La legge approvata, l’8 ottobre 2019, in via definitiva, dal Parlamento, sulla riduzione del numero dei parlamentari è illegittima in quanto noi cittadini abbiamo già ottenuto la maggioranza nel referendum analogo proposto appena nel 2016 per annullare un altro tentativo di espropriazione … e se ne sono “dimenticati” i nostri cari parlamentari… ma loro quantomeno hanno una perversa volontà strategica e tentano attivamente di sottrarci i nostri diritti, viceversa chi assiste inerte e passivo è un ignavo senza futuro.
Perché dovremmo apprezzare un governo che distrugge il 35% di rappresentanza democratica parlamentare con la scusa di “risparmiare” 100 milioni l’anno (equivalenti a un cappuccino pro capite a Natale) mentre annuncia pubblicamente 7 miliardi annui di nuove spese militari, equivalenti a mezzo punto di pil, per accontentare la Nato, acquistando armi straniere? Equivale a un quarto del misero deficit del 2,04% che se ne va in F35.
Votando sì al referendum si procede in linea con i precetti del Piano di rinascita nazionale (più noto come P2), diminuendo la rappresentanza popolare di Camera e Senato. Il risparmio ventilato sono solo bruscolini rispetto a quanto viene sottratto alle casse dello stato, 85 i miliardi pagati nel 2018 quali interessi sul debito pubblico, diviso 365 giorni fanno 220 milioni di euro al giorno. Questo per chiarire quanto i proprietari della moneta tengano per la gola i loro USURATI e di che pochezza siano i nostri governati, compresa la sedicente "opposizione". Già la P2 prevedeva la diminuzione del numero dei deputati ed anche l'abolizione del senato e lì Renzi ci è andato vicino.
Scrive Massimo Villone del Coordinamento per la democrazia costituzionale: "La riduzione del numero dei parlamentari rende palesemente incostituzionale la legge elettorale vigente, comprimendo il pluralismo e provocando una inaccettabile distorsione fra la volontà espressa dagli elettori ed il risultato in termini di seggi. Per mantenere viva la rappresentanza “assicurando il pluralismo politico e territoriale”, l’unica strada è quella di adottare un sistema elettorale proporzionale, che garantisca ai cittadini l’eguaglianza nell’espressione del voto e la libertà di scegliersi i propri rappresentanti e quindi non è accettabile raddoppiare di fatto l’attuale soglia di accesso alla Camera..."
L’unico precedente di riduzione parlamentare, in Italia, si è registrato nel 1929, quando il fascismo diminuì i rappresentanti da 535 a 400. Coerentemente proprio con l’idea che se uno solo comanda vuol essere disturbato da un minor numero di voci. Ma questa si chiama dittatura, non pluralismo democratico…
Se la volontà di diminuire il numero dei parlamentari, da parte delle forze sedicenti democratiche sedute in Parlamento, è legata al “risparmio”, allora si risparmi sugli stipendi e sulle prebende e sui privilegi e sui vitalizi dei parlamentari stessi...
Meno rappresentanti = meno democrazia = meno potere del popolo = contiamo sempre meno.
E’ questo che volete davvero?
Meno rappresentanti = meno democrazia = meno potere del popolo = contiamo sempre meno.
E’ questo che volete davvero?
Io no di sicuro, pertanto andrò a votare al Referendum Costituzionale, il 20 settembre 2020, e voterò "NO"!
Paolo D'Arpini
Articolo in sintonia: http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/2020/02/23/12259/?fbclid=IwAR0yQEy42CG29v04dhnqgEM9hm09rCyoLCUnj6NTrF21Qe_anoWMj8mFZs0
Commento-integrazione di Isabella Policarpio: "In autunno il referendum confermativo sulla legge che taglia il numero dei parlamentari: domenica 20 e lunedì 21 settembre 2020 si andrà alle urne, insieme alle elezioni amministrative e regionali."
RispondiEliminaIntegrazione da Qui Finanza: "“Come sappiamo, uno dei cavalli di battaglia del M5s era il risparmio che il taglio dei parlamentari avrebbe comportato per le casse dello Stato. Se consideriamo che, in base a quanto riporta il bilancio della Camera, nel triennio 2018-2020 per pagare indennità e rimborsi a 630 deputati lo Stato spende ogni anno 144,9 milioni di euro, ricaviamo un costo annuo di 230 mila euro a deputato. Una riduzione di 230 deputati, dunque, creerebbe un risparmio potenziale di 52,9 milioni di euro ogni anno. Il Senato spende invece 249.600 euro l’anno per senatore. Un taglio di 115 membri di Palazzo Madama farebbe risparmiare circa 28,7 milioni di euro ogni anno. Si tratterebbe quindi rispettivamente del 5,5% delle spese totali di Montecitorio e del 5,4% di quelle di Palazzo Madama. Tra Camera e Senato, quindi, i risparmi sarebbero di 81,6 milioni di euro ogni anno. Che, rapportato al nostro debito pubblico, significa lo 0,005% e un seicentesimo scarso di quanto spende l’Italia ogni anno solo di interessi sul debito stesso. Saremo noi a dire cosa ne pensiamo al referendum confermativo, dunque senza quorum, previsto per il 20 e 21 settembre 2020..."
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