lunedì 22 giugno 2015

Il Papa, l’ambiente e l’Enciclica: l’uomo al centro?




Come ecologista ho sempre seguito con attenzione e interesse l'operato e le idee di Papa Francesco in particolare sulle tematiche ambientali e dunque ben venga la sua Enciclica, un bello scossone per tutti i cristiani che non mettono l'ambiente al centro dei loro interessi... Temi come la decrescita, la sobrietà, un nuovo stile di vita ecologico in difesa della natura, sono veramente parole nuove all'interno della Chiesa e dovranno far riflettere molti; parole che comunque gli ecologisti dicono e praticano già da decenni.

Ma per favore non esageriamo e infatti la lettera (19 giugno) che ha scritto il Sig. Mereghetti ("il Papa mette l'uomo al centro") ma ancora di più l'articolo accanto di Enzo Bianchi ("... adorare la terra come sgabello della signoria di Dio... l'ebraismo e il cristianesimo hanno liberato l'uomo dall'idolatria... l'universo non solo è opera di Dio...") ci fanno ben capire da vari pulpiti, anche molto qualificati, come al centro dell'Enciclica ci siano come sempre Dio e l'uomo...

Ebbene quello che va innanzitutto chiarito è che questo non è un discorso ecologista, semmai, se vogliamo un bel discorso da ambientalisti (antropocentrici) ma niente di più.

Per gli ecologisti (e se vogliamo per certi cristiani ecologisti, si vedano le opere del teologo americano Thomas Berry, discepolo di Teilhard de Chardin che però andò molto in avanti rispetto al suo maestro), centrale è la visione biocentrica e non l'uomo, tanto meno Dio. Questa sarebbe la svolta epocale, la storia dell'universo come vera storia sacra e non più quella raccontata nel Libro (Berry), andare oltre il patriarcato che da millenni (con il beneplacito di Dio) vuole dominare la terra, la natura, gli umani (specialmente le donne), gli animali e ora anche il clima con le nuove "guerre climatiche" (che stranamente il Papa non ha citato), "distruggere per creare" (una bella idea chiarificatrice di una studiosa e critica del patriarcato, austriaca Claudia von Werlhof), una civiltà interamente tecnocratica, artificiale e senza più natura, sempre con l'uomo dominatore al centro, osservato e giustificato da Dio dall'alto...

Dunque non dimentichiamo che il Papa, se pur animato da buone intenzioni "ambientaliste", rimane sempre a capo (da uomo) di una istituzione patriarcale che ha legittimato da millenni in maniera divina il patriarcato stesso, le guerre, le multinazionali, la distruzione sistematica della natura...

La visione ecologista e di un'Era ecozoica (Berry), un'era di consapevolezza ecologica, è tutt'altra cosa e se non la si distingue dal patriarcato si genera una grande confusione che poi è quello che ha sempre fatto da millenni il patriarcato per riassorbire i tentativi di contrastarlo.


Grazie per l'attenzione, Stefano Panzarasa






P.S.  –  C’è c'è ancora un punto che colpisce nelle parole di Enzo Bianchi ma anche perché ovviamente il Papa non ne parla... 

"... l'ebraismo e il cristianesimo hanno liberato l'uomo dall'idolatria..." Incredibile pensarla ancora così! Ma quale idolatria! Qui si parla di millenni di Civiltà europea neolitica (si vedano gli studi della mitoarcheologa Marija Gimbutas autrice del capolavoro "La Civiltà della Dea", recentemente pubblicato da Stampa Alternativa a cura di Mariagrazia Pelaia), all'incirca dal 10.000 al 4000 a.C. appunto prima dell'arrivo dei famosi guerrieri indoeuropei che portarono, tra guerre e distruzioni, la loro civiltà patriarcale basata sul Dio padre-padrone. Sparì così quasi del tutto la Civiltà dell'Antica Europa (Gimbutas) matrifocale, egualitaria, rispettosa della natura e della Terra e che aveva al centro e sulla terra stessa il potere del femminile, della madre...

Altro che radici europee del cristianesimo... Al tempo degli idoli stigmatizzati da Enzo Bianchi centrale era la visione della madre che si prende cura di tutti (pianeta, umani, animali...) e non del padre che invece giustifica la violenza di pochi a scapito di tutto il resto... E l'immagine amorevole della madre che cura è certamente molto più stimolante di quella che mette al centro sempre un uomo, Cristo sofferente in croce, una religione di necrofili, della morte e non della vita, l'ha definita, per me con acume, la sociologa americana Riane Eisler...

A voler essere sinceri e radicali, a volte ce ne è anche bisogno, sembra che l’Enciclica sia ancora una volta una giustificazione del patriarcato, ora in chiave ambientalista…!

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