mercoledì 11 dicembre 2024

Grande Israele si allarga...


Nel disinteresse, al limite nello stupore, e comunque sempre nell'indulgenza (è solo temporaneo!, ci rincuora Rossella Tercatin su Repubblica) dei media, Israele ha invaso altri pezzi del Golan siriano, avanzando lungo il confine libanese e attestandosi per ora (e solo temporaneamente, certo?) a una ventina di chilometri da Damasco (vedi la  carta tanto per dare un'idea, non c'è una vera e propria linea del fronte). In parallelo, l'aviazione israeliana sta smantellando ogni installazione militare ancora presente sul territorio siriano, che si tratti di aeroporti, sistemi antiaerei, depositi di carburante e munizioni, o qualsiasi altra installazione militare o dual-use. A tutti gli effetti pratici la Siria è completamente indifesa, tranne le parti in mano straniera (Turchia, USA, Russia).
L'obiettivo delle incursioni aeree è abbastanza ovvio: "moderati" o meno, i "ribelli" sempre jihadisti sono, e per un'HTS che si sta dando una ripulita ce ne sono parecchi altri che non rinunciano alle truculenze solite, non solo verbali (stanno venendo fuori video interessanti, a proposito) e potrebbero presto diventare incontrollabili e pericolosi, perché non è detto che continuino a prendersela solo con l'Iran e quindi eliminare basi e materiale è, in prospettiva futura, un'azione prudente. Meno chiaro è invece cosa intendano fare a terra, visto che minacce da quella direzione al territorio israeliano non ne venivano e i ribelli di cui sopra hanno più volte salutato e ringraziato Israele per il sostegno, causando forse un certo imbarazzo in chi ancora è in grado di provarlo.
 
L'avanzata lungo il confine libanese non è certo causata dalla minor resistenza dell'avversario, perché non c'è alcuna opposizione alle truppe israeliane in nessuna zona. Hezbollah, e ovviamente le autorità libanesi, temono che quell'avanzata serva ad invadere il Libano da un lato meno protetto di quello sud, tagliando fuori il distretto meridionale dove sono concentrate la maggioranza delle truppe e degli asset di Hezbollah e delle basi dell'esercito libanese. Situazione fluida, manco a dirlo.
Francesco Dall'Aglio


P.S.: Israele gode di infinite carte per uscire gratis di prigione, ma dovremmo forse iniziare a porci il problema. Capisco il 7 ottobre eccetera, ma la Siria è, fino a prova contraria, uno stato sovrano tra l'altro retto adesso dagli amici nostri, non più dal tiranno sanguinario, e sia gli attacchi aerei che quelli di terra non sono stati assolutamente provocati. Netanyahu dice che il Golan è israeliano per l'eternità, Smotrich e la comitiva di mentecatti che lo appoggia parlano di "Grande Israele". Che si fa?  (F.D'A.)


Video collegato: "Una Libia 2.0? Con Giacomo Gabellini e Salvo Ardizzone: https://youtu.be/3OYdyyUNOXY


martedì 10 dicembre 2024

Coordinamento No Nato - Anteprima delle risultanze dell'assemblea di Bologna dell'8 dicembre 2024



In attesa di un'analisi politica più ampia giro per informazione un primo comunicato sull'assemblea di Bologna  a firma Emanuele Lepore dell'associazione ANVUI  (Associazione Vittime dell'Uranio Impoverito), che ha svolto un'azione di presidenza dell'assemblea. Ricordo che l'iniziativa è quella della creazione di un Coordinamento di tutte le realtà italiane che si oppongono alla NATO spesso per motivazioni diverse e in piena autonomia, senza creare un nuovo comitato strutturato, ma piuttosto una rete di tutte le realtà che chiedono l'uscita dell'Italia dalla NATO. L'iniziativa, molto partecipata, ha avuto molto successo e vari gruppi e associazioni hanno chiesto di aderire, mentre altri si terranno in stretto contatto. E' stato proposto di tenere il 22 dicembre 2024 un'altra riunione organizzativa. 

10 dicembre 2024, Vincenzo Brandi (di No War e GAMADI)


Ciao a tutti/e,

credo che l’assemblea dell'8 dicembre 2024 sia stata un successo e dobbiamo farci i complimenti per la sua riuscita. Sono venute fuori tante questioni, proposte, spunti per lanciare l’attività del Coordinamento Nazionale No Nato e capitalizzare il lavoro svolto nei mesi che sono andati da marzo 2024 all’assemblea di ieri. Per parlare di numeri, hanno partecipato 100 persone in presenza e 25 on line (alcuni già organizzati in realtà politiche, associative, ecc. altri invece no), ci hanno lasciato il contatto in 66 alla porta (molti disponibili a presentare il coordinamento nella propria città) + circa 40 persone che non hanno partecipato all’assemblea ma ci hanno contattato perché interessate al progetto.


