lunedì 28 novembre 2022

Ecco gli eroi della resistenza umana: i non abbacinati. Lo dice il generale Christian Blanchon...



Il generale francese Christian Blanchon ha pubblicato sulla stampa francese un messaggio fuori dal coro. 

“Anche se fossi completamente vaccinato, ammirerei i non vaccinati per aver resistito alla più grande pressione che l'uomo abbia mai visto, anche da parte di coniugi, genitori, figli, amici, colleghi e medici.

Le persone che sono state capaci di tale forza di carattere, di tale coraggio e di tale capacità critica incarnano senza dubbio il meglio dell’umanità. Si trovano ovunque, in tutte le età, livelli di istruzione, paesi e opinioni. Sono di un tipo particolare; questi sono i soldati che ogni esercito di Luce desidera avere nei suoi ranghi. Sono i genitori che ogni bambino desidera avere e i figli che ogni genitore sogna di avere. Sono esseri al di sopra della media delle loro società, sono l’essenza dei popoli che hanno costruito tutte le culture e conquistato orizzonti.

Hanno fatto quello che gli altri non potevano fare, sono stati l’albero che ha resistito all’uragano degli insulti, delle discriminazioni e dell’esclusione sociale. E lo hanno fatto perché sapevano di essere soli. Esclusi dalle tavole di Natale delle loro famiglie, non hanno mai visto niente di così crudele. Hanno perso il lavoro, hanno lasciato che le loro carriere affondassero, non avevano più soldi… ma non gli importava. Hanno subìto incommensurabili discriminazioni, denunce, tradimenti e umiliazioni… ma hanno continuato nella loro determinazione.

Mai prima d’ora nell’umanità c’è stato un tale schieramento, ora sappiamo chi sono i veri resistenti sul pianeta Terra. Donne, uomini, vecchi, giovani, ricchi, poveri, di tutte le razze e di tutte le religioni, i non abbacinati, i nocchieri dell’arca invisibile, gli unici che sono riusciti a resistere quando tutto è crollato. 

Siete voi non vaccinati che avete superato una prova inimmaginabile che molti dei marines, commando, berretti verdi, astronauti e geni più duri non sono riusciti a superare. Siete fatti della stoffa dei più grandi resistenti mai vissuti, quegli eroi nati tra uomini comuni che brillano nell’oscurità”.

Christian Blanchon, generale dell’esercito francese





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domenica 27 novembre 2022

Influenza...? - Taci il nemico ascolta!

 


Con la fine dell’emergenza pandemica e l’attenuazione dell’allarmismo, sulla strada del ritorno ad una vita più normale comincia ad emergere qualche voce dissonante rispetto all’uniformità di opinione che ha caratterizzato il corso degli ultimi due anni e mezzo: si tratta di articoli giornalistici in cui compaiono – anche se in modo fugace – notizie di attualità e relazioni di studi scientifici che sarebbe ormai impossibile passare sotto silenzio, pena – per il giornalismo - il non potersi difendere dall’accusa di aver occultato dati solidi e conclamati.

Potremmo ascrivere a questo filone, per esempio, le notizie su Ursula von der Leyen, indagata dalla Corte dei conti europea per la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato la fase di acquisto dei vaccini (ad oggi, risulta ancora negato l’accesso agli sms scambiati col CEO della Pfizer-Biontech, Bourla e, ancor peggio, ai contratti sottoscritti con le case farmaceutiche, consegnati ai tribunali solo dopo aver oscurato le parti coperte da segreto – di fatto, la maggior parte del documento); oppure, le rivelazioni circa il possibile conflitto di interessi che vedeva il marito della Presidente della UE, a sua volta Presidente di Orgenesis, quale membro (rapidamente dimessosi in seguito all’esplodere del caso) del Comitato di sorveglianza del Centro nazionale di ricerca “Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna”, società che aveva vinto il bando di 320 milioni di Euro del PNRR per condurre le sunnominate ricerche sotto la guida dell’Università di Padova.

Ma l’aspetto più intrigante del recente exploit delle testate giornalistiche italiane riguarda il report degli esiti della ricerca scientifica - per così dire - non ortodossa, e limitatamente a quello che ormai non può più essere ignorato. Tali esiti vengono presentati nella loro veste più attuale – l’ultima pubblicazione, l’ultimo presunto “scoop” di qualche rivista scientifica -; in realtà, si tratta spesso del momento conclusivo di lunghe e complesse indagini in parte già circolanti, ma bellamente ignorate (per non dire osteggiate o negate) dal mainstream; indagini condotte da arditi ricercatori, molti dei quali hanno dovuto combattere contro la segregazione accademica e i pregiudizi di schiere di “scienziati” loro pari, rigorosamente allineati sul fronte dell’obbedienza al pensiero dominante.

Un interessante caso di studio potrebbe esser il recente intervento di Janine Small, direttrice della Pfizer, comparsa davanti al Parlamento europeo come supplente del CEO, Bourla. che si era rifiutato di presenziare; la Small, su sollecitazione del commissario olandese Rob Roos, ha asserito con un serafico sorriso che i vaccini Covid non sono mai stati testati circa la capacità di interrompere la circolazione del virus SARS-CoV2. Il caso mediatico vero e proprio è scoppiato quando il commissario olandese ha diffuso la notizia facendola passare per uno scoop e reclamando che, in assenza di prove certe sull’effetto immunizzante del vaccino, l’imponente spinta vaccinale costituisse un abuso.

