martedì 18 agosto 2020

La rivolta degli europei contro il ritorno degli euromissili


In Italia le bombe nucleari Usa, mentre si preparano gli ...

Cosa succederà dopo la 50esima ratifica del Trattato di proibizione delle armi nucleari -TPAN, ormai imminente? Credo che verrà allora il momento di far sentire la nostra voce all'interno di un movimento internazionale che sarà alla ricerca della sua strada e che capirà che si può andare avanti solo facendo i conti con la realtà effettuale, dando priorità alla centralità del rischio e collegando il percorso della proibizione alla tattica per dividere il fronte nuclearista.

Probabilmente, non credo sia un pio desiderio, registriamo espliciti sintomi (vedi ad esempio posizione della SPD tedesca - come partito non come delegazione di governo - che non è da prendere sotto gamba), ci confronteremo con la quarta ondata di un NUOVO movimento antinucleare di massa, che dovrebbe nascere con motore tedesco in una Europa che, come negli anni '80, ancor più che negli anni '80, non sarà disposta ad accettare il ritorno degli euromissili: una evidente soperchieria americana, indigeribile per le opinioni pubbliche del nostro continente; e stavolta senza alcuna contropartita, nemmeno per le élites borghesi (che traevano dalla società con gli USA, pur essendo subalterni, garanzie per il mantenimento del potere e vantaggi economici). 

Questo nel momento in cui è evidente che il "blocco occidentale" (= il legame transatlantico) si va disgregando perchè ormai non esistono più interessi comuni con gli USA, esiste un attacco economico alla UE, e le "minacce" russa e cinese non sono credibilmente di tipo militare (non è serio temere che Putin o Xi Jin Ping  vogliano invaderci) ma gli "europei" potrebbero invece sfruttare i rapporti con le potenze emergenti come opportunità di sviluppo.

Leggo le conclusioni del libro di Danilo Taino, rinvenibile attualmente nelle edicole, intitolato: " La guerra dei due mondi, l'Europa in scacco tra Cina e Stati Uniti".
Scrive Taino: " (Nel mondo di oggi) tornare al vecchio ordine internazionale non è possibile. Le responsabilità maggiori per avviarsi ad equilibri che diano alla Cina ciò che le spetta - unica alternativa - almeno in teoria - al conflitto diretto - cadono innanzitutto sugli Stati Uniti, oltre che su Pechino stessa. Gli europei, però non possono stare ad attendere: c'è in gioco troppo, lo stesso loro modello di società"...

La soluzione che però sarà percorsa, nemmeno in modo voluto, ma per la logica delle cose, credo sarà proprio opposta a quella auspicata da Taino per il quale " per la sicurezza dell'Europa non ci sono alternative all'Alleanza Atlantica".

La NATO, che Macron già definisce "in stato vegetativo", sta invece per entrare in gravissima crisi. Quanti straparlano in ICAN di una "NATO denuclearizzata" se ne facciano una ragione e con essa tutti i manager addestrati professionalmente, in modo anglosassone, al lavoro delle ONG come parte complementare del marketing sociale ONU...

Alfonso Navarra

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1 commento:

  1. Commento di Luigi: "...a mio modo di vedere il TPAN potrà (e dovrà) avere un ruolo di « catalizzatore (= acceleratore di processi) »:
    una volta entrato in vigore (da oggi mancano solo 6 ratifiche), non occorrerà neppure nominarlo, tanto gli Stati nucleari lo conosco bene, dato che addirittura in diversi (Francia, USA, UK, …) hanno fatto (e fanno) di tutto per sabotarlo !
    In altre parole nei futuri negoziati, nessuno potrà più ignorare che le armi nucleari non saranno (ben presto oramai) « solo » le più potenti delle armi di distruzione di massa, ma saranno anche armi rese ILLEGALI dal Diritto Internazionale, e cio’ influenzerà necessariamente in senso positivo l’impostazione stessa di tali negoziati.

    Quanto alla strategia, come sapete, e come sostenuto anche da Alfonso, privilegio attualmente la via della Cina, che si tratterebbe di convincere perché dall’interno del ‘club nucleare’ essa inizi un vero processo di disarmo coordinato in modo globale : per esempio proponendo da subito la costituzione du un ‘working group’ con il ruolo di formulare una ‘road map’ realistica e condivisa per un tale processo di disarmo..."

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