Ci sono stati 28 interventi: Emanuele Lepore ANVUI; Beppe Corioni Donne e uomini contro la guerra Brescia; Patrick Boylan Rete No War; Vincenzo Brandi GAMADI; Emanuele Montagna Coordinamento Paradiso; Gabriele Abrotini Resistenza Popolare e Coord. Regionale ER No Nato; Michele GPI Bologna; Virginia Dessy No Muos; Alessio GAP Livorno; Alessio Gasperini Miracolo a Milano; Valeria A Foras; Silvia Monici Mantova per l’Italia; Luigi Borrelli USB Montichiari; PAM; FRSO; Mario Cichero; Ugo Mattei Generazioni Future; Pietro Vangeli P.CARC; Riccardo Paccosi; Simona Cucchiella CLN; Mario Marcuz; Leonardo Mazzei Fronte del Dissenso; Pamela Volpi Insieme Liberi FVG; Fabrizio Guerra Assemblea Antifascista contro il green pass Bologna; Andrea Martocchia Coordinamento Nazionale Jugoslavia; Francesco Sciortino LogIn; Massimo Aliprandini LOC; Marinella Ambretti No Comando Nato di Firenze e Fondo Comunista Firenze. Di questi alcuni hanno esplicitato l’adesione, altri la collaborazione.


Per capitalizzare questo lavoro credo che i prossimi passi da svolgere siano i seguenti:

-          La definizione di una assemblea plenaria del coordinamento (data che propongo domenica 22 dicembre dalle ore 14.30, per non andare dopo le feste natalizie) divisa in due parti: la prima, aperta a tutti, in cui si fa un bilancio dell’assemblea dell’8.12.2024, si raccolgono le proposte di linee di sviluppo, si entra nel merito di chiarimenti e proposte alla Dichiarazione Programmatica e si spiega per bene il regolamento (per ora ne è arrivata solo una, di forma e strutturazione diversa in capitoli che non modifica il contenuto, ma chi ha aderito al coordinamento non ha specificato nulla rispetto alla Dichiarazione Programmatica) e si raccolgono le ultime adesioni.  

La seconda, dedicata solo a chi aderisce al coordinamento, in cui si nomina una segreteria e delle figure/gruppi di riferimento (comunicazione, tesoreria, organizzazione), si decidono collettivamente le attività da fare e come farle (tour e valorizzazione dei contatti disponibili ad attivarsi, attività promosse dal coordinamento, adesione a iniziative di altri, dossier). Una riunione del genere comporta inevitabilmente un pomeriggio intero (2 ore la prima parte, 2 ore la seconda). Sarebbe, in sostanza, la prima assemblea plenaria del coordinamento che dà il via a tutti i lavori...

(Emanuele Lepore)

Seguirà Comunicato Ufficiale



lunedì 9 dicembre 2024

Lo sfacelo siriano...

 


Secondo resoconti di media, che citano funzionari israeliani, l’IDF ha attraversato la zona di confine smilitarizzata tra Israele e Siria per la prima volta dalla guerra dello Yom Kippur del 1973.

Secondo quanto riferito, le forze israeliane hanno preso il controllo della cima del Monte Hermon sul lato siriano del confine, così come di molti altri luoghi importanti.

In precedenza, il capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi aveva affermato che l’IDF si era spostato oltre la zona cuscinetto smilitarizzata sulle alture di Golan e “posizionava truppe sul territorio siriano”.

I soldati dell'esercito siriano sono fuggiti in massa dal Paese, indossando abiti civili proprio per le strade. Secondo alcune informazioni, intere compagnie. "Questo è triste, completa incapacità, disorganizzazione, perdita di controllo..." Riferiscono alcuni osservatori.  

Sono state ritrovate montagne di uniformi e armi rimaste dopo la fuga dell'esercito siriano.  Come riportato, i soldati dell’SAA sono fuggiti in massa dal Paese, indossando abiti civili proprio per le strade. Secondo alcune informazioni, intere compagnie.

La nuova realtà della Siria. Sparatorie di auto civili nelle strade, rapimenti di donne, commercio di armi aperto.

Ad Aleppo, dicono, c'è meno illegalità grazie alle formazioni filo-turche, ma in generale è un inferno.

