lunedì 6 luglio 2015

Francesco, grande amico dei "fratelli maggiori", promosso "ebreo ad honorem"




Jorge Mario Bergoglio, attuale pontefice, stringe da molti anni una sincera e profonda amicizia fraterna col rabbino argentino Abraham Skorka col quale, nel 2010 pubblicò un libro intitolato “Il cielo e la terra” frutto di numerosi dialoghi avvenuti tra l’arcivescovo di Buenos Aires e il rettore del Seminario Rabbinico Latinoamericano. Il testo (unico libro scritto dal cardinale argentino) ebbe una grande fortuna dopo l’elezione di papa Francesco diventando il numero 1 nelle vendite in tutto il mondo. Nel libro Bergoglio si riferisce ciò che accadde nei campi di concentramento come “eventi diabolici” ed esprime il suo desiderio di aprire gli Archivi Vaticani che riguardano il pontificato di Pio XII (ancora in fase di catalogazione) per una maggiore chiarezza sulla questione dei rapporti tra Chiesa e Nazismo.

Dopo la sua elezione a Sommo Pontefice, nel 2013, la rivista Forward, voce autorevole della cultura ebraica in America, ha inserito il nuovo papa Francesco nella lista dei 50 ebrei dell’anno; una novità – essendo cattolico – che testimonia le ottime relazioni che intercorrono tra il papa e il popolo giudaico e che premia il tentativo del papa, nei primi mesi di pontificato, di approfondire i rapporti di collaborazione e reciproca stima con gli ebrei. 

Nei primi mesi di pontificato, Francesco ha ricevuto in udienza privata la comunità ebraica di Roma a cui ha rivolto parole di grande stima, rispetto e amicizia sottolineando che “un cristiano non può essere antisemita”. Ha incontrato anche una delegazione di cinquanta ebrei statunitensi rappresentanti della prestigiosa American Jewish Committee. 



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