giovedì 31 dicembre 2015

Socialismo, anarchismo, sindacalismo... pensieri un "nuovo" anno....



"Quando qualcuno soffre di una malattia infettiva è un pericolo per la comunità ed è necessario limitare la sua libertà di movimento. Ma nessuno ammette alcuna idea di colpa ad una situazione consimile. Al contrario, egli sarà l'oggetto della commiserazione dei suoi amici. Le misure che la scienza consiglia vengono prese per curarlo dal suo male, e di regola egli si sottopone senza riluttanza a quella limitazione della sua libertà che è resa necessaria, per un certo tempo, dalla cura. Nel trattamento di ciò che si chiama 'delitto' si dovrebbe applicare lo stesso metodo, nello stesso spirito". (Bertrand Russel, Socialismo, anarchismo, sindacalismo - Longanesi 1968, pag 153).

La considerazione di Russell troverebbe d'accordo anche Osho Rajneesh, che ebbe occasione di esprimersi in modo molto simile.


Invece, l'atteggiamento dominante è che supponendo nel criminale un calcolo di interesse egoistico, il fornirgli un motivo egoistico contrario nella forma di punizione costituisca un rimedio, come sistema di intimidazione.


Si tratta, peraltro, di un rimedio di valore così scarso che le carceri continuano ad essere piene, senza favorire alcuna diminuzione dei reati, e, soprattutto, senza affrontarne le cause (quale malattia che individui come Russel e Rajneesh propongono invece come oggetto di cura).


D'altronde, non ci si possono aspettare grandi miglioramenti, su questo fronte, da parte di società che producono e sopportano stati diretti da criminali di guerra, dediti alla violenza della guerra e del terrorismo applicato da cannoni e bombardieri contro gli abitati civili, il tutto nell'indifferenza generale, e nella generale incapacità di fermare i violenti di stato ponendoli in condizione di non nuocere, invece che lasciarli governare ministeri e presidenze.


In particolar modo, risulta patetico il così diffuso tentativo di attribuire la responsabilità della violenza alla fazione politica avversaria, trattandosi di una semplice bugia per difetto, talché sembra che tutti fingano di dimenticare ciò che è ben visibile sui libri di storia.


E' ben vero, ad esempio, che il comunismo russo e cinese sono stati il prodotto di lunghe e violente guerre civili interne. Solo che la stessa origine è comune alle cosiddette democrazie occidentali, sorte da autentici bagni di sangue in Francia e negli Stati Uniti (il cui popolo è oltretutto responsabile dello sterminio delle popolazioni native nordamericane), così come anche l'Italia sorse attraverso una serie di feroci guerre, inclusa la agghiacciante devastazione del Meridione inflitta dai Savoia.


Per quanto una società abbia bisogno di darsi una forma di organizzazione, l'incapacità generale a superare la violenza della forma stato così come realizzata fino ad oggi indica che siamo ancora un mondo sottosviluppato.


Non lo si può negare: bisogna industriarsi di uscire dal sottosviluppo della violenza di stato, grave problema fino ad oggi ancora irrisolto.


Non mi sto aspettando che cambi gran che, a questo mondo.


Certo, mi piacerebbe.


Vincenzo Zamboni

mercoledì 30 dicembre 2015

Montenegro, sempre più "negro", entra al servizio della NATO



NATO:  ..28 stelle ci sembravan poche ... ecco che arriva la 29a  - Il  Montenegro al servizio della "santa" alleanza 

Nei primi mesi del 2017 il piccolo Montenegro entrerà a far parte
della grande NATO. La decisione è stata assunta il 2 dicembre 2015
in occasione del vertice dei ministri degli esteri dei 28 paesi membri
dell’Alleanza. Una settimana prima, il Segretario generale della NATO
Jens Stoltenberg e il vice Alexander Vershbowsi si erano incontrati in
Belgio con il ministro per gli affari esteri montenegrino Igor Lukšić
e il titolare del dicastero della difesa Milica Pejanović-Đurišić per
sottoscrivere un pre-accordo tra le parti. “Si tratta di un giorno
importante per il Montenegro, i Balcani occidentali e l’Alleanza”, ha
enfatizzato Jens Stoltenberg. “I progressi fatti dal Montenegro
facilitano pure la possibilità che diventi membro dell’Unione europea.
I paesi NATO e EU costituiscono una comunità delle moderne democrazie.
Noi condividiamo gli stessi valori e nove cittadini dell’Unione
europea su dieci vivono in un paese NATO. Insieme, l’open door NATO e
l’allargamento EU hanno rafforzato la sicurezza e la stabilità in
tutta Europa”.

Per il Segretario generale della NATO, grazie al lavoro con i partner
dell’Alleanza, “le forze armate del Montenegro sono ora più forti e
più capaci nel proteggere il popolo montenegrino”. “L’ingresso di
questo paese porterà benefici alla NATO”, ha aggiunto Stoltenberg.
“Rafforzerà la sicurezza e la stabilità dei Balcani occidentali, una
regione per lungo tempo caratterizzata dall’instabilità e dai
conflitti. Il Montenegro ha una consolidata tradizione militare e si è
specializzato in settori come la guerra in montagna e la sicurezza
marittima. È importante che il paese continui nel cammino delle
riforme interne soprattutto sull’adeguamento della Difesa e sullo
stato di diritto”. Sui tempi necessari per l’adesione del Montenegro,
Jens Stoltenberg ritiene che le procedure di ratifica dell’accordo da
parte dei parlamenti dei ventotto paesi NATO richiederanno almeno un
anno e che comunque il tutto si possa concludere entro l’inizio del
2017. “Nel frattempo coinvolgeremo il Montenegro in tutte le attività
dell’Alleanza, compreso il summit in programma l’8 e il 9 luglio 2016
a Varsavia, dove potrà partecipare, senza diritto di voto, a tutti gli
incontri istituzionali”, ha concluso il segretario generale
dell’Alleanza Atlantica.

La rilevanza geostrategica dell’incorporazione del Montenegro nella
NATO è stata sottolineata dallo studioso Luca Susic di Analisi difesa.
“L’ingresso del piccolo Montenegro ha in realtà un peso politico ben
superiore a quello militare”, spiega Susic. “Si tratta infatti di un
risultato importante della NATO, innanzitutto perché permette di
sferrare l’ultimo e decisivo colpo al già moribondo storico legame fra
il paese e la Russia e, in secondo luogo, perché Bruxelles ottiene
praticamente il controllo totale delle coste settentrionali del
Mediterraneo, realizzando un continuum dalle Colonne d’Ercole ad
Antiochia”. Per l’analista, inoltre, la NATO consolida ulteriormente
la propria presenza nell’area ex-jugoslava ed “incrementa la già forte
pressione esercitata sulla Serbia, che si trova ad essere
letteralmente circondata da stati membri dell’Alleanza o da territori
controllati da questa (si pensi al Kosovo)”.

