venerdì 5 agosto 2022

La questione algerina. Draghi genio o ingenuo?



I partiti italiani commettono spesso l’errore di legarsi a Paesi stranieri di cui ignorano le dinamiche interne e internazionali. È accaduto  in Ucraina: l’Italia aumentava la dipendenza energetica dalla Russia disinteressandosi del Donbass. Eppure, prima di aumentare la dipendenza energetica dalla Russia, i partiti italiani avrebbero dovuto conoscere ogni dettaglio sui possibili punti di frattura tra Mosca e la Nato. 

Oggi i partiti italiani stanno ripetendo lo stesso errore con  l’Algeria, divenuto il principale fornitore di gas dell’Italia.  Quanto all’Algeria, Mario Draghi e i partiti che lo sostenevano (od  ancora  sostengono la sua "agenda")  si fregiano di averla trasformata nel primo fornitore di gas dell’Italia per affrancarsi dalla Russia. Si fregiano di essere in procinto di stabilire legami sempre più profondi con l’Algeria con cui annunciano nuovi accordi. 

Ma Draghi ha spiegato agli italiani che l’Algeria è un alleato stretto della Russia? Draghi ha spiegato che, costretta a scegliere tra la Nato e la Russia, l’Algeria sceglierebbe quasi certamente Putin? A noi non risulta che questo chiarimento sia mai provenuto dal “fronte draghiano”, fatto di partiti, televisioni e quotidiani. Quindi ci sembra doveroso fornire ai lettori alcune informazioni utili a tutelare l’interesse nazionale dell’Italia ed evitare nuovi fenomeni di “stupore collettivo” in caso di eventi inaspettati.

Tra i tanti fatti che confermano il legame tra la Russia e l’Algeria, ci limitiamo a citare il più recente. Il 31 luglio scorso, il presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune, ha dichiarato di volere entrare nei Brics, un “blocco politico-economico”, come Tebboune lo ha chiamato, composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. I Brics rappresentano il 42% della popolazione globale e vantano il 31% del Pil mondiale. La posizione geopolitica dell’Algeria pone un serio problema per l’Italia, che i partiti evitano di discutere in questa campagna elettorale piena di vuoto.

I principali quotidiani italiani hanno descritto Draghi come un “genio del Mediterraneo” per i suoi accordi con l’Algeria. Eppure Draghi sta rafforzando la Russia vicino alle coste dell’Italia. È geniale?

Ci domandiamo: in un Paese in cui i partiti tradizionali venerano (o fino a ieri veneravano) il presidente del Consiglio, quale spazio resta per criticarlo?

Stralcio di un articolo di Alessandro Orsini (da Il Fatto Quotidiano  del 4 agosto 2022)




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