Come hanno fatto gli ebrei a raggiungere una supremazia mondiale? Il loro predominio non rappresenta altro che un’estensione territoriale del predominio finanziario ebraico già esistente oltre oceano (negli USA). Cominciamo dalle origini. Un ebreo non si arricchisce mai a spese di un altro ebreo, ma a spese dei popoli non ebrei in mezzo ai quali vive: la legge mosaica permetteva all’ebreo di trafficare con gli stranieri, speculandoci sopra, ma in nessun caso con i membri del suo popolo. La loro Legge diceva: allo straniero presterai con usura, in nessun caso dovrai fare altrettanto con il tuo prossimo. Nel corso di molti secoli gli ebrei ebbero le migliori occasioni per praticare quella legge fondamentale. L’ebreo preferisce sempre essere mercante improduttivo, nomade e avventuriero, e andò persino in Cina e nel resto del mondo conosciuto fin dai tempi remoti.
In Inghilterra apparvero all’epoca dei Re sassoni; ebrei furono coloro che nel 1492 fondarono la prima fabbrica di zucchero in Santo Tomas; ed erano giα stabiliti in Brasile quando lungo le coste del continente settentrionale esistevano solo alcuni miseri villaggi. La loro costante penetrazione è comprovata dal fatto che il primo banco nato nella Georgia fu di un ebreo: Isacco Minis. La loro abilità nell’inventare costantemente nuovi metodi di usura, li aiutò a raggiungere la posizione di padroni della finanza mondiale. Molti strumenti di giro e di credito furono inventati da commercianti ebrei, non solo per le transazioni fra di loro, ma soprattutto per abbagliare i non ebrei coi quali trafficavano. La cambiale, i documenti al portatore, e l’assegno a vista, sono invenzioni ebraiche. La tendenza ebraica è sempre stata di trafficare preferibilmente con merci e non con persone, e un’altra loro istituzione è la Societα Anonima, la societα per azioni, che fa apparire con un nome non giudaico imprese dominate interamente dal capitale ebreo.
L’ebreo è l’unico vero capitalista internazionale, ma non ama proclamarlo ai quattro venti, e preferisce servirsi delle Banche e dei Trust non ebraici come suoi agenti e strumenti. Anche l’invenzione della Borsa è un prodotto del talento finanziario ebraico. A Parigi, Berlino, Londra, Francoforte e d Amburgo, gli ebrei esercitavano un’influenza assoluta sulle prime Borse, e Venezia e Genova appaiono nelle antiche cronache col nome di cittα ebraiche, nelle quali si potevano realizzare le pi∙ grandi transazioni commerciali e bancarie. La Banca di Inghilterra fu fondata per consiglio e aiuto di ebrei olandesi immigrati; le Banche di Amsterdam e di Amburgo debbono la loro origine ad influenze ebraiche. Quando gli ebrei vivevano in Spagna, la Spagna era il centro mondiale dell’Oro; espulsi gli ebrei essa perse quell’egemonia. Non soltanto si stabilirono in ogni angolo della terra ma conservarono sempre intimi contatti fra loro, tramite la comunione del sangue. Molti scrittori medioevali non riuscivano a spiegarsi come mai gli ebrei fossero costantemente al corrente degli avvenimenti europei, prima degli stessi Governi, avendo da ciò un incalcolabile vantaggio nelle loro speculazioni finanziarie. Le informazioni anticipate, in tempi in cui le notizie giungevano lentamente, li rese indispensabili come intermediari dei prestiti agli Stati, genere di affari che gli ebrei fomentarono sempre. Queste famiglie di finanzieri furono quelle che, formando una specie di direttorio internazionale, manovravano re contro re, governi contro governi, sfruttavano senza coscienza le rivolte nazionali in corso o le provocavano nel loro esclusivo interesse.
In Inghilterra apparvero all’epoca dei Re sassoni; ebrei furono coloro che nel 1492 fondarono la prima fabbrica di zucchero in Santo Tomas; ed erano giα stabiliti in Brasile quando lungo le coste del continente settentrionale esistevano solo alcuni miseri villaggi. La loro costante penetrazione è comprovata dal fatto che il primo banco nato nella Georgia fu di un ebreo: Isacco Minis. La loro abilità nell’inventare costantemente nuovi metodi di usura, li aiutò a raggiungere la posizione di padroni della finanza mondiale. Molti strumenti di giro e di credito furono inventati da commercianti ebrei, non solo per le transazioni fra di loro, ma soprattutto per abbagliare i non ebrei coi quali trafficavano. La cambiale, i documenti al portatore, e l’assegno a vista, sono invenzioni ebraiche. La tendenza ebraica è sempre stata di trafficare preferibilmente con merci e non con persone, e un’altra loro istituzione è la Societα Anonima, la societα per azioni, che fa apparire con un nome non giudaico imprese dominate interamente dal capitale ebreo.
