SCHIERAMENTI IDENTICI
E’ in corso la campagna elettorale seguita alle dimissioni volontarie di Draghi. L’ex salvatore della patria ha scelto questa strada, non per la mancanza della maggioranza in parlamento - che pur aveva, anche dopo il distacco dei 5 Stelle - ma piuttosto per sottrarsi al logoramento della sua immagine. L’azione del suo governo appariva sempre più incerta, caotica e inadeguata a far fronte ai problemi reali del paese. Ma i “poteri forti” nazionali ed internazionali non si sono strappati i capelli per la caduta del governo delle “larghe intese”, né tantomeno i comuni cittadini delusi.
Infatti nella squallida tenzone elettorale che è seguita alla caduta di Draghi le cose che sembrano aver interessato di più gli schieramenti “contrapposti” sono stati essenzialmente la spartizione delle candidature nei vari collegi elettorali e le politiche di alleanze elettorali che permettano di sfruttare al meglio le pieghe di quell’incredibile guazzabuglio di legge elettorale nota come “Rosatellum” (dal nome del deputato PD Rosati che l’ha inventata). I reali problemi nazionali ed internazionali sul tappeto non sono stati nemmeno sfiorati ed i programmi, peraltro solo confusamente accennati, degli schieramenti contrapposti riguardano solo aspetti secondari, e non quelli che coinvolgono le classi popolari e medie del paese.
L’ammucchiata di cosiddetta “destra” composta da Fratelli d’Italia con al seguito gli ex-populisti della Lega ed il partito di Berlusconi, così come il residuo schieramento di presunta “sinistra” costituito dal PD e da alcune compiacenti formazioni minori (come quella di Fratoianni), con l’aggiunta del “centro” costituito dall’oscena alleanza Calenda-Renzi (una volta nemici irriducibili ed ora impegnati in un abbraccio appassionato con scambio di baci) si ispirano tutti a principi fondamentali del tutto coincidenti:
-innanzitutto la completa e cieca acquiescenza a tutti gli ordini provenienti dagli USA e dal suo organo di dominio internazionale, la NATO, nell’ambito di un ostinato ed ottuso atlantismo che ci danneggia da un punto di vista economico e ci spinge verso una guerra globale;
-dall’altro lato si conferma l’ottusa fedeltà ai più spinti principi economici dell’ultra-liberismo, con il suo codazzo di compressione salariale e dei diritti dei lavoratori, precarizzazione del lavoro, aumento della povertà, privatizzazioni, dismissione di settori economici strategici e rinuncia ad una ricerca autonoma;
-anche la fedeltà alla burocrazia europea rappresentata dalla Unione Europea, dalla Commissione Europea e dalla Banca Centrale Europea, si ispira agli stessi principi, visto che ormai la UE, oltre a continuare a dettarci continue indicazioni economiche ultra-liberiste, si è ormai prosternata sul piano internazionale alle politiche guerrafondaie della NATO che trascinano tutta l’Europa verso la crisi economica e la guerra.
Le conseguenze di queste politiche sono sotto gli occhi di tutti e inutilmente la maggioranza dei cittadini italiani continua – inascoltata - a opporsi alla guerra ed all’invio di armi in Ucraina, come rivelano vari sondaggi. Le sanzioni anti-russe sono fallite e i paesi europei (Italia in testa) continuano a importare gas e petrolio russi a prezzi maggiorati attraverso triangolazioni con paesi come Turchia e Algeria. Persino l’Arabia Saudita compra petrolio russo per poter vendere il proprio senza intaccare le proprie riserve. L’economia russa invece procede abbastanza bene, nonostante le sanzioni, grazie anche agli appoggi che trova in altre parti del mondo, a partire dalla Cina e da altri paesi “emergenti” e indipendenti
L’aspetto più grave è costituito dal pericolo di Terza Guerra Mondiale, alimentato anche dalle folli azioni e dichiarazioni del “matto” Biden (sulla cui salute mentale è lecito dubitare); perché la guerra in corso non è tra Russi e Ucraini, ma tra la Russia, che ha infine reagito alla trentennale minacciosa avanzata della NATO verso i suoi confini, e la NATO stessa che usa gli Ucraini come carne da macello. L’ultimo atto di questa aggressiva avanzata, che ha spaventato i governi russi, è stato il colpo di stato del 2014 in Ucraina con il seguente attacco armato degli ultra-nazionalisti di destra ucraini alle regioni russofone dell’Est, che si erano opposte al “golpe”, che dura da 8 anni. Senza voler entrare nel merito della natura (certamente capitalistica) del governo russo (peraltro sempre eletto con regolari elezioni) non si può ignorare il carattere para-fascista del regime ucraino, che ha messo fuori legge tutti i partiti di opposizione e perseguitato i loro membri servendosi anche di milizie dichiaratamente naziste.
In tutto questo il movimento 5 Stelle ha forse perso la sua occasione di distinguersi realmente dalle varie ammucchiate. Anche se ha avanzato alcune critiche e avanzato alcune proposte sociali (come il salario minimo e il rafforzamento del reddito di cittadinanza), continua testardamente a ribadire la sua fedeltà atlantica alla NATO, anche se con qualche timida richiesta di una maggiore autonomia. A sinistra agiscono alcune piccole formazioni, come Unione Popolare e Italia Sovrana e Popolare, che però hanno trovato grandi difficoltà anche a presentarsi per la ghigliottina costituita dal vincolo della raccolta delle firme prevista dal Rosatellum, cui invece sono sfuggite con appositi cavilli tutte le formazioni delle ammucchiate di “destra-centro-sinistra”. E’ auspicabile un necessariamente piccolo successo di queste forze almeno per un’azione di informazione, denuncia e testimonianza, in attesa di tempi migliori.
Vincenzo Brandi
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