Il forte rischio che l’adesione del Montenegro esasperi le tensioni
tra la NATO e Mosca è stato rilevato dall’esperto di questioni
militari Gianandrea Gaiani. “Elementari ragioni di opportunità
diplomatica e prudenza consiglierebbero la NATO a rimandare l’adesione
del Montenegro, decisione che non muterebbe gli assetti strategici,
non indebolirebbe l’Alleanza occidentale ma favorirebbe quei Paesi
europei (Italia inclusa) impegnati a ricucire lo strappo con la Russia
determinato dalla crisi a Kiev e dall’annessione della Crimea”, scrive
Gaiani su Il Mattino. “Con un po’ di malizia è facile pensare che
l’invito al Montenegro punti a creare un clima sfavorevole alla
nascita della nuova inattesa alleanza tra Russia e Francia contro lo
Stato Islamico in Siria. (…) In prospettiva avere i montenegrini come
alleati potrebbe rivelarsi un pessimo affare anche per l’Italia. La
base navale di Bar, l’aeroporto di Golubovci o una delle quattro basi
aeree militari oggi non più impiegate dalle piccole forze armate
montenegrine potrebbero in futuro ospitare forze aeree e navali
statunitensi oggi schierate in Italia, Spagna e Germania offrendo
costi decisamente più contenuti”.

Dal dicembre 2006, il Montenegro è uno dei membri della NATO
Partnership for Peace. Al summit dei Capi di Stato dell’Alleanza a
Bucarest nell’aprile 2008, il paese balcanico fu invitato ad
intensificare il dialogo con Bruxelles nella prospettiva di un rapido
ingresso nella grande alleanza militare. Le prime consultazioni si
realizzarono il 24 giugno dello stesso anno in occasione di un
incontro tra i viceministri degli esteri e della difesa montenegrini
Dragana Radulović e Drasko Jovanović e il vicesegretario NATO per la
sicurezza, la cooperazione e la partnership, Robert F. Simmons. A
Partire del 2009, la NATO e il Montenegro iniziarono a operare
congiuntamente nell’ambito del cosiddetto Membership Action Plan, il
programma che “aiuta le nazioni partner a prepararsi in vista di un
loro possibile futuro ingresso nella NATO”. Nel 2010, le autorità di
Podgorica autorizzarono la partecipazione di un plotone di fanteria e
di un piccolo staff di addestratori dell’esercito alla missione
militare NATO in Afghanistan. Nello specifico, i militari montenegrini
furono impiegati nella protezione del centro di “formazione” della
polizia e delle forze armate afgane a Kabul e dello scalo militare di
Mazar-e-Sharif, quartier generale del Comando regionale Nord della
coalizione internazionale.

Nel marzo 2012, l’allora comandante in capo delle forze NATO,
l’ammiraglio statunitense James Stavridis, si recò in visita ufficiale
in Montenegro. “Colgo l’occasione per ringraziare il paese per la
professionale cooperazione militare e l’eccellente supporto alla
missione di peacekeeping NATO in Afghanistan; militarmente, il
Montenegro è pronto a fare ingresso nell’Alleanza”, dichiarò allora
James Stavridis. Un ulteriore passo verso la completa integrazione
nella NATO fu compiuto il 16 ottobre 2013 in occasione della visita
del Presidente del Montenegro Filip Vujanovic al quartier generale
dell’Alleanza in Belgio, dove incontrò l’allora segretario generale
NATO, il generale Anders Fogh Rasmussen.

Nel settembre 2014 il vertice dei Capi di stato e di governo dei paesi
membri dell’Alleanza, tenutosi in Galles, assunse la decisione di
intensificare i colloqui con le autorità montenegrine; il mese
seguente, il NATO Military Committee, la maggiore autorità militare
NATO, presieduta dal generale Bartels, si recò in visita a Podgorica
per incontrare i vertici delle forze armate locali e verificare la
sostenibilità dei nuovi programmi strategici adottati. Nel corso della
visita, i membri del Comitato militare NATO parteciparono come
osservatori ad alcune esercitazioni militari navali e terrestri e al
trasferimento di armi e munizioni nell’installazione “Milovan
Šaranović” di Danilovgrad.

Il 5 marzo 2015, il comandante della Kosovo Force (KFOR), generale
Francesco Paolo Figliuolo, incontrava a Pogdorica il ministro degli
interni Rasko Konjevic e il ministro della difesa Milica Pejanovic
Djurisic per discutere sull’evoluzione della situazione socio-politica
e della sicurezza in Kosovo. Nel corso del meeting, il Montenegro
ribadiva la disponibilità a collaborare con la NATO e le autorità
kosovare nella gestione del controllo delle aree di confine e della
“lotta alla criminalità organizzata”. Lo scorso 4 settembre, infine,
quattro unità assegnate al gruppo navale NATO di contromisure mine
(Standing NATO Mine Countermeasures Group TWO - SNMCMG2), schierato
nel Mediterraneo a supporto dell’operazione Active Endeavour di
“contrasto al terrorismo internazionale”, effettuavano una breve sosta
nel porto di Bar. La “visita” della flotta NATO coincideva con una
tavola rotonda sulla Sicurezza nell’Adriatico organizzata nella città
montenegrina dal NATO Defense College e dalle forze armate locali, in
collaborazione con l’Unione Europea. A conclusione della visita, lo
Standing NATO Mine Countermeasures Group TWO prendeva parte a
un’esercitazione in mare aperto con alcune unità della flotta del
Montenegro.


Dal 2011 al 2014, il paese balcanico è stato pure partner del progetto
di “studio” GEPSUS (Geographical Information Processing for
Environmental Pollution-Related Security within Urban Scale
Environments) sugli effetti in ambito urbano degli agenti inquinanti
“specialmente nel contesto di un attacco terroristico”, finanziato dal
NATO Science for Peace and Security (SPS) Programme e realizzato da un
equipe di scienziati provenienti da Italia, Israele e Slovenia. Il
progetto si è concluso con la realizzazione di un apposito centro di
formazione e simulazione GEPSUS a Podgorica.