L’ebreo è l’unico vero capitalista internazionale, ma non ama proclamarlo ai quattro venti, e preferisce servirsi delle Banche e dei Trust non ebraici come suoi agenti e strumenti. Anche l’invenzione della Borsa è un prodotto del talento finanziario ebraico. A Parigi, Berlino, Londra, Francoforte e d Amburgo, gli ebrei esercitavano un’influenza assoluta sulle prime Borse, e Venezia e Genova appaiono nelle antiche cronache col nome di cittα ebraiche, nelle quali si potevano realizzare le pi∙ grandi transazioni commerciali e bancarie. La Banca di Inghilterra fu fondata per consiglio e aiuto di ebrei olandesi immigrati; le Banche di Amsterdam e di Amburgo debbono la loro origine ad influenze ebraiche. Quando gli ebrei vivevano in Spagna, la Spagna era il centro mondiale dell’Oro; espulsi gli ebrei essa perse quell’egemonia. Non soltanto si stabilirono in ogni angolo della terra ma conservarono sempre intimi contatti fra loro, tramite la comunione del sangue. Molti scrittori medioevali non riuscivano a spiegarsi come mai gli ebrei fossero costantemente al corrente degli avvenimenti europei, prima degli stessi Governi, avendo da ciò un incalcolabile vantaggio nelle loro speculazioni finanziarie. Le informazioni anticipate, in tempi in cui le notizie giungevano lentamente, li rese indispensabili come intermediari dei prestiti agli Stati, genere di affari che gli ebrei fomentarono sempre. Queste famiglie di finanzieri furono quelle che, formando una specie di direttorio internazionale, manovravano re contro re, governi contro governi, sfruttavano senza coscienza le rivolte nazionali in corso o le provocavano nel loro esclusivo interesse.
Con l’aiuto dei loro prestiti e le catene del debito gli ebrei sono penetrati in tutte le Corti europee, fra i nobili, e nelle anticamere reali: la tattica giudaica è sempre stata quella del cammino diritto al quartier generale. I popoli non lo interessano, perché egli ritiene il suo superiore a tutti gli altri; gli interessano i nobili e i Re, di cui tiene in mano i cordoni della borsa e che gli sono debitori. Questa tattica procurò ai giudei vantaggi enormi anche in mezzo alle maggiori avversità e li abituò a considerarsi, visto il loro successo, di razza davvero superiore. Un altro metodo commerciale moderno, di origine genuinamente ebraica, consiste nella fusione o nel consorzio di industrie similari, per poter controllare i prezzi di determinati prodotti e servizi e aumentarli a piacimento.
Esiste oggi nel mondo una potenza finanziaria centrale, che effettua le sue giocate in ogni dove, con un sistema ammirevolmente organizzato, per il quale il mondo è lo scacchiere e il dominio mondiale la posta. Sotto la maschera delle leggi economiche, si occultano fenomeni che non obbediscono a legge naturale alcuna, ma che provengono esclusivamente dal freddo egoismo di determinati elementi, i quali hanno la volontà e il potere di ridurre l’umanità in schiavitù∙ sotto il loro dominio assoluto. Quello che il mondo suole chiamare Capitale è di regola, denaro investito a scopo produttivo.
La principale difficoltà per pubblicare qualche cosa sulla questione, consiste nell’estrema suscettibilità, sia degli ebrei che dei non ebrei, su quest’argomento. Fra i non ebrei esiste un incredibile scrupolo per trattare la questione pubblicamente e ciascuno preferisce custodirla in un misterioso silenzio. Forse si tratta di una vaga tolleranza atavica, ma pi∙ probabilmente la causa di una tale condotta risiede nel sentimento che la questione, portata al pubblico dibattito, possa causare inconvenienti senza fine a chi la promuove. Si tace per paura, o per quieto vivere.
Qui negli Stati Uniti, la questione ebraica si è acutizzata per il fatto che questa minoranza di cittadini ebrei: il 3% in un paese di 110 milioni di abitanti, ha raggiunto in cinquant’anni una preponderanza che nessun gruppo, anche 10 volte maggiore ha mai raggiunto. L’ebreo invece lo troviamo nelle conversazioni segrete del Consiglio dei Quattro a Versailles, nel Tribunale Supremo di Giustizia, alla Casa Bianca, e nel mondo della Finanza. Perchè l’ebreo tende sempre ed irresistibilmente ad occupare i posti più elevati? Chi ve lo spinge? E perchè? Che cosa fa lassù in alto? E che cosa significa per l’umanitα che l’ebreo sia nei posti di comando? Questa è la questione ebraica nella sua vera essenza.
L’uso del concetto “umanità” combinato con la parola “ebreo”, fa credere che l’ebreo debba essere trattato con umanità.
E’ già troppo tempo che la lobby ebraica è abituata a reclamare umanità esclusivamente per sé; e oggi la società umana ha il diritto di esigere che scompaia una tale pretesa unilaterale; che cessi, da parte dell’ebreo l’iniqua spoliazione dell’umanità e l’appoggio di tutti i suoi ragionamenti sull’esclusiva base del proprio vantaggio. Non è più ammissibile che l’ebreo continui ad essere il ricevitore esclusivo dell’umanità, perché la società umana, non ebrea, ormai ha capito di essere crudelmente sfruttata dai potenti circoli ebraici, al punto che è lecito parlare di un gigantesco Pogrom dei non ebrei, prodotto dalla miseria economica e sistematicamente organizzato, contro un’umanità quasi inerme. .. Esiste un super governo che senza essere alleato di nessun governo agisce indipendentemente da tutti che ha raggiunto un potere che neanche Roma ha sognato ai tempi della sua mirabile potenza.. Quindi ?
Arlene Rock
Arlene Rock
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