Ma qui incomincia la storia di Julian Assange, e anche di Chelsea Manning e di Edward Snowden e di altri che gli anglofoni chiamano “whistleblower” (fischiatori) e noi “eroi dell’informazione”, “combattenti della verità”, “Illuminatori dell’oscuro Regno di Mordor”.
Coloro che pazientemente seguono i miei scritti sanno già che Julian Assange, australiano, 49 anni, è rimasto per 7 anni prima protetto dal presidente Correa, poi recluso dal presidente Moreno su ordine USA, in una stanza dell’ambasciata dell’Ecuador di Londra. Vi si era rifugiato perché inseguito da un’accusa di stupro mossagli in Svezia dalla polizia che aveva alterato la deposizione di una donna in cui questa negava di essere stata violentata, e per la quale nella capitale inglese era stato fermato e poi rilasciato sulla parola. Solo dopo nove anni la Procura svedese, per l’accusa ovviamente subornata dalla Cia, ha dovuto chiudere il caso.
Per sette anni non ha visto che molto raramente un suo legale, qualche amico giornalista, un gatto. Niente luce del sole. I suoi visitatori venivano illegalmente spiati da un’agenzia spagnola che ne apriva telefoni e computer e ne rubava i dati.
Su richiesta degli Usa, che ne hanno preteso l’estradizione per 17 capi d’imputazione, eminentemente di rivelazioni di segreti di Stato, spionaggio e collusione col nemico, che prevedono 175 anni di galera, cioè la morte vivente, Scotland Yard il 19 aprile 2019 irrompe nell’ambasciata (Moreno aveva ricevuto in cambio 1,5 miliardi di aiuti statunitensi), ne estrae a forza Assange e lo sbatte per 50 settimane – poi rinnovate - in una prigione di massima sicurezza, in isolamento. Isolamento che schianta la salute fisica e mentale del detenuto, tanto da far dichiarare al Relatore Speciale dell’ONU sulla Tortura, Nils Melzer, che Assange rischia la morte da tortura fisica e psicologica. In una prima udienza, il giornalista australiano appare incapace di capire le procedure, fa fatica a ricordare il suo nome.
Solo su richiesta firmata dai decine di altri detenuti, ad Assange viene sospeso l’isolamento. Le sue condizioni migliorano leggermente. Al padre che, indefesso, gira il mondo per sostenerne la causa, appare invecchiato di vent’anni.
Fulvio Grimaldi - https://fulviogrimaldi.blogspot.com/
LIVE: Assange supporters and public figures hold march in London ahead of extradition hearing
Mio commentino, così
scrivevo in un mio articolo del 2010: "Wikileaks
importante strumento giornalistico come il Freedom of Information
Act". Affermava il Time Magazine... ma internet e soprattutto
Wikileaks non piace ai potenti. Specialmente dopo l'azione selvaggia
di Wikileaks che minaccia di destabilizzare il "sistema" di
potere consolidato e basato sul metodo delle tre scimmiette: non
vedo, non sento, non parlo..." (Paolo D'Arpini) - Continua:
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