mercoledì 30 settembre 2015

La Cina si avvicina (all'ecologia)?



Il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato alla stampa americana
che a partire dal 2017 nel suo Paese inizieranno i tagli alle
emissioni di gas serra. Barack Obama, dal canto suo, per non essere di
meno come ambientalista, ha dichiarato che verserà 3 miliardi di
dollari al Fondo Verde per il Clima.

C’è da chiedersi cosa sia accaduto di fortemente importante da far
decidere i due potenti del pianeta ad intraprendere la strada del
ripensamento. Per la Cina i motivi che ci appaiono subito scontati
sono quelli del business. Al summit di Parigi sul clima già sappiamo
che saranno posti nuovi vincoli alle nazioni, non solo sulle emissioni
di gas serra e sull’uso dei combustibili fossili, ma anche nel
ridimensionare la produzione di motori a combustione interna a
beneficio di quelli elettrici. In tal senso sul comparto trasporti
scaturiranno varie disposizioni atte a sostituire nel tempo motori
tradizionali con motori elettrici o ad idrogeno. 
La Cina su

quest’ultimo settore è pronta ad invadere i mercati europei e
americane con vetture elettriche di ultima generazione che al momento
non riescono a sfondare nei mercati occidentali. Ma pochi sanno che
anche l’USA è pronta in questo campo. Al momento risulta leader nelle
auto elettriche rivoluzionarie ( vedi la Tesla ) capaci di percorrere
520 Km con un solo pieno di energia, solo che al momento sono molto
costose, mentre quelle cinesi, un po’ più spartane, potrebbero avere
prezzi non superiori alle attuali utilitarie. Questo è l’aspetto
commerciale, ma, ovviamente non l’unico, esiste un aspetto che
preoccupa profondamente i due Paesi. Per gli USA intervenire nella
mitigazione climatica è una questione di sicurezza nazionale, infatti
i cambiamenti climatici stanno pesantemente agendo sul territorio
americano, ad esempio i tornado da circa 10 anni si sono triplicati e
aumentati di forza, si sa che tale fenomeno è legato anche all’aumento
della temperature terrestre. Oltre a ciò vaste aree dell’America
orientale, vedi La California, sono afflitte da siccità spietate e
prolungate ( 5 anni ) che fino ad oggi hanno mandato in fumo più della
metà delle loro rigogliose foreste. Anche per la Cina i fenomeni meteo
estremi causati dal riscaldamento globale sono alla base delle
preoccupazioni per il futuro, ma più di tutti la vera preoccupazione è
la vita dei propri abitanti. Ogni anno in tutta la Cina a causa dello
smog e ovviamente dei veleni contenuti nell’atmosfera delle grandi
città muoiono circa mezzo milione di persone. Questi due elementi:
fare business e salvare il proprio ambiente e la vita delle persone
sono alla base di queste decisioni storiche.

Forse per gli USA sarà più facile ridurre drasticamente le emissioni
di gas serra, né dubito fortemente per la Cina, visto che la sua forza
energetica principale al momento è il carbone. Non solo, ma anche nei
villaggi più sperduti della Cina si usa per cucinare, riscaldarsi e
per mandare avanti piccole e medie imprese il carbone. Vari economisti
internazionali hanno ipotizzato che la Cina potrà abbandonare il
carbone a beneficio di energie più pulite solo tra 10 o addirittura 20
anni.

Comunque restiamo fiduciosi e attenti su quanto scaturirà dal summit
del clima di Parigi di dicembre prossimo. I miracoli possono sempre
arrivare, altrimenti il clima sul nostro pianeta diventerà per tutta
l’umanità una catastrofe crescente e inarrestabile.

Filippo Mariani

martedì 29 settembre 2015

"I complottisti hanno ragione"? - Un'analisi degli psicologi dell'Università del Kent

“Per come  sono stati raccolti i dati  descritti sono molto dubbi. Infatti coloro che non credono alle versioni ufficiali sono motivati a dirlo, a scrivere. Degli altri, dei creduloni, solo pochi si prendono la briga di dirlo. Tutti gli altri tacciono. In conclusione non credo proprio che NOI siamo il doppio di LORO... Altrimenti le cose nel mondo sarebbero già cambiate. Pertanto anche l'articolo che segue dovrebbe essere visto con l'occhio del "complottista..."..”


Recenti studi scientifici realizzati da psicologi e sociologi
statunitensi e britannici hanno chiarito che, al contrario di quanto
tradizionalmente affermato dagli stereotipi diffusi dalla cultura di
massa, le persone etichettate come 'teorici della cospirazione' siano
più sane ed equilibrate rispetto a chi accetti supinamente le versioni
ufficiali dei fatti contestati.

Lo studio più recente è stato pubblicato lo scorso 8 luglio 2015 dagli
psicologi Michael J. Wood e Karen M. Douglas dell'Università del Kent
(Regno Unito), ed intitolato "E l'edificio 7? Studio Psicologico
Sociale di Discussione Online sulle Teorie del Complotto sull'11
Settembre". Lo studio ha confrontato numerosi commenti di tipo
'cospirazionista' e 'convenzionalista' (anti-cospirazione) postati da
utenti di siti di notizie online.

Con grande stupore i ricercatori hanno scoperto che i commenti a
supporto della teoria del complotto fossero numericamente maggiori
rispetto a quelli che continuano a reputare valide le versioni dei
fatti diramate dai media convenzionali. "Dei 2.174 commenti raccolti,
1.459 sono stati catalogati come cospirazionisti e 715 come
conventionalisti." In altri termini, coloro che non credono alle
versioni ufficiali di eventi come l'11 Settembre e l'omicidio di JFK
sono risultati essere più del doppio rispetto a quelli che credono
alle versioni ufficiali. Il che in parole povere significa che il
rapporto si è invertito, e che la saggezza convenzionale oggi è
espressa dai cosiddetti 'complottisti' mentre le persone che non
credono alle cospirazioni stanno diventando una sparuta minoranza.

Forse anche perché il loro parere ha smesso di essere espressione
della maggioranza, i commentatori anti-cospirazione tendono a tradire
una forte rabbia ed ostilità: "Lo studio ha dimostrato che i soggetti
che supportano la versione ufficiale dei fatti dell'11 Settembre si
esprimano generalmente in modo più ostile nel tentativo di persuadere
chi la pensi in modo diverso da loro."

Si è inoltre appurato che gli avversatori delle teorie del complotto,
oltre che fortemente ostili siano anche più tendenti al fanatismo.
Secondo costoro la versione in base a cui 19 arabi - nessuno dei quali
provvisto di adeguate competenze di pilotaggio aereo - sarebbero
riusciti a commettere il crimine del secolo sotto la direzione di un
dializzato nascosto in una grotta in Afghanistan - sia
indiscutibilmente vera. I cosiddetti cospirazionisti - dal canto loro
- non pretendono di avere una teoria del tutto esplicativa degli
eventi: "Coloro che sostengono che gli attentati dell'11 Settembre
siano stati in realtà una cospirazione governativa, non mirano a
promuovere una specifica teoria esaustiva, ma solo a smentire la
versione ufficiale."

In breve, lo studio scientifico elaborato da Wood e Douglas suggerisce
che lo stereotipo negativo del 'complottista' - un fanatico ostile che
sostiene con piglio ideologico le versioni ipotizzate dalla propria
'setta' di appartenenza - in realtà descriva accuratamente le persone
che difendono le versioni ufficiali, non quelle che le contestano.

Lo studio ha anche rilevato come i cosiddetti 'complottisti' abbiano
una migliore visione d'insieme e discutano il contesto storico (ad
esempio la contestualizzazione dell'assassinio di JFK rispetto ai
fatti dell'11 Settembre) in misura maggiore degli
anti-cospirazionisti. Ed ha verificato che i cosiddetti complottisti
non amino sentirsi definire 'complottisti' o 'teorici della
cospirazione.'

Questi risultati sono amplificati nel nuovo libro "Conspiracy Theory
in America" del politologo Lance DeHaven-Smith, pubblicato all'inizio
di quest'anno dalla University of Texas Press. Il prof. DeHaven-Smith
spiega come mai la gente non gradisca essere definita: 'complottista.'
L'espressione - infatti - fu coniata ed ampiamente diffusa dalla CIA
per diffamare coloro i quali sollevassero dei dubbi sulla versione
ufficiale dell'assassinio di JFK!

"La campagna della CIA per diffondere l'espressione 'teoria del
complotto' ebbe l'obiettivo di rendere chi non credesse alle versioni
ufficiali oggetto di scherno e ostilità da parte del resto della
collettività, e bisogna ammettere - purtroppo - che si sia rivelata
una delle iniziative di propaganda di maggior successo di tutti i
tempi."