Sembrerà di certo strano ai più ma quanti in Italia e altrove hanno sin dall’inizio assunto un atteggiamento critico, diversamente dal commissario Roos, questo particolare lo conoscevano (e lo comunicavano) sin dal dicembre 2020: avevano letto attentamente i documenti ufficiali dell’EMA relativi all’autorizzazione condizionata dei vaccini; e non solo quelli: anche gli scarsi studi preparatori dei vaccini e tutto quel che era possibile trovare sul tema. Gli studiosi e i ricercatori critici dicevano questo e anche molto altro, esponendo dati e tesi che in seguito sono stati confermati dai fatti; per citare solo il caso più eclatante, ripreso dai giornaloni: che gli anti-infiammatori usati precocemente riducessero di oltre il 90% i ricoveri e abbattessero fortemente la mortalità (da marzo 2020 e a più riprese diversi medici chiesero inutilmente udienza al Ministero della Salute per mettere a disposizione la loro esperienza). E si potrebbe continuare…

Nonostante tutto questo fosse noto da tempo tra le schiere dei cittadini critici, qualcuno oggi trova naturale riunire in un accostamento piuttosto urticante il fatale evento “confessorio” di Janine Small della Pfizer al suo corrispettivo, ovvero l’italianissimo obbligo a vaccinarsi per non far circolare il virus (e salvare – di volta in volta – il Natale, i fragili, i nonni etc). Consapevoli di ciò e per evitare di turbare gli animi degli italiani che hanno porto, volenti o nolenti, il braccio alla Patria, i nostri bravi giornalisti si sono sì preoccupati di dire la verità, ma sottovoce: un trafiletto e poi via, nel dimenticatoio! Gli animi di chi è stato inutilmente vessato col ricatto non devono essere sottoposti a questi sussulti! Negare, sempre, è imperativo: così il Bene continuerà a trionfare, tanto si sa che gli Italiani hanno la memoria corta.

Poco importa, dunque, che i fact checkers (i guardiani della verità della Rete) risultino chiaramente compromessi da lunghe sequele di interventi di soppressione della Menzogna che, inaspettatamente, è divenuta verità (con la v rigorosamente minuscola). Basta fare un giretto in rete per trovare le prove: insinuare che “provvedimenti come il nostro Green Pass siano stati imposti inutilmente è fuorviante… i vaccini non prevengono il contagio, bensì le forme gravi di Covid…” asserisce Open. Peccato che i testi di legge e innumerevoli messaggi televisivi di politici e tuttologi abbiano sostenuto per mesi e mesi il contrario: “il vaccino dà garanzia di trovarsi tra persone non contagiose”; “nelle classi di vaccinati sarà possibile togliere la mascherina”, parola dei Migliori. Peccato che i sanitari siano ancora oggi stati a lungo privati del lavoro perché – questa la motivazione - suscettibili di diffondere il contagio; privazione che andava protratta nella speranza che gli “opportunisti” – come li chiamava Brunetta - “ritornassero presto “a far parte della società civile” assoggettandosi alla puntura… Peccato che migliaia di uomini, donne e bambini siano stati umiliati, offesi, isolati, redarguiti sulla base del Nulla, visto che il contagio, quello vero, non ha mai guardato alla validità del Green Pass rafforzato, come invece faceva chi disseminava odio sui social invitando – impunemente - alla violenza: costume tornato prepotentemente in auge, in pieno sprezzo di solidi dati scientifici, col rientro dei sanitari dopo la cessazione dell’obbligo vaccinale decretato dal governo Meloni. Per questi sanitari si arriva addirittura ad invocare un apartheid di fatto per presunta indegnità, avendo essi rifiutato il sacro vaccino (questo, non altri) per ragioni che nessuno si preoccupa di verificare. E, naturalmente, negando che tutto ciò configuri una vera e propria discriminazione.

Gli amanti di Orwell potrebbero rubricare molti di questi fatti nella sezione “bi-pensiero”, dove è vero Tutto e anche il suo contrario. Come si potrebbe dar loro torto?

Dice un mio amico per consolarmi che “la gran parte del mondo è dalla parte buona”; lui pensa soprattutto all’Italia. Chissà cosa intende? Forse che gli Italiani, brava gente, le cose le capiscono al volo e si regolano di conseguenza. Insomma, pur di galleggiare si abbozza, sì, ma la vera verità non sfugge. Spero tanto che abbia ragione: un’Italia silente che sa riconoscere prevaricazione e menzogna e le disprezza, tutto sommato la posso capire e forse, almeno un pochino, mi potrebbe persino piacere.

Vorrei, però, sommessamente aggiungere, soprattutto a beneficio di chi vede con timore e tremore l’orizzonte politico farsi rosso-bruno, che qualche milione di persone - quell’orizzonte - lo vedeva assai scuro anche prima della presunta “svolta” del 25 settembre. Eppure, quasi nessuno dalle nutrite schiere “partigiane” che oggi invadono le piazze – le schiere dei “buoni” per antonomasia - ha alzato la voce, allora, per difendere chi veniva calpestato nei suoi diritti, zittito a suon di manganello e spazzato via con gli idranti in nome di un finto Bene comune che non comprendeva nemmeno l’habeas corpus.

Chi tace, acconsente, dice il proverbio. Se la propaganda, la verità di stato, il paternalismo, lo stato etico, il negare in modo violento i diritti fondamentali delle persone (come il lavoro) sono fascismo, temo sia quanto mai opportuno retrodatare la data del suo “ritorno” tra noi, gettare la maschera che ci nasconde a noi stessi e cominciare a fare un serio esame di coscienza.

Chiara  Zanella










Fonte: https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/24288-chiara-zanella-chi-tace-acconsente.html


venerdì 25 novembre 2022

Buoni e cattivi nel calderone unico...?

 


Mentre si spogliava un popolo della vera ricchezza lo si doveva riempire di sciocchezze.