Antonio Mazzeo

http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/2015/12/il-montenegro-ventinovesima-stella.html


martedì 29 dicembre 2015

Medio Oriente - La guerra cancella la storia (se scomoda per la religione)



La cancellazione delle testimonianze storiche non è nuova.  
Negli Anni Cinquanta i forsennati attacchi che ebbe a subire la spedizione archeologica italiana in Siria da parte dei sionisti statunitensi lo testimonia. 


Quando il professor Paolo Matthiae scoprì il sito di Ebla e la "biblioteca" annessa, che nulla ha a che vedere con le superstizioni "bibliche", ricorda questi attacchi e ricorda anche come venisse applicata la sordina alle puntuali risposte fornite dagli scienziati italiani alle, chiamiamole, obiezioni sioniste.

Quando stavo a Gerusalemme mi hanno raccontato che sotto il cemento israeliano finirono pure gli scavi effettuati dagli svedesi davanti alla Porta di Giaffa  poiché non corrispondevano alle fantasie religiose degli scritti considerati "sacri".


E lo stesso destino viene applicato non solo, come mi dicevano, agli scavi di Gerusalemme, ma ad ogni ritrovamento che non "corrisponde" a dette fantasie religiose che sempre più spesso sono trasformate in "storia". 


La strumentalizzazione e la versione hollywoodiana della storia resa dai sionisti infatti va ben al di là della Palestina nella visione "biblica" della "grande israele", e lo scempio attuale a mio avviso rientra in questo quadro.


Giorgio Stern





Segnalazione di Patrick Boylan aggiunta: "La guerra, più dell'ISIS, sta distruggendo i siti archeologici della Siria. Servizio del National Geographic tradotto da Barbara Pozzi:  http://www.peacelink.it/pace/a/42519.html"

lunedì 28 dicembre 2015

Jugoslavia: prima vittima del "Nuovo Ordine Mondiale". Recensione



Jugoslavia: prima vittima del "Nuovo Ordine Mondiale".
Robin de Ruiter, ripercorre, in questo pregevole saggio, le tappe dell'aggressione contro la Repubblica Federale di Jugoslavia, prima vittima del "Nuovo ordine mondiale".

"L'aggressione alla Jugoslavia - spiega l'Autore - è soltanto un esempio di come la NATO si sia trasformata da un'alleanza difensiva (come ha sempre ripetuto di voler essere) in un'armata aggressiva. I ripetuti interventi armati in Jugoslavia sono espressione e conseguenza dell'esistenza di piani di ristrutturazione strategica per l'Europa intera. La Jugoslavia è stata insomma soltanto un terreno di sperimentazione. L'opinione pubblica viene lentamente preparata ad accettare il nuovo dato di fatto: la NATO interverrà ovunque per imporre soluzioni attraverso la guerra ai problemi del mondo. I confini nazionali non costituiranno più un ostacolo agli interventi degli eserciti NATO. Grazie agli eventi di guerra in Jugoslavia gli USA possono ora controllare gli oleodotti posati fra i giacimenti petroliferi del mar Caspio, il mar Nero ed il mare Adriatico".

La guerra dei Balcani, tuttavia, non è stata condotta "soltanto per il controllo degli oleodotti. Un altro importante obiettivo era quello di distruggere economicamente la Jugoslavia e soggiogarla al nuovo ordine mondiale".

Il Governo di Slobodan Milosevic è stato rovesciato perché rappresentava "il principale ostacolo per l'affermazione del nuovo ordine mondiale nei Balcani. Milosevic doveva essere rimosso".

La politica estera statunitense, aggiunge De Ruiter, è "parte integrante di un ampio disegno strategico"; essa "non dipende dagli umori di un qualsiasi presidente o governo", bensì "da quegli obiettivi che l'establishment nordamericano e gli interessi finanziari di Wall Street hanno dettato alla politica".

De Ruiter attacca anche il cosiddetto "Tribunale" dell'Aja, "uno strumento dell'egemonia statunitense" che "riceve appoggi materiali e politici dal governo degli Stati Uniti, da altri Stati della Nato, da grandi imprese e società private. Attraverso il suo ministro degli esteri, Igor Ivanov, la Russia ne ha più volte, e a ragione, richiesto lo scioglimento. Il Tribunale per l'ex Jugoslavia dell'Aja non è una commissione indipendente e internazionale. L'illegale consegna di Milosevic avvenuta su pressione di Washington è solo uno degli esempi più recenti della sua parzialità".

Il libro di Robin De Ruiter - la cui lettura è vivamente consigliata - è distribuito in Italia dalle Edizioni Achab di Verona (tel. 045/8489196 - posta elettronica: info@edizioni-achab.it).


(Jugoslavia: prima vittima del "Nuovo Ordine Mondiale" Zambon Editore, pagg.165, Euro 12,00)


Fonte notizie :

domenica 27 dicembre 2015

Fantascienza realistica: “Resoconto della spedizione di astronauti provenienti dal sistema stellare di Alfa Centauri”



Sembrerebbe l’inizio di un film di fantascienza dove un gruppo di astronauti scesi su un pianeta abitabile scoprono che invece la vita non c’è più.  

Le foto che vi mostriamo parlano proprio del nostro pianeta dove 2 importanti e immensi laghi si sono prosciugati, uno è il lago d’Aral  tra l’Uzbekistan e il Kazakistan (il quarto al mondo per la sua estensione) 

e l’altro è il lago Poopò sull’altipiano Boliviano. 



Le cause sempre le stesse: L’uomo. Disastri causati in gran parte per l’eccessiva e incontrollata captazione delle acque d’immissione ai laghi per un’agricoltura dispersiva, nonché per esigenze di industrie inquinanti e in parte inutili e infine per esigenze  di approvvigionamento idrico delle città. A questo poi si deve aggiungere che le attività antropiche hanno di fatto modificato il clima planetario (come è stato affermato al COP21 di Parigi).

Sul lago d’Aral si sono spese migliaia e migliaia di pagine e versati “fiumi di lacrime”, ora nuove lacrime “da coccodrillo” si stanno versando in Bolivia. Sul lago d’Aral, ormai sappiamo tutto, pertanto ci fermeremo a parlare brevemente del disastro boliviano (che pochi conoscono).