In altri termini, coloro i quali usino sotto forma di insulto le
espressioni 'teoria del complotto' e 'complottista' stanno reagendo
nel modo preventivato ad una documentata, indiscussa, storicamente
reale cospirazione posta in essere dalla CIA per coprire l'assassinio
di JFK. Quella campagna, tra l'altro, era completamente illegale, e
gli agenti della CIA che vi furono coinvolti erano dei criminali; alla
CIA infatti è legalmente proibito di condurre operazioni sul
territorio 'amico', tuttavia è dimostrato che essa infranga
regolarmente il divieto, compiendo operazioni su territorio nazionale
che spaziano dalla propaganda agli omicidi.

DeHaven-Smith spiega anche il motivo per cui coloro che dubitano delle
versioni ufficiali di eventi criminali tendano ad analizzare il
contesto storico. Nel suo testo fa notare che un gran numero di
sinistre cospirazioni che si rivelarono autentiche appaiano fortemente
relazionate a molti crimini di stato contro la democrazia non ancora
provati. Un esempio evidente è il legame tra gli omicidi di JFK ed il
fratello Robert FK, i quali hanno dato via libera a presidenze
intenzionate a proseguire la guerra del Vietnam (e a delegare
l'emissione della moneta a banche private - n.d.t.). Secondo
DeHaven-Smith, è necessario discutere gli "omicidi Kennedy" al
plurale, in quanto i due omicidi sembrano essere aspetti di uno stesso
grande crimine.

La psicologa Laurie Manwell della University of Guelph concorda sul
fatto che l'etichetta coniata dalla CIA: "teoria della cospirazione"
ostacoli le normali funzioni cognitive. In un articolo pubblicato
sulla rivista America Behavioral Scientist (2010), asserisce che le
persone 'anti-complottiste' non siano in grado di ragionare con
lucidità su tali apparenti crimini contro la democrazia proprio per
effetto della loro incapacità di elaborare informazioni che siano in
conflitto con una linea di pensiero che è stata loro inculcata
precedentemente.

Nello stesso numero di ABS, il professor Steven Hoffman
dell'Università di Buffalo aggiunge che gli individui avversi alle
teorie cospirative siano soggetti a un forte bias di conferma (v.
correlati) - cioè, piuttosto che prendere atto della realtà dei fatti
cercano informazioni che confermino le loro convinzioni preesistenti
facendo ricorso a meccanismi irrazionali (come l'etichetta di
'complottista') per evitare di confrontarsi con informazioni
contrastanti.

L'estrema irrazionalità di chi attacca le 'teorie della cospirazione'
è stata abilmente esposta anche dai docenti di comunicazione della
Boise State University Ginna Husting e Martin Orr. In un articolo del
2007 dal titolo "Meccanismi Pericolosi: l'Idea di Complottismo Come
Strategia di Esclusione Transpersonale" hanno scritto:

«Se io ti definisco complottista, mi importa ben poco se tu stia
effettivamente dibattendo di una cospirazione realmente esistente o se
hai semplicemente sollevato una questione che preferisco non vedere
... Attraverso questa etichetta sto strategicamente escludendoti dalla
sfera in cui discorsi pubblici e dibattiti generano dei conflitti."

Ma ora, grazie a internet, le persone che mettono in dubbio le
versioni ufficiali non sono più escluse dal dibattito pubblico; dopo
44 anni di dominio la campagna ordita dalla CIA per soffocare il
dibattito pubblico con la scusa del complottismo è giunta alla frutta.
Negli studi accademici, così come nei commenti postati sotto le
notizie, le voci che sostengono la possibilità del complotto sono
ormai più numerose - e più razionali - di quelle che continuano a
supportare le versioni ufficiali.
Per cui c'è poco da meravigliarsi se i cosiddetti 'anti-complottisti'
appaiano sempre di più come una setta di ostili, paranoici individui
manovrabili.

di K. Barrett


Traduzione a cura di Anticorpi.info


Fonte estera: http://www.veteranstoday.com
Fonte: http://www.anticorpi.info

domenica 27 settembre 2015

Il mondo orwelliano è già realtà, anche se non ce ne siamo accorti....



Tutti sappiamo che la televisione è il canale più comunemente usato nella pratica della diffusione di modelli, mode e tendenze ed è il più utilizzato da chi vuole controllare le masse nei paesi democratici. Dissento dal pensare che ci sia la possibilità di decidere cosa le persone devono pensare, un potere manipolatorio, categorico e impositivo.

In realtà la televisione non impone nulla in termini di cosa pensare, bensi lavora su quel fenomeno che la sociologia della comunicazione Tavistockiana chiama Agenda Setting, ovvero la facoltà di decidere “riguardo a cosa” la massa deve pensare. Per capire ciò bisogna prendere in considerazione la teoria della Dissonanza Cognitiva di Leon Festinger, unanimemente considerato uno dei più importanti studiosi americani. Il 15 gennaio 1934 uno spaventoso terremoto sconvolse la provincia indiana del Bihar. Per qualche tempo, nelle regioni vicine a quella colpita, si diffusero voci allarmistiche che predicevano nuovi e peggiori disastri.

Queste voci, raccolte da Prasad, circa vent’anni dopo dovevano cadere sotto gli occhi di Leon Festinger che era allora impegnato nel lavoro di ordinare e integrare teoricamente la grande quantità di dati che erano stati sino ad allora raccolti nel campo della comunicazione e dell’influenza sociale. L’esame dei dati di Prasad costituì la molla da cui doveva nascere la teoria della dissonanza cognitiva. Come mai, si chiese Festinger, in una situazione del genere potevano nascere e diffondersi così facilmente delle voci terrorizzanti? Non sarebbe stato più logico che tra quelle popolazioni, già in preda al terrore, nascessero invece delle voci che tendessero a ridurre la paura?

La risposta di Festinger è che queste voci non erano destinate a provocare paura, bensì a giustificare quella che già la gente aveva. Esisteva cioè una discordanza tra quanto queste persone, non direttamente colpite dal terremoto, vedevano attorno a loro, e la paura che provavano e che non era giustificata da quanto vedevano. A questa discordanza tra elementi cognitivi (intendendo per elemento cognitivo ogni conoscenza, opinione o credenza che un individuo o un gruppo ha su se stesso o sul mondo che lo circonda) venne dato il nome di dissonanza cognitiva. Secondo la teoria che nacque allora, esiste in ogni persona, in presenza di una dissonanza, una pressione tendente a ridurla, tanto maggiore quanto più forte è la dissonanza.

La riduzione può ottenersi (ed è il caso delle popolazioni indiane) aggiungendo nuovi elementi consonanti (le voci di prossime sciagure); potrebbe però aversi, a seconda delle circostanze, anche cambiando gli elementi dissonanti o diminuendone l’importanza. La portata della teoria così abbozzata è indubbiamente molto ampia, ed abbraccia gran parte dei problemi della psicologia sociale, particolarmente nel campo dell’influenza e della comunicazione. Dai processi decisionali e dalle conseguenze delle decisioni all’induzione forzata di un comportamento esteriore in contrasto con le opinioni private dell’individuo, ai problemi di comunicazione e di diffusione delle informazioni, al comportamento dei gruppi, ai fenomeni di massa, Festinger analizza in un quadro unitario, sulla base di numerose ricerche sperimentali, il potere predittivo e interpretativo della teoria.

Dunque progetto Tavistock e Agenda Setting potendo decidere gli argomenti su cui le persone ragioneranno, si scambieranno pareri, si formeranno opinioni, chi controlla la tv è in grado di creare una realtà parziale ed OMETTERE da questa realtà tutto ciò che non vuole si conosca.
E’ dunque l’OMISSIONE il VERO POTERE, L’OMISSIONE di tutti quegli argomenti, quei valori, quei modelli, quei pensieri, quelle sensazioni, quegli atteggiamenti, quei comportamenti che sono ostili al leader e al regime mediatico.

Il progetto Tavistock già dal 1913 fu finanziato per primo dalla Famiglia Reale Inglese ai Rothschild. Scopo del finanziamento IL LAVAGGIO DEL CERVELLO e IL CONTROLLO MENTALE (due tecniche diverse che possono sembrare uguali nel loro significato letterale) della popolazione britannica. Al finanziamento della Famiglia Reale Inglese ai Rothschild imparentati con la famiglia reale si aggancia anche quella del Lord Northcliffe per matrimonio. Da un inizio un po’ grezzo a Wellington House, crebbe un’organizzazione che aveva l’obbiettivo di plasmare il destino della Germania, della Gran Bretagna e soprattutto degli Stati Uniti tanto da diventare un’organizzazione altamente sofisticata per manipolare e creare l’opinione pubblica; esattamente quello che nel progetto Tavistock viene chiamato “LAVAGGIO DEL CERVELLO DI MASSA”.

