giovedì 16 settembre 2021

Cambiare lo stile di vita è necessario...




Siamo sempre di più sulla Terra e stiamo cambiando la nostra dieta alimentare ma dobbiamo anche affrontare i cambiamenti climatici e gli eventi meteo estremi, tutto questo richiede grande pragmatismo per raggiungere un nuovo equilibrio improntato alla sostenibilità, unica strada per uscire dall’attuale crisi.

Il 17 e il 18 settembre 2021, Firenze ospiterà il Vertice interministeriale G20 dei Ministri dell’agricoltura per parlare di agricoltura e temi ad essa connessi come gli impatti ambientali del settore agricolo, la circolarità economica e l'incidenza dei cambiamenti climatici nel mondo agricolo; argomenti  di primo piano non solo a livello nazionale ma anche internazionale.

La Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) stima che nel 2050 saremo in 10 miliardi sulla Terra e si pone la domanda di come sfamare in modo sostenibile un così alto numero di persone in un contesto già dominato da importanti crisi come quella dovuta ai cambiamenti climatici.

Si parla molto di transizione ecologica e digitale ma non dobbiamo dimenticarci che siamo difronte anche ad una transizione etica che si sostanzia nella domanda di fondo: come si alimenta l’umanità nel terzo millennio in una situazione in cui abbiamo accumulato un debito ecologico che dobbiamo recuperare nei prossimi anni?

La pandemia ha peggiorato la situazione soprattutto a livello internazionale, oggi ci sono più persone che hanno fame ed in molti paesi siamo di fronte ad una vera emergenza alimentare che si aggiunge a quella climatica che, a sua volta, incide sull’agricoltura e sulla produzione di cibo.

I temi del vertice interministeriale G20 sull’agricoltura investono importanti questioni nazionali ed internazionali ma interessano anche l’intera opinione pubblica, perché toccano molti aspetti della vita quotidiana: il rapporto tra il cibo sano e salute, la filiera corta, gli sprechi alimentari, il rapporto tra città e campagna, la rigenerazione urbana, l’innovazione, la ricerca scientifica, la circolarità economica e la sostenibilità in agricoltura nonché gli effetti dei cambiamenti climatici sulle produzioni agricole.

La comunità scientifica, ma anche la classe politica e dirigente, a tutti i livelli, devono mostrarsi più decisi nell’affrontare i nuovi temi e le nuove sfide nel settore agricolo, in particolare la questione dell’agricoltura sostenibile e dell'economia circolare in agricoltura che punta a produrre meglio, consumando meno.

La transizione ecologica ha, tra i suoi pilastri, la transizione in agricoltura che richiede cambiamenti concreti e uno specifico investimento sulla caratterizzazione, sulla specificità di ogni sistema agricolo ed alimentare. Ogni specificità connota un territorio, conoscendola si può implementare innovazione e tecnologia per raggiungere la sostenibilità ambientale, sociale ed economica in quel territorio.

Per fortuna, c’è qualche buona notizia: l’agricoltura è in un quadro economico di ripresa e complessivamente il sistema agricolo è stato in grado di affrontare la crisi pandemica anche meglio di quanto prospettato sia a livello nazionale che a livello internazionale.

Nutrire la popolazione mondiale, in crescita, è uno dei principali obiettivi, ma non meno importanti si mostrano le altre sfide: la riduzione dell’impatto ambientale generato dall’agricoltura e l’introduzione nel settore agricolo, in parte ancora molto conservatore, dell’innovazione tecnologica e scientifica per approdare alla sostenibilità ambientale ed economica del settore.

Dal punto di vista ambientale, uno dei problemi da affrontare è quello del cambiamento climatico, già presente, l’aumento della temperatura, infatti, crea grossi stress termici che incidono sulle colture agricole, già messi a dura prova dagli eventi meteo estremi.

Dall’altra si pone la questione di ridurre gli impatti che questo settore determina sul Pianeta, con le emissioni climalteranti (prevalentemente metano), che si stima siano attribuibili, per un quarto, all’agricoltura, in particolare agli allevamenti.

L’agricoltura, come ogni altro settore, incide sulla qualità dell’aria ma può anche essere parte della soluzione, acquisendo un ruolo maggiore nel sequestro di carbonio, ma il comparto agricolo deve migliorare, in quanto molti sono i problemi ambientali ad esso collegati come quello legato ai suoi impatti sulla risorsa idrica, la produzione di rifiuti, l’uso dei fitofarmaci, il consumo di energia e lo spreco di risorsa idrica per approdare ad una dimensione sostenibile.

