo D'Arpini)





martedì 22 febbraio 2022

Россия признала ДНР и ЛНР - E adesso, pover’uomo?

 



Non sono passati nemmeno 8 anni.


1. La Russia ha ufficialmente riconosciuto la sovranità delle Repubblica Popolare di Donetsk e Repubblica Popolare di Lugansk. Putin firmava il documento corrispondente. Domani sarà approvato dal Consiglio della Federazione e dalla Duma di Stato. Minsk-2 è finita. Mi congratulo cogli abitanti del Donbas di ciò che noi in Crimea e Sebastopoli abbiamo ottenuto facilmente nel 2014, avete sofferto e pagato col sangue un’attesa di 8 anni.

2. Sono stati conclusi accordi di amicizia e cooperazione con Repubblica Popolare di Donetsk e Repubblica Popolare di Lugansk, che consentiranno alla Russia di schierare truppe nel Donbas secondo quanto avvenuto in Ossezia meridionale e Abkhazija. Domani anche questi accordi saranno ratificati. In effetti, come accennato in precedenza, non fu la versione pridnestroviana, ma osseto-meridionale ad essere attuata nel Donbas, unico modo per fermare l’attuazione dello scenario Karabakh con una guerra permanente.

3. La Russia chiede al regime di Kiev di fermare immediatamente le ostilità. In caso di rifiuto, le conseguenze del proseguimento della guerra ricadranno sull’Ucraina. In realtà, è una minaccia diretta ad adottare la pace. Poiché la probabilità di abbandonare la guerra è zero, è molto probabile che ci troveremo di fronte ad una fase di operazioni tattiche attive.

Nei decreti sul riconoscimento di RPD e RPL firmati da Putin, la clausola n. 4 consente l’ingresso di truppe russe nel Donbas a tutela delle repubbliche popolari. Diverse fonti riferiscono che l’avanzata delle truppe russe è già iniziata: già prima della firma dei documenti, il leader del Partito Comunista Zjuganov aveva affermato che le truppe russe sarebbero entrate subito nel Donbas. L’era dei “venti del nord”, del “commercio militare” e delle “miniere profonde del Donbas” appartiene al passato. Ora le truppe russe saranno di stanza in modo legale e ufficiale nel Donbas, come nell’Ossezia meridionale e in Abkhazija.I tentativi di aggressione porteranno all' ”applicazione della pace” per  forza...Fonte: https://colonelcassad.livejournal.com/7457515.html   - Traduzione di Alessandro  Lattanzio:  http://aurorasito.altervista.org/


lunedì 21 febbraio 2022

Ucraina: 22.02.2022 - Siamo arrivati alla data fatidica?



Il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto la sera del 21 febbraio una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa al Cremlino, il cui argomento è la situazione nel Donbass. Putin ha sottolineato che la crisi nel Donbass ed il tema dell'eventuale riconoscimento russo delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk sono connessi al problema delle garanzie di sicurezza sollevato dalla Russia negli ultimi mesi e rimasto ignorato dai "partner occidentali", nella fattispecie riguardo all'allargamento ad est della NATO, ingoblando l'Ucraina. 

Putin si è riservato di decidere entro il 22.02.2022  in merito al prospettato riconoscimento ufficiale delle Repubbliche russofone del Donbas. Tale riconoscimento, da un punto di vista legale, consentirebbe alla Russia di intervenire in difesa di Donetsk e Lugansk ma ovviamento un riconoscimento unilaterale russo non impedirebbe alla NATO, USA e Ue di accusare la Russia di “interferenza” indebita negli affari interni dell'Ucraina. 

Sarà sufficiente questo per dichiarare che la Russia ha assalito l'Ucraina? Molto probabilmente sì... e le conseguenze sono inimmaginabili oppure “logiche”, ovvero gli USA avrebbero una buona scusa per iniziare la terza guerra mondiale... 

Auguriamoci che il governo Italiano sia in grado di restarne fuori!

Paolo D'Arpini  


P.S. I lettori si chiederanno se il 22.02.2022 è la data fatidica che molti stanno aspettando. Una data palindroma particolarmente significativa. La prossima volta succederà tra 180 anni!


Note aggiunte:

Video di Vittorio Nicola Rangeloni sull'evacuazione di donne e bambini dal Donbas alla Federazione Russa: https://youtu.be/hIbAZsjFgEI - e qui un articolo de Il Giorno sull'autore del video: https://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/scontri-donbass-1.7367631


Qui il collegamento per sentire (in russo e in inglese) le dichiarazioni del presidente russo Putin: https://www.youtube.com/watch?v=vGsxvZrXcKY


Confermato il riconoscimento delle repubbliche russofone – Scrive Sputnik: “Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato i decreti che riconoscono la sovranità delle repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk. Firmati al Cremlino i trattati di amicizia e cooperazione reciproca con i due leader Denis Pushilin e Leonid Pasechnik.”