Durante il corso della sua evoluzione il progetto Tavistock fu ampliato nella dimensioni e ambizione, quando nel 1937, si decise di utilizzare la monumentale opera dell’autore tedesco Oswald Spengler “Untergange des Abenlandes” (Il declino della civiltà occidentale) come modello corrispondente le condizioni che dovevano essere create prima di un Nuovo Ordine Mondiale. Negli anni ‘60 si decide di coinvolgere i rimanenti paesi della comunità europea in questo orribile progetto. Proprio così, il progetto Tavistock è un orribile progetto che sta portando anche il nostro paese sull’orlo di un precipizio. Oggi in Italia il progetto Tavistock è al suo massimo splendore visto che l’attività di OMISSIONE su fatti denunciati pubblicamente è più che viva sia in televisione che per mezzo stampa.

Un esempio di informazione OMESSA è la trasmissione dal titolo “IN ONDA” del 31 Agosto 2013 condotta da Luca Telese su LA7 .

Come potete notare il giornalista/conduttore non si limita a fare domande, ma evita di approfondire argomenti importanti, e spesso prende le difese di quelle personalità politiche contestate da Salvo Mandarà e dal giornalista blogger Francesco Amodeo (Es. Enrico Letta).

Personalmente penso che un giornalista libero e al di sopra delle parti non dovrebbe farlo, e quando Salvo Mandarà parla di Paolo Ferraro, Telese non solo non fa domande ma invita Mandarà ad essere più breve per evitare il rischio di un taglio della trasmissione da parte della regia.
Esempio di informazione OMESSA.

Altro esempio viene da “QUARTO GRADO” su Rete4 condotto non più da Salvo Sottile ma da Gianluigi Nuzzi.
Domanda! Perché il 13 settembre 2013 il giornalista Gianluigi Nuzzi, occupandosi della vicenda di Carmela Melania Rea e del marito Salvatore Parolisi, dopo l’affermazione dello psichiatra Alessandro Meluzzi: “non scordiamoci che in questa complessa vicenda c’è il giudice Ferraro cacciato dalla magistratura dopo una perizia molto, molto, molto inquietante”, non fa una o più domande per approfondire l’argomento?

Anche qui l’informazione è OMESSA perché deve essere OMESSO al pubblico che probabilmente ma non sicuramente Melania Rea sia stata vista il 23 marzo 2011, dallo stesso giudice Ferraro all’interno della Procura di Roma verso le ore 19.00 uscire dallo studio del magistrato Stefano Pesci accompagnata da un uomo basso e tarchiato vestito con un vestito color grigio gessato, uomo dai lineamenti tipicamente meridionali e con l’accento campano. Poi, come tutti ormai sapete a memoria per sfinimento, repetita iuvant ma fino ad un certo punto, il corpo di Melania Rea verrà trovato il giorno 20 aprile 2011, circa un mese dopo, con numerose ferite da taglio sul corpo nella zona delle Casermette di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo).

Poi c’è quell’informazione che OMETTE la realtà inserendo fatti concreti in un grande minestrone fatto di magia, esoterismo, numerologia, spiritismo, psicotronica, astrologia, alchimia, satanismo ecc. ecc. Insomma non esiste limite alla quantità di pseudoscienze e discipline in circolazione in cui si affermano le cose più inverosimili. “Mistero” di Adam Kadmon è il primo esempio che mi viene in mente.

Con Adam Kadmon e “Mistero” e tutto il mondo che ci gira intorno si crea quella pseudo informazione che se non credi al black-out mondiale, al terremoto devastante, alla fine del mondo, ai fantasmi e fantasmini e agli alieni verdi che ti vengono a rapire vieni subito isolato dalla collettività nel suo complesso, tra gli amici al bar e nei dibattiti pubblici, televisivi o privati qualsivoglia. Da qui ci si può rendere conto della portata che il programma globale Tavistock ha creato cercando il consenso manipolato e controllato.

Chiaramente chiunque provi a sostenere il contrario è considerato egoista, menefreghista, razzista o addirittura un perverso che si compiace nel vedere che il pianeta e l’umanità stanno a un passo dall’abisso. Oggi, ahimè, la “verità” consiste in un consenso preconfezionato che è stato deciso aprioristicamente, a tavolino: chiunque non si adatta viene bollato come estremista o come disinteressato alle sorti del nostro futuro.

Domanda! Perché Adam Kadmon, l’uomo del mistero inserisce “il caso Melania Rea” in quella categoria criminologica dal nome femminicidio legata a una violenza estrema da parte dell’uomo contro la donna «perché donna», in cui cioè la violenza è l’esito di pratiche misogine. Non mi risulta che Salvatore Parolisi provasse un sentimento di odio o di superiorità nei confronti di sua moglie. Distorcere il fatto con una categoria di argomento non attinente al fatto significa distorcere la realtà e quindi OMETTERLA.

Comunque accontentiamoci, sempre meglio Adam Kadmon, Luca Telese e Gianluigi Nuzzi che il silenzio assordante di tutti quei giornalisti controllori della mente. [nelle immagini caricaturali di seguito, da SN a DS e dall’alto in basso, si riconoscono Lucia ANNUNZIATA, Salvo SOTTILE, Bruno VESPA, Lilly GRUBER]

Altro gioiello creato dal Progetto Tavistock è il Common Purpose International che ha adottato come logo il simbolo del sole, diffondendosi in vari paesi come la Francia, Germania, il Ghana, l’Ungheria, India, Irlanda, Olanda, Sudafrica, Spagna, Svezia, Svizzera e Turchia http://www.commonpurpose.org.uk/ . Common Purpose significa scopo comune, si sta diffondendo anche negli Stati Uniti e lo scopo ufficiale è: << migliorare il funzionamento della società espandendo la prospettiva, le capacità decisionali e l’influenza di ogni tipo di leader. L’organizzazione gestisce una pluralità di corsi formativi per leader di ogni età, formazione e settore allo scopo di dotarli dell’ispirazione, dell’informazione e delle opportunità di cui hanno bisogno per cambiare il mondo>>.

Alla vista di una dichiarazione d’intenti tanto blanda, sorgono immediatamente due interrogativi: uno scopo comune (uniformità) a quale fine? E “il cambiamento del mondo” in quale direzione dovrebbe andare?
Il fondatore ufficiale nonché il direttore generale del Common Purpose è Julia Middleton che è stata anche Responsabile della selezione del personale presso l’ufficio di John Prescott, vice primo ministro di Tony Blair. Prescott era incaricato della formazione di “assemblee regionali” in tutta la Gran Bretagna, uno degli elementi del piano volto ad abolire le nazioni e trasformarle in “regioni” impotenti, sottoposte all’oppressione dell’Unione Europea.

Ovviamente tali assemblee regionali inglesi come la Lega Nord di Umberto Bossi e Roberto Maroni, hanno cercato di far passare quell’iniziativa come un modo per “restituire potere alla gente”. Gli inglesi le hanno chiamate “assemblee regionali” in Italia è passato con il nome di Federalismo.

Il superstato europeo quindi è congegnato in modo da essere sottoposto a un controllo centralizzato e gestito nei livelli gerarchici inferiori da leader insipienti e decerebrati, programmati per pensarla tutti allo stesso modo. Il Tavistock Institute of Human Relations di Londra è il centro dove si è sviluppato il progetto della “mente alveare”, ovvero un comportamento di gruppo e organizzativo.

Il Tavistock ufficialmente opera a stretto contatto con organismi del “settore pubblico” (controllati dallo stato) e le sue matrici teoriche sono principalmente due:

1. la teoria psicoanalitica, nella sua applicazione specifica alle dinamiche dei gruppi e delle istituzioni (Bion 1961, Jaques 1955, Menzies 1960) più precisamente qualificata come “socio-analisi”,

2. la teoria dei sistemi aperti, i cui concetti sono stati applicati in diversi campi, dalla biologia alla modellizzazione delle organizzazioni sociali ed alla terapia familiare (von Bertalanffy 1968, Emery 1969). Accanto a questi figurano i contributi di altre discipline, quali le scienze politiche, l’economia e le teorie di amministrazione aziendale, la sociologia e la psicologia, in particolare la Gestalt-Psychologie e le ricerche di Kurt Lewin (1948, 1951), che offrono in sostanza al paradigma fondamentale strumenti procedurali, di contestualizzazione dell’analisi e di indirizzamento della ricerca.