Parole inutili, estetica da discount, cibo poco nutriente per l’anima e per il corpo; musica di sottofondo da sala di aspetto. Anima in conto-vendita per garantirgli la sussistenza.
Il cuore in quelle situazioni, sfibrato ed addolorato, se ne va, ogni giorno un po'.
Non sono più così buoni, i buoni... vero?
Non sono più così cattivi i cattivi vero?
Mancano quelli veri.
Mancano quelli che non hanno mai cambiato idea, non per caparbietà, ma perché guidati da qualcosa di invisibile.
Bene.
Fra un pò s’inizierà a vedere ancora meglio.
Le strade erano già confuse ed i pochi che vedevano erano stati messi in una posizione scomoda.
Da una buca, nel fango, senza potere, che tu sia in grado di cantare divinamente o che chieda l’elemosina, poco cambia.
La tua natura, in un mondo di ciechi, non può essere percepita se il parametro per il giudizio è sbagliato. E se per ricevere quel modo di vedere, tutti hanno lavorato per anni, decenni, come pretendere di cambiare sguardo in poche ore?!
Accadranno molte cose. Accadono sempre, anche quando nessuno le vede.
Se vi dicessi cosa è accaduto a me, non mi credereste. In qualunque parte di una storia io vi raccontassi di essere stato…non vorreste o potreste credermi.
Qualcuno si.
Ci sono uomini che sentono che ogni storia può essere raccontata in molti modi. Magari hanno assistito a modi che sembravano impossibili da raccontare.
Il desiderio di comprendere il mondo, di avere qualcuno in grado di spiegarci che è tutto molto differente, spinge una piccola parte degli uomini a credere più che a dubitare.
E’ come se avessero una parola sulla punta delle labbra, della lingua. Una storia bellissima da raccontare ma solo poche parole per farla affiorare distintamente.
Ci sono persone che credono e persone che vedono. Persone che sentono. Persone a cui bastano pochissimi tratti coerenti per ricostruire un’immagine perfettamente credibile; poiché sfoca gran parte delle incoerenze.
Una storia che li accompagna verso un burrone magari, senza che la visione di questo generi in loro la minima angoscia.


Ci sono persone di ogni tipo. Per alcuni, qualsiasi cosa, è un ostacolo insormontabile. Per altri un semplice esercizio per la felicità.
Ci sono persone che non raccolgono un granché dalla vita e se ne rammaricano. Persone che raccolgono sempre enormemente più di quanto seminato poiché altre persone seminano nei loro pressi e non si curano di raccoglierne i frutti.
Ci sono persone che odiano e persone che sanno solo soffrire e creano presupposti affinché la loro sofferenza cresca fra sprazzi di flebile gioia.
Persone che per tutta la loro esistenza vivono in un sogno.
Ci sono così tante cose... che a volte sembra impossibile che possano tutte coesistere. In un perfetto ingranaggio armonico.
Ci sono persone che intrecciano storie affinché ogni vita intrecciata blocchi la storia delle altre e procedendo in una rete, tutti siano accomunati, da un’energia soverchiante.
Costoro possono farlo poiché è permesso dalla somma dei desideri.
Ancora per un pò.
A questo punto della storia…quelli come me, trovano sempre il modo di far vedere una via di uscita. Qualcosa che illumini una strada.
Ma c’è ancora troppa confusione e gli uomini hanno bisogno di chiarezza. Di vedere i fratelli, non così fratelli. Di vedere i buoni, meno buoni. I cattivi, meno cattivi.
Hanno bisogno di vedere qualcosa…ma per farlo servono meno sciocchezze, meno parole inutili. Meno estetica da discount. Cibo più nutriente per l’anima ed il corpo. Musica che elevi ed arte che illumini.
Ma prima occorre riprendere a sé l'Anima.

Andrea Santini



mercoledì 23 novembre 2022

Instillare l'odio contro la Russia non giova alla Polonia né all'Europa...


Limes: La Polonia sogna un mondo senza Russia

Nella Polonia post-sovietica, un'atmosfera anti-russa è stata creata dagli sforzi degli ideologi occidentali e locali. I tentativi dei singoli analisti di comprendere oggettivamente i rapporti con Mosca portano a una "caccia alle streghe". Al momento, la persecuzione si è svolta contro il politologo Leszek Sikulsky. L'analista polacco ha parlato della preparazione per una guerra contro la Russia.
In precedenza, ha lavorato nell'amministrazione del presidente Lech Kaczynski e aveva una reputazione di intellettuale capace di fornire analisi esaustive su una serie di questioni geopolitiche. Nel 2021 il presidente Andrzej Duda gli ha conferito una Croce al Merito di bronzo. Ora è diventato oggetto di attacchi da parte della stampa polacca.
Secondo Gazeta Wyborcza, dopo l'inizio dell'operazione speciale delle forze armate russe in Ucraina, Sikulsky "ha osato" fare appello alle autorità polacche affinché non fornissero assistenza militare agli ucraini, per non "esporre il nostro Paese alle azioni di ritorsione della Russia ." Con dispiacere della stampa polacca, egli sollecita la necessità di vivere in pace con i vicini, di trovare un terreno comune tra polacchi e russi, e non di addestrare sabotatori bielorussi e sognare una federazione con l'Ucraina.
Sikulsky è perseguitato per aver richiesto al governo polacco di approfondire le responsabilità del massacro di Volyn (vedi: https://hmn.wiki/it/Massacres_of_Poles_in_Volhynia), le cui indagini sono attualmente bloccate dalle autorità ucraine. Allo stesso tempo nel Ministero degli Affari Esteri della Polonia si definiscono "amici dell'Ucraina".
"Il governo polacco si sta preparando alla guerra a est. Se l'Ucraina si indebolisce, gli americani faranno pressione sulle autorità polacche per costringerle ad aiutare direttamente l'Ucraina. Chiediamoci, lo vogliamo, siamo pronti ad andare in guerra oggi? È nel nostro interesse entrare in conflitto con Russia e Bielorussia, lottare per questo confronto?" Sikulsky ha osservato.
Secondo lui, le autorità della Polonia stanno già preparando il terreno contro i dissidenti. In particolare, sarà presto introdotto un emendamento al codice penale per cui: "Ai sensi dell'articolo 130, sarà possibile mettere in carcere chiunque abbia opinioni incompatibili con la posizione del governo".
È del tutto possibile che Sikulsky diventi una delle prime vittime del terrore della leadership polacca, che, sotto i dettami degli Stati Uniti, ha scommesso sul conflitto diretto contro la Russia.