Una catastrofe senza precedenti sta sconvolgendo il Sud America: nei giorni scorsi si è completamente prosciugato il lago Poopò, un bacino molto grande situato in Bolivia a 3.700 metri di altitudine, (il lago più grande della Bolivia dopo il Titicaca). Misurava 90km di lunghezza per 32km di larghezza e copriva una superficie di circa 1000 km². 


causa della siccità che da anni sta interessando la zona in modo drammatico, il lago è sparito: milioni di animali sono morti, mentre gli abitanti delle zone circostanti che sopravvivevano esclusivamente grazie alle ricchezze del lago, sono stati costretti ad emigrare. Il lago si è trasformato in un vero e proprio deserto: era un ecosistema perfetto, che è stato completamente distrutto non solo dal clima ma anche dalle attività minerarie della zona e dal proliferare di allacci di agricoltori per coltivare i terreni circostanti. Adesso, però, l’acqua è finita. Per sempre.

Quale sarà il prossimo grande lago che si prosciugherà, forse il Mar Caspio?

 Filippo Mariani

sabato 26 dicembre 2015

Assad: "L'occidente ha venduto il suo onore per un pugno di petrodollari"

    


Il presidente siriano considera essenziale l'impegno da parte dell'Europa nel conflitto che sta dissanguando il paese per evitare l'ulteriore diffusione del terrorismo proveniente da paesi che ancora lo finanziano.

In un'intervista rilasciata al giornale austriaco Die Presse, il presidente siriano Bashar al-Assad ha espresso il suo disaccordo con la posizione dell'Occidente in materia di lotta al terrorismo, che ha descritto come "inutile e irrealistica". Inoltre, ha assicurato che la lotta non dovrebbe essere diretta soltanto contro l'Isis, ma dovrebbe colpire altri gruppi di questo tipo.

«Abbiamo combattuto il terrorismo sin dall'inizio. Prima che ci fosse il Fronte Al Nusra e molti altri terroristi, che l'Occidente non ha combattuto. Voi sapete che la lotta al terrorismo deve essere ferma e permanente fin dall'inizio. È il solo modo per poter essere alleati. La politica occidentale nei confronti di questo problema non è oggettiva, non è realistico e al momento non è molto produttivo, al contrario, è controproducente», ha spiegato Assad.

Il presidente ha anche respinto l'ipotesi di chi sostiene che il suo paese esporta il terrorismo e ha replicato che paesi come la Turchia, Qatar, Arabia Saudita anche l'Europa, sono diventati un covo di terroristi: «Gli europei hanno venduto i loro principi in cambio dei petrodollari consentendo la diffusione delle ideologie wahhabite e ai cittadini stranieri di entrare in Siria per poi tornare a casa loro e commettere atti come quelli di Parigi», ha aggiunto.

Inoltre, il leader siriano ritiene che se i paesi coinvolti si impegnassero a intraprendere azioni concrete, la crisi potrebbe essere risolta entro un anno, dal momento che, secondo lui, la situazione continuerà a peggiorare se si continua a sostenere i terroristi. «I paesi coinvolti considerano una decisione politica, solo quando si tratta di rovesciare il governo e il suo presidente, di conseguenza, tutto rimarrà lo stesso», ha concluso.


(Fonte: http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/207583-assad-%C2%ABl-europa-ha-venduto-i-suoi-principi-in-cambio-dei-petrodollari%C2%BB)



Sanzioni alla Siria: le mani insanguinate dell'Italia


venerdì 25 dicembre 2015

Siria - La guerra è alimentata da Francia, Gran Bretagna ed USA



La Risoluzione 2254 sulla Siria, approvata all’unanimità dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, sottolinea «lo stretto legame tra un cessate il fuoco e un parallelo processo politico». Disinnescando il conflitto, ciò favorirebbe un allentamento delle tensioni in Medio Oriente.

C’è però un problema: sui cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza, tre – Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna – sono quelli che hanno più pesantemente violato «la sovranità e integrità territoriale della Repubblica Araba di Siria», che nella risoluzione dicono di «sostenere fortemente». Quelli che hanno organizzato «il crescente afflusso di terroristi in Siria», per il quale nella risoluzione «esprimono la più grave preoccupazione». Il «cessate il fuoco» dipende quindi soprattutto da queste tre potenze della Nato e dalla Turchia, avamposto della guerra coperta contro la Siria, e dagli altri membri dell’Alleanza a partire dalla Germania. Dipende anche da un’altra potenza, Israele, che ha le mani in pasta in questa e altre guerre. Quali sono le loro intenzioni?

Più delle parole valgono i fatti. Il 18 dicembre, il giorno stesso in cui il Consiglio di sicurezza varava la «road map per la pace» in Siria, la Nato annunciava l’invio di navi da guerra tedesche e francesi e aerei radar Awacs in Turchia per rafforzare le sue «difese al confine con la Siria», mossa diretta in realtà contro la Russia il cui intervento contro l’Isis sta cambiando l’esito della guerra a favore di Damasco. E il giorno dopo la Nato annunciava che è pronto il primo dei droni Global Hawk che saranno schierati a Sigonella, insieme a quelli Usa, per la «sorveglianza terrestre», ossia per lo spionaggio nei paesi inquadrati nel mirino strategico Usa/Nato.

Sempre lo stesso giorno in cui il Consiglio di sicurezza varava la «road map per la pace» in Medio Oriente, la Germania annunciava la consegna a Israele del quinto sottomarino da attacco nucleare. Come documenta Der Spiegel, sono Dolphin modificati per il lancio di missili cruise nucleari, i Popeye Turbo con raggio di 1500 km, derivati da quelli statunitensi. Con il nuovo sottomarino ribattezzato Rahav (Poseidone) – il cui costo supera i 2 miliardi di dollari, un terzo dei quali finanziato dal governo tedesco – Israele rafforza la sua posizione di unica potenza nucleare della regione, mentre l’Iran (che a differenza di Israele aderisce al Trattato di non-proliferazione) rinuncia alle armi nucleari e la Siria consegna le armi chimiche costruite quale deterrente contro quelle nucleari di Israele.

Il 19 dicembre, il giorno dopo che il Consiglio di sicurezza aveva riaffermato «la sovranità e integrità territoriale» della Siria, Israele distruggeva a Damasco un intero palazzo con missili lanciati da due caccia, assassinando (insieme a diversi civili) il militante libanese Samir Kuntar: dopo 30 anni di carcere in Israele per aver combattuto per l’indipendenza del Libano e della Palestina, rilasciato in uno scambio nel 2008, aveva aderito agli Hezbollah andando a combattere l’Isis e per questo era stato iscritto da Washington nella lista dei «terroristi globali».