Il modello si articola su tre assi o dimensioni che ne definiscono il valore euristico e gli sbocchi applicativi:
  1. è un metodo di analisi che serve a scopi di ricerca;
  2. è un metodo di formazione degli uomini e delle donne che operano nelle organizzazioni, sia in posizione di leadership sia in quanto followers, collaboratori;
  3. è uno strumento di diagnosi organizzativa e di consulenza alle organizzazioni in difficoltà.
Una linea di ricerca che il Tavistock ha sviluppato in modo particolare riguarda la questione cruciale dell’autorità e del potere, temi a lungo trascurati dall’esplorazione psicoanalitica e divenuti aree privilegiate di studio nel programma Tavistock di formazione alle relazioni di gruppo noto come “Conferenze di Leicester”.

Fino ad arrivare allo “scopo comune” intrapresa dalla guerriglia del gruppo Tavistock / Common Purpose, condizionare la mente umana facendo piazza pulita di qualsiasi senso di individualità e unicità. L’unica cosa che ne scaturisce, chiara come il sole, è che Tavistock / Common Purpose utilizzano la stessa matrice producendo consenso in modo da soffocare qualsiasi diversità, servendosi di coloro che hanno rinunciato alla loro facoltà di pensiero per consegnarla alla manipolazione psichica collettiva, in modo da esercitare pressione sugli altri affinché si adeguino.

Nel linguaggio volto a produrre consenso sono utilizzate anche tecniche di manipolazione mentale come la Programmazione Neuro-Linguistica o PNL (in inglese NLP, Neuro-Linguistic Programming). La PNL è una tecnica in cui ci si serve di parole per riprogrammare il nostro organismo affinché accetti un’altra percezione della realtà. Tengo a precisare che la PNL può essere impiegata per riprogrammare in modo positivo; come ogni strumento, tutto sta nel come viene usato.


Il Generale John Rawling Rees, entrato a far parte del Tavistock Istitute of Human Relations nel 1947 fu il co-fondatore della “Federazione Mondiale per la Salute Mentale”.

John Rees fece riferimento a come insinuarsi in tutte le professioni e aree sociali: <>. Aggiunse inoltre che i “piazzisti” del loro programma di riprogrammazione delle percezioni (lavaggio del cervello di massa) devono agire nell’anonimato e segretamente. E proseguì: il risultato a cui dobbiamo puntare è fare in modo che ciò permei ogni attività pedagogica della vita nazionale….Abbiamo già compiuto una fruttuosa offensiva rispetto a tutta una serie di professioni. Ovviamente le più accessibili sono quelle del settore scolastico e la chiesa, mentre le più ostiche sono legge e medicina>>.
Oggi, grazie alla testimonianza del magistrato Paolo Ferraro e al suo lavoro intellettuale di informazione, sappiamo che il progetto Tavistock si è insediato anche all’interno della legge, della società e della medicina. In Italia esiste una letteratura legata al processo di influenza da parte delle scienze psichiatriche e psicologiche all’interno delle istituzioni, delle scuole e della sanità pubblica. 


Tonia Cancrini Psicoanalisi, uomo e società – Editore Riuniti
Collana Medicina e Potere- Domenico De Salvia – Per una psichiatria alternativa – Editore Feltrinelli

Proprio come la definì il Generale John Rees: una quinta colonna che si accosta alla dimensione pubblica, alla politica e all’industria con una sfera d’influenza sulle attività sociali e professionali che segua il modello del regime totalitario. Dal 1996 la grande fabbrica dei pazienti-clienti è iniziata con l’attivazione di nuove strutture esterne della sanità mentale come le cooperative, le comunità di recupero che hanno la tendenza ad arrogarsi il diritto di psichiatrizzare la società per intero condizionandovi, giudicando e controllando le scelte individuali e collettive di vita e di pensiero delle persone secondo un nuovo relativismo vincolato alla sperimentazione psichiatrica. E trattando come disagio mentale anche le difficoltà ed oscillazioni normali della vita psichica e spirituale quotidiana con le quali ognuno deve imparare a confrontarsi per trarne forza ed esperienza di vita. Il risultato è quello di deresponsabilizzare la persona agganciandola ad una dipendenza pseudo-psichiatrica istituzionalizzata e consolidata con l’assuefazione a sedativi, in un ciclo perverso dove la struttura si espande e giustifica nella società creandosi gli assistiti, assorbe denaro pubblico in proporzione ed utilizza quest’accumulo di potere economico ed elettorale per ottenere protezioni politiche, mediatiche e giudiziarie. E per costruire attraverso di esse un meccanismo sociale di repressione delle critiche. Meccanismo di repressione attivato soprattutto dalla malpractice di una corrente della psichiatria quella per l’appunto tavistockiana che è oggi sempre più all’ordine del giorno.

Considerando l’ambito in cui si muove la psichiatria oggi, tra gli estremi cioè del “sequestro di persona” e dell’”abbandono d’incapace”, si possono considerare sinteticamente le seguenti possibilità:

1. Abusi nelle procedure di ASO (Accertamento Sanitario Obbligatorio) e TSO ( Trattamento sanitario obbligatorio, che ora è stato proposto di portare alla durata massima di un anno), manipolando le imprecise garanzie di legge in senso restrittivo della libertà del paziente;
2. effetti negativi da trattamento (farmaci fuori indicazione o somministrati in modo negligente e inesperto, o addirittura avventato, con gravi effetti collaterali duraturi prodotti);
3. omissione nel controllo sociale (aggressività e violenza nei confronti di terzi o degli stessi pazienti);
4. autolesività e suicidio non impediti da assistenza adeguata.

Nel concreto politico italiano è accaduto inoltre che l’ideologizzazione iniziale a sinistra della riforma psichiatrica, nei climi estremizzanti degli anni Sessanta e Settanta, le abbia scatenato contro le ostilità della destra. Generando a tutt’oggi diatribe irresponsabili fra una sinistra che santifica il sistema rifiutando di ammetterne i troppi difetti, ed una destra che lo demonizza rifiutando di ammetterne certi, anche se pochi, successi. E praticando così ambedue uno sfruttamento politico rispettivamente dei voti dei beneficati e delle vittime, che a livello reale delle persone in difficoltà danneggia tutti senza risolvere nulla. Occorre quindi ritornare direttamente all’essenza del problema, che rimane quella fondamentale del rispetto dei diritti umani.

A Trieste, un noto civilista veneziano Paolo Cendon, crea nel 2004 la figura dell’”amministratore di sostegno”, un nuova professione molto amata dai giovani avvocati in crisi di lavoro, i quali creano una sorta di predazione giudiziaria dei diritti umani e di sostanziale riduzione in schiavitù dei loro stessi assistiti con l’erosione dei beni e della famiglia a beneficio di terzi, entro una trappola psichiatrico-giudiziaria cui è difficilissimo sfuggire. Al punto che, da quello che mi è stato riferito, anche le proteste di parenti venivano paralizzate sottoponendoli allo stesso genere di interdizione impropria.

E che dire dei quasi cinquantamila minori in tutta Italia inseriti in ‘comunità‘ o ‘casa-famiglia’ che non rispecchiano assolutamente la realtà del problema della tutela dell’infanzia e dell’adolescenza; tanto più che, per la stragrande maggioranza, gli allontanamenti non sono motivati su fatti certi, ma su impressioni relative al carattere ed alla ‘adeguatezza’ (termine quanto mai vuoto) delle persone nello svolgimento dei compiti familiari quotidiani ed in ragione delle difficoltà economiche delle famiglie, in realtà risolvibili mediante la concreta applicazione dei diritti sociali costituzionalmente garantiti (ma effettivamente negati da quelle stesse istituzioni pubbliche e para-amministrative che, in alternativa, perseguono il metodo della sottrazione dei minori dai contesti arbitrariamente qualificati come ‘inadeguati’). Si determinano così l’arbitrio e l’incertezza dei criteri di decisione, utili non soltanto a fini di autoritario controllo sociale (e qui emerge in tutta la sua essenza il progetto Tavistock), ma anche ad alimentare la circolazione di somme di denaro pubblico per circa due miliardi di euro ogni anno, che tiene vivo il mercato degli affidamenti e insieme ad ingenti esborsi di denaro privato quello delle adozioni. Bisogna anche sottolineare che tra le tante case famiglie ” tra le strutture private adibite alla ricezione di minorenni ve ne sono molte malfunzionanti o addirittura ‘infernali (il Forteto è un esempio), altre (molto poche) sono gestite con cura e scrupolo.