Fonte: topwar.ru


martedì 22 novembre 2022

La guerra degli aquiloni... adesso la Russia spara missili a salve...

 


La notizia del missile nucleare russo (senza testata però) abbattuto dalla contraerea ucraina, è rimbalzata in primo piano su tutti i media. Cosa c’è di vero?

Allora, qualche dettaglio sulla fantasmagorica storia del missile nucleare russo che però non aveva la testata.

In effetti, il 18 novembre 2022 la contraerea ucraina ha abbattuto un Kh-55, un missile impiegato (teoricamente, ovvio) come vettore per testate nucleari. La testata nucleare però non c'era né c'era qualsiasi altro tipo di testata, ma solo un blocco vuoto, cioè un simulatore che si usa durante l'addestramento. Ovviamente, e forse comprensibilmente, ci si è chiesto il motivo di questa ben strana configurazione. Le ipotesi proposte sono state:
1) È un test per vedere se riescono a colpire l'Ucraina con un missile a testata nucleare. Ora chiariamo una cosa: quando si legge "missile a testata nucleare" si pensa istintivamente a un ICBM, un missile balistico, di quelli alti come un palazzo. Ma il kh-55, di cui allego una foto, è un missile tipo cruise, che si lancia dai bombardieri strategici. E missili sull'Ucraina i bombardieri strategici russi ne hanno sganciati un bel po' dall'inizio delle ostilità. Che bisogno avevano di lanciarne uno per prova?
2) Non è un test, ma un avvertimento. Avvertimento a chi, e di cosa? Non mi pare sia un mistero che la Russia possegga armi nucleari e sia in grado di lanciarle più o meno dove vuole. A che scopo lanciarne uno disattivato?
3) Hanno sbagliato. E già, quelli i russi bevono, si sa. Hanno sbagliato cosa, poi? Volevano veramente lanciare un missile a testata nucleare sull'Ucraina, così a caso? Mi sa di no.
4) HANNO FINITO I MISSILI E SONO COSTRETTI A USARE QUELLI NUCLEARI SENZA TESTATA. Allora facciamo finta che la cosa sia vera, del resto è da metà marzo che le migliori menti del giornalismo mondiale ci dicono che la Russia sta per finire i missili. Immaginiamo davvero che non ne abbiano più, di missili convenzionali, e debbano usare le scorte di cruise nucleari. Alla fine sempre missili sono: ma perché lanciarlo senza alcun tipo di testata? Le testate sono intercambiabili, si poteva usare una testata ad alto esplosivo, invece niente.

Come mai. E qui ancora ci soccorrono le migliori menti di cui sopra: OVVIAMENTE HANNO FINITO ANCHE LE TESTATE CONVENZIONALI. Quindi sparano, sostanzialmente, dei pali di metallo sperando che si piantino da qualche parte e facciano danno. Sì, mi sembra logico e lo pubblicherò sul mio giornale.

Come al solito, la verità è molto più semplice e banale. Il Kh-55 è un vecchio missile, entrato in servizio nel 1983. Dai primi anni '90, con l'avvio dei programmi di de-escalation nucleare, la sua importanza è scemata notevolmente; siccome però è un buon vettore, fatto bene, i progettisti russi lo hanno utilizzato come base per una pletora di missili a testata convenzionale, con raggio ridotto e maggiore accuratezza: il Kh-55SD, il Kh-55SE, il Kh-55SM e l'ultimo nato, il Kh-101 (a testata convenzionale) e 102 (a testata termonucleare) che costa un milioncino di dollari a missile. Il povero Kh-55 in configurazione base langue inutilizzato nei magazzini, e là si arrugginirà fino alla fine dei tempi perché, anche per i vettori nucleari, la Russia ne ha di più moderni.

E quindi?

E quindi lo hanno sparato, e non lui da solo, come decoy, per ingannare la contraerea ucraina e farle sprecare un S-300 mentre gli altri missili si dirigevano sul bersaglio. La contraerea non può sapere se quello che sta passando è un missile "vero" o un decoy. Questo è quanto. Ma vuoi mettere, titolare che la Russia ha lanciato una testata nucleare, anche se senza testata?

Francesco dall'Aglio


lunedì 21 novembre 2022

Stoccarda diventa l' "hard core" della guerra USA contro la Russia



Il 13  novembre ho ricevuto un’e-mail dal mio buon amico Francis A. Boyle, professore di diritto all’Università dell’Illinois, riguardante la creazione a Stoccarda di un nuovo centro di coordinamento americano per le operazioni di guerra in Ucraina, diretto da un generale a tre stelle.

La notizia sembra essere stata messa in secondo piano la scorsa settimana a causa dell’attenzione prestata dai maggiori media occidentali al ritiro russo da Kherson e dell’ingresso delle forze ucraine in quella città. Ma a giudicare dall’interpretazione di Boyle, ci sono tutte le ragioni per puntare i riflettori su questo evento e per cercare di stimolare una discussione più ampia possibile sui media alternativi, sia digitali che tradizionali.

Offro la seguente citazione dall’e-mail di Boyle con il suo permesso:

"La storia che segue è una classica notizia da copertina del Pentagono. Non c’è bisogno di un generale a tre stelle e di uno staff di 300 persone per tenere d’occhio le armi americane fornite all’Ucraina. Si tratta di un vero e proprio comando militare per condurre una guerra contro la Russia. L’ultima volta che ho avuto a che fare personalmente con un generale a 3 stelle è stato quando ho tenuto una conferenza a West Point sulla deterrenza nucleare, di fronte, tra gli altri, ad un generale a 3 stelle responsabile di operazioni di guerra al Pentagono. Il Pentagono mette un generale a 3 stelle a capo di operazioni di guerra, non per tenere un’inventario. E non c’è bisogno di uno staff di 300 persone per fare verifiche di questo genere. È un quartier generale di guerra. Entreremo in guerra contro la Russia, a meno che il popolo americano non trovi un modo per fermarla! (Francis A. Boyle, Professore di diritto)

STOCCARDA, Germania – Un generale a tre stelle guiderà un nuovo quartier generale dell’esercito americano stazionato in Germania e composto da circa 300 addetti responsabili per il coordinamento dell’assistenza alla sicurezza in Ucraina, ha dichiarato questa settimana un alto funzionario militare statunitense."