Contemporaneamente la Francia, sostenitrice al Consiglio di sicurezza del cessate il fuoco in Siria, annunciava di aver ricevuto l’acconto sui 7 miliardi di dollari per la fornitura di 24 cacciabombardieri Rafale al Qatar: il regime che ha alimentato, anche con commandos infiltrati, la guerra in Siria dopo quella che ha demolito la Libia. Insieme all’Arabia Saudita che, dopo aver finanziato con miliardi di dollari l’Isis e altri gruppi terroristi, partecipa alla coalizione a guida Usa «contro l’Isis» e ha promosso una «coalizione islamica anti-terrorismo».

giovedì 24 dicembre 2015

Letterina a Babbo Natale... (quello vero)



Caro Babbo Natale.  Quest’anno, per Natale, non voglio inutili doni, mi basta che…

…un mattino Matteo Renzi si svegli e si renda conto di quanto è ridicolo ogni volta che dice frasi come "l'Italia è ripartita", "abbiamo dato una lezione ai gufi", oppure "noi siamo il partito che taglia le tasse" (in alternativa, se non se ne rendesse conto lui, fa che almeno si rendano conto di quanto è ridicolo tutti coloro che ancora pensano di votarlo...

…gli italiani escano definitivamente dalla trappola della dicotomia destra-sinistra e inizino a capire che la classe di governo che ce la propone in continuazione non è altro che manovalanza del potere finanziario, per il quale lavora profumatamente pagata (fino a quando la gente non riuscirà a fare il collegamento fra le due cose, la trappola della dicotomia politica continuerà a mietere milioni di vittime nella forma di un popolo che consegna periodicamente nelle loro mani, tramite le urne, le catene della propria schiavitù),

….che le migliaia di persone truffate dalle banche negli ultimi tempi continuino la loro battaglia fino in fondo: che non si accontentino delle briciole - che sicuramente gli verranno offerte - ma che vadano avanti fino ad ottenere non solo il risarcimento completo dei loro investimenti, ma anche che vengano fuori i nomi e cognomi di tutti coloro che sono stati responsabili di questi furti legalizzati, in modo che la gente cominci veramente a rendersi conto che il sistema bancario, nel suo insieme, è il vero nemico da combattere.

Voglio infine che nel servizio pubblico televisivo non restino mai più esclusi talenti preziosi che proteggano e tengano sveglia la gente con la loro intelligenza professionale.

Come vedi si tratta di cose tutte importanti. Ti chiedo pertanto di leggere bene questa letterina. Te lo chiedo nel nome della

madonnina del lastrico

Grazie per quel che farai...


Adriano Colafrancesco

mercoledì 23 dicembre 2015

Gesù in "spelunca latronum" e la moneta "impura"

"Ogni tanto dalle "sacre" scritture traspare uno spiraglio di luce.." (G.V.)



La moneta "impura" e la "mitezza" di Cristo nella Spelunca Latronum 

Qual era la moneta con la quale venivano riscosse le decime e versate le offerte nel Gran Tempio di Gerusalemme all’epoca di Cristo?

Secondo quanto stabilito dai sommi sacerdoti, in osservanza delle norme religiose giudaiche, queste non potevano essere pagate mediante le varie monete coniate dai popoli non-ebrei, in quanto considerate appunto, impure.

Per ovviare al problema, naturalmente, e con il consenso (o su iniziativa?) delle autorità religiose medesime, si era ben pensato di offrire ai fedeli-pellegrini, un appropriato servizio di cambiavalute nell’area antistante il Tempio, previa, va da sé, appropriata percentuale sul cambio –più o meno adeguato- delle monete stesse.

Si era sempre alle solite: CAMBI DELLA MONETA E MURO DEL PIANTO, PIANTO SUL MURO, MURO DI PIANTO, PIANTO DI MURI, PIANGO SEMPRE DI PIU’ COSI’ CREDERAI A TUTTO QUELLO CHE TI METTO DA VEDERE… ECC.

Per MITEZZA o mansuetudine, non deve ritenersi un atteggiamento remissivo verso ogni provocazione, bensì il TERMINE MEDIO (non matematico) fra due opposte reazioni ad essa, in conformità alla sua definizione e circoscrizione come stabilita una volta per tutte da ARISTOTELE, (Ut ait Philosophus).

Essere miti non equivale a dover sopportare ogni cosa, compreso l’insopportabile, perché si cadrebbe nel vizio deleterio dell’indolenza, mentre lasciarsi prendere dall’ira per ogni sciocchezza, è ugualmente riprorevole, rappresentando l’eccesso opposto.

La virtù della MITEZZA consiste quindi nella capacità di assegnare il giusto valore a quei fatti che devono suscitare in noi una dovuta reazione di sdegno e di conseguenza un’ira che sarebbe disonorevole non provare.

Essere mite, corrisponde quindi all’avere il retto senso di adirarsi nelle situazioni che lo richiedono, e con i veri responsabili dei fatti che in quelle situazioni si determinano.

Alla luce di queste doverose premesse, andiamo ora ad analizzare l’episodio evangelico della CACCIATA DEI MERCANTI DAL TEMPIO OVVERO LA PURIFICAZIONE DEL TEMPIO, come riportato in Mc 11, 15-19; Mt 21, 12-17; Lc 19, 45-48; Gv 2, 12-25; nella versione più specifica nei dettagli che ne dà la mistica Maria Valtorta, nella sua complessa opera (Il Poema dell’Uomo-Dio), da considerare con attenzione e senza pregiudizi, fosse anche solamente per le osservazioni di carattere geografico e geologico del Medio Oriente antico nonché i riscontri storici ed archeologici in essa riportate, con una dovizia tale di particolari riscontrabili, da non poter certo essere attribuiti alle fantasie di una mente esaltata dal fanatismo. 

Coloro i quali vorranno avere la bontà e la pazienza di leggere il brano fino in fondo, noteranno come l’autrice descriva lucidamente UNA BORSA NERA, OPERAZIONI DI STROZZINAGGIO, INTERESSI, USURA E USURAI, TRUFFA, INGANNO, VIOLENZA (E RAZZISMO INTER-RAZZIALE CONTRO I NON-GIUDEI i.e. CONTRO I GALILEI, tanto per rammentare i loro VIZI ORIGINALI a tutti quelli della loro razza che esercitano l’arte del FRIGNAMENTO ANTIRAZZISTA per mestiere da… sempre) 

53. La cacciata dei mercanti dal Tempio. Gv 2, 12-25

Vedo Gesù che entra con Pietro, Andrea, Giovanni e Giacomo, Filippo e Bartolomeo, nel recinto del Tempio. Vi è grandissima folla entro e fuori di esso. Pellegrini che giungono a frotte da ogni parte della città.