Ha ragione il giudice tutelare Francesco Morcavallo quando dice che c’è un mercato dei bambini legalizzato dallo Stato e da questa classe politica. Ma il fine di tutto ciò? Semplice creare bambini con delle “menti alveare”. Quando il bambino viene tolto ai genitori per essere immerso all’interno di una comunità si crea un disturbo della coscienza caratterizzato da una riduzione della consapevolezza di sé e del rapporto con la realtà esterna sulla base delle coordinate spazio-temporali e delle relazioni interpersonali. Il tutto crea DISORIENTAMENTO e DISORGANIZZAZIONE. Per un bambino in tenera età provare la sensazione del DISORIENTAMENTO è l’anticamera degli stati psicotici acuti che possono manifestarsi con sintomi tipo stati febbrili, processi infettivi, intossicazioni e momenti di acuta tensione emotiva. Questi cinquantamila bambini fra 15 anni chi saranno? Che cosa faranno? Mi sembra chiaro, diventeranno degli adulti più facilmente manipolabili dall’elite che ci governerà e tra questi ci sarà magari quella percentuale che sarà costretta a subire, previa selezione, progetti sul CONTROLLO MENTALE più cruenti e criminali legati a quella psichiatria deviata occulta che ha piantato le sue radici a Wellington House in Londra.
Tutti noi pensiamo di essere autonomi nel nostro pensiero e di esprimere in ogni momento una nostra opinione ma invece si tratta soltanto di un pensiero che qualcun’altro ci ha inculcato a livello conscio o subconscio.

IL LAVAGGIO DEL CERVELLO non è la creazione dei “Candidati Manciuriani” per perpetrare degli assassini e compiere la volontà dei propri programmatori.

IL LAVAGGIO DEL CERVELLO vuol dire manipolare la popolazione affinché creda alla versione ufficiale; la mafia ha ucciso Falcone e Borsellino, Melania Rea è stata uccisa da Salvatore Parolisi perché aveva scoperto una relazione clandestina tra una soldatessa e suo marito, il mostro di Firenze è Pietro Pacciani e i Compagni di Merende, Anna Maria Franzoni è l’assassina del piccolo Samuele, Rosa e Olindo gli assassini sterminatori di Erba ecc. ecc. ecc.

IL LAVAGGIO DEL CERVELLO è fare in modo che noi pensiamo ciò che il potere vuole che pensiamo, dettandoci così anche i nostri comportamenti. I “giornalisti” e altre persone nell’ambito dei mezzi di comunicazione di massa sono dei lavatori di cervelli, ma la maggior parte di essi forse neppure lo sa. Riportando una falsa versione degli eventi, costoro portano le persone a pensare in modo tale da assecondare la struttura del potere.

Il percorso dal LAVAGGIO DEL CERVELLO al CONTROLLO MENTALE è breve. Ma a questo punto ci si addentra in un terreno profondamente significativo dove probabilmente ASCOLI PICENO ma certamente ROMA e TRIESTE, sono diventati dei veri e propri laboratori sperimentali per il progetto MONARCH o CONTROLLO MENTALE. Nella seconda parte mi soffermerò su quello che sta accadendo a TRIESTE e sul caso della caserma CECCHIGNOLA a ROMA.


Attard Marco


Fonte: http://cddgrandediscovery.altervista.org/category/attard-marco/

sabato 26 settembre 2015

Le banche centrali (private) tengono il mondo in pegno



E’ impossibile capire il sistema bancario mondiale se non si tiene conto dei retroscena. Ciò non si insegna a scuola e nessun economista in giacca e cravatta, né alcun corrispondente del telegiornale, vi dirà mai la verità in proposito. Alcuni di loro non sanno quello che sta succedendo perché sono stati programmati dal sistema dell’istruzione a credere in assurdità, mentre altri semplicemente non vogliono che sappiate. I fondamenti della manipolazione che mira alla creazione di un governo, un esercito, una banca e una valuta mondiali si basano su quella truffa clamorosa che chiamiamo sistema bancario. Una volta che la gente capisce come questo funziona, si rende conto facilmente di come pochi possano controllare la vita di tutti gli altri.

Alle banche viene dato il potere di “creare” denaro, il che significa “creare” denaro che non esiste, noto come credito. Questo non gli costa niente, ma dal momento in cui questo credito viene fatto teoricamente esistere, le banche possono cominciare a caricarlo di interessi. E’ questo il sistema che controlla la vita di tutti. Ma va anche oltre. Quando prendi un prestito, la banca “crea” il credito pari all’ammontare del prestito richiesto, diciamo 20.000 sterline.

Anche se solo in teoria, questo è comunque denaro “nuovo”. Ma tu non rimborserai solo 20.000 sterline, perché sopra quel prestito dovrai pagare gli interessi. L’interesse non è stato “creato” dalla banca, ma deve comunque essere ricavato da qualche parte. Da dove allora?


Dalla ricchezza e dal credito che già circola nel mondo.

In questo modo, fin dalle sue origini, questo folle sistema bancario risucchia la vera ricchezza del piane ta sotto forma di interesse relativo ad ogni prestito concesso a persona, azienda o governo.

Questo ha inoltre consentito alle banche di prestare denaro non esistente in quantità ancora maggiore e di far sprofondare sempre di più nel debito il mondo. La ricchezza accumulata e la capacità di concedere crediti supera ogni immaginazione, ed è assai  superiore a quella degli Stati Uniti, il paese più ricco della Terra. In realtà, le banche possiedono gli Stati Uniti, così come possiedono quasi tutti i paesi del mondo. I banchieri hanno usato questa ricchezza e questa montagna di crediti per comprare e controllare le compagnie petrolifere globali, le multinazionali di ogni genere, i media, le industrie di armamenti, le aziende farmaceutiche, i politici, i “consiglieri” politici e praticamente tutto quello che gli serve per controllare il mondo. Le stesse poche persone e famiglie possiedono tutto! Nascondono questa verità dietro le organizzazioni di facciata, un insieme di aziende con i loro direttori burattini, e il loro desiderio di rimanere nell’ombra viene assolutamente rispettato da patetici mezzi di informazione e dal sistema dell’istruzione. Solo i Rockefeller e i Rothschild controllano una rete incredibile di banche, compagnie petrolifere, multinazionali, compagnie aeree e numerose altre organizzazioni.

La Chase Manhattan Bank dei Rockefeller/Rothschild ha di per sé abbastanza potere da scatenare, volendo, il panico finanziario globale. Nel 1995 la Chase si è fusa con la Chemical Bank che aveva già assorbito la Manufactures Hanover. Questa concentrazione di potere è incredibile. Ma i veri controllori di questi imperi vengono celati al pubblico grazie a uomini ombra, trust, fondazioni e compagnie. L’abilità dei Rockefeller di nascondere il loro reale potere è fenomenale. Ma con i Rothschild tale abilità sfiora il genio. In particolare è dalla Seconda Guerra Mondiale che essi cercano di promuovere l’immagine di un potere il declino che opera fuori della grande lega. Sciocchezze. Sono loro la grande lega insieme ad altri elementi dell’Elite Globale.

Controllando la creazione del credito, i banchieri possono provocare boom o crolli economici, sia a livello nazionale che internazionale, ogni volta che vogliono realizzare le proprie ambizioni. Una depressione economica non è causata da un crollo nella domanda di beni e servizi. Non è la gente a decidere che alcuni servizi o alcuni prodotti non servono più. La depressione economica si viene a creare quando non ci sono in circolazione abbastanza pezzi di carta e “denaro” elettronico con cui pagare quelle merci e quei servizi. E chi controlla l’ammontare di credito monetario in circolazione? Le banche. Se vogliamo causare una depressione per un secondo fine, come nella Germania e negli Stati Uniti prima della guerra, esse adottano misure per ridurre l’ammontare del denaro in circolazione. Riducono il numero di prestiti concessi e alzano i tassi di interesse.

Ciò è estremamente vantaggioso per le banche più grandi. La gente infatti deve continuare a pagare gli interessi sui prestiti prima dell’architettato collasso economico e se viene meno a questi pagamenti, le banche le sottraggono i suoi beni e aumentano nell’ordine di centinaia di migliaia il numero di fattorie, aziende e case di loro proprietà. Durante una depressione con ogni pagamento di interesse da parte di chi continua a rimborsare i propri prestiti sempre più denaro viene tolto dalla circolazione senza essere rimesso nel ciclo economico, e ciò contribuisce ad aggravare la crisi.

Questo processo di riduzione del denaro in circolazione che causa la depressione economica si può osservare in ogni momento. Gli economisti e i loro tirapiedi, i politici e i giornalisti economici, definiscono tutto questo come parte del “ciclo economico”. Fandonie.

