Le aggressioni che gli USA conducono, su mandato della finanza globalista, di interventi diretti ne comportano solo tramite bombardamenti, intelligence, qualche volta Forze Speciali. Tutto il resto delle varie destabilizzazioni programmate nei confronti dell'Eurasia e della sua periferia, viene attuato ai margini, utilizzando forze mercenarie. In Medioriente e parti dell'Asia (Afghanistan, Kazakistan, Tagikistan, Cecenia, Xinjiang) il terrorismo jihadista, in Ucraina le bande naziste armate da Obama e Hillary Clinton, incorporate nella Guardia Nazionale. Altrove minoranze separatiste, o di natura fascista (narcoseparatisti in Myanmar, esoteristi monacali per il Tibet, curdi in Siria e Iraq, beluci in Pakistan, falangisti in Libano, borghesie occidentalizzate e avide di più mercato per le rivoluzioni colorate), e così via, variando a seconda delle condizioni e disponibilità locali.
La situazione a noi più vicina, in vista della destabilizzazione del centro mondiale eurasiatico, l'abbiamo vista esplodere nelle guerre balcaniche degli anni '90, con conseguente frantumazione della Jugoslavia in piccoli Stati insignificanti geopoliticamente, ma manovrabili e poi tutti, tranne la Serbia, membri della Nato. Oggi quel discorso rischia di riaprirsi e l'eterna miccia balcanica di riaccendersi per favorire l'implacabile spinta ad est del globalismo imperialista.
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