Per coloro che non conoscono Francis Boyle, rimando alla sua breve biografia sul sito dell’Università dell’Illinois:    https://law.illinois.edu/faculty-research/faculty-profiles/francis-boyle/

A questo posso aggiungere che i suoi studi di scienze politiche per master e dottorato ad Harvard vertevano principalmente sulle relazioni russo/sovietiche, e che nel periodo trascorso ad Harvard ha lavorato con molti dei miei stessi professori. In questo senso, Boyle è un conoscitore della Russia ben qualificato, anche se all’universita’ dell’Illinois si occupa principalmente di studi sulla difesa dei diritti umani. Quest’anno Francis è stato anche particolarmente degno di nota per i suoi sforzi nel promuovere, come hanno fatto anche diversi membri chiave del Congresso americano, gli articoli di impeachment contro il Presidente Biden, che ha redatto lui stesso. L’accusa: condurre una guerra non dichiarata alla Russia in violazione della Costituzione. Finora l’iniziativa ha avuto poco seguito, ma quando il nuovo Congresso a maggioranza repubblicana si insedierà nel 2023 le prospettive di trovare supporto potrebbero migliorare notevolmente.

Nonostante le notizie preoccupanti o allarmanti di cui sopra, chiudo questo articolo con un barlume di speranza che il mondo non sia ancora completamente impazzito. Dalla persona che gentilmente traduce i miei articoli in tedesco, ho appreso la notizia dell’inizio di quello che potrebbe essere un movimento nazionale nella Repubblica Federale all’insegna dello slogan “Ami Go Home”. Il movimento comincerà con una manifestazione a Lipsia, nella Germania dell’Est, il 26 novembre. Le proteste si ispirano al pensiero di Oskar Lafontaine, un politico tedesco che ha ricoperto posizioni di primo piano nella SPD (il Partito Social Democratico tedesco) e poi in Die Linke (La Sinistra): ovvero, l’idea che sia giunto il momento che le “forze di occupazione” americane lascino la Germania in modo che il paese possa finalmente e pienamente recuperare la propria sovranità. Chi non conosce bene la politica tedesca può identificare più facilmente Lafontaine come il marito dell’eloquente membro dell’opposizione del Bundestag Sahra Wagenknecht.

Mi sembra opportuno aggiungere che, secondo il consiglio del mio traduttore quando mi ha trasmesso le notizie sulla manifestazione ‘Ami Go Home’, i veri organizzatori non appartengono alla sinistra tedesca ma, al contrario, all’estrema destra. Questa interpretazione è stata riconfermata da un lettore ben informato che vive a Berlino. Se volete, chiamatelo un altro esempio di impersonificazione o di sindrome dell’impostore. Stiamo vivendo tempi davvero interessanti.

Gilbert Doctorow



P.S. i lettori potranno tirarsi su ascoltando questa canzone che sicuramente sarà riproposta nelle manifestazioni che si terranno prossimamente in Germania.


(Traduzione dalla fonte inglese di Roberto Pozzi)

sabato 19 novembre 2022

Ue, migranti e “solidarietá europea” del ciufolo...

 


La “solidarietá” del ciufolo non serve all'Italia: se Berlino, Parigi o Bruxelles si accolleranno davvero un pugnetto di cosiddetti “profughi” – a fronte della marea che quotidianamente si riversa in Italia – sará piú una beffa che non una “ripartizione” minimamente credibile. E noi, accettando grati e scodinzolanti la generositá profusa dai partner europei, ci obbligheremo praticamente a continuare ad “accogliere” chiunque decida di venire a piantare le tende qui da noi. E perché non dovrebbero farlo? Li accogliamo a braccia aperte: vitto, alloggio, lavatura e stiratura compresa –come diceva Totó – ed in piú la graduatoria per le case popolari, mille euro al mese di reddito “di cittadinanza”, assistenza sanitaria, diritto alla pensione e altre piccole cosette che in questo momento mi sfuggono.

Continuando di questo passo, ne arriveranno sempre di piú. E non soltanto dall’Africa. Siamo ormai diventati la destinazione preferita (oltre agli ucraini in "fuga" dalla guerra) di afgani e bengalesi, ecuadoriani e salvadoregni, esclusi soltanto – almeno finóra – i maori della Polinesia e gli esquimesi delle isole Aleutine.

Il fatto é che questa operazione di invasione dell’Europa é stata, con ogni probabilitá, organizzata dai servizi di potenze extraeuropee e/o di organizzazioni private dipendenti da “filantropi” nordamericani; e che – nonostante la sua funzione smaccatamente antieuropea – é stata accettata e fatta propria dalla UE, cul de sac dell'Occidente, in nome degli ideali della globalizzazione economica e di opinabili “valori umani”  (provate a vedere come sono accolti  gli emigranti in USA, Canada, Australia ed altri floridi Paesi della Sacra Corona Unita ndr).

Ma l’Unione Europea accetta prona, addirittura ricerca l’invasione (per pareggiare il calo demografico e la carenza di forza lavoro bruto). Soltanto che, per non mettere in difficoltá i suoi soci di maggioranza (i governi di Germania e Francia) preferisce che l’ondata migratoria di bassa lega investa preferibilmente la sola Italia, cui é stato assegnato il compito di fare da base "accogliona".

L'attuale governo  potrebbe mettere in pericolo questo disegno. Basterebbe che pretendesse la ripartizione automatica, paritaria e immediata dei migranti fra tutti i paesi europei.

