domenica 8 dicembre 2019

Protesta contro Natura

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Protestare contro i cambiamenti climatici, che ci sono sempre stati e sempre ci saranno, è come contestare i temporali. Sono fenomeni che fanno parte delle dinamiche della natura, alcuni sono ciclici e prevedibili come le stagioni, altri sono improvvisi e imponderabili come i terremoti. Eventi che dipendono da un’enorme quantità di fattori in continua modificazione, che nessun modello matematico è in grado di elaborare.

     L’isteria collettiva mette sul banco degli imputati i cosiddetti gas serra e principalmente la CO2, accusata di essere la causa primaria del surriscaldamento del pianeta. L’anidride carbonica è invece fonte di vita: è indispensabile per le piante che la trasformano in ossigeno attraverso la fotosintesi clorofilliana. Senza la CO2 non ci sarebbe alcuna forma di vita sulla terra. Per compensare l’aumento dell’anidride carbonica – che comunque va contenuto - basterebbe incrementare la quantità di alberi e di superfice verde.

     L’aria che respiriamo è costituita per l’78% di azoto, 21% di ossigeno e 1% di altri gas, dove la CO2 è presente per lo 0,03%. Un eventuale aumento della concentrazione di anidride carbonica quale incidenza può avere nei cambiamenti climatici in atto? Praticamente nulla.

     Questo, chiaramente, non significa che non va contrastato l’inquinamento dell’aria causato dalle attività umane (industria, riscaldamento, auto). Tutt’altro.

     Il nostro pianeta è un circuito chiuso dove tutto si trasforma, nulla si crea e nulla si distrugge (legge della conservazione della massa, Lavoisier). La quantità di energia prodotta è sempre uguale a quella consumata… se non intervengono fattori esterni. L’aumento o la diminuzione della temperatura media della superfice terrestre dipende da due condizioni: il sottosuolo, costituito dalla lava che fuoriesce attraverso i vulcani, e l’irradiazione del sole. E’ sufficiente un aumento delle attività vulcaniche di superficie e/o sotto gli oceani (la terra galleggia su un mare di magma incandescente) o un impercettibile scostamento dell’inclinazione del sole rispetto alla terra per determinare i cosiddetti cambiamenti climatici.

     La terra, da quando è nata, circa quattro miliardi di anni fa, ha subito ben quattro glaciazioni (l’ultima, quella di Würm è avvenuta 100 mila anni fa), e tra una glaciazione e l’altra il clima e la temperatura della superficie terrestre si sono ovviamente modificati. Questi cambiamenti sono avvenuti a volte in maniera graduale e quasi impercettibile, considerato il lungo lasso di tempo in cui sono avvenuti, e altre volte in modo repentino, come avvenne 15 mila anni con l’interstadio di Allerod che portò all’improvviso scioglimento dei ghiacciai alpini.

    Pretendere che il clima sia perennemente stabile e immutabile e attribuire all’uomo il cambiamento in atto, significa non aver capito nulla di come funziona la natura.

Gianfredo Ruggiero - circolo.excalibur@libero.it

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