E come potrebbe essere altrimenti, se Abu Mohammed al-Julani, che ora la BBC chiama affettuosamente "il leader dei ribelli" , ha combattuto per l'ISIS, poi è diventato uno dei leader di Jebhat al-Nusra e quindi di Hayat Tahrir al-Sham. Tutte le organizzazioni sono prettamente terroristiche e il Dipartimento di Stato americano ha ufficialmente inserito al-Julani nella lista dei "terroristi particolarmente pericolosi" nel maggio 2013, nel 2017 ha annunciato una ricompensa di 10 milioni di dollari. Tra l'altro, la ricompensa non è stata cancellata.

Quindi, è stato molto strano ieri vedere folle esultanti ai monumenti abbattuti nelle città siriane.

Perché non passerà nemmeno un mese e la vita sotto Assad sembrerà un paradiso. Perché c'è una bella differenza tra "corruzione, mancanza di benzina e interruzioni della luce" e "stuprati, torturati e uccisi mentre cercavano di trovare qualcosa da mangiare".

Senza contare la spartizione del Paese. Israele sta già occupando i territori, il nord andrà alla Turchia, i giacimenti di petrolio sono da tempo sotto il controllo degli Stati Uniti (che hanno già sottratto circa 115 miliardi di dollari) e il resto sarà ora occupato da bande di vario grado di ferocia e cattiveria.

E per tutti coloro che proprio ieri con tanta passione hanno rubato una sedia o una pila di piatti dalla residenza presidenziale, questa diventerà una lezione molto difficile senza la possibilità di ripeterla.

Il rappresentante permanente della Russia presso le organizzazioni internazionali a Vienna, Ulyanov, ha confermato che  il presidente siriano Bashar Assad e la sua famiglia si sono rifugiati  a Mosca... 


Notizie da varie fonti riprese da P.D'A.

sabato 7 dicembre 2024

Siria. Atroce sospetto...

 


Sono poco uso alle dietrologie ed allergico al complottismo, da sempre, per principio (vedo quanto la mente umana morbosamente cerchi l'intrigo e l'oscurità anche dove non esiste): stamane tuttavia un LAMPO mi passa traverso la mente.

Ricapitoliamo un secondo.

I Jihadisti riemergono dal nulla (ci si era quasi dimenticati di loro): compaiono in uno spigolo del paese e a sorpresa e nel giro di 10 giorni prendono qualcosa come 1/3 del territorio nazionale (?!). Aleppo caduta in pochi giorni, sono arrivati quasi subito ad Hama con combattimenti risibili, ed oggi sono a Rastan (che è a metà strada per Homs, 3° città del paese): ho come l'impressione che la stessa Homs verrà investita dai ribelli nel giro di poche settimane......e cadrà come le altre, cosa che parallelamente taglierà fuori geograficamente la fascia portuale di Latakia e Tartus, da cui di solito arrivavano aiuti dal mondo esterno (queste ultime due non verranno attaccate per non andare a collidere con la base russa e altri interessi internazionali che vi sono connessi vista la posizione portuale).

A quel punto non rimarrà che DAMASCO davanti a sè e niente d'altro.

Tutto questo SENZA apparente sforzo, con poche centinaia di caduti ed in un lasso di tempo brevissimo a differenza delle battaglie di 10 anni orsono (non c'è paragone con il 2013-15): si ha come l'impressione che il regime di Assad nel giro di 1 mese possa collassare...

Insomma quanto vorrei dire è che l'andamento generale della cosa ha un carattere vagamente irreale se ci si pensa.

Di Iran e Russia se ne parla certo...ma in realtà è come se non esistessero, vedo un piccolo torrente di parole senza impatto alcuno: l'azione militare contro i ribelli c'è, ma superficiale (in confronto al danno che potrebbe infliggere se lo si volesse: parliamoci chiaro, anche soltanto con una sola base e risorse limitate, l'aviazione russa carbonizzava viva l'avanguardia ribelle in Aleppo stessa senza lasciarli avanzare di un passo. Se non l'hanno fatto finora, c'è da dubitare che lo faranno dopo).

Ecco io... un pensiero l'avrei a questo punto: non piacevole, dal momento che mi sento ormai vicino alla Siria da tempo, ma d'altro canto la REALPOLITIK - ossia in questo caso la logica degli scambi in politica internazionale - è una realtà plurisecolare al di là del sentimento, che nulla può cambiare.

Onde non far torto ad alcuna parte esternando supposizioni, preferisco sospendere i pensieri e non esprimermi finchè non sarà il momento opportuno.

