lunedì 23 dicembre 2019

'Ndranghe-tav... avanti con la devastazione della penisola


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Ndranghetav. L’incontro tra il boss e i parlamentari di FI e +Europa: «riprendere i lavori in Val Susa».  Mentre il 21 dicembre 2019  l’attenzione di tutti si concentrava sull’arresto per scambio politico-mafioso di Roberto Rosso, una notizia bomba tichettava nelle carte dell’inchiesta sulla ’ndrangheta in Piemonte. Negli atti dell’inchiesta, ancora secretati ma usciti grazie a una fuga di notizie, non c’è solo l’assessore degli striscioni «sí-tav» in Comune ma si parla anche di un altro incontro tra esponenti politici di altissimo livello e le cosche piemontesi. È il 24 febbraio 2019. A Nichelino si incontrano Francesco “Franco” Viterbo, portavoce del boss Onofrio Garacea, e alcuni onorevoli. Garacea è esponente del clan Bonavota ed è considerato “il reggente dei calabresi” tra Genova e Torino. Come riferirà Viterbo al patron del cosche del basso Piemonte, all’incontro sono presenti esponenti di spicco della politica nazionale, tra gli altri, «Napoli e Bertoncino». Si tratta con tutta probabilità della candidata alle europee per +Europa, Maurizia Bertoncino, e del deputato di Forza Italia, Osvaldo Napoli. Il colonnello forzista è uno dei più accaniti sostenitori del Tav in Piemonte, da oltre 15 anni instancabile garante degli interessi opachi che si nascondono dietro la nuova Torino-Lione: già sindaco di Giaveno, promotore di uno dei primissimi esprimenti di movimento «sí-tav» nel 2010, non perde occasione per chiedere di arrestare i «no-tav» come terroristi, accoglie con giubilo ogni avanzamento dell’opera, elargisce solidarietà ai poliziotti che proteggono il cantiere, pretende la chiusura dei centri sociali torinesi accusati di dar manforte ai valsusini nella battaglia contro l’alta velocità. Piú importante ancora, l’on. Napoli dal 2013 ha affiancato Paolo Foietta come vice-presidente dell’Osservatorio ministeriale alla realizzazione dell’asse ferroviario Torino-Lione. Quanto a +Europa, il partito della Bonino in Piemonte fa del Tav letteralmente la sua bandiera nella campagna elettorale, arrivando a battezzare la lista per le europee «+Europa-sitav».

In quei giorni, il dibattito sulla seconda Torino-Lione imperversava in tutta Italia. […] l’analisi-costi benefici del MIT ha attestato che l’opera, oltre a un impatto ambientale devastante sull’arco alpino, è in perdita per diversi miliardi di euro. Dopo 20 anni di battaglie, il progetto Tav sembrava ormai arrivato al capolinea. È in questo momento che boss e deputati convengono sulla necessità di «dover prendere il paese in mano». Che significa? Il punto di convergenza tra le parti il 24 febbraio è sulla necessità che «i lavori presso i cantieri della Tav di Chiomonte devono proseguire».

Il resto è storia. Nel maggio 2019 il futuro consigliere regionale di FdI Roberto Rosso compra da Garacea pacchetti di voti dalle ’ndrine calabresi e viene eletto con il record di preferenze nella giunta di Alberto Cirio. Il 23 luglio il governo giallo-verde, per bocca del presidente del consiglio Conte, smentisce l’analisi costi benefici e annuncia che il Tav verrà finanziato. Il deputato Osvaldo Napoli dichiara «la Tav va avanti, come il buon senso vuole è una vittoria per l’Italia con ciò si conferma che l’ideologia della decrescita felice è stata e rimane il piú grande ostacolo allo sviluppo dell’Italia. Con la decisione sulla Tav, Conte si pone come naturale punto di equilibrio fra la maggioranza e le opposizioni». Il 9 agosto, a poche settimane dall’insediamento, Cirio visita il cantiere del tunnel geognostico di Chiomonte in compagnia del direttore di Telt Mario Virano e del consigliere Rosso, e dichiara «l’opera è irreversibile, è venuto il momento di far ripartire i lavori».

Questi fatti sono noti in tutte le redazioni del nostro paese. Nessun quotidiano nazionale né Tg però ne sta parlando, se non su qualche sperduto trafiletto. Per mesi hanno pompato ogni minchiata riguardante il Tav, sperticandosi sui dettagli della cromatura della talpa Federica o il guardaroba delle “madamin”, ma il fatto che la ’ndrangheta ordini a dei parlamentari di continuare con la più controversa opera pubblica in Italia non è degno di nota. Come definire un’informazione del genere? Distratta? Complice? Collusa? Quanto a questa vomitevole macchina che vuole spolpare il nostro territorio, nota anche come Tav, che pieghino armi e bagagli e non si facciano mai piú vedere. A cambiare i cartelli della Val di Susa in Val di Scusa ci pensiamo noi.

Mario Monforte

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