mercoledì 24 giugno 2015

Credere alle bugie conviene, perché...



...ho fatto una considerazione: quando si dice una bugia, dopo un po' si deve dire una bugia ancora più grossa per coprire la precedente.  Così facendo, col passare degli anni, si passa, gradualmente, da una visione incompleta del mondo ad un mondo in cui si è perso COMPLETAMENTE l'orizzonte di senso quindi ogni anima, anche la più acuta, fatica a trovare il motivo per cui vivere: non sa assolutamente perché vive (come fosse un rottame galleggiante sopravvissuto ad un naufragio) oppure vive in modo brutalmente materialistico, soddisfacendo il proprio ego (come potrebbe fare anche un microbo) o, ancora, si giustifica con il lavoro, con "tengo famiglia" (al pari di uno scarafaggio stercoraro che porta a casa la sua palletta di cacca). 

Ecco, il buon Gaber, già negli anni '70 del secolo scorso cantava sommesso "libertà è partecipazione": ora, invece, siamo immersi nel solipsistico mondo cellulare, che ci allontana l'uno dall'altro nello steso momento in cui ci dà l'illusione di essere più vicini. 


La società in frantumi, in polvere, anzi liquefatta (la teorizzavano quei delinquenti pseudo-intellettuali come Baumann), anzi ancora l'atomizzazione del tessuto sociale.


La disfatta dell'uomo, soggetto del mondo tradizionale, trasformato in oggetto dalla technè, combinato disposto di scienza (fondamento del comunismo, teoria fallita) e tecnologia (base del capitalismo, teoria morente).


Ora, come dice anche un comunista, ateo ma col senso dl sacro come Umberto Galimberti, "solo un Dio ci può salvare" ma questo dio non è necessariamente quello descritto dalla Bibbia: basterebbe il giudizio di quello che ci guarda dall'altro lato dello specchio, al mattino, quando facciamo la barba (o rifacciamo il trucco, per le signore).


Dobbiamo recuperare vita, salute, libertà, dignità, sovranità, solidarietà, sussidiarietà, poi troveremo anche il resto, compreso il lavoro: non può accadere l'inverso, il lavoratore senza dignità, libertà, assomiglia troppo ad uno schiavo, del tipo peggiore, cioè quello che non sa di esserlo.     


Alex Focus

Post Scriptum - Il problema è che in genere la gente vuole sempre essere vincente e per loro credere al perdente è come se diventassero dei perdenti, di conseguenza, se sa che entrambi mentono, preferisce colui che ha vinto perché avrà oneri ed onori.


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