In questa direzione molto potrebbe essere fatto anche applicando i principi dell’economia circolare,  richiamati dalla strategia europea From Farm to Fork. Certo che per abbandonare l’economia lineare ed implementare quella circolare, è necessario che il quadro normativo sia chiarito, in particolare la questione dei sottoprodotti.

Altro punto dolente, dal punto di vista ambientale e agricolo, è la deforestazione, pratica sempre più in uso per aumentare le superfici coltivabili e vista come risposta alla crescente richiesta di cibo di una popolazione mondiale in aumento, che, nel nostro Paese ma anche in Europa, non percepiamo a pieno perché viviamo una situazione antitetica con riduzione della popolazione e costante invecchiamento della stessa. La deforestazione provoca notevoli impatti sull’ambiente, che dobbiamo affrontare quanto prima per mitigare la nostra impronta ambientale e affrontare le nuove sfide ambientali e aliementari.

L’innovazione tecnologica può aiutarci con droni, satelliti, sensori per catturare dati da trasformare in informazioni e poi in decisioni; questo richiede l’introduzione della certificazione del dato, e del suo uso corretto, necessario per evitare che l’agricoltura finisca in mano a soggetti che non operano nel settore primario ma in altri ambiti, come quello finanziario; non scordiamoci che il dato, soprattutto i big data, genera valore.

Droni e sensori possono aiutarci inoltre a migliorare l’efficienza e la sicurezza del lavoro nei campi, rendendo possibile, ad esempio, trattare ogni singola parte del campo in modo diversificato, partendo da ciò di cui ha bisogno. I trattamenti mirati, anche se non semplici, riducono molto gli sprechi.

Al tempo stesso l’innovazione tecnologia può trasformare i macchinari utilizzati in agricoltura, rendendoli più sicuri e performanti ma anche in questo caso si pone un problema di certificazione, senza la quale il mercato è selvaggio. Con la certificazione, si sancisce che il macchinario rispetta i processi e la normativa settoriale, ancora meglio se si riuscisse ad indicare il reale vantaggio prodotto dall’applicazione di quella tecnologia rispetto all’obiettivo da raggiungere.

La ricerca scientifica, invece, può essere molto utile nel miglioramento genetico delle piante, si possono creare nuove varietà in grado di rispondere ai cambiamenti climatici ma anche garantire una maggiore produzione, una migliore qualità dei prodotti ed una maggiore resistenza alle fitopatologie.

L’emergenza sanitaria ci sta facendo riflettere su come affrontare le più svariate situazioni emergenziali, come quella legata ai cambiamenti climatici. Per il prossimo futuro, gli aspetti su cui puntare, quindi, saranno vari, tra questi:

  • soddisfare la domanda di cibo che è in aumento, infatti, crescita della popolazione e crescita di cibo sono strettamente legati, non basta produrre ma bisogna rendere il cibo accessibile. Rallentare i consumi è un’opzione che vale solo per i paesi più industrializzati, una minima parte al mondo.
  • migliorare le tecniche di produzione, che devono essere compatibili con la sostenibilità e olistiche
  • razionalizzare il sistema agricolo, facendo riferimento alla scienza e all’innovazione tecnologica, non ci può essere opposizione tra agricoltura e scienza
  • gestire gli incrementi di produttività sia nei sistemi di post produzione che in quella di distribuzione
  • contrastare l’emersione di posizioni di conservatorismo e politiche su scala esclusivamente nazionale
  • ripensare i rapporti con paesi con crisi alimentare, non limitandosi a fornire sporadicamente del cibo ma creando rapporti reciproci forti e costruttivi.

Di sicuro c'è necessità di maggiore ricerca scientifica e più innovazione tecnologica se vogliamo andare nella direzione della sostenibilità ambientale, falliremo ma questo sarà necessario a raggiungere nuovi successi, come sosteneva lo stesso Galileo, non dobbiamo avere paura di fallire, ma di stare fermi.

Infine, non dimentichiamo che i corposi incentivi economici messi a disposizione, ci possono aiutare nel realizzare i cambiamenti necessari per intraprendere la strada della transizione ecologica.

Consulta gli eventi preparatori al G20 Agricoltura organizzati dal Comune di Firenze e dalla Accademia dei Georgofili.



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