La terribile depressione degli anni Trenta, in cui morirono di fame uomini, donne e bambini in un mondo di abbondanza, fu causata dal fatto che le banche ritirarono il denaro dalla circolazione, rifiutando di concedere prestiti. Non è che la gente non volesse mangiare; semplicemente non poteva permettersi di comprare cibo, perché il denaro era stato intenzionalmente ritirato dalla circolazione. Ma chi fu “addentro alle segrete cose” può riassumere meglio di me la situazione che sono andato delineando. Ecco ciò che disse a questo proposito Robert H. Hemphill, un dirigente della Banca della Riserva Federale di Atlanta: “E’ un pensiero sconcertante. Dipendiamo totalmente dalle banche commerciali. Qualcuno deve prendere in prestito ogni dollaro che è in circolazione, contante o credito. Se le banche creano denaro sintetico in grande quantità noi siamo ricchi, altrimenti moriamo di fame. Siamo assolutamente privi di un sistema finanziario permanente. Quando si arriva ad avere un quadro completo della situazione, la tragica assurdità della nostra situazione disperata sembra quasi incredibile, ma di fatto è così. E’ la materia più importante su cui dovrebbe investigare e riflettere le persone intelligenti. E’ così che la nostra attuale civiltà potrebbe crollare, a meno che non si arrivi a una maggiore comprensione del fenomeno e non si adottino al più presto le misure necessarie”.

Non c’erano soldi, si disse alla gente, per costruire le case e sfamare la popolazione. Ma improvvisamente, quando per l’Elite Globale giunse il momento di fare la guerra, ecco che il denaro a disposizione per finanziare Hitler, il Giappone e lo sforzo bellico degli Stati Uniti divenne illimitato. Si sente spesso dire dalla gente che il denaro per fare le guerre non manca mai. Certo che non manca, perché i banchieri che controllano il sistema economico mondiale vogliono quelle guerre. Non vogliono che la gente abbia delle belle case e la pancia piena e riceva un’istruzione appropriata, perché poi diventerebbe assai più difficile da controllare. Non fu la tanto strombazzata politica del “Nuovo Corso” di Franklin Roosevelt a porre fine alla depressione degli anni Trenta, ma furono le banche che rimisero in circolazione il denaro per finanziare la guerra che stavano creando. Ecco la verità riguardo alla vita sulla Terra.

Il freddo, la fame, la mancanza di un’abitazione o l’indigenza non sono in nessun caso inevitabili. Tutte queste cose sono causate dalla mancanza di quei pezzi di carta e numeri elettronici che chiamiamo denaro e dagli interessi che su di esso vengono imposti. Potremmo cambiare questa situazione oggi stesso se solo volessimo.

A controllare il sistema finanziario mondiale e il succedersi di boom e crisi economiche sono solo tredici persone, i membri della Commissione bancaria internazionale di Ginevra, in Svizzera, fondata da David Rockfeller, su incarico dell’Elite, nel 1972. La Commissione è composta da due membri rispettivamente della Riserva Federale statunitense, della Banca d’Inghilterra, delle banche centrali di Germania, Francia e Svizzera, e di un solo membro delle banche centrali di Olanda, Austria e Scandinavia. Ha la sua agenzia di servizi segreti nota come “Four-I” (quattro I), l’International Intelligence Information Institute. Questa elite delle banche è controllata da famiglie come i Rothschild, i Rockefeller, i Bilt e i Goldberg. Legata alla Commissione è la Banca dei Regolamenti Internazionali, anch’essa con sede in Svizzera. Contribuisce a coordinare le politiche della banche centrali nazionali, come fa negli Stati Uniti la Riserva Federale, il cartello di banche private che decide i tassi economici e di interesse americani, senza curarsi minimamente dell’opinione di quei burattini dei presidenti e dei politici.

La maggior parte degli americani non si rendono neanche conto che la Riserva Federale è un’organizzazione privata.

Essi credono:

a) che il governo non possa essere così stupido o corrotto da permettere a un cartello di banche private di governare il paese (sbagliato!) o
b) che la parola “federale” significa che essa fa parte del governo (ugualmente sbagliato!).

Nel Regno Unito, ci viene venduta l’illusione che la Banca d’Inghilterra sia nazionalizzata e quindi sotto il controllo del governo. La Banca d’Inghilterra è uno dei punti focali della rete finanziaria dell’Elite, ed ha continuato ad essere controllata dall’Elite dopo che è stata nazionalizzata dal Governo laburista del dopoguerra, diventando una banca privata non ufficiale.

L’intero castello di carte e il controllo della razza umana si basa sull’imposizione di interessi sul denaro. La questione dell’interesse è cruciale. Non c’è niente di male nel denaro se esso viene usato solo come strumento di scambio per beni e servizi. E’ quando si cominciano a imporre interessi sul denaro, la maggior parte del quale non esiste nemmeno materialmente, che sorgono enormi pericoli. A quel punto si può ricavare più denaro solo manipolando pezzi di carta e numeri elettronici di quanto se ne possa ricavare producendo beni essenziali e servizi che rispondono alle esigenze della gente. Con l’imposizione di interessi, il denaro insegue quelli che ce l’hanno già e ignora chi non ne ha. Le abissali divisioni sociali e finanziarie del mondo sono provocate dall’imposizione di interesse sul denaro. La produzione viene modificata sulla base dell’avidità e non della domanda, e i ricchi si arricchiscono, mentre i poveri si impoveriscono. Spesso non è il costo di una casa che impedisce alla gente di comprarla, ma il fatto che ne dobbiamo comprare tre o quattro per averne una!

Non c’è alcuna ragione per cui un governo non possa stamparsi i suoi soldi privi di interesse e prestarli, senza gravarli d’interesse alla popolazione affinché si compri una casa, magari con una piccola tassa una-tantum per coprire i costi di amministrazione. L’unica cosa che frena questa soluzione è la mancanza di volontà da parte dei politici appartenenti a tutti i partiti, controllati direttamente dall’Elite o dai suoi manipolatori economici. Pensate a come le tasse potrebbero essere drasticamente ridotte, o addirittura abolite,se i nostri governi – in altre parole, la gente – non dovessero rimborsare cifre stratosferiche sotto forma di interessi su denaro “preso in prestito” dalle banche. Un amico che lavora nel settore finanziario mi ha detto che per ogni sterlina o dollaro esistente in contante, ne esistono (o meglio non esistono!) altri 30 milioni sotto forma di “credito” elettronico.

Il pastore Sheldon Emery ha descritto molto bene questo sistema di creazione del debito da parte del governo nel suo libro, Billions For The Banks, Debts For The People: “Il governo federale, avendo speso più di quanto ha incassato dai suoi cittadini in termini di tasse, ha bisogno, mettiamo, di 1 miliardo di dollari. Dal momento che non ha i soldi (il Congresso ha rinunciato alla sua facoltà di “crearlo”), il governo deve andare a chiedere ai “creatori” 1 miliardo di dollari. Ma la Riserva Federale, una compagnia privata, non concede denaro tanto facilmente! I banchieri sono disposti a consegnare 1 miliardo in contanti o sotto forma di credito al governo federale solo se quest’ultimo lo rimborserà con gli interessi! Così il Congresso autorizza il Ministero del Tesoro a stampare 1 miliardo di dollari in buoni del tesoro, che vengono poi consegnati ai banchieri della Riserva Federale. La Riserva Federale paga il costo della stampa del miliardo di dollari (circa 1.000 dollari) e lo consegna al governo, il quale lo usa per pagare le sue obbligazioni. Quali sono i risultati di questa fantastica transazione? Beh, 1 miliardo di dollari va a sanare le fatture del governo, ma il governo ha ora indebitato la gente nei confronti delle banche per una cifra pari agli interessi imposti su 1 miliardo di dollari! Decine di migliaia di simili transazioni sono avvenute dal 1913 [quando la Riserva Federale è stata creata] cosicché negli anno Ottanta, il governo statunitense si è indebitato nei confronti dei banchieri per più di 1 miliardo di miliardi di dollari, su cui la gente paga più di 100 miliardi di dollari all’anno di interesse senza alcuna speranza di riuscire a rimborsare il capitale … [Oggi le cifre sono molto più alte] … Probabilmente i nostri figli e le generazioni future continueranno a pagare per l’eternità! Voi dite, “E’ terribile!” Si, lo è, ma vi abbiamo mostrato solo una parte di questa sordida storia. All’interno di questo scellerato sistema, quei buoni del tesoro sono ora diventati “patrimonio” delle banche del Sistema della “riserva” per “creare” ulteriore “credito” da dare in prestito. Gli attuali fabbisogni di “riserve” gli permettono di usare quel miliardo di dollari in buoni del tesoro per “creare” 15 miliardi in nuovo “credito” da prestare agli Stati, ai Comuni, ai privati e alle aziende. Oltre all’originale miliardo di dollari, essi potrebbero avere 16 miliardi di “credito creato” dal pagamento degli interessi sui prestiti, mentre l’unico costo da loro sostenuto equivale ai 1.000 dollari della stampa del miliardo originale! Dal momento che il Congresso statunitense non emette denaro costituzionale dal 1863, se la gente vuole avere i soldi sufficienti a portare avanti attività commerciali, è obbligata a prendere in prestito il “credito creato” dai banchieri del monopolio e a pagare loro interessi da usura!”.

