La LAC ritiene crudele ed immotivata la cattura dell’orso M49 avvenuta il 28 aprile u.s., attualmente recluso presso l’inadeguato recinto del Casteller alle porte di Trento; una struttura insufficiente, ulteriormente frazionata perché vi è tenuta prigioniera, già da diversi anni, anche l’orsa DJ3. Non esistono in Trentino aree faunistiche adeguate alla detenzione di orsi nati liberi così come non esistono ragioni valide per imprigionare questo esemplare.
Ci muoveremo affinché quest’orso straordinario e combattivo sia restituito alla vita libera cui ha pieno diritto. Ne chiediamo con forza l’immediata liberazione poiché colpevole solo di essere ... orso.
L’orso M49 non ha mai dato segni di poter essere pericoloso per gli esseri umani, da cui si è sempre tenuto alla larga, come ha ampiamente dimostrato anche con la sua spettacolare fuga dal Casteller il 15 luglio 2019. Per questa sua innata volontà di mantenersi libero è stato ribattezzato “Papillon" ed ha suscitato ammirazione e rispetto. M49 in questi nove mesi ha lentamente e progressivamente riconquistato la sua zona d’origine, territorio dove un orso giovane come lui avrebbe potuto trovare delle femmine; ma proprio adesso viene ricatturato e riportato nel recinto.
Quest’orso è dannoso? Sì, alla ricerca di cibo ha sfondato porte in alcune malghe disabitate e razziato qualche arnia.
Quest’orso è pericoloso? No! Non ha mai aggredito nessuno, è sempre fuggito dagli esseri umani.
Ricordiamo che la protezione degli orsi risponde a precise disposizioni statali e comunitarie; il fin troppo autonomo Trentino dovrebbe adeguarvisi. L’orso è un animale che con il lupo e la lince condivide il merito di essere in Europa un raro esempio di segnale di sostenibilità ecologica; averne una popolazione quasi stabile e sana indica che il Trentino può ancora mostrare di avere scampoli di territorio compatibili e adeguati per ospitare fauna.
Ma il Trentino invece di mostrarsi al mondo come un pezzetto d’Italia virtuoso dal punto di vista ecologico, in grado di tutelare la sua biodiversità, soffre di amministratori che consentono di cacciare in aree protette, di edificare, asfaltare e cementificare con rinnovata energia, promuovendo anche l’abuso di pesticidi chimici in agricoltura.
Mai come in questi mesi, dopo la drammatica diffusione del virus COVID-19, figlia di atteggiamenti di rapina nei confronti delle foreste e della fauna selvatica e da inosservanza delle più basilari norme igieniche, ci siamo resi conto che rispettare le foreste, le aree ancora naturali e gli animali selvatici non sono opzioni ma necessità.
Carlo Consiglio info@carloconsiglio.it
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