Daniele Lanza



Post Scriptum:

Aggiornamento -  Nella riflessione soprastante sulla Siria avevo accennato al fatto che HOMS (terza città del paese che è a metà strada per la capitale) sarebbe stata raggiunta nel giro di un paio di settimane: invece a quanto si legge adesso, i ribelli jihadisti sono GIA' nei paraggi... e all'esercito governativo tocca smentire di non essersi già ritirato da lì (andiamo bene).
Come non bastasse, sembra che anche a sud di Damasco, due medie cittadine siano finite nelle mani degli insorti (non riesco a capire come, se questi ultimi sono entrati da nord, dal confine turco cioè: che si siano materializzati lì - al capo opposto del Paese in due giorni? Come i funghi?)
Non capisco se sia un'insurrezione o una gita (?!?) E' come se gli insorti avanzassero senza incontrare resistenza: si entra in città anche in bici praticamente.
Al prossimo turno i ribelli - mitra in spalla - chiameranno un taxi e si arriva a Damasco così (...).
Svolgimento molto atipico, ma l'ho sottolineato già. Costernazione.

Inoltre:
1- RUSSIA = Il ministero degli esteri russi ha comunicato ai propri cittadini di tornare in patria.
2 - IRAN = miliziani sciiti "Non siamo coinvolti, ma siamo pronti" (e che significa ?)
3 - LIBANO = Nessuna risposta. Si ordina di chiudere le frontiere
4 - I curdi prendono controllo della parte est del paese.
5 - La Giordania chiude le frontiere.
6 - Erdogan annuncia "Si arriva fino a Damasco" (...).

Morale: o assistiamo ad un grande contrattacco nei pressi di Damasco che capovolge l'intera situazione (frutto di qualche strategia segreta e cervellotica di governo ed alleati), oppure con questo ritmo tra 1 settimana si legge che un aereo militare con a bordo Assad e governo ha lasciato il paese alla volta di Teheran o cosa altro: ritengo l'ultima variante probabile all'80%
Mi dispiace, non per Assad, ma per un legame che era stato sincero per molti: il Paese è stato verosimilmente "scaricato".... ma non sono nella posizione di giudicare (i retroscena possono essere tanti: ci si trova in un momento storico - a livello globale - tanto importante da non essere del tutto decifrabile....e i piccoli paesi possono risultare inghiottiti da questo meccanismo) 
(D.L.)


Ultimi aggiornamenti:
"Forze anti-Assad a 10 km da Damasco (come vessillo la testa di una statua del padre di Assad, capostipite della dinastia).
Il Mossad israeliano parla di "diserzione in massa dei soldati", e l'Iran evacua il proprio personale (l'ONU lo stesso).
Insomma, non ho altro da aggiungere, se non che sono costretto a correggere per la seconda volta in 24 ore: supponevo ieri che la capitolazione della capitale avverrà nel giro di un mese (rettificando - ironicamente - che potrebbe avvenire nel giro di 1 SETTIMANA invece).
A questo punto ribadisco l'ultima affermazione, ma senza più essere ironico.
Niente da fare...è talmente tutto liscio da sembrare una farsa e non posso che ripetere una sola cosa: per chi ha permesso questo...la contropartita deve essere GRANDE per essere eticamente giustificabile (o ci si perde la faccia).
Passo e chiudo."
(D.L.)



venerdì 6 dicembre 2024

Ucraina e Siria due arene dello stesso conflitto...

 


Lo scorso 21 novembre, in risposta agli attacchi condotti contro il territorio russo con missili Atacms e Scalp/Storm Shadow, Mosca ha disposto il lancio contro un impianto produttivo di Dnipro di un Orešnik, un missile balistico ipersonico a raggio intermedio e testata multipla di cui nessuno in Occidente conosceva l’esistenza. 

La mossa, anticipata dalla revisione della dottrina nucleare russa, ha scompaginato i programmi delle classi dirigenti occidentali. Le quali puntavano con ogni probabilità, come evidenziato da Dan Crenshaw, rappresentante repubblicano ed ex capitano di corvetta dei Navy Seal pluridecorato, ad assicurarsi una valida “leva negoziale” proprio attraverso lo sdoganamento degli attacchi missilistici occidentali contro il territorio russo. 

Nonostante l’avvertimento del Cremlino, gli attacchi contro il territorio russo sono proseguiti, in parallelo alla riaccensione del focolaio jihadista in Siria. In particolare, il gruppo Hayat Tahrir al-Sham ha lanciato un’offensiva verso Aleppo violando la tregua in corso ormai dal 2020 e conquistando gran parte della città prima di puntare verso Hama. L’esercito siriano ha ripiegato dopo aver soltanto in alcuni casi abbozzato timidi tentativi di resistenza, al fine di riorganizzarsi e condurre contrattacchi coordinati con l’aeronautica militare russa. 

