Una nave da guerra americana transita in acque europee, nel Mar Baltico, a 70 miglia nautiche dall’enclave russa di Kaliningrad, e siccome la sorvolano dei caccia russi – per sincerarsi delle intenzioni di quella nave, o anche solo per far capire “l’antifona” – la solita “stampa libera” occidentale titola: “Caccia russi a volo radente su nave Usa nel Baltico”, instillando automaticamente nel suddito euro-atlantico l’idea che è la Russia a “provocare” l’America, e non il contrario.
L’occhiello della “notizia” rincara la dose: “Pentagono: ‘profilo di un attacco simulato’”.
Che cosa ci faccia invece una nave da guerra degli Stati Uniti nei paraggi della Russia non costituisce mai argomento di riflessione, né per l’Ansa né per tutto il resto della cosiddetta “informazione”, tanto si dà per scontato che l’America possa far scorazzare le sue armate – di terra, del mare e dell’aria! – ovunque, senza chiedere il permesso a nessuno, ed anzi gridando allo scandalo se chi scorge alle porte gente non propriamente benintenzionata si attiva per evitare il peggio e per ribadire che non sta lì a farsi prendere per i fondelli.
Invece no, è la “guerrafondaia” Russia (mentre l’America, dalla sua fondazione, ha scatenato centinaia di guerre…) a cercare il casus belli, a minacciare la “pace mondiale” e via mistificando.
Ribaltare in questo modo la frittata è tipico di certa “propaganda” vituperata e ridicolizzata per decenni, ma quando a questo vecchio trucco ricorre il Comando delle Forze Aeree Usa in Europa, a parte il fatto che nessuno si chiede seriamente perché esista un simile “comando” a casa nostra, tutti questi manovali dell’imbonimento collettivo scattano sull’attenti e danno voce a chi – colmo della faccia tosta – invoca il rispetto di “norme professionali” quando è arcinoto che è il primo a non rispettare niente e nessuno (I’m the Law: “Io sono la Legge”).
Di questo passo, se non interverrà un salutare risveglio nelle coscienze di questi ‘pifferai’ realizzando che mentire sistematicamente non fa bene, finirà che il semplice starsene dove ci si trova, e cioè sulla propria terra, e non permettere l’andirivieni di mezzi militari, spie e provocatori stranieri di ogni sorta, sarà equiparato ad un “atto ostile”, con la conseguenza che una guerra d’immani proporzioni sarà scatenata per il fatto che la Russia non ha inteso calarsi le braghe e sventolare bandiera bianca così come l’America vorrebbe.
In tutta questa situazione sinceramente assurda, penosa e disgustosa, l’unico elemento ottimistico, oltre alla suddetta indisponibilità russa a farsi mettere sotto, sembra essere rappresentato da una crescente opinione pubblica europea favorevole a Mosca. Una corrente d’opinione che non si beve più le frottole americane e che vede nella Russia, più che la “minaccia” tanto sbandierata, una “possibilità” e finanche un alleato contro i peggiori disastri in atto e quelli ancor più temibili che si profilano all’orizzonte.
Enrico Galoppini
(Fonte: il discrimine)
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Integrazione di V.V.
"La domanda è, qual era il compito del cacciatorpediniere "Donald Cook", che navigava vicino Kaliningrad?
Riuscite ad immaginarvi una nave dotata di missili da crociera con una gittata di 2.500 chilometri, capaci di trasportare una testata nucleare, da qualche parte a largo di New York o del Golfo del Messico?
Non si relaziona ad attività militari, ma è un tentativo di esercitare una pressione militare sulla Russia. Penso che la gente seria capisca che prenderemo tutte le precauzioni necessarie, che compensino il tentativo di usare la forza militare," — ha detto ai giornalisti Grushko, commentando l'episodio avvenuto la scorsa settimana nel Mar Baltico."
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