lunedì 13 luglio 2015

Apprendere l'inutilità.... della musica



La società in cui viviamo adotta abitudini sociali così sfrenatamente competitive che abitua i suoi cittadini fin dalla più tenera infanzia ad essere valutati e ri-valutati, come amaramente tocca fare a me per mestiere, dovendone sopportare la componente più antipatica e completamente inutile.

A chi non comprendesse perché dico "Inutile" farò subito presente che in vita mia ho fatto il musicista rock, jazz e classico, come concertista in pubblico (anche se ad un certo punto ho smesso), senza avere mai ricevuto un voto in musica in vita mia.

Lo ho fatto perché ho studiato musica, grazie ad insegnanti che mi hanno insegnato.
Lo scopo dell'attività era l'insegnamento/apprendimento, che un sacco di gente crede passi attraverso la valutazione, mentre invece no: insegnare è insegnare, valutare è un non sense.
Purtroppo, per mestiere mi tocca anche valutare.

Devo sprecare parte del mio tempo e lavoro professionale in questa attività che assolutamente niente ha a che fare con l'insegnamento/apprendimento.

Potessi mandare tutti al diavolo, a tal riguardo, lo farei immediatamente e volentieri. Sfortunatamente devo adattarmi alle esigenze della mia professione, così come si è andata conformando nel tempo, e così come la ho trovata.

Essa include anche componenti che oscillano tra l'inutile e il dannoso, ma non posso eliminarle io, in quanto semplice membro singolare di un corpo sociale.

Però, ho fatto per molti anni il musicista, appunto, senza nemmeno un voto in musica alle spalle.

Ecco: è possibile una vita normale.

Una vita in cui si insegna per insegnare, e si apprende per apprendere, senza nessuno che rompa le scatole con faccende disgustose come la valutazione.

Se vi interessa ciò che insegno, siete ben accolti a casa mia.

Senza registro.

Non usavano il registro Raffaello Sanzio, Leonardo Da Vinci, Mozart, Aristotele, Euclide.

In nome della libertà, chi lo desidera continui pure a pensare e fare come gli pare, immagini e costruisca valutazioni di tutto e di tutti, come in una gigantesco campionato di calcio denso di punteggi e classifiche: io rimango con loro, con tutti coloro dai quali ho imparato qualcosa.

E credo lo rimarrò fino all'ultimo giorno della mia vita.

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