lunedì 20 luglio 2015

Come difendersi dalla cultura "gender" a scuola



L’argomento è fra i più diffusi in rete, cerchiamo di fare un po' di chiarezza e di dare qualche strumento alle famiglie italiane. A breve, presso gli istituti scolastici, verranno presentati i nuovi POF (Piani per l’offerta formativa). Per questo crediamo opportuno pubblicare un documento, redatto dall’associazione Giuristi per la Vita, che i genitori possono utilizzare. 

Si tratta di un consenso informato che si può comodamente scaricare: Documento Richiesta Consenso Informato

In forza del diritto di priorità delle scelte educative e in coerenza alla partecipazione e corresponsabilità educativa con la scuola, i genitori possono chiedere al Dirigente Scolastico di essere informati qualora siano previsti progetti inerenti l’educazione sessuale e affettiva sull’identità di genere, potendo poi valutare se consentire la partecipazione del proprio figlio a tali attività.
Da diversi mesi, a seguito di varie testimonianze, è emerso che la adeguata e necessaria comunicazione fra scuola e famiglia di fatto è mancata. L’ente governativo UNAR (interno al Dipartimento per le Pari Opportunità), nonostante abbia fallito la diffusione del libretti “educativi” di chiara natura propagandistica a favore dell’ideologia omosessualista e “gender”, fa riferimento al proprio documento “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” (fonte). 
In tale documento si afferma che in tutte le scuole di ogni ordine e grado è necessario :
  • introdurre corsi di formazione sui diritti LGBT (sigla utilizzata per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) per il personale docente e non docente; disporre l’empowerment (“dare potere”) delle persone LGBT, introducendole anche nella dirigenza;
  • abolire tutta la modulistica amministrativa e didattica che discrimi le famiglie omogenitoriali (non più papà e mamma, ma “genitore 1” e “genitore 2”);
  • accreditare presso il Ministero dell’Istruzione come enti formativi le associazioni LGBT; incentivare il coming out degli studenti, cioè l’esternazione dell’omosessualità;
  • introdurre l’identità di genere;
  • introdurre bibliografia omosessualista, cioè letteratura che avvicini i ragazzi al mondo dell’omosessualità e aiuti a superare i cosiddetti stereotipi e pregiudizi.
Viene spontaneo chiedersi come mai un ufficio che dovrebbe occuparsi di discriminazione razziale, si occupi prevalentemente di gender entrando nelle scuole ad occuparsi di educazione sessuale.
Al punto 16 del ddl “Buona Scuola” si rimanda al “Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere” (ecco il documento Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere ), dove si ribadisce al punto 5.2 la necessità di “ …superare gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell’essere donne e uomini, ragazze e ragazzi, bambine e bambini nel rispetto dell’identità di genere….sia attraverso la formazione del personale della scuola e dei docenti sia mediante l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa e didattica. Nell’ambito delle “Indicazioni nazionali” per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, per i licei, per gli istituti tecnici e professionali, il Governo provvederà dunque a elaborare un documento di indirizzo che solleciti tutte le istituzioni scolastiche autonome ad una riflessione e ad un approfondimento dei temi legati all’identità di genere e alla prevenzione della discriminazione di genere, fornendo, al contempo, un quadro di riferimento nell’elaborazione del proprio curricolo all’interno del Piano dell’Offerta Formativa…”.
Oltre allo “Standard per l’Educazione Sessuale in Europa” (ecco il documento: Standard per l’Educazione Sessuale in Europa, il 9 giugno il Parlamento Europeo ha approvato il Rapporto Noichl (qui disponibile un commento); semplicemente si ripropongono, fra le righe della tutela alla donna, i diritti delle persone LGBT, la sessualità a scuola, l’identità di genere, mettendo in discussione anche attraverso l’uso dei media e dei materiali didattici i cosiddetti stereotipi e le strutture tradizionali.
In definitiva, con il pretesto della lotta all’omofobia e alla discriminazione (nonostante l’Italia risulti tra i dieci paesi più “gay friendly”),i poteri forti vogliono interferire nella delicata crescita dei nostri figli e puntano alla destrutturazione della famiglia naturale.
Per affrontare questa battaglia antropologica epocale è necessario informarsi, essere adeguatamente preparati e perseguire una partecipazione attiva nella scuola.
Comunichiamo che i professionisti dell’associazione Giuristi per la Vita offrono assistenza gratuita a coloro che incontreranno situazioni incresciose nell’iter scolastico dei propri figli.
Per fortuna la pressione di molte associazioni ha dato i suoi primi anche se labili frutti. Il Ministro Giannini ha emesso la seguente nota:
E’ importante far notare che solitamente i genitori visionano i POF all’iscrizione (quelli che lo fanno),e poi firmano annualmente il patto di corresponsabilità…ma una volta iscritto l’alunno,i POF approvati in seguito all’inizio dell’anno non vengono inviati alle famiglie ma possono essere comunque richiesti.Quindi l’attenzione dei genitori deve essere sempre massima.
Alle famiglie segnaliamo anche questo comodo articolo per tenere sotto controllo i contenuti dei P.O.F.
Purtroppo l’Europa spinge, le lobbies spingono, le multinazionali che vedono enormi profitti spingono… e troveranno nei parlamenti europei sempre qualche politico compiacente per tale attività (ecco un esempio)
A noi corre obbligo di denunciare tutto questo e stare accanto alle famiglie italiane.

Romina Antonelli

(Fonte: https://italiaproletaria.wordpress.com/)

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