WikiLeaks ha pubblicato un “testo centrale” segreto in riferimento al controverso accordo commerciale attualmente negoziato a porte chiuse tra gli Stati Uniti, l’Unione Europea e altri 23 Paesi. Le grandi società multinazionali sembrano essere le maggiori beneficiarie dell’accordo.
I documenti resi pubblici circa i negoziati del TiSA (Trade in Services Agreement) rivelano che il trattato mira a indebolire “i governi coinvolti” sostenendo le compagnie multinazionali invece delle aziende locali, secondo un comunicato stampa di WikiLeaks.
Le rivelazioni giungono appena una settimana prima che i negoziati sul TiSA riprendano, il 6 Luglio [u. s. – ndr]. Essi vanno avanti in segreto sin dall’inizio del 2013.
Le economie dei Paesi membri valgono per i due/terzi del PIL mondiale. A rendere la questione ancora più delicata, è il fatto che tutti i Paesi del BRICS – Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – siano stati esclusi dai negoziati del TiSA.
Anche dopo che l’accordo sia stato raggiunto, WikiLeaks afferma che i documenti relativi al TiSA sono destinati a rimanere segreti per cinque anni.
L’accordo è parte della strategica “trinità del trattato con la T”: la Trans-Pacific Partnership (TPP), il TiSA, e la Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP). Esso completa gli altri due accordi commerciali globali relativi ai beni e agli investimenti, attualmente negoziati in segreto. Il TiSA è destinato ad esssere la più importante componente del terzetto.
L’analisi di WikiLeaks del testo centrale, elaborata dal professore di diritto dell’Università di Auckland Jane Kelsey, sottolinea che il trattato commerciale mira a limitare la capacità dei governi di regolare i servizi nazionali e conferisce una libertà mai vista alle grandi aziende straniere. L’idea sembra quella di privatizzare i servizi su scala globale.
Ecco i punti principali dell’analisi:
Aziende multinazionali contro quelle locali
Il trattato da preferenza alle aziende multinazionali, conferendo più diritti ai grandi conglomerati, mentre limita l’influenza delle piccole imprese locali.
Secondo quanto rivelato, i governi devono rinunciare al proprio diritto di scegliere fornitori di servizi a livello locale nei settori quali le telecomunicazioni, l’educazione, l’elettricità e la raccolta dei rifiuti.
“I governi cedono il proprio diritto di dare preferenza ai fornitori locali di servizi”, afferma l’analisi.
Meno controllo governativo può condurre all’instabilità invece che alla liberalizzazione
C’è un intento omnicomprensivo di liberalizzare il mercato di tutti i servizi, inclusi quelli bancari, finanziari, di commercio elettronico, sanitari, di trasporto, e di consulenza. Le riforme dovrebbero toccare tutti i livelli di governo, come “i governi e le autorità centrali, regionali o locali”.
Ciò cambierebbe il modo in cui le compagnie vedono i propri clienti. “I popoli non sarebbero visti come cittadini o membri delle loro comunità, essi sono ‘consumatori'” dice la Kelsey. “Quelli che forniscono i servizi non hanno bisongo di avere alcuna relazione con i popoli o le comunità che si affidano ai loro servizi.”
In aggiunta, il trattato propone di restringere ulteriormente il potere dei governi di definire limiti di misura e crescita a varie attività economiche, così come ad enti, come le banche.
Questo punto può interferire con le leggi interne finalizzate a mantenere uno stabile sistema finanziario, come la legge Dodd-Frank negli USA.
La fine della responsabilità
Un tale grado di liberalizzazione muta la relazione tra le compagnie e i loro clienti, secondo la Kelsey. I fornitori stranieri di servizi non sarebbero più responsabili verso i Paesi dove operano, riducendo la popolazione, nei loro calcoli, a margine di profitto. Inoltre, le aziende straniere non sarebbero più responsabili per la fornitura di alcune funzioni addizionali a carattere sociale o di sviluppo che il servizio può prevedere.
“Gli accordi commerciali sui servizi considerano questi ultimi come beni vendibili, e negano o subordinano insieme le loro finalità sociali, culturali, ambientali, occupazionali, e di sviluppo,” puntualizza la Kelsey.
“Quelli che forniscono i servizi non hanno necessità di avere alcuna relazione con i popoli o le comunità che si affidano ai loro servizi… Nessuno di questi ‘fornitori’ ha una consapevolezza o responsabilità di lungo termine verso il Paese che ‘consuma” i suoi servizi.”
Movimenti trans-frontalieri
Un altro importante elemento del trattato è un vincolo che limita i governi nel porre controlli sui movimenti trans-frontalieri di capitali, inclusi quelli legati ai servizi o agli afflussi di capitali.
Le possibilità dei governi di introdurre controlli sui capitali sono molto limitate, anche in caso di pericolo di deficit significativi nella bilancia nazionale dei pagamenti.
L’ultima fuga di notizie giunge appena poche settimane dopo la pubblicazione, da parte di WikiLeaks, di altri 17 documenti segreti relativi al controverso accordo commerciale.
Fonte – traduzione di F. Roberti
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