Eccoli di nuovo... venduti al sistema!

 


Siamo decerebrati e accecati da una milizia mercenaria, rispetto alla quale l'invasività e gli sconvolgimenti dell'ISIS sono sporadiche turbative, dello stesso indirizzo però. Una torma di jihadisti "laici" fondamentalisti che ha invaso e occupato le redazioni e ne ha fatto centrali di trasformazione della verità in menzogna e della realtà in contraffazione camorristica.

Questi del Covid e dell'Ucraina, dei Non Una di Meno e dei vandali di Black Lives Matter (finanziati da Soros), delle ONG di complemento e dei fregnaccioni colorati, di Greta e Fridays for Future, di Amnesty e HRW, tentacoli del Dipartimento di Stato, dei chimici e telematici, sono tutti la copertura del rossetto sul muso del maiale. Amano l'Ucraina fattasi russofoba e nazista grazie al golpe obamian-hillaryano. Intimano a Kiev di meritare il suo ingresso nella NATO, nel ruolo di capro espiatorio, maciullando la parte migliore della propria nazione, senza che si debba spettinare un solo Marine.

Sono, i nostri giornali e le nostre televisioni, tutti abitanti della camera dell'eco della CIA e del Dipartimento di Stato. Così sperano di sopravvivere e, magari, quei pochi, di prosperare, ottenendo un ciglio commiserevole dalla Cupola...

Fulvio Grimaldi - https://fulviogrimaldi.blogspot.com/



Video collegato: https://www.byoblu.com/2022/02/16/mi-hanno-emigrato-fulvio-grimaldi-in-mondocane-storie-dal-pianeta/

sabato 19 febbraio 2022

Draghi allenta le misure anticontagio... ed altro ancora! - Il Grande Bluff all'italiana...

  

La Repubblica 18 feb 2022 


Video collegato: https://youtu.be/gnwlkEhj7kY?t=640

  Meno male che rimane il divieto di lavorare.


 Il Governo Draghi allenta le misure anticovid: popcorn libero al cinema,  dove per entrare servono 15 dosi e 3 boooster. Va mangiato a museruola allacciata.
 Forse termina lo stato d'emergenza illegale e anticostituzionale, ma le vessazioni da esso legittimate no, popcorn a parte. Che strano, nevvero?

 Cinquantenni non sierati senza lavoro e reddito fino e oltre il 15 giugno.
 La finta opposizione finge di dissentire ma sostiene il governo (Lega) o bela al lupo (FdI).
 Lo scrive il Corsera 
 


 Roba da matti, ma è Scienza, è Abrignani, è il C.T.S.: 
 "Nel deserto si beve pure acqua sporca". Anche piscio di maiale.
 E' quello che mesi fa ci disse che la terza dose ci avrebbe protetto per 5÷10 anni.
 https://youtu.be/gnwlkEhj7kY?t=2495 

 

 Qualche notizia su Abrignani, nato in Ciba-Geigy a Basilea e finito in c.d.a. Checkmab.
 Senza conflitto d'interessi nelle fognature, ma solo nell'industria farma
ceutica.
   


 TIRIAMO LE SOMME
 I buoni risultati del green pass: in sei mesi 8 mln di contagi e 30.000 morti.
 Peggio dell'anno precedente, quando ancora aspettavamo la punturina miracolosa come il sangue di S. Gennaro. Certificato verde misura sanitaria? 
 https://youtu.be/gnwlkEhj7kY?t=1870 

 
continua Belpietro qui:
  
 

Jure Eler

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Integrazioni: 

“Il lockdown come dispositivo di rieducazione sociale? - Scrive Camilla on Line: “(www.carmillaonline.com). Un’ipotesi fin troppo facile. Il fenomeno è noto e spaventoso: a fronte di quanto sta accadendo, la gran parte dei nostri connazionali non trova niente da obiettare, neanche quando il governo manda uomini armati alle fermate degli autobus per controllare il GP dei ragazzini...”

Nota di Studio Cataldi - La sentenza del Tribunale Penale di Pisa del 17 febbraio 2022 - Giud. Lina Manuali - affronta tutte le violazioni costituzionali del periodo della pandemia, inclusa la proroga dello stato di emergenza: https://www.studiocataldi.it/articoli/43894-compressione-dei-diritti-fondamentali-al-tempo-del-covid.asp