Dall'alto del colle, su cui il Tempio è costruito, si vedono le vie cittadine, strette e contorte, formicolare di gente. Pare che fra il bianco crudo delle case si sia steso un nastro semovente dai mille colori. Si, la città ha l'aspetto di un bizzarro giocattolo, fatto di nastri variopinti fra due fili bianchi e tutti convergenti al punto dove splendono le cupole della Casa del Signore. Nell'interno poi è... una vera fiera. Ogni raccoglimento di luogo sacro è annullato. Chi corre e chi chiama, chi contratta gli agnelli e urla e maledice per il prezzo esoso, chi spinge le povere bestie belanti nei recinti (sono rudimentali divisioni di corde o di pioli, al cui ingresso sta il mercante, o proprietario che sia, in attesa dei compratori). Legnate, belati, bestemmie, richiami, insulti ai garzoni non solleciti nelle operazioni di adunata e di cernita delle bestie e ai compratori che lesinano sul prezzo o che se ne vanno, maggiori insulti a quelli che, previdenti, hanno portato, di loro, l'agnello.

Intorno ai banchi dei cambiavalute, altro vocio. Si capisce che, non so se in ogni momento o in questo pasquale, si capisce che il Tempio funzionava da... Borsa, e borsa nera. Il valore delle monete non era fisso.

Vi era quello legale, di certo vi sarà stato, ma i cambiavalute ne imponevano un altro, appropriandosi di un tanto, messo a capriccio, per il cambio delle monete. E le assicuro che non scherzavano nelle operazioni di strozzinaggio!... Più uno era povero e veniva da lontano, e più era pelato. I vecchi più dei giovani, quelli provenienti da oltre Palestina più dei vecchi.

Dei poveri vecchierelli guardavano e riguardavano il loro peculio, messo da parte con chissà che fatica in tutta l'annata, se lo levavano e se lo rimettevano in seno cento volte, girando dall'uno all'altro cambiavalute, e finivano magari per tornare dal primo, che si vendicava della loro iniziale diserzione aumentando l'aggio del

cambio... e le grosse monete lasciavano, tra dei sospiri, le mani del proprietario e passavano fra le grinfie dell'usuraio e venivano mutate in monete più spicciole. Poi altra tragedia di scelte, di conti e di sospiri davanti ai venditori di agnelli, i quali, ai vecchietti mezzi ciechi, appioppavano gli agnelli più grami.

Vedo tornare due vecchietti, lui e lei, spingendo un povero agnelletto che deve esser stato trovato difettoso dai sacrificatori. Pianti, suppliche, mali garbi, parolacce si incrociano senza che il venditore si commuova.

«Per quello che volete spendere, galilei, è fin troppo bello quanto vi ho dato. Andatevene! O aggiungete altri cinque denari per averne uno più bello».

«In nome di Dio! Siamo poveri e vecchi! Vuoi impedirci di fare la Pasqua, che è l'ultima forse? Non ti basta quello che hai voluto per una piccola bestia?».

«Fate largo, lerciosi.» Viene a me Giuseppe l'Anziano. Mi onora della sua preferenza. «Dio sia con te! Vieni, scegli!»

Entra nel recinto, e prende un magnifico agnello, quello che è chiamato Giuseppe l'Anziano, ossia il d'Arimatea. Passa pomposo nelle vesti e superbo, senza guardare i poverelli gementi alla porta, anzi all'apertura del recinto. Li urta quasi, specie quando esce coll'agnello grasso e belante. Ma anche Gesù è ormai vicino. Anche Lui ha fatto il suo acquisto, e Pietro, che probabilmente ha contrattato per Lui, si tira dietro un agnello discreto. Pietro vorrebbe andare subito verso il luogo dove si sacrifica. Ma Gesù piega a destra, verso i due vecchietti sgomenti, piangenti, ndecisi, che la folla urta e il venditore insulta.

Gesù, tanto alto da avere il capo dei due nonnetti all'altezza del cuore, pone una mano sulla spalla della donna e chiede:

«Perché piangi, donna?».

La vecchietta si volge e vede questo giovane alto, solenne nel suo bell'abito bianco e nel mantello pure di neve, tutto nuovo e mondo. Lo deve scambiare per un dottore sia per la veste che per l'aspetto e, stupita perché dottori e sacerdoti non fanno caso alla gente né tutelano i poveri contro l'esosità dei mercanti, dice le ragioni del loro pianto. Gesù si rivolge all'uomo degli agnelli:

«Cambia questo anello a questi fedeli. Non è degno dell'altare, come non è degno che tu ti approfitti di due vecchierelli perché deboli e indifesi».

«E Tu chi sei?».

«Un giusto».

«La tua parlata e quella dei compagni ti dicono galileo. Può esser mai in Galilea un giusto?».

«Fa' quello che ti dico e sii giusto tu».

«Udite! Udite il galileo difensore dei suoi pari! Egli vuole insegnare a noi del Tempio!». L'uomo ride e beffeggia, contraffacendo la cadenza galilea, che è più cantante e più ricca di dolcezza della giudiaca, almeno così mi pare.

Della gente si fa intorno, e altri mercanti e cambiavalute prendono le difese del consocio contro Gesù. Fra i presenti vi sono due o tre rabbini ironici. Uno di questi chiede:

«Sei Tu dottore?» in un modo tale da far perdere la pazienza a Giobbe.

«Lo hai detto».

«Che insegni?».

«Questo insegno: a rendere la Casa di Dio casa di orazione e non un posto d'usura e di mercato. Questo insegno».

Gesù è terribile. Pare l'arcangelo posto sulla soglia del Paradiso perduto. Non ha spada fiammeggiante fra le mani, ma ha i raggi negli occhi, e fulmina derisori e sacrileghi. In mano non ha nulla. Solo la sua santa ira. E con questa, camminando veloce e imponente fra banco e banco, sparpaglia le monete così meticolosamente

allineate per qualità, ribalta tavoli e tavolini, e tutto cade con fracasso al suolo fra un gran rumore di metalli rimbalzanti e di legni percossi e grida di ira, di sgomento e di approvazione. Poi, strappate di mano, a dei garzoni dei bestiai, delle funi con cui essi tenevano a posto bovi, pecore e agnelli, ne fa una sferza ben dura,

in cui i nodi per formare i lacci scorsoi divengono flagelli, e l'alza e la rotea e l'abbassa, senza pietà. Sì, le assicuro: senza pietà.

