lunedì 17 agosto 2015

Italia e Grecia - La dittatura “democratica” afferma se stessa.



La dittatura “democratica” afferma se stessa. Italia e Grecia, le due pedine bovine del sistema, tirano il carro delle “necessarie riforme”. Il NWO pianifica le mosse ed i lacchè ubbidiscono proni. 

 Tsipras in Grecia e renzie in Italia si preparano ad allargare le loro “maggioranze” verso il “centro”, ovvero con quei “responsabili” che prosperano nella corruzione e nel masaniellismo. 

Messe a tacere le opposizioni per garantire la “governabilità”, cioè per garantire l'esecuzione dei dettami UE, NATO e USA, si accorpano i proci. E nessuna forza politica, che meriti questo nome, minaccia ed attua le dimissioni di massa dal parlamento. 
I “nominati” ci tengono alla paga ed alla pensione. 

E l'alfano a Roma ha buon gioco e si fa promotore della grande ammucchiata, definita nuova “Margherita”. Il nome promette bene viste le corruttele e i ladrocini perpetrati con quel marchio. Il rottamatore potrà star tranquillo che nessuno disturberà il suo piano distruttivo della nazione. 

 Intanto le truppe d'invasione dei “rifugiati” crescono e la loro sistemazione coatta ed a caro prezzo diventa legge su tutto il territorio nazionale, Padania compresa. Si noti bene che delle centinaia di migliaia di “profughi” che fuggono dalla “fame” solo il 6 per mille sono donne e bambini, gli altri son tutti giovani maschi robusti ed abili alle armi, espatriati per ragioni oscure, paganti dai 7 ai 15 mila euro per la traversata. Se veramente avessero fame con quelle cifre in Africa potrebbero campare da re. 

Evidentemente c'è una mano nera dietro a questa emigrazione di massa: qualcuno finanzia l'operazione con la connivenza dei governi che accolgono queste bande mercenarie... 

 Mi viene in mente, per analogia, l'invasione dei longobardi, essi riuscirono a distruggere l'impianto unitario che in qualche modo era stato mantenuto nella penisola e si sparpagliarono un po' su tutto il territorio senza però amalgamarsi con la popolazione preesistente, erano bande di predoni che non riconoscevano una vera autorità centrale. Le loro azioni “comuni” erano le razzie e l'oppressione degli autoctoni romani. La differenza sostanziale è che a quel tempo c'erano forze che a loro si opponevano: Costantinopoli ed il papato. Ma oggi...

Paolo D'Arpini

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