Naturalmente, é estremamente improbabile che un qualsivoglia  governo italiano abbia il coraggio di fare ció. Cosí come é altrettanto improbabile che l’Unione Europea ed i suoi soci di maggioranza accettino la regola di eguali diritti ed eguali doveri.

All’Italia sará data apparente soddisfazione: Francia, Germania, Olanda e onorata compagnía accetteranno un paio di migliaia di “profughi” (accuratamente selezionati, in modo da lasciare da noi delinquenti, disadattati e aspiranti terroristi), Meloni e Salvini potranno menar vanto col loro elettorato di avere costretto i partner europei a “non lasciare sola l’Italia”, e tutto continuerá come prima, con la finzione di un minimo di apparente decenza in piú.

Vorrei sbagliarmi, ma temo che finirá proprio cosí.

Michele Rallo




venerdì 18 novembre 2022

Cretini della guerra crescono....

 

Zelensky: "...ha stato Putin”.

Come no, è una strategia geniale che sta dando risultati formidabili: armi sempre più pesanti, zero diplomazia e insulti contro i pacifisti.
Una strategia talmente geniale che è stata brevettata.
Si chiama “strategia Mariupol”.
Avevo detto sin dal primo giorno di guerra che questa strategia avrebbe portato alla devastazione dell’Ucraina, alla morte di tanti bambini, alla sirianizzazione della guerra, al pericolo di una escalation nucleare e zero pace.
È andata come avevo previsto?
Certamente no.
Nessuna delle mie previsioni si è verificata.
L’Ucraina sta benissimo, qualche vetro rotto e niente più.
Proprio questa mattina Zelensky e Putin hanno firmato un trattato di pace e si stanno organizzando per andare in vacanza insieme con le famiglie.
Tutto risolto, dunque.
Ecco, se per favore potete riempire anche Hamas di armi pesantissime così domani finisce pure il conflitto israelo-palestinese.
Cretini della guerra crescono.

Alessandro Orsini



Provocazione ucraina? 
Con il passare delle ore appare chiaro che il missile in Polonia è il risultato di una operazione sotto "falsa bandiera" orchestrato dal governo ucraino per tentare pateticamente di coinvolgere direttamente la Nato nel conflitto. Zelenski è oramai disperato?

Video collegato: https://www.youtube.com/watch?v=8xcp9Zr2aJo


giovedì 17 novembre 2022

USA versus Russia via Cina - Lo strazio bellico ha stufato... ora si cerca un possibile compromesso

 


COSA È CAMBIATO? Ricordavo le dichiarazioni di Biden ad inizio ottobre che segnavano un deciso cambio di atteggiamento verso Russi, Putin e guerra in Ucraina. “Deciso” non sarà sembrato a chi non si interessa di questioni internazionali dove vige un codice simbolico per il quale anche piccoli accenni di qua e non di là fanno segnale, differenza, quindi informazione. Da allora, continuo il flusso di segnali, alcuni in una direzione, altri a mantenere calda l’atmosfera, ma seguendo chi diceva cosa e che potere ha, sempre più di un tipo e sempre meno dell’altro. Il generale Milley ha alla fine messo giù carte decise dicendo che era giunto il tempo di trattare, che gli ucraini avevano dato il massimo e di più non si poteva pretendere, ieri ha apertamente detto che la situazione sul campo non è credibilmente migliorabile. Attenzione, trattare non è pace, si può trattare per anni ed anni e così rendere di fatto una situazione che non si può accettare ufficialmente. Russia e Giappone non hanno ancora firmato la pace dopo 77 anni dalla IIWW.
Nel frattempo, i russi si ritiravano da Kherson, sia segnale di accettazione del presunto stato del campo ovvero darsi il Dnepr come confine, sia ovvia mossa di logistica militare. La questione del missile polacco ha mostrato come il dibattito pubblico non capisce quasi nulla di ciò che succede. Ho letto la notizia a tutta pagina prima di andare a letto ed ho pensato “ma perché mettere a tutta pagina una stupidaggine del genere?”.

Un singolo missile a pochi chilometri dal confine di un paese in guerra è evidentemente un errore, non importa fatto di chi, certo non si attiva l’art. 5 della NATO per una cosa del genere. Viepiù in un clima generale che stava andando verso il sedersi al tavolo, anzi proprio questo generale andare verso il tavolo (USA-Russia), poteva ben spiegare chi aveva intenzione di sparare un missile dove non doveva.
Che Zelensky (nome collettivo dell’élite ucraina al potere) non abbia alcuna voglia di andare al tavolo delle trattative e sostanzialmente accettare lo stato del campo o giù di lì (trattando qualcosa potrebbe ottenere se gli americani su un altro tavolo dessero qualcosa ai russi in termini di architettura di sicurezza generale), si comprende. Tuttavia, si spera siano abbastanza intelligenti da capire che affidarsi alle volontà strategiche di una iper-potenza dominante, comporta accettare questi cambi repentini di postura.

Probabilmente, più si scende lungo la scala di rilevanza politica di questa scala, meno intelligenza si trova. Questo era noto e ne scrivemmo mesi fa, difficile per i vertici del potere ucraino richiamare ora le frange eccitate dal conflitto, armate, eroizzate, rese protagoniste, eccitate dal traffico d’armi e relativi introiti ed ora destinate a tornare nell’ombra.
Il che vale anche per il corteo di quelli che una volta si chiamavano “servi sciocchi” dell’establishment europeo e mediatico. Hanno preso tutti a vibrare all’unisono al segnale che forse, sì, era giunta “l’ora più buia” l’altra sera. Poi si sono resi conto che gli americani avrebbero sostenuto la tesi dell’incidente di tiro degli ucraini anche se il razzo fosse stato avvolto nel tricolore blu-bianco-rosso. Si capisce le opinioni pubbliche non siano veloci a cogliere i mutamenti di quadro, ma quelli che hanno responsabilità politiche e di interpretazione mostrano semmai più stupidità il che è sconfortante una volta di più.
Gente che in questi mesi è andata a dire che i russi volevano andare a Berlino, poi che volevano prendere tutta l’Ucraina, che Putin aveva evidenti segnali di malessere psichico e fisico, poi che sarebbero crollati sotto le sanzioni, poi che ci sarebbe stato un colpo di stato contro Putin, poi che i russi avevano finito i missili, i soldati, i carrarmati, che ci si sarebbe fermati solo riconquistando la Crimea, che forse si poteva nuclearizzare Mosca preventivamente o forse anche solo con le armi convenzionali. Tonnellate e tonnellate di sciocchezze emesse 7/24 con sciami di replicatori su i social a creare nuvole di falsa percezione, altro che fake news. Anche loro, come gli eroi ucraini al fronte, ora presi in contropiede.
L’altro giorno a Bali, riunione dei G20, Biden ha dato altri segnali con Xi Jinping. E vabbe’ ci sarà competizione accesa ma forse conviene rimanere dentro quadrati predefiniti di ciò che si può e non si può dire o fare. Se ne riparlerà in un prossimo incontro sino-americano tra addetti ai lavori tecnici. La Dichiarazione di Bali, che si disperava si potesse avere in comune e che invece gli americani volevano fortemente, ammette che non tutti erano d’accordo, specie sulle unilaterali attribuzioni di colpe e sulle sanzioni ma che sì, la guerra perturba l’economia mondiale (che è l’oggetto per cui esiste il formato G20). Già, ne parlammo tempo fa a proposito della “pace multipolare”, la grande parte del mondo questa guerra non la voleva, non la vuole, la rifiuta come perno per operare in logica geopolitica contro la logica geoeconomica che dà speranze di sviluppo a tutti loro. Atteggiamento che vale verso gli americani, gli europei, i russi. Molti non hanno capito cosa significa “multipolare”, ovvero che gli attori sono tanti diversi, ognuno col proprio interesse e punto di vista. È da questa pluralità che può emergere un mondo sì dinamico (il mondo statico-ordinato tocca scordarcelo per sempre) ma più equilibrato come si conviene ad ogni sistema iper-complesso.
Biden se l’è sentito dire e ripetere a soggetto specifico Asia ed atteggiamento verso la Cina, nell’incontro precedente a Bali con gli ASEAN, gli 11 paesi asiatico orientali senza i quali la strategia di contenimento dei cinesi pensata a Washington non va da nessuna parte. Ma per la verità quella strategia era noto non andasse da nessuna parte.
Da tempo penso che i circoli geopolitici di Washington sappiano qualcosa di Europa, Russia, Medio Oriente ma quanto all’Asia, mostrano di non saperne quasi nulla. Una cosa come quella della “Pelosi goes to Taiwan” la fai solo se non conosci i minimi termini di base della mentalità asiatica, asiatico confuciana diciamo. Tutta la storia dell’Indo-Pacifico ed i corteggiamenti multipli ai vicini del gigante di Beijing, mostra inquietanti segnali di wishful thinking. Ma si sono mai presi i dati di import-export di questi Paesi prima di pianificare strategie? Taiwan, per dirne una, a parte distare poche miglia dalla costa cinese, ha il 40% tanto dell’import che dell’export con RPC-Hong Kong. Alle brutte, basta un blocco navale totale e la sospensione totale di ogni scambio con l’isola che dopo due-tre settimane il capitalismo taiwanese farebbe un colpo di stato in favore di “una nazione, due sistemi” altro che Terza guerra mondiale. Se sottrai di colpo il 40% di un sistema, il sistema crolla per implosione.
Rimane la domanda: cosa ha cambiato la postura americana? Attenzione, di nuovo, in politica internazionale non puoi mai esser certo e definitivo, potrebbe esser un “buying time” in favore di cosa non so dire, ma un cambio moderato e però significativo c’è.
In questi due mesi pendeva la spada di Damocle delle elezioni in USA. Ora sappiamo che: 1) i democratici hanno salvato il Senato; 2) i repubblicani hanno preso la Camera; 3) l’area Trump ha problemi interni allo schieramento repubblicano. Tante altre cose del complesso ambiente economico e finanziario stelle e strisce non le sappiamo anche se possiamo intuire che siano, a parte ovviamente il complesso militar-industriale, più o meno sulle stesse posizioni di chi questo innalzamento della temperatura del conflitto non lo vuole per niente. Si fa presto a dire “friendshoring”, farlo è tutt’altro conto.

Di questi tempi la nostra attenzione è strapazzata di qui e di là, forse pochi hanno registrato che Facebook ha operato 11.000 licenziamenti, più quelli di Musk a Twitter ed i prossimi di Amazon verso cui comincia qui in Europa a montare un certo fastidio allargato visto che chiudono negozi, gente va per strada, quei camioncini con lo sbaffo del sorriso inquinano e complicano il traffico, rubano dati, le vendite mondiali di smartphone sono in decisa contrazione etc.. Ma come? L’Era dei Dati, il mondo digitale e metaversico, il “Futuro”? Il Grande Reset è durato lo spazio di un mattino? Non ci sono più le distopie di una volta. Ma poi, questo comparto, non era poi il principale sponsor anche finanziario del partito democratico?
Andranno fatte ricerche ed analisi più a grana fine. I dem, forse, vedono la possibilità di spaccare i repubblicani tra l’area old style conservatrice ma sennata e l’area populista arruffona dissennata e quindi vedono luce per le elezioni fra due anni che prima erano buie. Gli alleati o i potenziali tali, stanno facendo sapere che qui ognuno ha i suoi problemi, tanti, economici, sociali, climatico-ambientali, politici. Forse è il caso di rallentare l’impeto della strategia “democrazie vs autocrazie” ovvero Cold War 2.0 che poi da Cold ad Hot ci mette un attimo. Russia va bene, ma con la Cina aspetta un attimo, come ha mostrato Scholz andando in Cina coi vertici delle sue multinazionali, i tedeschi sono lì per primi, erano tutte tedesche le aziende che aprirono le prime industrie a capitale misto (51% cinese) quando andai lì nel 1990. Magari meglio buttarla sulla diplomazia.

