I cinque euro di “contributo d’accesso”, oltre a non ridurre la pressione turistica, calpesta l’art.16 della Costituzione che recita: “Ogni cittadino può circolare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo limitazioni che la legge stabilisce per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche”. Nel nostro caso non ci sono né motivi di sanità (tipo Covid) né di sicurezza, ma solo di turismo.
2. Inoltre questo meccanismo comporta, per i residenti ecc., l’obbligo di dichiarare vari dati sensibili: le proprie generalità, la propria abitazione, il motivo della presenza a Venezia, ecc.
Ancor più grave è ciò che si legge nell’informativa comunale sul trattamento dei dati personali, al punto 6. Comunicazione: “I dati personali oggetto di trattamento possono essere comunicati a soggetti terzi, pubblici e privati, in ottemperanza ai relativi obblighi di legge, di regolamento e/o contrattuali”.
Chi sono i soggetti terzi privati? Che uso ne faranno? Chi controlla su tutto ciò? I controllori sono gli stessi controllati?
Si tratta di una plateale violazione della Privacy, che sarà oggetto di un Esposto alla Procura della Repubblica di Venezia.
Michele Boato - Consigliere di Municipalità per Ambiente Bene Comune
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