La impensata grandine percuote teste e schiene. I fedeli si scansano ammirando la scena; i colpevoli, inseguiti fino alla cinta esterna, se la dànno a gambe lasciando per terra denaro e indietro bestie e bestiole in un grande arruffio di gambe, di corna, di ali; chi corre, chi vola via; e muggiti, belati, scruccolii di colombe e

tortore, insieme a risate e urla di fedeli dietro agli strozzini in fuga, soverchiano persino il lamentoso coro degli agnelli, sgozzati in un altro cortile di certo.

Accorrono sacerdoti insieme a rabbini e farisei. Gesù è ancora in mezzo al cortile, di ritorno dal suo inseguimento. La sferza è ancora nella sua mano.

«Chi sei? Come ti permetti fare questo, turbando le cerimonie prescritte? Da quale scuola provieni? Noi non ti conosciamo, né sappiamo chi sei».

«Io sono Colui che posso. Tutto Io posso. Disfate pure questo Tempio vero ed Io lo risorgerò per dar lode a Dio. Non Io turbo la santità della Casa di Dio e delle cerimonie, ma voi la turbate permettendo che la sua dimora divenga sede agli usurai e ai mercanti. La mia scuola è la scuola di Dio. La stessa che ebbe tutto Israele per bocca dell'Eterno parlante a Mosè. Non mi conoscete? Mi conoscerete. Non sapete da dove Io vengo? Lo saprete».

E, volgendosi al popolo senza più curarsi dei sacerdoti, alto nell'abito bianco, col mantello aperto e fluente dietro le spalle, a braccia aperte come un oratore nel più vivo della sua orazione, dice:

«Udite, voi di Israele! Nel Deuteronomio è detto: (Deuteronomio 16, 18-20; 18, 1-2; 23, 20-21) "Tu costituirai dei giudici e dei magistrati a tutte le porte... ed essi giudicheranno il popolo con giustizia, senza propendere da nessuna parte. Tu non avrai riguardi personali, non accetterai donativi, perché i donativi accecano gli occhi dei savi ed alterano le parole dei giusti. Con giustizia seguirai ciò che è giusto per vivere e possedere la terra che il Signore Iddio tuo ti avrà data". Udite, o voi di Israele! Nel Deuteronomio è detto: "I sacerdoti e i leviti e tutti quelli della tribù di Levi non avranno parte né eredità col resto di Israele, perché devono vivere coi sacrifizi del Signore e colle offerte che a Lui sono fatte; nulla avranno tra i possessi dei loro fratelli, perché il Signore è la loro eredità". Udite, o voi di Israele! Nel Deuteronomio è detto: " Non presterai ad interesse al tuo fratello né denaro, né grano, né qualsiasi altra cosa. Potrai prestare ad interesse allo straniero; al tuo fratello, invece, presterai senza interesse quello che gli bisogna".

Questo ha detto il Signore.

Ora voi vedete che senza giustizia verso il povero si siede in Israele. Non nel giusto, ma nel forte si propende, ed esser povero, esser popolo, vuol dire esser oppresso. Come può il popolo dire: "Chi ci giudica è giusto" se vede che solo i potenti sono ispettati e ascoltati, mentre il povero non ha chi lo ascolti? Come può il popolo rispettare il Signore, se vede che non lo rispettano coloro che più dovrebbero farlo? È rispetto al

Signore la violazione del suo comando? E perché allora i sacerdoti in Israele hanno possessi e accettano donativi da pubblicani e peccatori, i quali così fanno per aver benigni i sacerdoti, così come questi fanno per aver ricco scrigno?

Dio è l'eredità dei suoi sacerdoti. Per essi, Egli, il Padre di Israele, è più che mai Padre e provvede al cibo come è giusto. Ma non più di quanto sia giusto. Non ha promesso ai suoi servi del Santuario borsa e possessi. Nell'eternità avranno il Cielo per la loro giustizia, come lo avranno Mosè e Elia e Giacobbe e Abramo, ma su

questa terra non devono avere che veste di lino e diadema di incorruttibile oro: purezza e carità; e che il corpo sia servo allo spirito che è servo del Dio vero, e non sia il corpo colui che è signore sullo spirito e contro Dio.

M'è stato chiesto con quale autorità Io faccio questo. Ed essi con quale autorità profanano il comando di Dio e all'ombra delle sacre mura permettono usura contro i fratelli di Israele, venuti per ubbidire al comando divino? M'è stato chiesto da quale scuola Io provengo, ed ho risposto: " Dalla scuola di Dio ". Si, Israele. Io vengo e ti riporto a questa scuola santa e immutabile.

Chi vuol conoscere la Luce, la Verità, la Vita, chi vuole risentire la Voce di Dio parlante al suo popolo, a Me venga. Avete seguito Mosè attraverso i deserti, o voi di Israele. Seguitemi, ché Io vi porto, attraverso a ben più tristo deserto, incontro alla vera Terra beata. Per mare aperto al comando di Dio, ad essa vi traggo.

Alzando il mio Segno, da ogni male vi guarisco. L'ora della Grazia è venuta. L'hanno attesa i Patriarchi e sono morti nell'attenderla. L'hanno predetta i Profeti e sono morti con questa speranza. L'hanno sognata i giusti e sono morti confortati da questo sogno. Ora è sorta. Venite. "

Il Signore sta per giudicare il suo popolo e per fare misericordia ai suoi servi ", come ha promesso per bocca di Mosè».

La gente, assiepata intorno a Gesù, è rimasta a bocca aperta ad ascoltarlo. Poi commenta le parole del nuovo Rabbi e interroga i suoi compagni.

Gesù si avvia verso un altro cortile, separato da questo da un porticato. Gli amici lo seguono e la visione ha fine.

G. Bonconte Montefeltro - montefeltro@hotmail.it 

martedì 22 dicembre 2015

La consuetudine bancaria: creare il denaro dal nulla....



L'ultimo testo del professor Richard Werner, che apparirà pubblicato nel prossimo numero della Rivista Internazionale di Analisi Finanziaria, s'intitola: “Un secolo perduto nell'economia: tre teorie bancarie e la prova conclusiva” (1). 

Riportiamo la traduzione del sommario in italiano per la comodità del lettore:

“Come operano le banche e da dove arriva la provvista di denaro? La crisi finanziaria ha sollevato la consapevolezza che queste domande sono state inopportunamente sottovalutate da molti ricercatori. Nel secolo passato, in periodi differenti, hanno dominato tre differenti teorie sulla pratica bancaria:

1) La teoria bancaria correntemente prevalente dell'intermediazione finanziaria dice che le banche raccolgono i depositi e poi li prestano, proprio come gli altri intermediari finanziari non bancari.

2) La vecchia teoria bancaria della riserva frazionaria dice che ogni banca individualmente è un intermediario finanziario che non ha potere di creare moneta, ma che il sistema bancario nel suo insieme è capace di creare moneta attraverso il processo della “multipla espansione dei depositi” (il moltiplicatore monetario).

3) La teoria bancaria della creazione del credito, predominante un secolo fa, non considera le banche come intermediari finanziari che raccolgono depositi per poi prestarli, ma invece argomenta che ogni banca individualmente crea credito e moneta nuova ogni volta che la banca effettua un prestito.

Le teorie differiscono nel loro trattamento contabile del prestito bancario e anche per quanto riguarda le implicazione procedurali.

Poiché secondo la teoria dominante dell'intermediazione finanziaria le banche sono virtualmente identiche agli altri intermediari finanziari non bancari, queste non sono incluse nei modelli economici usati nell'economia o dai banchieri centrali. Inoltre, la teoria che vede le banche come intermediari ci procura il razionale per la regolazione bancaria basata sull'adeguatezza del capitale. Se questa teoria non fosse corretta, la corrente modellazione prevalente nell'economia e le politiche di regolazione sarebbero senza fondamento empirico.

Nonostante l'importanza della questione, finora solo una prova empirica delle tre teorie è stata riportata nelle riviste scientifiche. Questo documento presenta una seconda prova empirica, ricorrendo a metodi alternativi, che permette il controllo di tutti gli altri fattori. Le teorie bancarie dell'intermediazione finanziaria e della riserva frazionaria vengono rifiutate dalle prove presentate. Questa scoperta mette in dubbio le motivazioni per la regolamentazione dell'adeguatezza patrimoniale della banca al fine di evitare le crisi bancarie, come viene illustrato nel caso di studio di Barclays Bank durante la crisi. La scoperta indica che consigliare e incoraggiare i paesi in via di sviluppo a prendere in prestito dall'estero, è fuorviante. La trattazione considera qual'è il motivo per cui gli economisti hanno fallito per gran parte del secolo scorso nel fare progressi per quanto riguarda la conoscenza del sistema monetario, e perché invece si sono spostati sempre più lontano dalla verità, come già era riconosciuta dalla teoria della creazione di credito ben più di un secolo fa. Viene trattato il ruolo dei conflitti di interessi delle parti interessate nel plasmare l'attuale consenso accademico che non tiene conto delle banche. Viene indicata una serie di percorsi per le ulteriori necessarie ricerche.”

E poi Werner, dopo aver analizzato il bilancio della Banca Raffeisen ed aver dimostrato empiricamente la validità dellla teoria della creazione del “credito”, e che questo credito è denaro, conclude:

“(quanto sopra) rinforza la necessità di una nuova agenda di ricerca interdisciplinare sul ruolo delle banche e della banca centrale in particolare, e del sistema monetario in generale, che dovrebbe essere saldamente radicata nella metodologia della ricerca empirica e induttiva per produrre economia scientifica. Mentre molti autori hanno proclamato un offuscamento continuo della divisione tra le banche e le istituzioni finanziarie non bancarie, l'autore ha mostrato esattamente quello che consente alle banche di creare denaro (e capitale) dal nulla, mentre le non-banche nonsono in grado di farlo. E' quindi richiesto un lavoro interdisciplinare con i ricercatori in politica, diritto, contabilità, gestione, ricerca operativa, informatica, ingegneria e sistemi di ricerca per assicurare che l'economia e la finanza per conto proprio non possano continuare ad ignorare la realtà empirica e si avviino in un altro secolo perso per le scienze economiche .”


Nello studio pubblicato precedentemente, (2) Werner affermava che la legalità o meno del modo con cui le banche gestiscono la parte contabile necessita di una ulteriore ricerca legale al di là degli scopi dell'autore, tuttavia rimane aperta la questione contabile: le banche registrano l'operazione del prestito NON evidenziando la creazione di nuovo denaro ma lasciando supporre all'osservatore che esse utilizzino il denaro contenuto nei depositi, mentre, come empiricamente dimostrato, nella pratica si comportano in tutt'altro modo. Le conseguenze di questa tenuta contabile difforme dalla realtà dei fatti sono state da me evidenziate nel corso di varie assemblee degli azionisti presso le più importanti banche italiane nel 2014 e 2015. 

In pratica, non contabilizzando nell'attivo di cassa il denaro creato ex novo, si simula una situazione passiva dell'istituto che non corrisponde a verità ma che influisce sulla nostra realtà visto l'affannarsi delle autorità nel cercare continuamente metodi per rimpinguare le casse delle banche, come l'esempio della recente legge sul BAIL-IN ben ci dimostra. 

Si cerca cioè continuamente di riempire un falso buco contabile attingendo alle tasche dei cittadini, direttamente o indirettamente, perché non si vuol riconoscere l'enorme guadagno non contabilizzato che le banche ottengono creando soldi dal nulla e pretendendo di farseli restituire con gli interessi.

L'entità della grave situazione che così si crea è sotto gli occhi di chiunque. Basta andare in Grecia, o vivere in Italia aprendo gli occhi. per scoprire la realtà della miseria assurda e non necessaria che creano continuamente queste politiche bancarie di offuscamento contabile dell'abbondanza possibile dei mezzi monetari, e quindi della fattibilità immediata di un reddito di sussistenza per tutti, per capire che viviamo nella caverna di Platone.

Il vero problema oggi è che il sistema bancario è fuori controllo, ma non solo, c'è anche il fatto drammatico che il mostro di Bankenstein si è impadronito di tutto il resto. Autorità di controllo comprese, oltre a tutta l'ostentata ignoranza e indifferenza mostrata dai media col silenzio assordante su questo problema.

Marco Saba, presidente di IASSEM




Note:

* Istituto di Alti Studi sulla Sovranità Economica e Monetaria (Milano).

1) Werner, R.A., A lost century in economics: Three theories of banking and the conclusive evidence, International Review of Financial Analysis (2015)
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1057521915001477

2) “Whether the Client Money Rules were designed for this purpose, and whether it is indeed lawful for banks to reclassify general ‘accounts payable’ items as specific liabilities defined as ‘customer deposits’, without the act of depositing having been undertaken by anyone, is a matter that requires further legal scrutiny, beyond the scope of this paper.”
In: Werner, R.A., How do banks create money, and why can other firms not do the same? An explanation for the coexistence of lending and deposit-taking, International Review of Financial Analysis, Volume 36, December 2014, Pages 71–77
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1057521914001434



Fonte: http://centralerischibanche.blogspot.it/2015/12/lincredibilescoperta-della-pratica.html