Il termine “denaro costituzionale” allude alla Costituzione degli Stati Uniti, che afferma: “Il Congresso avrà il potere di coniare il denaro e regolarne il valore”.

Purtroppo, vuoi per caso o di proposito, essa non dice che il Congresso avrà sempre il potere di coniare denaro e regolarne il valore, e che nessun altro potrà fare queste cose. Le conseguenze di ciò sono state abbastanza spaventose per l’America e per il mondo: nel 1910, il debito federale era solo di 1 miliardo, o 12,40 dollari a persone. I debiti statali e locali erano molto ridotti o inesistenti; nel 1920, solo sette anni dopo che la Riserva Federale era stata fondata, il debito del governo statunitense ammontava a 24 miliardi di dollari, 228 dollari per ogni cittadino; nel 1960, il debito nazionale era di 284 miliardi di dollari o 1.575 dollari a testa; nel 1981, il debito salì a un miliardo di miliardi di dollari e da allora è andato aumentando sempre più. Se gli Stati Uniti nella loro interezza venissero ceduti ai banchieri come risarcimento dei debiti, ci vorrebbero ancora due, forse tre America per saldare completamente i debiti!

Dopo gli anni Sessanta, il governo del Regno Unito pagava ogni anno 1 miliardo di sterline di interesse sui prestiti. Nel 1993 la cifra era salita a 24,5 miliardi. Il governo aveva preso dei prestiti per pagare gli interessi sui prestiti mentre il capitale non era ancora stato rimborsato.

Confrontate quei 24,5 miliardi di sterline spese per pagare gli interessi con i 33 miliardi spesi quell’anno per la sanità e gli 11 miliardi che sono andati all’istruzione. Non lamentatevi se mancano i libri scolastici o se gli edifici vanno a pezzi. I banchieri devono pur mangiare, no?

La creazione del debito attraverso l’imposizione di interesse rende anche possibile la conquista del mondo da parte di una minoranza. I banchieri possono accumulare o manipolare affari concedendo o rifiutando prestiti.

Un tipico scenario si verifica con lo sviluppo dell’agricoltura e l’allevamento basata su grandi aziende, che utilizzano tecniche industriali, insetticidi, erbicidi, fertilizzati chimici e con le multinazionali che utilizzano OGM.

Ci viene raccontato che tali aziende assicurerebbero profitti più alti, in realtà è vero il contrario: sono le piccole aziende che utilizzano le tecniche della bioagricoltura a generare maggiori profitti.

Nonostante questo, succede che la produzione agricola è quasi tutta effettuate dalle prime aziende, perché le banche elargiscono in abbondanza crediti alle prime, mentre li rifiutano alle seconde. Non bisogna farsi impressionare dalla capacità di creare profitto delle multinazionali: in realtà, una tipica multinazionale, di solito fa profitti intorno al 2-3% del fatturato, ma richiede ogni anno nuovi investimenti per circa il doppio. Quindi le multinazionali possono affermarsi e svilupparsi solo se sono finanziate dalle banche, in caso contrario fallirebbero nel giro di qualche anno.

Un altro scenario di conquista è quello in cui i banchieri dell’Elite, tutti insieme, rifiutano prestiti a una particolare azienda o compagnia multinazionale. Questo riduce il suo valore in borsa.

A questo punto, quando il prezzo delle sue azioni in borsa precipita, i banchieri comprano grossi blocchi di azioni a prezzi stracciati. Poi cambiano improvvisamente idea e concedono il prestito, aumentando così il valore delle azioni dell’azienda. Allora le banche o vendono le azioni realizzando un buon profitto, o rinsaldano il loro controllo sul consiglio d’amministrazione di quell’azienda.

Cosa fanno le banche una volta acquistato il controllo? Si assicurano che l’azienda prenda sempre più prestiti dalle banche finché viene sommersa dal debito al punto tale che le banche possiedono tutto.

E’ così che le stesse poche persone hanno finito per possedere tutte le maggiori aziende, i media e così via. Una volta acquisito il controllo dei media, è stato facile, nascondere la verità alla gente e propinarci le menzogne necessarie a fuorviarci e a confondersi.

Niente migliorerebbe le condizioni di vita della gente più velocemente della fine dell’imposizione di interessi sul denaro e della ripresa da parte dei governi della stampa del proprio denaro privo di interesse.

Il Presidente Abraham Lincoln si mosse in questo senso creando le banconote “greenbacks”, ma venne ucciso poco dopo, nel 1865, da John Wilkes Booth, un presunto agente della casa Rothschild. Anche il Presidente John F. Kennedy propose la stessa soluzione e alcune delle sue banconote prive di interesse sono ancora in circolazione. Ma fu ucciso dall’Elite a Dallas, in Texas, nel 1963.



 http://www.circolovegetarianocalcata.it/author/paolo/

giovedì 24 settembre 2015

In Siria si gioca il futuro del mondo... Come nel 1942 a Stalingrado

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Al centro della storia c’è la geografia. Un fatto che la maggior parte delle persone spesso non capisce, perché semplicemente non conosce la geografia. Quando ascolto molti politici, politologi, soprattutto liberali, inevitabilmente contesto le loro conoscenze sulla geografia, almeno dalla scuola. Quando si agita lo spauracchio della democrazia, cercando di diffondere violenza ovunque, guarderei più da vicino il mappamondo prima di pronunciare mantra democratici. Uno sguardo è sufficiente per vedere che la cosiddetta democrazia prevale soprattutto nei territori geograficamente protetti da possibili avversari. Gli Stati Uniti d’America sono geograficamente protetti dagli oceani, su un continente dove non hanno nemici. I 70 milioni di indiani che vivevano prima dell’arrivo dei coloni anglosassoni furono distrutti dagli stessi coloni, cacciando i pochi sopravvissuti nelle riserve. Hanno recintato e ridotto geograficamente il Messico per fermare le infiltrazioni della popolazione povera. E questo è tutto. Non ci sono nemici. Poterono iniziare una nuova vita da zero, senza interferenze. E l’hanno fatto. I padri fondatori degli Stati Uniti non erano così brillanti da dare alla luce i principi stabiliti nella Costituzione del Paese di maggior successo, se non erano così fortunati da non avere nessuno che gli impedisse di attuare tali principi noti fin dall’antichità. Invidiamoli.
карта-мираMappa 1. La diffusione della “democrazia” nel mondo. Cerchiata in blu.
Se guardiamo all’Europa, che in sostanza è solo un enorme penisola dell’Eurasia, a Oriente delimitata dalla Russia, che può essere chiamata nemica storica solo con contorsioni. E solo di misura l’Europa, per via di varie aspirazioni egoistiche, fu buon terreno per esperimenti democratici. E una volta che i principali attori europei, Germania, Francia e Inghilterra, si riconciliarono dopo la seconda guerra mondiale, il regno della democrazia s’impose.
карта-европыMappa 2. La diffusione della “democrazia” in Europa. Il confine è cerchiata in blu.
E questo è tutto! Tutte le altre aree del continente Eurasia non hanno alcuna democrazia nell’accezione statunitense o europea, e non possono averla. Culture diverse, civiltà diverse, conflitti permanenti e compenetrazione rendono impossibile tale democrazia! E ogni persona istruita deve capirlo! Ma se comincia a ripetere la filastrocca sulla democrazia in Ucraina, un territorio storicamente sulla via delle grandi migrazione di popoli, o in Siria, centro della “zuppa etnico-religiosa” globale, allora si sappia che avanti agisce un’ordine schifoso per interessi molto specifici. Non ci possono essere principi fondamentali universali su Stato e struttura sociale. Lo scontro di civiltà non è un capriccio di Zhirinovskij, ma una realtà oggettiva da cui non c’è scampo. E dietro la richiesta di rimuovere il “malvagio dittatore” siriano Assad, come in precedenza il mostruoso usurpatore ucraino, autore di crimini sugli studenti Janukovich, stabilendo attraverso elezioni “libere e giuste” la democrazia nel complesso “etno-religioso”, c’è un ben preciso tangibile malvagio calcolo, abusando cinicamente e odiosamente di questo scontro di civiltà. Non so esattamente cosa dirà Vladimir Putin nel discorso alla sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ma dubito che avrà il coraggio di dire la verità. Ci sono considerazioni tattiche. Vi è un grande gioco geopolitico, la lotta per il dominio del mondo e le risorse globali, e alle Nazioni Unite i principali attori spingeranno i loro interessi con tutti i mezzi possibili e impossibili con paroloni di pretesto. L’intrigo principale sarà se l’Europa si sveglierà o seguirà ancora le orme della politica statunitense. Alcuni anni fa la segretaria di Stato Madeleine Albright si precipitò a dire che la Russia dispone ingiustamente di un terzo delle risorse del mondo. Ribadiva che sì è vero e, purtroppo, il secondo premio globale chiamato Siberia era andato alla Russia. Senza entrare nei dettagli su a chi sia andato il primo premio, si noto ciò che ne seguì. I nostri media liberali cominciarono in modo coerente e persistente a martellare le masse russe che il concorrente principale delle ricchezze della Siberia è la Cina, che cercava di strapparle a una Russia indebolita, anche attraverso l’espansione della migrazione furtiva di parte dell’enorme popolazione, cosa che in realtà non accade affatto. L’occidente è stato quindi indicato come amico e modello, dimenticando di citare quante volte la Russia sia stata invasa dall’Europa, per distruggere lo Stato russo. Hitler, Napoleone, svedesi, polacchi, ecc. Alcuni storici dicono nove volte. Non voglio entrare nei dettagli, per distrarre dalla questione principale, ma dal territorio della Cina non ci furono invasioni, ad eccezione dell’incidente di frontiera a Damansky. Questo è tutto! La storia va conosciuta, studiata e le conclusioni tratte. La memoria storica va aggiornata periodicamente.