La Cina, dal canto suo, ha espresso apertamente il proprio sostegno al presidente Bashar al-Assad, mentre migliaia di combattenti sciiti equipaggiati con armi pesanti muovevano dall’Iraq alla volta della Siria per sostenere lo sforzo bellico delle forze armate regolari, subendo pesanti attacchi dai velivoli statunitensi decollati dalle basi situate in territorio iracheno e siriano. 

Secondo il «Kyiv Post», i guerriglieri inquadrati in Hayat Tahrir al-Sham, avrebbero ricevuto addestramento dalle forze armate ucraine e supporto di vario genere dalla Turchia, che ha tuttavia respinto qualsiasi addebito. Il rinnovato attivismo jihadista si è rivelato perfettamente concomitante con il raggiungimento della fragilissima tregua tra Hezbollah e Israele, che nelle scorse settimane aveva intensificato i raid in Siria bersagliando depositi di munizioni, strutture militari e arterie di comunicazione. 

Giacomo Gabellini


Video collegato: https://youtu.be/PGlq-bE3RvA

giovedì 5 dicembre 2024

Turchia, Russia, USA, Israele in campo nella scacchiera strategica siriana...

 


In Siria effettuata la più grande offensiva delle forze antigovernative e jihadiste dal 2016.

Dopo aver occupato in poche ore la città di Aleppo, la seconda più grande del paese ed aver travolto le difese dell’Esercito arabo siriano, stanno cercando di arrivare all’altra grande città di Hama. Ma qui hanno trovato una forte resistenza e risposta militare, dovendo abbandonare molte posizioni nelle aree circostanti. Ma come è potuto accadere, cosa comporta e può cambiare negli equilibri geopolitici e militari dell’area?

Premetto che questa è una sintesi, da me curata, di documentazioni, analisi, letture, di istituti, esperti, analisti geopolitici e militari, mediorientali, arabi e dei paesi eurasiatici, oltre che contatti e testimonianze sul posto, che hanno una valenza e conoscenza strategica interne alle dinamiche in corso, che può contribuire a conoscere e appropriarsi di elementi di comprensione profondi e spesso non svelati, che vanno al di là di opinioni, valutazioni o previsioni soggettive.

Una tragica e dolorosa partita a scacchi geopolitica si è riaperta nella martoriata terra siriana.

I cosiddetti ribelli siriani hanno attaccato e conquistato in poche ore, quella che era la città più grande del Paese, Aleppo, L'attacco è stato il primo da parte delle forze ribelli, così potente dal 2016, quando furono cacciate dai quartieri orientali della città dopo un'estenuante campagna militare condotta dall'Esercito Arabo Siriano, dalle milizie locali lealiste e palestinesi, con il sostegno di Russia e Iran. Il 27 novembre migliaia di combattenti si sono diretti verso Aleppo con un attacco a sorpresa contro l'esercito governativo, sorprendendolo nettamente. Nello stesso tempo, i terroristi di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), i gruppi filo-turchi e i loro alleati del cosiddetto Esercito Siriano Libero (ELS), hanno lanciato un'offensiva su larga scala nel nord della Siria, i terroristi hanno catturato dozzine di insediamenti e sono entrati ad Aleppo, una città che aveva una popolazione di oltre 2 milioni di abitanti. Inoltre, i terroristi minacciano l’autostrada M-5, che collega Aleppo con la capitale Damasco e altre grandi città siriane.

La coalizione terrorista è stata creata da membri dell'ala militare di al-Qaeda , che, sotto il nome Jabhat al-Nusra (Fronte della Vittoria), combatte da dieci anni contro le forze governative in Siria. Nel 2017, al-Nusra ha conquistato gran parte della popolosa provincia di Idlib, ha cambiato il suo nome in Hayat Tahrir al-Sham (Organizzazione per la Liberazione del Levante, HTS) e aveva cercato, con il sostegno della Turchia, di legalizzarsi come “opposizione”, con le autorità siriane, guidate dal presidente Bashar al-Assad.

I video distribuiti dai terroristi li mostrano mentre usano droni negli attacchi, che non erano mai stati utilizzati nelle altre fasi del conflitto e non si sa quale arsenale di droni abbiano. Secondo il giornale turco Anadolu, i ribelli hanno usato un UAV per colpire una base aerea nel sud-est di Aleppo, distruggendo un elicottero e catturando armi pesanti e veicoli militari.

Nei giorni seguenti è stato riportato che l'Esercito Arabo Siriano è poi riuscito a distruggere circa 400 militanti durante la controffensiva fuori dalla città. Una fonte della sicurezza siriana ha detto che alcuni ribelli indossavano uniformi dell'esercito con simboli di unità in servizio nelle aree attaccate. Decine di soldati dell'EAS governativo sono morti per tentare di arginare l’attacco del gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) e dei suoi alleati del cosiddetto Esercito Libero Siriano, armato e sostenuto dagli USA.

Gli attacchi sono avvenuti anche verso la provincia di Idlib, che sembra sia anch’essa stata grandemente occupata.

I report del Ministero della Difesa siriano riferiscono che l’attacco è stato effettuato con la partecipazione di “un gran numero di terroristi” e l’uso di armi medie e pesanti, “prendendo di mira città e villaggi pacifici, nonché installazioni militari governative in queste aree”. Decine di migliaia di civili di Aleppo stanno fuggendo verso il confine turco, hanno detto testimoni sul posto.

Intanto l’Esercito Arabo siriano ha cominciato una forte controffensiva con il sostegno delle forze aerospaziali russe (VKS), colpendo centinaia di terroristi e decine di convogli e depositi di armamenti, ha dichiarato il vice capo del Centro russo per la riconciliazione delle parti in guerra (CPVS) nella Repubblica Araba siriana (SAR), l’ufficiale Oleg Ignasyuk.

Sul ruolo della Turchia in questi eventi e di quello che si sa dei negoziati tra Assad ed Erdogan, l’arcano è fitto.

Con gli eventi che si stanno dispiegando, c'è il pericolo concreto che venga aperto un secondo fronte contro la Russia in Medio Oriente, si tratta di capire qual è il ruolo che sta giocando la Turchia, perché, secondo tutti gli esperti militari e geopolitici russi, da questo dipenderà lo scenario futuro, non solo della Siria, ma di una destabilizzazione a domino di tutto il Medio Oriente e non solo.

Nell’estate del 2024, i media avevano riferito di possibili preparativi per il primo incontro tra il presidente siriano Bashar al-Assad e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan dal 2011. I due paesi sono in conflitto dal 2011, quando in Siria è iniziata la sovversione armata, sfociata poi in una guerra contro i terroristi di Al-Qaeda e dello Stato islamico (ISIS) e nell’intervento militare da parte degli Stati Uniti. Ankara sostiene “l’opposizione armata moderata” che controlla le aree nel nord della Siria, per questo Damasco accusa la Turchia di aiutare i terroristi e di occupare il suo territorio con il pretesto di combattere i militanti curdi. E così l’incontro tra Assad ed Erdogan non è mai finora avvenuto.

Il giornalista turco Recep Soylu ha dichiarato che: “…una fonte della sicurezza turca riferisce che la Turchia sta sostenendo l’operazione militare dei ribelli siriani a Idlib e che lo scopo dell’attacco odierno è cercare di ripristinare i confini della zona di de-escalation del 2019 vicino ad Aleppo. Cioè, la situazione per Assad è difficile, ma ancora non letale…", ha affermato Soylu.

Nelle dichiarazioni pubbliche, che come si sa, negli scenari politici, peggio in quelli militari, lasciano il tempo che trovano, il Ministero della Difesa turco ha affermato che sta “monitorando da vicino” ciò che sta accadendo nel nord della Siria. Il canale Rybar ha rilevato che contemporaneamente all'attacco di HTS e dell'Esercito nazionale siriano, vengono registrati movimenti delle Forze armate turche vicino al confine siriano. Secondo Rybar, Ankara potrebbe cogliere l’attimo e lanciare un’operazione contro le Forze Democratiche Siriane (SDF) curde, protette dagli USA, nel nord della Siria. “…Una prima direzione dell’attacco potrebbe essere Tell Rifat e l’area circostante a nord di Aleppo, ma anche la città di Manbij, di cui le forze filo-turche cercano di prendere il controllo dal 2016, così come Kobane e l'istmo controllato dai gruppi curdi tra le aree occupate dalle forze armate turche nel nord della Siria….ora la situazione è più favorevole che mai per questo tipo di operazioni, essendo le forze governative siriane in difficoltà sugli altri fronti aperti in questi giorni…”, rileva Rybar.

Il capo del “Centro di ricerca Medio Oriente-Caucaso” Stanislav Tarasov e un esperto del “Consiglio russo per gli Affari internazionali” Kirill Semenov, hanno dichiarato che è improbabile il dato della casualità, per la più grande offensiva ribelle in Siria degli ultimi anni, visto che è iniziata dopo l’annuncio della fragile tregua tra Israele e Libano.

