I "drammatici" avvenimenti che stanno avvenendo nel momento in cui scrivo, con l’apertura di un fronte di "guerra" in Ucraina, hanno cause profonde che vengono da lontano, che non possono essere liquidate gettando la colpa sul “cattivo” Putin.
Più di 30 anni or sono, dopo un incontro con il presidente Bush senior, eletto pochi mesi prima (Gorbacev aveva già incontrato Reagan nel 1985 e 1986 a Ginevra e Reykjavik) su un panfilo navigante nel Mediterraneo, il presidente sovietico Gorbacev decise di sciogliere il Patto di Varsavia (cioè il patto difensivo militare tra l’Unione Sovietica e gli alleati dell’Europa Orientale) e di promuovere l’annessione della Germania Orientale (DDR) alla Germania Occidentale. L’ingenuo Gorbacev (ma era veramente inconsapevole delle conseguenze delle sue decisioni?) pensava che gli USA avrebbero sciolto a loro volta il patto nordatlantico (NATO) tra USA e paesi dell’Europa Occidentale e che la Germania unita sarebbe diventato un paese neutrale. Ebbe comunque una serie di assicurazioni formali da parte dell'ora presidente USA e dal suo segretario di stato che la NATO, se pur continuando ad esistere, non si sarebbe mai espansa verso Est, verso i confini russi. Recentemente il giornale tedesco “Der Spiegel” ha pubblicato una serie di documenti, precedentemente secretati, che confermano pienamente l’esistenza di queste (false) promesse.
In realtà la NATO si è espansa ad Est in modo aggressivo, inglobando non solo i paesi dell’ex Patto di Varsavia, come Polonia, Romania, Bulgaria, ecc. , ma anche paesi nati dallo scioglimento dell’Unione Sovietica, come Lettonia, Estonia e Lituania. La ragione di questa politica aggressiva è che gli USA pretendono di essere il “Paese di Dio” destinato a dominare il mondo e a fare da poliziotto globale, e non possono sopportare che un paese, pur ridimensionato ed indebolito come la Russia, possegga ancora un potenziale militare di tutto rispetto che contende loro il dominio militare assoluto sul mondo; così come specularmente non possono sopportare che una grande potenza economica in rapida crescita, come la Cina, contenda loro il ruolo di massima potenza economica mondiale.
A queste affermazioni corrispondono dati oggettivi incontestabili. Gli USA sono l’unico paese al mondo ad avere più di 800 basi militari sparse in tutto il mondo in circa 80 paesi (solo l’Italia ne ha una quarantina). Ha alleanze militari, come la NATO, con quasi 140 paesi: l’ultima in ordine ti tempo e quella con l’Australia e altri paesi del Pacifico in funzione anticinese. Hanno più di 300.000 soldati sparsi in paesi esteri e le loro flotte militari percorrono in continuazione tutti i mari del mondo. Tutto il mondo è diviso in 5 comandi militari, che comprendono il Sud-America, l’Africa, il Medio Oriente. L’Europa, e persino la Russia e la Cina (come possibili obiettivi). La Cina ha una sola base di appoggio per le sue navi a Gibuti, nell’ex Somalia Francese. La Russia meno di 10, tra cui la base di Latakia in Siria che è servita a salvare la Siria dall’assalto dei jihadisti armati dall’Occidente.
La situazione si è drammaticamente aggravata quando nel 2014 è stato organizzato un colpo di stato in Ucraina promosso dai servizi segreti USA in collaborazione con due partitini nazisti, eredi di quelle bande fasciste che combatterono con Hitler contro l’Unione Sovietica. Gli abitanti di lingua russa dell’Est del paese, cui si voleva negare anche l’uso della propria lingua, si sono ribellati proclamando l’indipendenza (perché a loro non viene concessa mentre è stata concessa agli abitanti albanesi del Kossovo, con relativa operazione militare?). L’Ucraina aveva un governo legale che aveva assunto una saggia politica neutrale. I nuovi padroni hanno subito minacciato di unirsi alla NATO che avrebbe potuto così schierare i suoi missili e le sue basi sotto il naso dei Russi a poca distanza da Mosca e dal cuore della Russia.
La Russia, per la sua stessa sicurezza non poteva accettare una situazione simile. Ripetutamente i Russi hanno chiesto una trattativa internazionale seria sulla reciproca sicurezza per raggiungere un accordo simile al patto di Helsinki negli anni ’70, che assicurò un certo equilibrio pacifico tra i blocchi contrapposti. La risposta degli USA, soprattutto da quando è stato eletto il falco Biden, è stata negativa. Gli Europei hanno cercato di mediare, in particolare la Germania e la Francia, che sanno benissimo che l’Europa entrerebbe in grave crisi economica se fossero interrotti i rapporti economici e commerciali con la Russia, che ci rifornisce di gas e petrolio (ma forse è proprio questo uno degli scopi principali degli USA: colpire contemporaneamente il nemico russo e gli amici-concorrenti europei). Ma mentre Tedeschi e Francesi cercavano (timidamente) di mediare, l’Italia si è affidata al buffoncello presuntuoso Di Maio, giustamente sbeffegiato dal ministro degli Esteri russo, l’abile Lavrov, che gli ha ricordato che la diplomazia serve a risolvere i conflitti, e non a partecipare alle cene di gala.
Ora speriamo,che dopo le ultime drammatiche mosse russe, si possa di nuovo dare spazio alla diplomazia ed ad una trattativa reale che tenga conto delle esigenze di sicurezza russe. L’avvenire è incerto e tutto è in movimento, speriamo nella giusta direzione.
Vincenzo Brandi
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