Mi sovviene di una discussione avuta con alcuni fautori delle religioni tradizionali dualistiche (giudaismo cristianesimo ed islam) sulla presunta separazione fra spirito e materia, tra Dio e la sua creazione.
La mia obiezione è che nella spiritualità laica (o naturale) tale separazione non esiste, anzi spirito e materia sono inscindibili l'uno dall'altro essendo espressioni della stessa energia vitale. La materia è sostanza formativa (in fase di aggregazione) e lo spirito è la coscienza intelligenza che da essa emana. Come non c'è differenza fra la rosa ed il suo profumo, entrambi rappresentano la stessa realtà.
Ed ora una mia considerazione sugli interrogativi sollevati dall'abbassamento generale del livello di "coscienza" nella società attuale. Con lo spaventoso aumento della popolazione mondiale e con la presenza sulla scena di milioni e milioni di anime "giovani", ovvero incarnazioni di animali che si avvicinano per la prima volta nella sfera "umana", è inevitabile che il livello della consapevolezza generale sia passato ad una condizione "inferiore", anzi l'evoluzione stessa sembra arrestarsi. Ma questi gonfiamenti e sgonfiamenti sono necessari per una evoluzione globale. Per questa ragione anche nella filosofia evolutiva ciclica si parla delle quattro ere dell'uomo, una scala per dar modo alle giovani anime di evolversi. Ed in questa era, la cosiddetta Età del Ferro o Kali Yuga, il processo è massivo. Non dimentichiamo che fino al neolitico superiore, prima dello sviluppo tecnologico, del senso della proprietà, della sperequazione fra generi ecc, la coscienza di un tutto inscindibile era presente nel cuore di ognuno.
Oggi questa comprensione non è più così estensiva e per questa ragione l'umanità ha sentito il bisogno di religioni settarie e moralistiche (e anche di ideologie politiche) che in qualche modo impartiscano una legge comportamentale e pongono l'uomo in soggezione.
Ma fortunatamente non tutte le "anime" sul pianeta manifestano vibrazioni basse... ci sono anche anime nobili, infatti nel Buddismo si afferma che esiste un Buddha anche nell'inferno. E così deve essere. La naturale crescita che spetta ad ogni essere vivente troverà quindi il modo di svilupparsi in ognuno a tempo debito. Non è perciò il caso di preoccuparsi eccessivamente del percorso altrui meglio sviluppare le possibilità di crescita personali. Questo è il senso del Dharma (retto comportamento).. e seguendolo forniamo un esempio per i nostri compagni di viaggio che saranno anch'essi incentivati a seguirlo....
In un "discorso" analitico e discriminativo è bene comunque riconoscere e indicare il male ove si manifesta, che sia in politica od in religione od anche in economia o nella scienza, ma questo senza "farsi prendere la mano" e cadere vittime del "giudizio" separativo. Anche in noi stessi, in fondo, c'è un misto di bene e male, per questo dobbiamo esaminare costantemente e scorgere i punti deboli in noi in modo da poterli sanare, e così facendo il nostro dovere sarà compiuto.
Paolo D'Arpini
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