Ne scrivemmo, ci pareva una strategia eccessivamente semplificante ed ambiziosa, difetti tipici di certi strateghi americani, lo si dice dal punto di vista “tecnico” che in questo periodo di grandi passioni ideali è un punto di vista poco frequentato ma che è sempre quello che, realisticamente, detta le partiture di gioco che è e rimane razionale.
Ai dem che ragionano ad elezioni, conviene ora metterla giù morbida, tanto internamente che esternamente. I mesi più difficili, dal punto di vista economico, finanziario, energetico, debbono ancora arrivare. Le olimpiadi greche sospendevano i conflitti, facciamo i mondiali, aspettiamo primavera, poi vediamo. Forse…

martedì 15 novembre 2022

La bomba USAtlantica scoppia sempre al "momento giusto"...



Premessa: 

Distrutto dagli inglesi il Nord Stream russo-tedesco, la Turchia diventa unico Hub per il gas russo in Europa.
E puntuale arriva la bomba a Istambul. Come dire: o fermate il South Stream russo-turco o distruggiamo pure quello.
Che gli esecutori di Istambul siano (forse) curdi è marginale, come marginale era la manovalanza "fascioanarchica" delle bombe di Piazza Fontana, Italicus, Brescia, Bologna, Georgofili, Falcone-Borsellino. La matrice, il mandante a monte, è sempre lo stesso: LA NATO.
La guerra, sarebbe ora che tutti se ne rendessero conto, non è della Russia all'Ucraina, ma dell'Alleanza Atlantica UE-NATO all'Europa-Asia, ovvero all'Eurasia.

La sequenza:

- Sanzioni USAtlantiche-UE alla Russia impongono alla UE lo stop all'importazione di gas dalla Russia. Il gas arriva via Ukraina (telecomandabile), via Turchia South Stream - Mar Nero (non telecomandabile) e via Germania Nord Stream - Baltico (controllo diretto Germania-Russia). Va ricordato che dopo i "consigli" NATO di fermare il NS, la Germania (c'era ancora Merkel) anticipò un imminente ordine "collegiale" atlantico chiudendo di propria iniziativa il rubinetto, togliendola così alla NATO: "se chiudo io e non tu, se io voglio domani riapro, e non tu me lo impedisci". Merkel vedeva lontano. E infatti:
- La Germania fa finta di starci ma continua a importare sottobanco via Nord Stream.
- La NATO fa saltare il Nord Stream (c'è ancora qualcuno che creda "ha stato Putin"?)
- Saltano fuori gli sms di Liz Truss crackati da "joker": un minuto esatto dopo le esplosioni nel Baltico la scema citofona al Pentagono "è fatta". Finisce dappertutto, e Truss dopo soli 40 gg perde il premio di primo ministro britannico per i servigi alla NATO finendo nella merda. Tutto questo è documentato. 
- Quindi, risulta comprovato che ad operare nel Baltico sono stati gli inglesi su ordine NATO.
- Berlino tira le somme e presenta il conto (è roba di una settimana fa): porta via dall'Inghilterra l'intera produzione BMW trasferendola in Cina con annessi, connessi, indotto, mercato e migliaia di operai inglesi licenziati. Schulz sale su un aereo assieme alla Confindustria tedesca e porta a Pechino la BMW inglese come scalpo. Storico incontro con Xi Ping. Nessuna comunicazione preventiva agli "alleati" UE e NATO. Il gas per produrre BMW in Cina lo mette la Russia, il mercato di vendita sarà cinese, l'indotto asiatico - Giappone compreso, via oleodotto Shakalin Russia-Giappone. Ciao UE, ciao indotto BMW italiano. Meloni è fedele UE, con Lecca. Litigano con Macròn sui "migranti", mentre baciano le suole alla NATO e bombardano la Russia con i loro cannoni. Bravi, proprio bravi, patriottici e sovranisti.

- Niente più Nord Stream quindi. E con i tubi ukraini incerti e la Germania per conto suo, allla UE alla canna del gpl non rimane che la Turchia per ottenere il gas a giusto prezzo, che non sia quello usuraio preteso dagli USA e dai suoi mastini del Mare del Nord segretari NATO, ma quello russo. Ma non solo quello: la Turchia, se non intelligente perlomeno mica serva scema come l'Italia, ha in mano o tratta l'estrazione e il transito di gas e petrolio della Libia, d'Algeria, di Cipro, di Libano, Palestina, Egitto (con i transiti di Suez), e controlla e/o conosce tutto quel che avviene nella ricerca in campo fossile nel Mediterraneo centro-orientale. Turchia come HUB energetico per l'intera Europa - non solo UE - ed oltre. Turchia che controlla militarmente assieme alla Russia l'intero Mar Nero. Turchia che fa richiesta di entrare nel BRICS assieme all'Algeria. Turchia che si fa fornire dalla Russia gli SS-400 e rifiuta gli F-35 Usa. Turchia, membro NATO che si oppone all'ingresso in NATO degli scandinavi, che si rifiuta di appoggiare Zelensky, quindi all'allargamento NATO ad Est. Sarebbe da fargli un monumento, ad Erdogan e alla banda di lanzichenecchi suoi consiglieri. Mettetevi davanti la mappa del Mediterraneo: più che Ataturk   Erdogan vuol ripercorrere Giustiniano.

Cosa resta da fare all'Impero di latta (yankee) sconfitto, espulso politicamente dal Mediterraneo? Il terrorismo.

Per i sei morti ed il centinaio di feriti della bomba "curda" ad Istambul gli USA porgono le loro condoglianze.
La Turchia risponde: "Rifiutiamo le condoglianze dell'assassino che torna sul luogo del delitto".

Jure Eler