Secondo Stanislav Tarasov: “…Se lo si guarda in un contesto più ampio, non è un caso che questa destabilizzazione in Siria coincida con l’accordo di pace tra Israele e Libano. A tal proposito, Israele un tempo sollevò la questione del controllo della fornitura di armi e risorse a Hezbollah in Libano, attraverso la Siria. Se la situazione in Siria viene destabilizzata, ovviamente tali possibilità verranno interrotte. E’ evidente che qui ci sono attori esterni. Quindi appare una situazione allarmante e pericolosa non solo per la SiriaCon l’attacco e la presa di questa città, la frammentazione della Siria è, ovviamente, l’obiettivo che prende forma sul campo ed è un elemento serio che preoccupa Mosca. E, poiché abbiamo sempre agito come garante della sicurezza in Siria, esiste una potenziale eventualità per la Russia, di essere coinvolta nelle ostilità contro questi terroristi islamici radicali. Di fatto, la calma in Siria sta finendo e ora si tratterà di capire cosa significherà per la Russia, e quali scelte comporterà, dopo questa offensiva”, ha detto.

L’esperto ha anche osservato che la Turchia, la quale “sostiene tacitamente la cosiddetta opposizione siriana”, ora è più preoccupata per il fatto che i curdi, stanno cercando negli ultimi tempi un accordo col governo di Assad, per “legittimare la propria autonomia” e preservarsi dalle scelte turche nella Siria orientale.

Kiril Semenov ritiene che “…I tentativi della Russia di riconciliare Assad con il presidente turco Erdogan non hanno finora avuto successo, perché la Turchia sta evitandola la concretizzazione di questo dialogo con vari pretesti, probabilmente aspettando che Trump vada alla Casa Bianca. Ma Ankara sta monitorando il corso degli eventi, e c’è anche potenzialmente il pericolo, o l’eventualità, che entri in ostilità diretta nella regione di Idlib, che è la zona assegnata sotto suo controllo dopo gli accordi di Astana…Ma è ancora troppo presto per parlare di come l'offensiva dei ribelli cambierà gli equilibri di potere nella regione, anche tra Russia e Turchia o di trarre conclusioni. Ci sono molti scenari di sviluppo, tante incognite...”.

Secondo Stanislav Tarasov “…I ribelli per ora non hanno abbastanza forze ed equipaggiamenti per tenere Aleppo dopo averla occupata…Per loro è stato inaspettato che il fronte governativo sia crollato verticalmente in poche ore. Ora non sanno in che direzione agire e davanti a loro si è aperto uno spazio spropositato e poco gestibile militarmente per nuove manovre operative…Se nella situazione attuale seguiamo solo lo spirito alla lettera dell’ ”accordo di Astana” , che comprende Russia e Turchia, allora Mosca dovrà accordarsi con Ankara su ulteriori azioni, comprese quelle militari, e prendere una decisione rilevante riguardo la sua partecipazione a questo possibile confronto tra i ribelli vari e l’esercito governativo siriano”, ha spiegato l’esperto.

Secondo Tarasov per ora è impossibile presupporre le azioni di Ankara. L'esperto russo ha indicato che era stata proprio la situazione in Siria, quella che i presidenti di Russia e Turchia avevano discusso il 24 novembre nella conversazione telefonica: “…Più di tutto, ovviamente, i turchi sono preoccupati per una eventuale disgregazione statuale della Siria, che potrebbe poi allargarsi e toccare la Turchia, riaccendendo il fattore curdo. Erdogan ha affermato che, dopo il Libano i contorni di un simile scenario cominciano a essere visibili. Ma è molto difficile dire come si comporterà la Turchia in questa situazione…”, ha detto.

Il noto giornalista e analista militare Alexander Sladkov ha dichiarato: “…Un nemico incompiuto o indefinito è peggio di un nuovo nemico. L’aggravamento della situazione in Siria, la presa di Aleppo. Quanto poteva essere inaspettato questo attacco?...Questa, tra l'altro, è una delle opzioni per ‘allungare il nostro fronte’. Non lasceremo la Siria, ma per restare dovremo gettare altre risorse militari lì. Ma non abbiamo truppe supplementari o superflue…", ha osservato Sladkov.

Un altro giornalista militare russo Oleg Blokhin aveva avvisato già il 15 ottobre scorso, che gli oppositori della Russia avrebbero potuto cercare di aprire un secondo fronte in Siria, approfittando del fatto che Mosca è fortemente concentrata sul distretto militare ucraino. Egli ipotizzava che la preparazione a ciò avrebbe potuto essere l’intensificarsi della frequenza degli attacchi da parte delle Forze armate israeliane (IDF) contro gli alleati della Siria (forze filo-iraniane, Hezbollah e Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche, milizie irachene, Houti). Ma sul campo, da tempo è entrata anche l’Ucraina. È noto da tempo che i terroristi dell’HTS sono in contatto con Kiev, in particolare con la Direzione principale dell’Intelligence del Ministero della Difesa ucraino.