E ora torniamo alla geografia alla luce dell’equilibrio geopolitico di oggi. C’è un preteso egemone mondiale, gli Stati Uniti, che aspira a dominare il mondo. Ha una leadership globale, ma non il dominio. Per il dominio deve controllare le risorse mondiali. Non potrà mai controllare le risorse umane della Cina, ma la Cina senza risorse minerarie non è un concorrente. E le risorse minerarie del mondo sono controllate dagli Stati Uniti (si pensi al primo premio) e dalla Russia (si pensi al secondo premio). Controllando due premi, gli Stati Uniti avranno l’ambito dominio del mondo. Conclusione ovvia e chiara. Pertanto, l’obiettivo principale degli Stati Uniti è lo smembramento della Russia, la separazione della Siberia e la creazione su di essa di un protettorato sotto controllo, come ora in Ucraina. 
E’ importante capire che parliamo di smembramento e non della distruzione della Russia. La Russia dovrebbe rimanere entro i confini troncati sugli Urali, come tampone naturale dell’Europa dalle civiltà musulmana e cinese. La democrazia europea deve sentirsi a proprio agio sulla penisola europea. L’Europa ha bisogno di una Russia troncata e con un esercito capace di respingere gli attacchi degli islamisti e assumersi tutte le difficoltà dello Stato di frontiera. L’idea di eliminare la Russia non è di ieri. La prima fase, il crollo dell’URSS, riuscì piazzando traditori nella leadership del Paese. Questo, e non le difficoltà economiche, causarono il crollo dell’URSS. Oggi i traditori veri e propri non sono visibili presso i vertici. E la politica estera dimostra che la leadership russa è ben consapevole e agisce di conseguenza, spesso previdente. Ma tutto ciò che è successo ieri, come la guerra civile in Iraq e Siria, l’emergere del SIIL, la crisi ucraina, sono solo un preludio. La vera lotta inizia ora: si segua il discorso del presidente russo in occasione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

In secondo luogo, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, il piano per lo smembramento della Russia era così evidente che può essere chiaramente definito. Sembra che la leadership russa non volesse crederci fino alla fine, ma quando capì entrò in azione in modo estremamente veloce e molto efficace. Se si guarda la mappa etnico-confessionale, appare chiaro che l’attacco principale contro la Russia si svolgerà sul ventre, da sud attraverso l’Asia centrale, le repubbliche dell’Asia centrale, con il SIIL che apre un nuovo fronte contro di esse. La difficile situazione economica in questi Paesi, la disoccupazione e la povertà, porterà nelle file del SIIL centinaia di migliaia di locali arrabbiati che potranno in breve tempo spazzare via gli attuali regimi di Turkmenbashi-2, Karimov e Rakhmonov, e poi espandersi sul territorio relativamente sicuro del Kazakistan, che comincia ad agitarsi per il calo dei prezzi delle materie prime. E non è garantito che la situazione sarà sotto controllo. La Russia in via di principio può farlo, ma usando eccezionalmente tutte le sue risorse. In caso di fallimento il SIIL apparirà a Omsk, Tatarstan e Bashkiria, e la meta agognata degli statunitensi di smembrare la Russia sarà molto vicina…. 
Per l’attuazione devono fare due cose. La prima è inviare le principali forze dello Stato islamico in Asia centrale, e la seconda deviare le forze militari della Russia sul secondo fronte, per non farne avere abbastanza sul principale, il fronte dell’Asia centrale, e questa sarà ovviamente il Caucaso, dove la situazione è ora sotto controllo, ma non c’è dubbio che ci proveranno di nuovo. Combatteranno la Russia con il SIIL, e non solo la Russia. Ilham Aliev ha capito tutto. E’ il primo sulla via del SIIL. L’Azerbaigian ha già avviato il processo di rottura con l’occidente. Questo è molto importante, il leader dell’Azerbaigian è stato abbastanza intelligente da non scatenare una seconda guerra del Karabakh, a cui veniva costantemente spinto. Molto presto avrebbe avuto grossi problemi nel Karabakh. L’Azerbaigian sciita verrebbe semplicemente spazzato via dal SIIL pseudo-sunnita.
распространение-исламаMappa 3. La diffusione dell’Islam e possibile offensiva del SIIL
E ora il secondo fronte contro la Russia, che avrebbe dovuto essere il primo, l’Ucraina. Gli eventi in Ucraina, Siria e Iraq sono quasi simultanei e provocati da una sola potenza, gli Stati Uniti d’America. Il piano è ora del tutto evidente, la Russia avrebbe dovuto impantanarsi nella guerra con l’Ucraina, cadere sotto le sanzioni globali ed esaurire le risorse alla vigilia del colpo decisivo del SIIL nell’Asia centrale. Non è successo. E oggi possiamo solo applaudire la leadership russa, che magistralmente risponde alla provocazione globale degli Stati Uniti in Ucraina. Le sanzioni contro la Russia non hanno, almeno finora, avuto natura globale e la Russia non s’è impantanata nella guerra in Ucraina, la Crimea è tornata senza spargimenti di sangue, ed ha creato il cuscinetto con RPD e RPL dagli eserciti paragonabili a quello ucraino. I successi tattici furono esemplari. 
Ovviamente, non ci sarà alcun abbandono di RPD e RPL, per informalmente “mantenere la pressione” sui banderisti quanto necessario, sciogliendo le mani della Russia in Medio Oriente, dove l’obiettivo strategico principale è la distruzione del SIIL. Con tutto il rispetto per il leggendario Che Guevara russo, Igor Strelkov, devo ammettere che non previde la partita fino alla fine e i suoi appelli a diffondere la primavera russa su tutto il territorio dell’Ucraina erano prematuri e addirittura dannosi. Non era ancora il momento.

E ora sulla Siria. La Siria è la Stalingrado di oggi. Non può essere consegnata e non lo sarà. La posta in gioco non lo consente. Come la resa di Stalingrado nel 1942 fu una catastrofe geostrategica, la resa di Assad, con il crollo conseguente dell’esercito e dello Stato siriani, sarebbe una catastrofe geopolitica inammissibile in Asia centrale. Tutte le chiacchiere degli statunitensi su coalizione e lotta contro il SIIL sono menzogne e ipocrisia. Non lo combattono sul serio, e non vogliono la Russia, in qualsiasi modo, nella coalizione anti-SIIL. La decisione sul trasferimento in Siria di armi e consiglieri militari russi gli confonde i piani. 
Come gli Stati Uniti cercheranno di cacciare la Russia dalla Siria, lo sapremo dalle discussioni all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La pressione sarà folle, ma non funzionerà. Nel frattempo gli statunitensi devono ancora rispondere su come il SIIL disponga di miliardi di dollari, giacimenti di petrolio e armi. L’obiettivo primario del SIIL è rovesciare Assad e distruggere la Siria. Gli statunitensi programmavano una guerra contro il SIIL simulata per anni, come già affermato a livello ufficiale. Per non interferire nelle azioni in Asia centrale, avrebbero consegnato la Siria al SIIL. Il tempo mostrerà come gli eventi si svilupperanno in Siria. Dopo aver dormito alle provocazioni geopolitiche globali degli statunitensi in Medio Oriente e Ucraina, la leadership russa ha quasi annullato il successo degli USA con una riuscita tattica efficace, ma la situazione generale rimane estremamente difficile. E’ necessario capirlo senza illusioni. Il nostro Paese attraversa un altro 1942.
Parmen Posokhov, Trymava, 21 settembre 2015 – Fort Russ

syrian-russian-flagsTraduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora