domenica 2 agosto 2015

L'ebbrezza dello sfacelo democratico



La politica funziona in un modo estremamente semplice: il più grosso di turno schiaccia il più piccolo. Millenni di storia hanno modificato solamente i mezzi e le tecniche con cui si svolge l'operazione.


Sospetto che non ci siano molte speranze di miglioramento, benché io speri di sbagliarmi in questo, poiché si tratta di una ipotesi estremamente sgradevole.

A volte viene chiesto: "Ma se i dominati sono molti e i dominatori sono pochi, come mai i dominati non rovesciano i dominatori, riprendendosi in mano la propria sovranità e libertà decisionale?".


La risposta è semplice e sta nel concetto di "organizzazione" poche persone coordinate, organizzate e concordi agiscono in modo più efficace che molte disorganizzate e discordi, allo stesso modo che un piccolo numero di soldati organizzati a falange con un ariete riescono a sfondare una porta che invece molte persone che la percuotano a casaccio non riescono.


La somma di forze concordi produce una risultante molto potente, mentre la somma di un numero maggiore di forze tutte discordi produce una risultante effettiva scarsissima, anche se il numero di componenti da sommare sia molto maggiore che nel primo caso. L'analisi dei fenomeni fisici ci offre questo modello elementare chiarificatore.


Le istituzioni sono organismi altamente strutturati e finalizzati, di modo che, pur avendo bisogno di una sufficiente base di consenso, ottengono comunque una forte autonomia decisionale ed operativa rispetto alla massa della popolazione, la quale, ampiamente disorganizzata, risulta incline all'inerzia di fatto.


C'è, inoltre, il problema della informazione.


La politica apparente nell'informazione è solo fenomenologia superficiale (generalmente falsa e bugiarda), dal momento che i fatti importanti vengono accuratamente nascosti, talvolta semplicemente ignorandoli come se non esistessero, talaltra occultandoli attivamente in modo che siano tecnicamente difficili da scoprire.
Uno degli esempi più significativi è nella natura degli incostituzionali trattati europei.
Lo ha ammesso esplicitamente il criminale internazionale Giuliano Amato, quando ha dichiarato "I trattati europei sono stati volutamente scritti in forma lunga, complessa e pressoché incomprensibile, all'esplicito scopo di rendere pressoché impossibile sottoporli a referendum popolare" (12.07.07), onde evitare il ripetersi dell'inconveniente subito dalla ipotesi di Costituzione bocciata referendariamente nel 2005.


"L'Unione Europea è antidemocratica....il trattato di Lisbona sancisce la fine della democrazia" (Anne Marie Le Pourhiet, giurista e docente di diritto all'Università di Rennes).


L'Unione Europea è una particolare forma di crimine contro l'umanità, e come tale va combattuta con ogni mezzo utile.


Vincenzo Zamboni

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