Scriveva Blokhin: “…Nella provincia di Idlib si sta formando una piramide a due piani di influenza americana. La direzione principale dell’intelligence dell’Ucraina (GUR) è sempre più in stretta operatività con il gruppo HTS che controlla questa enclave. I militari inviati da Kiev stanno addestrando i terroristi a controllare gli UAV da combattimento, preparandoli per azioni congiunte contro l’Esercito siriano e le forze russe situate nel paese. Allo stesso tempo, le attività della Direzione principale dell’Intelligence in Ucraina, Africa e Medio Oriente sono guidate da rappresentanti della Defense Intelligence Agency (DIA) degli Stati Uniti. Inoltre, si sta formando una coalizione sulla base dell'HTS, dell'Esercito nazionale siriano (SNA) e di altri gruppi che, secondo fonti iraniane, ha già concordato con il governo israeliano di sincronizzare le sue operazioni contro il regime di Assad, con gli attacchi dell'IDF sugli obiettivi militari dell’IRGC in Siria e su Hezbollah in Libano…”, era stato scritto ad ottobre.

Il 28 novembre l’Esercito Nazionale siriano (SNA Jaysh al watani), una coalizione “ombrello” eterodiretta dai Servizi di sicurezza militari dell'esercito turco, che nel corso degli anni ha inglobato una serie di fazioni della rivolta siriana del 2011-12 espulse a partire dal 2014, ha annunciato ufficialmente di essere entrata in battaglia a fianco di HTS. Il canale WarGonzo Telegram ha rivelato che con l'assistenza straniera, all'interno della SNA è stata anche creata la prima Brigata di aerei senza pilota, chiamata Brigata Al-Shaheen… Chi glieli ha forniti?!

Fonti: Anadolu, CRMOC, CRAI, DPA, RTVI, Irib, MGINO, Interfax, RusichArm, Octagon, WarGonzo, Rybar -

A cura di Enrico Vigna, IniziativaMondoMultipolare/CIVG



mercoledì 4 dicembre 2024

Petizione LEAL per abolire l’obbligo dei test sugli animali...



La petizione di LEAL Lega Antivivisezionista “NO VIVISEZIONE Aboliamo l’obbligo dei test sugli animali” chiede a tutti i cittadini di unirsi e con una firma dal sito leal.it, chiedere con forza che anche in Italia, come negli Stati Uniti, venga introdotta la non obbligatorietà dei test sugli animali e di esprimere il proprio rifiuto nei confronti della sperimentazione animale. La scienza moderna offre alternative valide e più etiche per una ricerca che non richiede l’uso di animali vivi e che abbandoni pratiche obsolete e crudeli.

In Italia, l’obbligo di testare farmaci e sostanze sugli animali persiste, nonostante i significativi progressi verso metodi scientificamente innovativi: modelli matematici computerizzati, organoidi e organi su chip, solo per citarne alcuni. Metodi che offrono soluzioni più etiche e più efficaci per la ricerca, considerato che le differenze genetiche tra specie compromettono l’affidabilità dei test sugli animali. Chiediamo che anche l’Italia segua le orme degli Stati Uniti dove, nel 2022 grazie all’introduzione del FDA Modernization Act 2.0 è stato eliminato l’obbligo di testare i farmaci sugli animali prima della sperimentazione umana, lasciando spazio a test scientificamente più avanzati promuovendo e finanziando l’uso di alternative alla vivisezione.

Gian Marco Prampolini presidente LEAL commenta: “Superare l’ostacolo dell’obbligatorietà dei test sugli animali sarebbe un significativo passo verso il cambiamento nella pratica della sperimentazione. Un impegno che deve essere concertato dalla comunità scientifica, dalle istituzioni regolatorie e dalle industrie per promuovere la ricerca e lo sviluppo di metodi sostitutivi. È fondamentale che gli istituti di ricerca investano in innovazioni scientifiche e che, a tutti i livelli, si lavori verso una maggiore accettazione di proposte normative per facilitare un radicale cambiamento nella pratica della sperimentazione animale”.

Le firme saranno inviate a  Giorgia Meloni - Presidente del Consiglio, Annamaria Bernini - Ministro dell'Università e della Ricerca, Orazio Schillaci - Ministro della Salute, ed altri...

Silvia Premoli - Ufficio Stampa LEAL








Per firmare la petizione: https://leal.it/petizioni/